Alcide DE GASPERI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 801 - seduta del 20-11-1951
Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi il quadro strategico nazionale
1951 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 115
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

devo dire che non sono sufficientemente documentato, in questo momento, per rispondere alle considerazioni mosse intorno al decreto del prefetto di Rovigo e alle motivazioni che lo hanno determinato. mi riservo di esaminare la cosa. nella mia risposta avevo volutamente taciuto, per evitare stonature all' atteggiamento dell' onorevole Nenni, di alcuni episodi non precisamente simpatici, per esempio, di un giornale chiamato, credo, La Verità , settimanale del partito comunista di Rovigo, mostratomi al mio arrivo in quella città e pieno di livore e di ingiurie contro il Governo. io non ne ho nemmeno accennato ai deputati e senatori comunisti e socialisti coi quali mi sono colà incontrato; mi sono limitato a dir loro che del merito dei problemi avremmo discusso in Parlamento, ma che intanto era necessario lavorare insieme per evitare più gravi danni e per persuadere la popolazione ad accettare l' ordine delle autorità di sgombrare. devo dire che, per esempio, la senatrice Merlin mi ha dato la sua collaborazione ed e corsa ad Adria, dove è tuttora, e dove ha prestato e presta una intensa attività di cui sono testimoni anche i colleghi Aldisio e Rubinacci che ve l' hanno incontrata e hanno discusso insieme con lei sul da farsi. riservandomi la risposta, dunque, non posso che limitarmi a notare che, in contingenze tanto tragiche, è necessario che vi sia una autorità dirigente e responsabile: essa non deve disertare da questa sua posizione, pur accettando la collaborazione di chicchessia. i comitati possono collaborare, ma sono le autorità (ed anche i sindaci, naturalmente, e i presidenti delle deputazioni provinciali) che devono avere il loro prestigio e la loro responsabilità salvaguardati, e devono dire l' ultima parola. chi è stato in quei posti sa quali tremendi momenti occorre affrontare: noi abbiamo discusso accanitamente coi tecnici, ma alla fine era necessario che uno prendesse, sia pure alla luce degli elementi portati in discussione, una decisione finale. guai se in momenti simili fosse consentita una confusione di idee e di direttive, quando invece è assolutamente necessaria, per la stessa complicatezza della situazione, che l' autorità si faccia valere con rigore, se non con dittatura. io non entro nella discussione dei singoli gesti o degli atti particolari delle autorità, ma è un fatto che esse si sono dimostrate infaticabili. evidentemente, i nervi sono nervi e dopo quattro notti senza sonno e quattro giornate di intensissimo lavoro, diventa talmente difficile conservare la propria calma che non sempre le discussioni si possono svolgere serene. ma credo che non vi sia stata alcuna animosità. però devo dire all' onorevole Pajetta che, quando su fogli volanti si fa questa propaganda, in un momento di esasperazione come l' attuale, quando tutto ciò che corrisponde ad un sentimento di reazione viene accettato con facilità dall' animo ingenuo o esasperato di quelle popolazioni, quando in questi momenti si fa la propaganda contro il patto atlantico , agitando una questione vivissima e mettendola in relazione con il disordine che sarebbe avvenuto senza o con il patto atlantico , io dico che questa è una speculazione politica, ed ella, onorevole Pajetta, l' ha fatta anche in questo momento. io devo rispondere però che, se credessi sul serio che la comunità atlantica è una comunità di guerra, non avrei accettato di ospitarla a Roma né con l' alluvione, né senza l' alluvione. se, viceversa, sono grato ed offro questa ospitalità a nome del governo italiano , è perché ad Ottawa (e, del resto, lo spirito c' era anche prima), si è accettata formalmente la nostra proposta che l' articolo 2 volesse dire solidarietà anche nei confronti dei disastri, ed io credo che non sarà fuori di proposito che in questi momenti alla conferenza internazionale si senta anche la voce dell' Italia che soffre e che l' Italia senta anch' essa parole di cordialità degli altri popoli, che già sono arrivate attraverso la radio e attraverso il telegrafo. non guastiamo con una questione grossissima, che ci divide, questa unità internazionale nel dolore che veramente supera anche le nostre discordie interne.