Alcide DE GASPERI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 801 - seduta del 20-11-1951
Sulle detrazioni fiscali per i redditi da lavoro dipendente
1951 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 89
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

sono piacevolmente sorpreso delle parole dette dall' onorevole Nenni, e ne prendo atto con molta sodisfazione. è in verità, lo stesso sentimento, lo stesso desiderio d' unione che tutti sentono profondamente quando si trovano dinanzi a un disastro, come quello di cui dobbiamo occuparci, e che l' onorevole Nenni, io e molti altri abbiamo visto di fronte, con tutte le conseguenze tristi che esso ha prodotto. mi auguro che questo sentimento dell' onorevole Nenni sia comune a molti altri, specialmente a coloro che scrivono sui giornali di estrema sinistra , giornali che io ho visto durante il percorso e che avevano un altro linguaggio. ma io non accenno a questo per voler polemizzare; affatto. vi accenno soltanto per augurarmi che, come l' onorevole Nenni non si è ispirato a questi giornali, così i giornali, di qui innanzi, si ispirino alle parole dell' onorevole Nenni. direi che essi si ispirino soprattutto a questa concezione, che è fondamentale e che è il punto di partenza di qualsiasi lavoro in comune: ritenere che gli avversari, anche se sono al Governo, sono uomini di buona fede , amano il loro paese, si sforzano veramente di lavorare per il progresso del loro paese. anche se sono all' opposizione! ma non è avvenuto, onorevole Togliatti, che io dicessi qualcosa di simile a ciò che ha detto lei recentemente nei riguardi degli uomini di Governo. sarebbe opportuno che ella non mescolasse la sua voce a quella dell' onorevole Nenni, perché è stridula ed in contrasto perfetto con ciò che l' onorevole Nenni ha detto. comunque debbo oggi occuparmi soprattutto dell' interpellanza e delle interrogazioni a cui devo rispondere. alcune di esse credo otterranno risposta nella mia dichiarazione generale, su quanto il Governo ha fatto e su quanto il Governo intende fare nel suo programma, che è soprattutto per il momento concretato nei disegni di legge presentati e nel decreto legge deliberato ieri dal Consiglio dei ministri . alcune osservazioni in generale sull' avvenimento. prima di tutto, è vero: le proporzioni del disastro delle alluvioni di questo anno non sono paragonabili a quelle di altri avvenimenti precedenti. però sembra quasi fatale che, ad una certa scadenza, si abbiano delle rotte e delle inondazioni. nel 1857 sul Po si ebbero 48 rotte; nel 1868, 20; nel 1872, 28; nel 1876, 13; nel 1907, 29; nel 1917, 15; nel 1926, 3. ma voglio dire che le 6 rotte principali di quest' anno sono immensamente più pericolose delle 40 o 90 che si sono avute nel passato, perché si è trattato di una massa d' acqua assolutamente eccezionale e di una violenza di cui non si trovano esempi nel passato. lo debbo dire per spiegare la situazione dinanzi a cui si sono trovati i tecnici, coloro i quali, attraverso la magistratura delle acque, hanno la vigilanza e la responsabilità diretta del corso e del regime delle acque del Po e in genere delle acque nel Veneto e nella Romagna. secondo punto: i danni. si parla di cifre iperboliche; si parla di 200-300 miliardi. fino ad oggi queste cifre appaiono assolutamente esagerate, secondo i dati finora in nostro possesso. certo, se la situazione peggiorasse, nessuna cifra potrebbe essere prospettata. ma accanto alla dolorosa e triste realtà, a cui ha rivolto un pensiero anche l' onorevole Nenni, cioè alla perdita di vite umane , la cosa più irreparabile, dinanzi alla quale noi inchiniamo la memoria rivolta, ai morti e soprattutto mandiamo le nostre vivissime condoglianze alle famiglie, che provvederemo a soccorrere in modo particolare; accanto a questi danni irreparabili, i danni materiali sono minori di quelli che si registrano nei titoli dei giornali, almeno per quanto è possibile accertare oggi. debbo riconoscere che, fino a che l' inondazione non sarà cessata o diminuita, non è possibile fare un esatto accertamento delle conseguenze. il ministro dei lavori pubblici considera che i danni alle opere pubbliche , stradali ed edilizie nel nord si aggirino intorno ai 22 miliardi e mezzo. il ministro dell'Agricoltura pensa che, quando si considerino, oltre ai danni alle case rurali, agli impianti ed ai terreni, anche i danni ai raccolti pendenti ed alle scorte complessive, si possa arrivare ad alcune decine di miliardi di lire . i dati più precisi li abbiamo per la provincia di Rovigo. si calcola che in questa sola provincia siano stati allagati 77 mila ettari, oltre ai 4 mila della provincia di Venezia (Cavarzere). per una previsione dei lavori occorrenti al ripristino, si consideri che ben 40 mila ettari sono sotto il livello dell' acqua, sicché, tenuto conto del normale deflusso, le idrovore dovranno funzionare 100 giorni per prosciugare tutto il terreno sommerso. e per una eventuale approssimativa stima, il ministero dell'Agricoltura ricorda ancora che nelle suddette zone circa 30 mila ettari erano seminati a cereali, 20 mila a prati artificiali e circa 1000 a frutteti. nelle stesse zone esistevano circa 100 mila capi di bestiame , tra ovini, bovini e suini, oltre al pollame; e bisognerà attendere che il terreno sia prosciugato per poter accertare quanta parte di questo bestiame si sia potuto trarre in salvo . coloro che si sono recati sul luogo hanno però potuto vedere quante lunghe teorie di animali siano state portate in salvo di qua dall' Adige. i danni sono gravissimi, ma non raggiungono sino ad oggi nel nord le proporzioni di cui si è fatto cenno anteriormente. opere di soccorso: non è questo il momento dinanzi a fatti di tale gravità, di mettere in rilievo l' operato del Governo; dato però che si è detto che il Governo è arrivato tardi, che il Governo non è stato tempestivamente presente, eccetera, debbo dire che i membri del Governo si sono recati subito sul posto: vi si sono recati per primi i sottosegretari Bubbio e Rumor, vi si è poi recato il ministro Fanfani insieme con me; vi si è successivamente recato il ministro, Aldisio in aereo e da ultimo gli onorevoli Malintoppi e Jannuzzi. abbiamo poi mandato il ministro Rubinacci a Ferrara, dove ancora si trova. naturalmente, nel frattempo, tutti gli organi locali sono intervenuti. è giusto che si parli di intervento delle popolazioni: sicuro, le popolazioni si sono mosse, hanno creato organizzazioni; ma non bisogna dimenticare che gli organi responsabili si sono posti alla testa di questo movimento e soprattutto le forze organizzate vigili del fuoco , esercito, forze di polizia sono intervenute immediatamente. non bisogna dimenticare che nelle zone alluvionate operano attualmente 1.635 fra ufficiali, sottufficiali e vigili, con 678 mezzi, e risultano salvate dai vigili 15.800 persone. i salvataggi compiuti in condizioni drammatiche superano il migliaio. i profughi affluiti dalle zone alluvionate e sistemati nelle varie province erano al 18 novembre 51.000, ripartiti nelle varie province di Brescia, Verona, Padova, Treviso, eccetera. alloggiamenti erano stati predisposti anche a Bergamo, Pavia, Ferrara, Firenze, Pesaro, Macerata. riguardo alla rapidità con cui il Governo è intervenuto, assumendo tutte le responsabilità, vi ricordo che fino dal 15 novembre il Governo ha disposto il ricovero gratuito di tutti i bambini delle famiglie alluvionate che ne avessero fatto richiesta. in realtà, la maggior parte di queste famiglie non desiderano allontanarsi dai loro bambini, ed è naturale; ma non è che lo Stato non abbia provveduto per ricoverarli in asili, colonie, eccetera. lo Stato potrebbe offrire ricovero a 5 mila bambini in speciali asili; ma attualmente quelli ricoverati sono in minor numero, perché altri sono ospitati presso altri centri o famiglie, o sono, come ora dicevo, trattenuti dai propri familiari. i mezzi necessari sono stati organizzati tempestivamente a fronteggiare i bisogni straordinari. lo avete sentito in altre dichiarazioni di membri del Governo. ci siamo affrettati a dare disposizioni perché si spendesse e si facesse tutto il necessario. non potrà mai darsi che organi subalterni si appellino ad ordini in senso contrario, perché il ministro dell'Interno e quello dei lavori pubblici sono stati larghissimi di accreditamenti. devo poi ricordare che, attraverso i depositi degli uffici provinciali di assistenza postbellica, che oggi sono amministrati dal ministero dell'Interno , sono stati fatti localmente immediati acquisti di vestiario e di viveri. dal centro sono stati inviati adeguati quantitativi di coperte e lenzuola. non è far torto, ma è spiegare umanamente la situazione, dire che i profughi, cioè i sinistrati, hanno una immensa riluttanza ad abbandonare le case e i paesi anche quando vedono salire il livello delle acque. bisogna immaginare (e l' onorevole Nenni, che è stato sui luoghi, potrà confermarlo) non una piena travolgente, bensì, tranne che in pochissimi casi, un crescere lagunare. in certi momenti si crede che l' acqua raggiunga le case in mezz' ora o in un' ora. invece, più tardi, l' allarme risulta, fortunatamente, ingiustificato. ad esempio, a Rovigo, nella notte, si è dato ordine di sgombrare anche a piedi: ordine che ha colpito tanto i giornali. si tratta in realtà di questo: tutte le automobili, per paura che fossero raggiunte dall' acqua, erano state concentrate in una località vicina. quindi, bisognava muoversi a piedi, per un tratto di soli dieci minuti, per raggiungere gli autobus. dunque, quelle parole che tanti commenti hanno suscitato « vedete che imprevidenza? anche a piedi si fa camminare quella povera gente ! » , erano state in realtà motivate da una precauzione necessaria. ci si può spiegare facilmente queste alternative di speranza e di pessimismo. io stesso ho assistito ad una di queste penose alternative: durata due ore. gli ingegneri dicevano: secondo le nostre informazioni, la situazione è migliorata e bisogna stare tranquilli. ma poi arrivava un' altra notizia: l' acqua cresce, aumenta, c' è minaccia di rottura in tale posto! e questa minaccia portava di conseguenza il pericolo che l' acqua si avvicinasse alla città. quella notte si è avvertito il pericolo di una rottura che avrebbe aggirato la città e reso impossibile l' accesso alla stazione. allora si è messo in allarme tutto il paese e si è gridato: sgombrate! e la gente che generalmente non si muove, quella notte si è mossa. ma il giorno dopo è ritornata. è un fatto che tutti sono attaccati alla propria proprietà e (qui influiscono il ricordo terribile e l' esperienza della guerra) temono di trovare poi la casa vuota, di non trovare le proprie cose. cosicché la gente è riluttantissima ad abbandonarle. abbiamo visto che i vigili stessi hanno dovuto ad un certo punto, per convincere gli abitanti ad abbandonare la zona, mandare avanti gli animali affinché i padroni li seguissero nelle barche e lasciassero compiere l' opera di salvataggio. c' è la necessità (e l' abbiamo affermata a conclusione delle nostre decisioni in Consiglio dei ministri ) di rafforzare il servizio di ordine pubblico . in una zona che per un certo periodo diventerà di nessuno è necessario che il Governo assuma la responsabilità della tutela della proprietà. certo è che fin da oggi è necessario che gli organi di governo assumano direttamente questa responsabilità attraverso un rafforzamento delle forze dell'ordine . accanto a queste forze, di vigili, di polizia, di tecnici, non dimentichiamo l' esercito. l' esercito ha impiegato in alta Italia circa 9.000 uomini, 975 automezzi, 461 imbarcazioni, 18 stazioni radio, un rilevante numero di fotoelettriche, sacchetti di terra, coperte, pagliericci, materassi, una forte quantità di generi di prima necessità, ivi compresi 470 filtri per acqua. le responsabilità dell' organizzazione vengono coperte e condivise dai comandi militari. dobbiamo essere molto grati all' esercito, come pure alla marina, perché anch' essa ha inviato un numero notevole di imbarcazioni leggere e di automezzi nautici. alla marina e all' esercito italiano si è unita una piccola delegazione delle truppe anglo-americane di Trieste. dobbiamo essere grati per questo sforzo che rappresenta veramente l' ossatura del salvataggio. deve essere naturalmente ricordata anche l' aviazione, che ha impiegati 350 uomini di truppa, 120 autocarri e numerose radio, 15 velivoli italiani, oltre ad un velivolo inglese e ad elicotteri. in realtà l' aviazione non ha potuto attuare un' opera sistematica perché sopra tutta questa immensa fiumana vi era una cappa di nebbia che rendeva scarsissima o nulla la visibilità. qualche critica è stata mossa contro la Capitaneria di porto di Chioggia, la quale invece ha provveduto alla quasi totale requisizione dei mezzi nautici della zona, che ha inviato in gran parte nel delta padano. solo quella capitaneria ha messo in opera per lo sfollamento della zona allagata 305 mezzi nautici, tra cui 30 grandi lampare. coloro che non sono stati nel posto non hanno un' idea della concentrazione di forze; erano colonne di autobus e di barche. si è formato attorno a Rovigo e a Ferrara, e in genere nel Polesine, qualcosa di meraviglioso che commuoveva; vedevate sopra questi autobus i nomi di tutte le città. son venuti perfino da Bari, così come dall' estremo nord. ripeto, erano colonne e colonne, una teoria notevolissima di automezzi, tanto che, ad un certo momento, abbiamo avuto l' impressione che non ci si potesse più muovere. tanto è stato l' entusiasmo. tutti rispondevano agli appelli lanciati a mezzo della prefettura di Rovigo. non bisogna svalutare l' organizzazione prefettizia che, per fortuna, esiste nella Repubblica italiana ; questa organizzazione delle prefetture e degli enti pubblici provinciali ha agito con un impulso veramente unitario nel correre in soccorso dei pericolanti. occorre poi ricordare quanto ha dovuto fare l' amministrazione sanitaria, con la sua organizzazione di medici e di veterinari in soccorso degli uomini e del bestiame. tutte le amministrazioni si sono prodigate a far fronte alle necessità sulla base delle direttive avute dai ministeri, attraverso i prefetti. più tarda, più lenta è stata l' organizzazione dalla parte di Ferrara, perché il primo sgombero su vasta scala si è fatto sulla sponda sinistra, e solo successivamente si è dovuto passare a quella destra. da Ferrara il ministro Rubinacci mi telegrafa ora in questi termini: « tenuto rapporto Codigoro con intervento prefetto Ferrara, generale Petroni, comandante militare, dottor Roncuzzi, ispettore generale Pubblica Sicurezza , questori Rovigo e Ferrara, concordemente realizzato pieno coordinamento ambito specifiche competenze servizi evacuazione, assistenza, amministrazione, smistamento, vettovagliamento e sicurezza pubblica. mi riservo riferire. comunico che, dall' alba alle ore 17 di oggi provveduta evacuazione zona Adria Taglia Po circa 7.000 persone trasportate, accolte, vettovagliate, assistite e prontamente smistate province che hanno offerto ospitalità. a questa opera mirabilmente organizzata dal comando militare hanno partecipato sette mezzi anfibi dei vigili del fuoco , quattro natanti della capacità di cento persone e venti battelli di assalto del genio militare, nonché duecento mezzi civili a remi. provveduto altresì al vettovagliamento delle popolazioni ancora in zone allagate con ventimila razioni. la popolazione di Adria e delle zone allagate si trova nella massima calma e ha fiducia nella efficienza dell' azione degli organi dello Stato . nessun incidente » . il totale dei viveri inviati finora ad Adria ammonta a quintali 350, specie latte, zucchero, pane e farina. tutte queste cose dico perché, se dobbiamo esaltare il nostro popolo di fronte alle nostre coscienze e anche di fronte agli altri popoli vicini e lontani, dobbiamo però anche dimostrare che siamo capaci di organizzare, che abbiamo una organizzazione statale, e di enti locali , che lavora e risponde alle esigenze della comunità nazionale. mi sembra che fare in modo diverso, dire cioè che la popolazione provvede al proprio salvataggio quasi istintivamente e che vi è un' inerzia o una insufficienza assoluta delle autorità, ammettere questo significa affermare di fronte agli altri popoli che l' amministrazione dello Stato non ha forza, non ha vita. se si afferma che l' organizzazione dello Stato non è sufficiente, come si fa allora a difendere la Repubblica italiana , come si fa a chiedere solidarietà per il nostro paese? bisogna dunque dimostrare che, attraverso la democrazia, attraverso un Governo, controllato dal Parlamento, si ha una forza e un impulso che forse in altri tempi non vi sarebbero stati. quando ci si chiede, poi, una visione organica dei problemi e dei provvedimenti da adottare che non si limitino semplicemente a rattoppare ciò che è andato distrutto in questi giorni, si viene incontro al nostro desiderio. noi comprendiamo questa assoluta necessità, e perciò abbiamo gradualmente predisposto e deliberato i nostri provvedimenti. anzitutto, lo Stato ha assunto a proprio carico il ricovero e il mantenimento di tutti i profughi. per il momento, questi si sono valsi dell' ospitalità degli enti pubblici e delle famiglie private. e qui mi viene alle labbra un sincero, profondo ringraziamento per la generosità che hanno dimostrato le famiglie e gli enti locali del Veneto. è stata una cosa meravigliosa! ma anche a questo riguardo devo dire che, se questa nostra società italiana non avesse organizzato ospedali (come ne esistono di meravigliosi nel settentrione), se non si fossero istituti asili infantili, cucine economiche e le stesse refezioni scolastiche, il compito sarebbe stato assai meno facile. in certi luoghi vi sono colonie estive, refezioni scolastiche, e cucine economiche così bene organizzate, che sembravano pronte a raccogliere centinaia e migliaia di profughi. vi sono delle cucine economiche delle refezioni scolastiche che preparano 1500 razioni. voi potete pensare come sia facile arrivare alle 3.000 razioni quando si facciano doppi turni e quando il bisogno lo richieda. tutto questo non si improvvisa: si tratta degli sforzi di una intera generazione. e allora lodiamo questa generazione, che è generazione della democrazia italiana, che ha avuto una sua esperienza storica. lodiamo questa generazione, in modo che gli stranieri, se vengono a visitarci, debbano inchinarsi dinanzi a questi esperimenti. i profughi, dunque (distinguiamo tra profughi e sinistrati), sono ricoverati e mantenuti a carico dello Stato là dove vanno ospiti di enti collettivi; ricevono razioni, al mattino e alla sera, hanno il latte, lo zucchero, e gli altri viveri necessari oltre alle medicine ed ai vestiti. a coloro che non sono ricoverati si è applicato, col decreto legge che abbiamo presentato ieri, il criterio già stabilito e applicato per i profughi di guerra, però accettando come base le proposte che abbiamo fatto, e che stanno dinanzi al Senato, di aumentare il loro sussidio. con tale decreto concediamo quindi il sussidio aumentato proposto per i profughi di guerra, che, nella media dei nuclei familiari, diventa superiore a quello di disoccupazione. sinistrati non evacuati: per questi si provvede con assegni straordinari a favore degli ECA. dunque, l' ente comunale di assistenza è il perno dell' opera assistenziale, in quanto esso, in ogni caso, è l' organo attraverso il quale si arriva a contatto diretto con i sinistrati. le raccolte che si stanno facendo andranno a beneficio tanto dei profughi che dei sinistrati. ci siamo preoccupati anche del coordinamento. è possibile che il Governo resti indifferente dinanzi alla molteplicità delle iniziative? no, deve plaudire e deve ringraziare tutti, ma bisogna pur dare una certa garanzia dell' equo impiego, della distribuzione, affinché tutte le esigenze siano uniformemente sodisfatte. ecco perché abbiamo proposto che tutto ciò che è indumenti e oggetti vari sia accentrato alla Croce rossa , nel senso che questo ente organo neutrale e imparziale, si assume l' onere della distribuzione. offerte in denaro. abbiamo un comitato di soccorsi invernali del quale fanno parte rappresentanti di diverse tendenze. si è creato un ufficio speciale presso la Presidenza del Consiglio . questa, del resto, è stata l' indicazione degli offerenti stessi, e in questo modo si è fuori delle critiche di parte. tutto questo è soccorso immediato. e siamo ricorsi (gli onorevoli Deputati mostreranno, certo, comprensione per questo nostro impegno) al decreto legge perché ci pareva che non fosse possibile perdere nemmeno un giorno per quanto riguarda il sussidio ai profughi. ma vi è, poi, un programma di immediatezza anche per i lavori di riparazione e per il ripristino delle opere. anche qui abbiamo sentito i nostri tecnici, calcolando le nostre possibilità e soprattutto le esigenze a cui rispondere. occorre anzitutto fare un programma che comprenda, in primo luogo, le misure d' urgenza nel settore delle riparazioni. abbiamo da fare con rotte, con fiumi la cui crescita d' acqua, disgraziatamente, è in continuo aumento, e quindi dobbiamo pensare a questa prima esigenza. di qui il programma preventivato in circa 30 miliardi, finanziato per 8 sul fondo lire, d' accordo naturalmente con l' amministrazione ECA, per 22 con un' addizionale temporanea del 5 per cento sulle imposte dirette , di registro, di successione (pensavamo che questa disposizione sarebbe stata la meno critica perché colpisce, appunto, le imposte dirette ) e di manomorta, solo per l' anno 1952. questo programma immediato sarà sufficiente per le necessità di maggiore urgenza. abbiamo poi studiato un programma di ricostruzione, di opere di prevenzione, di sistemazione dei bacini montani e degli argini dei fiumi, di rimboschimento e di incremento della occupazione. questo programma, concretato nel Consiglio dei ministri di ieri, non è composto di elementi ancora incerti, ma è già studiato e doveva far parte di un programma di investimenti già annunciato e che doveva essere lanciato in questi giorni; senonché l' esigenza suprema del momento è di far fronte alle spese di riparazione dei danni: successivamente sarà iniziata l' applicazione del programma di opere intese ad evitare calamità future. come coprire il finanziamento? tra l' altro abbiamo deciso di fare appello alla sensibilità nazionale attraverso un prestito di cui verranno fissati rapidamente i termini ed tanto sollecita, si appaleserà premurosa anche nei riguardi del prestito e vi investirà il proprio denaro, che, oltre tutto, sarà garantito. naturalmente non era possibile stabilire la ripartizione dei fondi fra le singole opere del programma; daremo ad ogni modo la precedenza assoluta alle opere per l' arginamento dei fiumi alle quali si connetteranno lavori di vario genere, in relazione anche alla necessità di incrementare l' occupazione operaia. riguardo ai fiumi, esiste già un progetto del ministro dei lavori pubblici per un importo di 100 miliardi da ripartire in vari esercizi. per questo programma abbiamo presentato due progetti di legge distinti, il primo dei quali riguarda l' autorizzazione al ministero dei Lavori Pubblici di provvedere alla riparazione dei danni delle opere dello Stato e alla sistemazione idraulica, nonché alla ricostruzione degli edifici pubblici, anche se di pertinenza degli enti locali , e di abitazione per i senza tetto. la Camera studierà il dettaglio del disegno di legge e lo potrà rendere meglio rispondente agli scopi che ci siamo prefissi. per tale progetto sono stanziati 20 miliardi, con opportune suddivisioni interne. l' altro progetto comprende, invece, la materia di competenza del ministero della agricoltura e comporta uno stanziamento di 10 miliardi, elevabile, però, esso pure a 30 miliardi col concorso privato. il fatto più consolante di tutta questa tragedia è rappresentato dal gesto, dallo spirito di solidarietà nazionale che si è manifestato mediante l' ospitalità dei paesi vicini, il concorso dei mezzi, cui ho accennato prima, il concorso delle offerte, lo spirito di sacrificio dei vigili, dell' esercito, delle organizzazioni sociali in genere — non voglio escludere nessuno — lo spirito d' iniziativa della Croce rossa , della Rai, dei giornali, il concorso venuto da tante parti, ma soprattutto, direi, l' esempio, l' esortazione di uomini illustri per responsabilità e per posizione. accenno soltanto al pontefice, e non solo al discorso da lui fatto, ma alla azione svolta attraverso la commissione pontificia, accenno alla premura con cui il nostro presidente della Repubblica ha visitato gli alluvionati, distribuendo soccorsi. inoltre direi che, più che nazionale, questo interessamento è stato internazionale. a parte gli otto miliardi cui mi sono riferito prima, che sono di origine, naturalmente, americana, io penso che non possiamo dimenticare gli atti di solidarietà che ci vengono annunciati dall' estero. proprio questa sera sono arrivati telegrammi di capi di Stato a complemento di quelli venuti nei giorni precedenti: di Adenauer, di De Valera , di Nuntasser (Libia), di Plastiras; e questi telegrammi si aggiungono a quelli inviati da Churchill e da Schumann. questa sera alla radio vari capi di Stato e uomini di Governo parlano con simpatia dell' Italia, promettendo il loro soccorso ed il loro intervento: il cancelliere austriaco, il cancelliere germanico, il presidente della Confederazione svizzera, il presidente della Camera belga, il presidente della Camera del Lussemburgo, il ministro Schumann eccetera. evidentemente siamo dinanzi ad un plebiscito internazionale che ci fa molto piacere e che ci dice che non siamo soli. pochi minuti fa, prima che entrassi nell' Aula, ho ricevuto l' ambasciatore germanico, il quale mi ha comunicato che, a partire da domani mattina, 14 impianti di pompe saranno a disposizione del governo italiano . si tratta di elettropompe con tutti gli accessori per far defluire le acque. accettiamo volentieri quest' aiuto meccanico e ci auguriamo che altri Stati, che sono in grado di farlo, facciano altrettanto, perché successivamente comincerà il grosso problema della pompatura delle acque stagnanti. voi sapete che in quella regione esistono 50 idrovori e 25 mila ettari sotto il livello del mare, quindi il problema è immenso. forse, non è irriverenza il dare atto, dinanzi al Parlamento, di una lettera che il presidente della Repubblica mi ha mandato in questo momento: « caro presidente, ritornato ieri dall' ultima — ed auguro e spero sia l' ultima — delle mie visite nelle zone delle Calabrie, della Sicilia della Sardegna, del Piemonte e del Polesine tanto duramente provate dalla furia distruggitrice delle acque, ho il dovere di recarti testimonianza di fede e di gratitudine. di fede nella ferma risoluzione dei danneggiati nel dare opera essi medesimi, per i primi, alla riparazione dei gravi danni ricevuti ed alla ricostruzione dei patrimoni morali e materiali perduti. di gratitudine verso quanti, in nobile gara di solidarietà, si adoprano per lenire la sventura, per trarre a salvamento uomini, donne, bambini, per apprestare ad essi i primi soccorsi. dagli uomini di Governo ai parlamentari, dai funzionari dell' ordine amministrativo ai tecnici, dagli ufficiali ai soldati delle varie armi e specialità, dai cittadini meglio provveduti agli umili popolani, tutti gareggiano nell' adempimento del dovere verso la patria. sono sicuro che, nella concordia operosa fra Governo, Parlamento e popolo, all' opera di primo soccorso seguirà l' ardua e necessariamente più lenta azione di ricostruzione dei ponti, delle strade, degli argini, degli impianti di bonifica necessari ad impedire che il danno possa ripetersi. con i miei occhi ho anzi veduto, a distanza di pochi giorni dal flagello, qualcosa di più dell' inizio della ricostruzione. « lo spettacolo del coraggio con cui all' indomani della ferita profonda, questo nostro mirabile popolo già si è accinto a rimarginarla, mi fa sperare che oggi si avveri l' augurio di coloro i quali in passato ammonirono: la terra italiana, la terra della montagna e sovrattutto della montagna appenninica, va lentamente disfacendosi; le argille si sfasciano e le rocce si denudano. spinti dalla urgenza di vivere, gli agricoltori abbattono l' albero e coltivano una terra che dopo qualche anno o decennio più non esisterà. il male è antico e dura da secoli e talvolta da millenni. ma la distruzione della terra italiana alta è la causa ultima dei flagelli i quali colpiscono le terre basse. fa d' uopo — ammonivano taluni veggenti — porre subito un argine alla distruzione ed iniziare poi la ricostruzione della terra; ed importa siano tolti gli impedimenti ereditati dal passato i quali ostacolano l' abbandono spontaneo delle terre invano poste a coltura da contadini costretti a trarne troppo miserabili mezzi di vita. « lo spettacolo di fede, di coraggio, di abnegazione, di solidarietà, di cui sono stato commosso spettatore in questi giorni dolorosi, mi persuade che usciremo vittoriosi dalla dura prova: vittoriosi nei frangenti dell' oggi e nelle più dure e durature conquiste dell' avvenire » . permettete che nulla aggiunga a queste parole che provengono da un uomo che le ha scritte sotto l' impressione immediata della disgrazia, ma, anche, soprattutto, sotto l' impressione dello sforzo, del coraggio del nostro popolo e delle autorità che lo rappresentano. desidero avvertire la Camera che alle interrogazioni di carattere specifico risponderà il ministro dell'Interno in altra seduta.