Pietro NENNI - Deputato Maggioranza
I Legislatura - Assemblea n. 801 - seduta del 20-11-1951
Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno finanziario dal 1 luglio 1949 a1 30 giugno 1950
1951 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 260
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , onorevoli colleghi , penso che nel momento presente sia ormai nella coscienza del Governo, del Parlamento e del paese la convinzione che ci troviamo di fronte a una delle più gravi sciagure nazionali. già la situazione si era presentata al Parlamento in termini estremamente seri, dopo le alluvioni che colpirono alcune province della Sicilia, della Sardegna e della Calabria; ma le proporzioni e le conseguenze assunte dalla rotta del Po nel Polesine pongono l' intera nazione di fronte ad un problema, che non si risolve né con l' assistenza né con provvidenze immediate, ma esige un ampio ed organico piano di ricostruzione e di sicurezza. non so quale valutazione i tecnici daranno della entità dei danni, in primo luogo di quelli irrimediabili delle vite umane spente e del dolore dei sopravvissuti. i danni materiali sono comunque ingentissimi e si cifrano a decine e forse a centinaia di miliardi. so comunque che se vogliamo affrontare il problema con spirito di unità, e di decisione potremo rapidamente sormontare la durissima prova alla quale la nazione è sottoposta. i precedenti ci richiamano tutti alla necessità e al dovere di non lasciare burocratizzare e insabbiare l' assistenza. la giovane democrazia repubblicana, senza diminuire o attenuare in nessuna maniera le sue responsabilità, ha il diritto di ricordare al paese che si trova di fronte a un problema ereditato dalle vecchie amministrazioni, in condizioni aggravate dall' ultima guerra. ma la democrazia repubblicana commetterebbe un errore, probabilmente irreparabile, se, in questa considerazione obiettiva, cercasse una attenuante alle sue responsabilità di fronte al dovere che ha di prevenire calamità di tale natura e di affrontare organicamente il programma di opere pubbliche a tale fine necessarie e inderogabili. quello che desidero dire al Governo, interprete di sentimenti e di esortazioni che ho colto sul luogo del disastro, e che esso consideri la situazione nella sua complessità e la affronti con mezzi adeguati. errori ne sono stati compiuti molti; talune iniziative che prese tempestivamente potevano di molto ridurre i danni o non sono state prese o sono risultate tardive; i soccorsi sono arrivati tardi. ma giova sottolineare l' esempio di coraggio offerto dalle popolazioni. chiunque abbia percorso la zona delle alluvioni ha potuto trarre dal racconto delle iniziative popolari un elemento di fiducia nella capacità e nella volontà del popolo di superare questa prova, come ne ha superate molte altre nel corso della sua storia. si lodano o si criticano le provvidenze di questo o quel ramo dell' amministrazione, ma si è certamente d' accordo nel considerare eroico il contegno delle popolazioni nei giorni nelle notti tragiche di mercoledì e giovedì della scorsa settimana, quando le acque, in molti punti, superarono di oltre un metro il livello degli argini. so di due giovani lavoratori che nei pressi di Mantova, nel momento più drammatico della piena, mentre il panico rischiava di paralizzare le squadre intente a creare un argine di fortuna alla furia delle acque, fecero argine col loro corpo ridando così coraggio e lena ai compagni. in quest' opera non vi sono state differenze e diffidenze di partito. sugli argini del Po erano a dare mano forte ai tecnici i nostri capilega e stavano fra di loro frammischiati dirigenti rossi e sacerdoti, qualche volta le suore come le nostre contadine intente a riempire sacchetti. ciò potrebbe insegnare molte cose a noi; potrebbe insegnarci come vi siano momenti in cui tutto deve tacere di fronte al dovere della comunità nazionale. intenda quindi il Governo, per la parte che gli compete, la responsabilità di aiutare e attuare l' unità delle organizzazioni che possono utilmente concorrere all' opera di soccorso e alla ricostruzione. potrei citare esempi molteplici di autorità locali che in questo senso hanno dato prova di scarso senso di responsabilità . e penso non sarebbe ritorsione appropriata quella di chi mi opponesse casi più o meno analoghi di scarsa responsabilità da parte di private organizzazioni. la responsabilità delle autorità non sta alla pari con quella di singoli cittadini. occorre quindi richiamare tutte le autorità al dovere di realizzare sul luogo di loro competenza l' unità di tutto il popolo e di tutti gli organismi assistenziali. al Governo domando essenzialmente tre cose: prima di tutto di non lasciare insabbiare le iniziative, ma di coordinarle e dirigerle. guai a noi se i pubblici poteri si illudessero di bastare da soli al compito che ci sta dinanzi e che richiede lo sforzo e i sacrifici di tutta la nazione. in secondo luogo di predisporre un immediato piano di emergenza per opere da compiersi prima della primavera, quando calamità analoghe possono rinnovarsi e trovare gli argini del Po e dei fiumi minori minorati dalla pressione delle acque e dalle infiltrazioni a cui sono attualmente sottoposti. in terzo luogo di predisporre un piano nazionale che sia adeguato alla situazione. noi non possiamo più rinviare le opere pubbliche a valle e a monte da tempo reclamate dalle nostre organizzazioni sindacali e dalle popolazioni, e sempre rinviate. questo deve diventare il problema numero uno della nazione. se l' onorevole De Gasperi ha un ministro, il quale abbia volontà e coraggio di rimboccarsi le maniche, lo metta alla prova, ed egli troverà da parte nostra i consensi e gli aiuti di cui avrà bisogno. ponga l' onorevole De Gasperi vicino a questo ministro un consiglio di persone energiche e competenti, tratte dalle rappresentanze dei sindacati, degli interessi e dei partiti, e avrà così fatto cadere le prevenzioni che circondano in questo momento l' azione caotica di troppe amministrazioni. realizzi cioè, sul piano dell' assistenza e in quello più vasto della ricostruzione, l' unione di tutte le energie nazionali senza di che l' opera sarà iniziata ma non portata a compimento, con gravissime conseguenze non soltanto di ordine materiale, ma anche di ordine morale e politico. questa mi è sembrata essere l' aspirazione delle popolazioni colpite dall' alluvione; questa la voce più di frequente raccolta sul luogo del disastro. onorevoli colleghi , non voglio affrontare altri temi. se deve venire l' ora della polemica, venga, ma il più tardi possibile, quando avremo cercato di veder chiaro nelle cose. tuttavia il Parlamento è di fronte ad una scelta che difficilmente potrà eludere, come ha fatto fino ad oggi con motivi o pretesti diversi. dobbiamo fare un inventario esatto dei bisogni e dei mezzi; dobbiamo stabilire un ordine di precedenza tra i molti problemi che la giovane democrazia repubblicana è chiamata a risolvere. questa scelta e, in fondo, il problema centrale della nostra legislatura; le alluvioni di questi giorni non hanno fatto che riproporcelo in termini più crudi e più tragici. io sono tornato dal Polesine col sentimento che la sicurezza di cui sovente parliamo con riferimento a preoccupazioni che a volte sono soltanto delle allucinazioni o dei pretesti; col sentimento, dicevo, che la sicurezza di pane e lavoro, sicurezza di progresso. garantisca questa sicurezza o avrà concorso a rendere più salda e compatta la nazione. questo è quanto desideravo dire al presidente del Consiglio . egli sa come taluni avvenimenti sono in gestazione proprio in questi giorni, ci allontanino dalla visione realistica che dovremmo tutti avere dei mezzi atti a ridare fiducia al nostro popolo; si ponga sul serio sul terreno della unita della nazione, nello sforzo per risolvere i nostri problemi interni. se lo farà, molte diffidenze cadranno, e diventerà possibile, attraverso l' unione di tutte le organizzazioni popolari e di tutte le forze sane del paese, ridare serenità, sicurezza, fiducia al popolo, e in primo luogo alle popolazioni colpite dalle alluvioni.