Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 729 - seduta del 06-08-1951
1951 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 729
  • Comunicazioni del Governo

signor presidente , onorevoli colleghi , il partito democristiano si è permesso il lusso, non potendo risolvere e chiarire nell' interno del partito una crisi di partito a tutti nota, di trasferire la crisi stessa, senza risolverla, sul piano governativo; e ci ha messo tutti, di qualunque settore, nella situazione, piuttosto curiosa e imbarazzante, di non poter analizzare nei suoi veri termini una crisi di Governo che non vi è stata. perché, onorevoli colleghi , ci troviamo di fronte ad un nuovo Governo che non è un Governo nuovo, e in condizioni di non poter analizzare neppure con dati di fatto, con indicazioni precise, una crisi di partito che ovviamente è un affare di famiglia e tale sarebbe rimasto, tranne le indiscrezioni giornalistiche, tranne le chiacchiere di « Transatlantico » e di corridoio. ora, siamo un po' tutti costretti, da indiscreti, a mettere il naso in questo affare e a cercare di capire come la crisi dal partito si sia trasferita al Governo, e quali indicazioni questa crisi ci dia per poter interpretare quella più vasta crisi del paese la quale non si identifica, come talune correnti democristiane vorrebbero forse, far credere e credono (ne è prova il comunicato con il quale si è annunciato che l' ex ministro Gonella si dedicava al partito « nell' interesse del paese » , con la crisi del partito dominante. in questo senso, io cercherò brevemente di analizzare i termini della crisi per quel che c' interessa. che cosa è accaduto? è accaduto che il partito democristiano , il quale in seguito ai risultati del 18 aprile, per un confluire di circostanze, di fortune, di eventi, di tendenze, era considerato dalla opinione pubblica nazionale e internazionale non come un partito, ma addirittura come il partito capace di fare tutto, di risolvere tutto, di arginare tutto, a poco a poco, ha incominciato a diventare un partito fra i tanti. in tre anni, dal 18 aprile ad oggi, l' argine democristiano non ha funzionato, a quel che sembra, in maniera sodisfacente né in un senso né in un altro. siccome il partito democristiano non è riuscito nell' intento, nella funzione che si era assunta e che gli era stata assegnata dal voto di tanti milioni d' italiani, non è riuscito a coprire tutta la gamma delle esigenze politiche, è accaduto che il partito via via si è sentito a disagio e ha cercato il modo e i mezzi per mantenere vivo lo spirito del 18 aprile, di cui si è tanto parlato anche durante le recenti elezioni amministrative . tutta la campagna elettorale democristiana, tutta la campagna politica democristiana è consistita nel far sì che quello spirito tante volte invocato battesse il suo colpo nel destino della vita politica italiana e si ripresentasse vivo e vegeto agli italiani. ma lo spirito del 18 aprile non si è ripresentato, questa volta, per la semplice ragione che non esiste più; perché in tre anni la Democrazia Cristiana non ha saputo far fronte alle esigenze del paese, che la storia del paese le aveva commesso, e non potendo e non sapendo che governare amministrativamente e burocraticamente e non nazionalmente e socialmente il paese, non riuscendo a radicare la democrazia né in una sostanza nazionale ben ferma, né in una sostanza sociale ben precisa, ha tentato di sgomberare il campo da tutte le concorrenze e ha fatto consistere la sua affermazione politica in una negazione dei valori altrui, tentando una assimilazione, una macerazione, una polverizzazione dei valori degli altri partiti; e ha incominciato, come di solito si fa in questi casi, con gli amici e con i parenti: ha incominciato con il Governo del 18 aprile, nel quale i parenti, i partiti aderenti, a poco a poco dovevano essere spolpati, assimilati, privati delle loro funzioni. i primi ad accorgersene — bisogna darne loro atto — sono stati i liberali, i quali hanno capito che partecipare ad un Governo con i democristiani al centro e dall' altra parte con un partito che riaffermava la propria fede nelle dottrine marxiste, era, alla lunga, impossibile, perché toglieva ogni funzione al partito liberale , lo svirilizzava. e i liberali se ne sono usciti, tentando di dar vita — non mi interessa con quale fortuna, perché non rientra nel mio esame — a quella che hanno chiamato una opposizione costituzionale. comunque, si sono visti costretti ad uscire dal Governo, ed oggi sembra, se le ultime decisioni permarranno, che voteranno contro questo Governo. i socialdemocratici hanno durato più a lungo, perché si sono illusi o hanno detto di illudersi. d' altra parte, essi erano così divisi fra di loro che era impossibile prendere una decisione che fosse mantenuta, da tutti. anche i socialdemocratici si sono accorti che, a lungo andare, permanendo in un governo siffatto, accanto ad un partito siffatto, finivano per perdere ogni funzione nel paese; e hanno tentato anch' essi, in ritardo — non mi interessa con quale fortuna, ma dirò poi qualche parolina all' onorevole Saragat a proposito di quello che ha detto su di noi di dare vita ad una opposizione che chiamano socialista, (ma io non so fino a qual punto lo sia o possa esserlo). (comunque, anch' essi hanno dovuto svincolarsi dall' abbraccio democristiano; abbraccio scomodo, perché nelle poltrone ministeriali questi alleati ci sono stati piuttosto bene, ed è noto che parecchi di essi, a titolo personale o di gruppo, aspirerebbero a tornarci. da questo punto di vista , l' azione politica democristiana è indubbiamente fallita. il voto contrario, o l' astensione, o lo « squagliamento » dei liberali e dei socialdemocratici, dopo tre anni che sono stati al Governo, è indubbiamente (e credo che tutti lo dovrete ammettere) un dato negativo nei confronti di questo Governo. qui non si tratta, onorevole collega, di fotografare questa o quella posizione; si tratta di una realtà politica: essi sono andati via dal Governo... ci stavano benissimo. non ho alcuna intenzione, onorevole collega, di fare del pettegolezzo politico e parlamentare, perché non vi sono abituato. potrei dimostrare che, personalmente, vi stavano benissimo, e non me ne meraviglio né scandalizzo. come partito, però, ne sono usciti; e questo è un dato di fatto . dopo di che, il partito democristiano (per esso soprattutto il presidente del Consiglio , per esso soprattutto il ministro dell'Interno ), hanno tentato di agire nello stesso senso, non solo nei confronti dei parenti, ma nei confronti degli estranei, o degli avversari, o dei nemici. ed allora abbiamo assistito, da un anno e mezzo a questa parte, ad uno spettacolo piuttosto curioso e divertente. quello del ministro dell'Interno che è salito a cavallo, ed è salito a cavallo menando gran botte, soprattutto verbali ma spesso anche materiali, a sinistra e a destra, e ha iniziato quella politica scelbiana della bivalenza che all' estero è stata interpretata — come ricordava oggi l' onorevole Nenni — come politica di immobilismo, e che spesso si è tradotta effettivamente in una politica di immobilismo. questa politica della bivalenza, che abbiamo sentito annunciare dal ministro dell'Interno , e qualche volta anche dal presidente del Consiglio in quest' Aula, consiste nel combattere contro un pericolo, di sinistra, individuato nel comunismo, e contro un pericolo di destra, che a volta a volta viene definito come fascista, neofascista, reazionario, fascista monarchico, e chi più ne ha più ne metta; comunque, viene — soprattutto individuato — e di questo ha parlato lo stesso presidente del Consiglio nella sua ultima dichiarazione nel Movimento Sociale Italiano , che noi abbiamo qui l' onore di rappresentare. che cosa è successivamente accaduto? è accaduto che la storia ha cominciato a prendersi le sue vendette. il presidente del Consiglio fu definito recentemente in Senato come « l' incantatore di serpenti » , ed è una definizione che si addice a determinati suoi atteggiamenti nei confronti del gruppo parlamentare democristiano. sì l' onorevole De Gasperi ha agito molto spesso come l' incantatore di serpenti e, a stare ai risultati, a una certa disciplina di gruppo che si mantiene, sebbene talvolta agitata da forti scossoni, si deve dire che il flauto magico di questo incantatore di serpenti abbia funzionato. ma se, dal gruppo democristiano, si risale invece al paese, all' opinione pubblica ed anche ai settori politici e parlamentari, mi sembra che il presidente del Consiglio abbia agito piuttosto come il famoso apprenti sorcier , come l' apprendista stregone , il quale, messa in moto una determinata macchina, non riesce a fermarla più. egli ha messo in moto al di fuori del suo settore un determinato meccanismo inteso a tutto immobilizzare, a tutto silenziare, a tutto oppiare; ma questo meccanismo ha funzionato anche all' interno del suo partito, ed egli si trova nell' impossibilità di potenziare, di vitalizzare, come fu detto con frase non molto felice, il suo stesso partito. avendo tolto vita a settori esterni ed estranei, avendo, come dicevo, oppiato ed addormentato il paese, si è alla fine trovato fra le mani uno strumento che non rispondeva ai suoi scopi. e allora: franamento della Democrazia Cristiana nell' opinione pubblica ; ed allora: relativo, lo riconosco, ma pur rilevante insuccesso della Democrazia Cristiana nelle recenti elezioni amministrative ; e allora: perplessità, incertezze, timori, da parte di deputati, senatori, personalità che cominciano a trovarsi a disagio, che non vorrebbero veder franare tutto il resto, e che d' altra parte non trovano ancora la forza per prendere una decisione, per risolvere questa crisi chiarendone tutti gli elementi. arrivati a questo punto, come si comporta il timoniere, come si comporta De Gasperi , il presidente del Consiglio , l' uomo nel quale — ha detto recentemente il ministro, ora il segretario del partito, Gonella — tutti gli italiani « degni di questo nome » dovrebbero aver fiducia? come si è comportato e si sta comportando quest' uomo al centro di tale vicenda? mi sembra che egli si sia comportato e si comporti come il capitano di una nave il quale, avendo un timoniere incapace che porta la nave continuamente in secca o verso le tempeste, e potendo forse con un colpo di timone uscire dalle secche e dalle tempeste, cioè potendo cercare di cambiare politica, insista a tenere il nocchiero a quel posto, con la stessa rotta, e faccia consistere i suoi sforzi per la salvezza della nave, dell' equipaggio e dei passeggeri (che sono purtroppo tutti gli italiani) nel rattoppare le falle e nel cercare di spazzar via l' acqua salita sui ponti: insomma, nell' istrumentare la difesa con mezzi contingenti anziché provvedere ad una difesa sostanziale, vale a dire ad un sostanziale cambiamento di rotta quale è quello che si impone se si vuole salvare non la Democrazia Cristiana — che a voi logicamente interessa, ma a noi interessa molto meno — ma il paese. in tutto questo quadro, che ho tracciato rapidamente, si inserisce e si incardina la politica del Governo democristiano contro di noi, contro il settore dell' opinione pubblica che noi rappresentiamo, contro il Movimento Sociale Italiano in particolare. in questo quadro si spiega (non si giustifica) la dichiarazione programmatica , dogmatica, come ebbe giustamente a rilevare il mio collega Roberti l' altro giorno, di questo settimo Governo democristiano contro il Movimento Sociale Italiano . a questo punto mi si obietta, e si è obiettato oggi al nostro collega Franzo, in Senato (con un candore tutto democristiano): ma come, a che cosa alludete? c' è forse in aria una legge contro il Movimento Sociale Italiano ? per carità! è semplicemente in cantiere una legge contro il neofascismo; e pertanto ci ha detto il senatore Di Pietro — « se voi vi sentite colpiti da quella legge, voi vi denunciate, voi riconoscete di essere in difetto, e questo tradisce il vostro stato d'animo di mala coscienza » . onorevoli colleghi , qui bisogna parlarci chiaro: l' onorevole Roberti ha già chiarito, ma su certi punti è bene insistere. è in corso dal 19 marzo 1950, se non erro, un' azione governativa di arbitrio, di violenza, di sopruso contro il Movimento Sociale Italiano . il 19 marzo 1950 il Consiglio dei ministri emanò nei nostri confronti — non so come definirlo — una specie di ukase, di diktat, di ordinanza che non traeva legittimazione da alcuna legge in vigore , da alcuna norma in vigore , da alcuna potestà legalmente conferita al Consiglio dei ministri , in base alla quale ordinanza, o ukase, o diktat, al Movimento Sociale Italiano si negava la facoltà di tenere pubbliche riunioni in luogo aperto. da allora, quindi, cioè dal 19 marzo 1950, tranne la recente parentesi elettorale, solo al Movimento Sociale Italiano fra tutti i partiti politici italiani, sebbene il movimento abbia i suoi rappresentanti qui in Parlamento, nei consigli comunali , nei consigli provinciali , sebbene in base a tutte le leggi sia un movimento legale, è tuttora negata la possibilità di tenere comizi in luogo, pubblico. non solo, ma in seguito è stato negato il permesso per il nostro congresso; tale divieto permane, e, siccome ne ha parlato il collega Roberti, attendiamo dal Governo una risposta impegnativa e definitiva a questo riguardo. non solo, ma l' anno scorso fu presentata anche una denuncia contro il Movimento Sociale Italiano sulla base della legge 3 dicembre 1947. la magistratura archiviò la denuncia dopo una istruttoria durata tre mesi, ed una istruttoria molto diligente perché il solerte questore di Roma — il quale mi dicono stia per fare ulteriore carriera in seguito alle brillantissime recenti operazioni di polizia (ha inviato persino un ritratto con dedica al suo capo dell' ufficio politico, ricordando la data fausta in cui il capo dell' ufficio politico riuscì a mettere in galera tre o quattro ragazzi, tuttora, detenuti illegalmente oltre i limiti) fece un' inchiesta approfondita. si riscontrò così che, in base a quella legge, non vi era nessun estremo per metter fuori o tentare di metter fuori della legalità il Movimento Sociale Italiano . ma, nonostante questo, il Governo ha continuato nella sua azione contro di noi, senza alcuna giustificazione e, avendo riscontrato che la legge precedente — che è l' applicazione del disposto transitorio XII della Costituzione — non è sufficiente, è venuto nella determinazione pazzesca, incredibile, di fare una nuova legge ad hoc , dato che la precedente non raggiungeva. questa è la situazione. quando pertanto dico che quella legge è stata fatta per colpirci, assumo le mie e le nostre responsabilità, a viso aperto, come è nostro costume, per obbligarvi ad assumere le vostre. non nascondetevi dietro un così fragile paravento. del resto, le ampie indiscrezioni di stampa sulle deliberazioni del Consiglio dei ministri sono molto eloquenti; è un discorso molto chiaro quello che possiamo fare tra noi. e, badate, lo riprenderemo: questa è semplicemente una breve anticipazione, perché è chiaro che, quando verrà ala Camera quella legge, i deputati del Movimento Sociale Italiano faranno il loro dovere, non tanto nell' interesse del loro partito, quanto nell' interesse obiettivo del paese, per il dovere che abbiamo, essendo stati mandati qui — questo almeno, credo, ce lo riconoscerete — con dei voti democratici come i vostri, che pesano quanto i vostri, di assolvere in piena coscienza al nostro mandato. faremo quindi il nostro dovere, come lo stiamo facendo ora. io comincio col rilevare che l' onorevole Saragat, a proposito di quanto egli ha detto al riguardo nostro e di questa legge, essendo molto esperto nel dissolvere partiti dal di dentro, pensa che altrettanto facile sia sciogliere partiti dal di fuori. se l' onorevole Saragat vuol dissolvere un partito, egli sa già qual è lo strumento: si iscriva a quel partito, e di lì a poco tempo (pochi giorni o poche settimane) i sintomi del male si riveleranno in tutta la loro gravità e Saragat riuscirà a sciogliere il partito. ma l' iscrizione al Msi è inutile che Saragat la chieda, anche a questo obliquo scopo, perché non l' avrà mai! i suoi precedenti politici sono tali che egli non sarebbe accolto nelle nostre file. non sono accolti nelle nostre file coloro che parlano di socialismo qui dentro e mandano i figli a studiare a Oxford! noi abbiamo un altro concetto della socialità! a Saragat non rimane che proporre lo scioglimento del Msi dal di fuori, con una decisione parlamentare. che cosa otterrebbe il signor Saragat? toglierebbe di mezzo un' etichetta e basta; ma non eliminerebbe quegli uomini, quelle coscienze, quelle individualità che hanno dato vita e forza alla nostra battaglia politica. tali uomini potete definirli come volete, e il ministro Scelba, non so con quale dignità, autorità e prestigio di ministro, può definirli rigurgiti di cloaca (ognuno ha il linguaggio cui è stato educato; noi abbiamo altro linguaggio); definiteli pure rigurgiti di cloaca o peggio, ma prendete atto, ne prenda atto il ministro Scelba e tutto il Governo, che in Sicilia vi sono 273 mila rigurgiti di cloaca, che a Milano vi sono 50 mila rigurgiti di cloaca, che, secondo i dati delle ultime elezioni amministrative , vi è un milione di rigurgiti di cloaca; il che significa che in Italia il potenziale attuale di questi rigurgiti di cloaca è di almeno 2 milioni, cioè almeno 40 o 50 deputati! saranno rigurgiti di cloaca, quello che volete, ma esistono, la pensano così, e molto più ancora la penseranno così quanto più andrete avanti su questa strada! e allora, avrete tolto un' etichetta. se ne troveranno tante altre; cento, mille altre: non è così che si risolvono i problemi politici! e mi dispiace, ne sono mortificato, perché ero venuto qui, tre anni fa, per imparare la democrazia. io sono nato nel 1914, sono relativamente giovane, come tanti di voi. noi la democrazia prefascista non la vedemmo: la imparammo sui libri, e i libri ne parlavano piuttosto male. dopo di che è successo quel che è successo. spesso ho sentito dire che è successo per causa nostra. mi son messo a ridere o a piangere... piangiamo insieme, ma cerchiamo di asciugarci le lacrime per operare per il nostro paese, e i rancori acidi e biliosi mettiamoli da parte! quindi, dicevo, speravo di imparare la democrazia. è questa la democrazia che mi insegnate? Saragat mi insegna questa democrazia: che si risolvono i problemi politici sciogliendo i partiti con un ukase del Parlamento! questo genere di democrazia lo conoscevamo da un pezzo, e v' era gente che l' applicava meglio di Saragat e, soprattutto, con meno ipocrisia e assumendo la responsabilità di dire: si passa da un regime democratico ad uno non democratico; assumendo la responsabilità di fare il discorso del 3 gennaio! fate un 3 gennaio, fate quel discorso, abbiate questo coraggio, dimostrate di essere capaci di tenere in pugno il paese fuori della democrazia, ma non abbiate la viltà di pretendere di essere educatori della gioventù e poi disingannare la gioventù e deluderla! non abbiate la viltà di nascondervi sotto questo manto democratico! mi dispiace e mi addolora vedere un uomo come il presidente del Consiglio , giunto alla parte terminale di una lunga carriera, costellata — si dice — anche di meditazione e di sofferenze profonde, che proprio alla fine della sua carriera rinnega i principi informatori di tutta la sua battaglia! noi non siamo fatti così! noi ammiriamo, le doti di carattere e le vogliamo coltivare. crediamo che con il carattere si serva il paese! e a Saragat non dedico altre parole. è perfettamente inutile. ne riparleremo. ma voglio chiedere a coloro che non condividono, la tesi estremista di Saragat e pensano, invece, a risolvere il problema del Msi attraverso la legge che è stata proposta (che potrebbe essere emendata, dice il Governo, ma sembra che la voglia emendare in peggio, dati i risultati della discussione alla I Commissione del Senato), attraverso una legge che vieti, che impedisca il rinascere (si dice) del fascismo; voglio chiedere anche a loro che cosa intendano fare con una legge di quel genere. ed ancora una volta mi permetto di dar loro, scusate, una piccola lezione. il fascismo commise soprattutto un errore fondamentale, quello di credere alla propria propaganda. voi state commettendo lo stesso errore. credete alla vostra propaganda, credete alle vostre chiacchiere, ritenete che l' opinione pubblica creda sempre quello che credete o fingete di credere voi. ma non è così. è perfettamente inutile che voi vi affanniate, per esempio, a stabilire nella legge e a tentare di far credere all' opinione pubblica che fare il saluto romano significa mettere in pericolo la democrazia, mentre salutare col pugno chiuso non significherebbe mettere in pericolo la democrazia. ma che storie sono queste? io ho visto, non so se con orrore, con disgusto o con senso profondo di nausea, che la I Commissione del Senato in questa legge inserirebbe una norma per cui un saluto romano vale 50 mila lire di ammenda e cinque saluti romani costituiscono una riunione sediziosa. ma non capite che quando noi queste cose le diremo non solo qui, ma le scriveremo sui giornali, le diremo nel paese — e non ci impedirete di dirle — tutto il paese riderà di voi? volete far ridere l' opinione pubblica attraverso questi sistemi? credete che non abbiamo senso di umorismo? ma ne abbiamo a sufficienza, ne abbiamo da vendere e vi batteremo col ridicolo, se le vostre leggi saranno di questo genere. i problemi si affrontano nella loro sostanza, non si affrontano in questo modo. e, venendo alla sostanza e lasciando la forma e il saluto romano di cui non ci importa assolutamente niente (è chiaro), credete voi di poter mettere il Movimento Sociale Italiano al bando della nazione tacciandolo addirittura di antinazionale? da quale pulpito? la Democrazia Cristiana ha dato alla nazione così edificanti spettacoli, da questo punto di vista ! in Sicilia, non ora, ma antecedentemente, ha collaborato al Governo con i separatisti; nell' Alto Adige ancora oggi, e voi sapete quello che sta succedendo lassù in seguito al discorso dell' onorevole Guggenberg, collabora al Governo con gli irredentisti altoatesini. e siamo noi, gli antinazionali? ci siamo mai messi su un piano antinazionale, di scissione, di divisione nazionale? quali sono le forze nazionali o antinazionali che ci governano e ci guidano? vi è qualcuno in Italia e fuori di Italia che possa muoverci un' accusa di questo genere? ritenete che l' opinione pubblica creda a questa vostra propaganda? siete così ingenui e illusi da pensarlo? vi sbagliate grandemente. avete accettato il documento programmatico del partito repubblicano italiano. ma non l' accetta l' opinione pubblica . oggi l' onorevole Amadeo, poveretto, si è dispiaciuto, e mi faceva pena, perché il partito repubblicano e stato qui maltrattato. egli ha detto: Togliatti ci ha trattati come una cosa da nulla, ed invece noi siamo importanti. ha ragione l' onorevole Amadeo. sono importanti. sono tanto importanti che sono quasi tutti ministri e sottosegretari di Stato quelli del suo, partito. sono tanto importanti che arrivano, in quattro gatti , ad imporre un documento programmatico — pur non avendo essi, come partito, un programma, notate bene — arrivano ad imporre un documento programmatico a un Governo che si pretende serio. il guaio è che sono importanti qui dentro e nel Consiglio dei ministri , ma non lo sono nel paese, tanto è vero che nelle ultime elezioni regionali in Sicilia i tre deputati regionali che essi avevano sono scomparsi, sono stati cancellati e noi che non avevamo alcun deputato ne abbiamo ora undici. dite che questo è calcolo numerico. ma questa è la democrazia. se è vero, che tutto quello che ci hanno insegnato e detto in fatto di democrazia, il popolo siciliano, democraticamente consultato, ha stabilito che quel partito il quale impone il programma al Governo e impone che il Movimento Sociale Italiano sia messo fuori legge, sia esso stesso messo fuori legge della coscienza popolare; mentre questo nostro movimento si afferma nella coscienza del popolo. così voi operate il capovolgimento di ogni norma democratica. tanto per entrare brevemente nel merito della legge, per dare un accenno, ma un accenno che è utile dare subito, perché voglio pensare che il Governo rifletta (mi illudo che il Governo rifletta e ci ripensi un momento), rileverò che si è scritto che la legge Scelba è voluta dal disposto della XII norma transitoria della Costituzione. è falso. la XII norma transitoria della Costituzione, in tanto è norma transitoria, in quanto è stata inserita nella Costituzione per attuare un disposto del trattato di pace . questa è la realtà incontestabile che nessun costituzionalista può negare. altrimenti non sarebbe una norma transitoria. sarebbe un articolo della Costituzione. quindi, prima violazione sostanziale dei principi costituzionali. si tenta, con un colpo di mano di maggioranza alla fine di questa legislatura, di trasferire nel permanente quello che era transitorio. ma vi è di più. la XII norma transitoria vieta la rinascita, sotto qualsiasi forma, del movimento fascista. ma proprio perché la XII norma transitoria si riferisce al trattato di pace , attua nella lettera e nello spirito un disposto del trattato di pace . la XII norma si riferiva al fascismo così come nel trattato di pace , articolo 17, viene definito, vale a dire al fascismo come metodo di violenza per l' instaurazione della dittatura. è questa una definizione che sul piano storico noi respingiamo. ce lo consentirete: credo che la storia passata del proprio paese ognuno la possa giudicare nel proprio modo, senza per questo violare le leggi. ma, sul piano giuridico, se per voi è esatto (per noi no) che il fascismo sia uguale a violenza, una legge che vieti il ricorso al metodo della violenza, una legge che escluda il metodo della violenza noi l' accettiamo in pieno, ce ne facciamo i sostenitori, i paladini, se volete. ma deve essere uguale per tutti. e qui mi permetto di citarvi — perché non lo conoscete — un piccolo episodio personale, che mi sembra significativo. durante la recente campagna elettorale , il sottoscritto ebbe una modesta disavventura. non varrebbe la pena di parlarne, se non vi fosse il codicillo politico. a Cuneo, fui aggredito, mentre ero solo sulla pubblica via, da circa duecento giovanotti, dei quali i più svelti, quelli che si fecero nelle prime file — perché lo spettacolo per loro era piacevole a vedersi, per me tutt' altro — mi bastonarono di santa ragione per lo spazio di cinque minuti, tentando di buttarmi in un dirupo sotto il quale vi era un fiume e mettendo in pericolo la mia vita, come fu riconosciuto da testimoni. dopo cinque minuti arrivarono, bontà loro, due agenti di polizia, i quali erano presenti al tentato linciaggio. intervennero, mi salvarono, mi scortarono a un posto di polizia, e la faccenda finì lì per lì. nessuno degli aggressori è stato denunziato. il fatto non ha avuto nessun seguito giudiziario, sebbene gli aggressori (e questo è provato, dimostrato, testimoniato finché volete: accetto qualunque inchiesta su quello che sto per dire), sebbene gli aggressori fossero capitanati da un senatore in carica , il quale aveva provveduto ad organizzare la spedizione punitiva con un automezzo. la spedizione non finì lì. mi rincorsero a Bra, dove tenni subito dopo un altro comizio. ma in quel posto la polizia funzionò. il fatto non ha avuto nessun seguito. l' ho denunciato alla Presidenza della Camera. la Presidenza della Camera mi ha cortesemente informato di avere informato a sua volta il ministero dell'Interno . da circa un mese il ministero dell'Interno tace. voi mi darete atto, onorevoli colleghi , che su questo fatto, clamoroso, che mi sembra riguardi tutti voi, non solo me, che riguarda il deputato come tale (perché non credo che in nessun paese civile sia consentito tentare di linciare un deputato sulla pubblica strada), mi darete atto che su questo fatto non ho tentato speculazioni giornalistiche, non ho concesso interviste, non ho piatito fervorini, come altre volte è accaduto in questa Assemblea. non mi interessano i fervorini né la solidarietà di accatto. e allora: d' accordo, siamo contro la violenza, contro tutte le violenze; ma sul serio, attraverso la legge uguale per tutti. da questo punto di vista , il Movimento Sociale non ha nulla da temere e non teme nulla, e affronta seriamente qualsiasi legge, anzi reclama una legge che dia finalmente agli italiani la pace e li tiri fuori dal clima di guerra civile ; e reclama una legge, un' autorità, un Governo che assicurino a tutti la libertà di parola nel rispetto della legge. su questa strada ci siamo. questa per noi è democrazia, come la intendiamo. ed è anche qualche altra cosa, che debbo chiarire, perché noi siamo spesso accusati di essere i nemici del Parlamento, di questo Parlamento. vi leggo un brano oltremodo significativo. prego i pochi deputati democristiani gentilmente presenti di ascoltare con attenzione perché ciò che sto per dire li riguarda. il brano è il seguente: « dappertutto oggi la vita della nazione è disintegrata dal culto cieco del valore numerico. il cittadino è elettore, ma come tale egli non è in realtà che una delle unità il cui totale costituisce una maggioranza o una minoranza che uno spostamento di qualche voto, anche di uno solo, basterà a capovolgere. di fronte ai partiti egli conta soltanto per il suo valore elettorale, per l' apporto che il suo voto dà. del suo posto e del suo ufficio, nella famiglia e nella professione non si tratta » . questo brano è di Pio XII ; è stato pronunziato ai congressisti del movimento federalista il 6 aprile 1951; ed è stato riportato sul Quotidiano del 7 aprile. su questa critica al sistema democratico parlamentare, quale esso è oggi attuato, il Movimento Sociale Italiano consente pienamente. con questa critica ad un sistema che è diventato esclusivamente quantitativo, mentre dovrebbe essere qualitativo, con questa critica a un sistema che non affonda le sue radici nella giustizia sociale e non consente e non è capace di giungere ad una profonda riforma di struttura della società e ad una riforma conseguente della rappresentanza della società così strutturalmente modificata (rappresentanza liberamente eletta dal basso, tanto per intenderci e per mettere i puntini sugli « i » ); con questa critica, con questa interpretazione e con questa aspirazione il Movimento Sociale Italiano consente in pieno. ed è, secondo me, questa la strada su cui dobbiamo metterci. d' altra parte, anche il presidente del Consiglio recentemente, durante la campagna elettorale , ebbe a dire: « l' attuale Parlamento commette degli errori i quali dimostrano la sua scarsa funzionalità » , se ricordo bene le sue parole. ed allora noi diciamo al presidente del Consiglio , ai democristiani e a tutti i democratici che sono in giro per l' Italia e che propinano lezioni a tutti quanti: riconoscete che il Parlamento commette degli errori, riconoscete che non è funzionale; e allora rispondeteci: chi è democratico? colui che malgrado gli errori e malgrado la disfunzionalità insiste negli errori, ricopre con il suo prestigio, col prestigio del suo partito, col prestigio e il peso numerico della maggioranza questi errori e questa disfunzionalità; o colui che , invece, coraggiosamente denuncia di fronte all' opinione pubblica questi errori e questa disfunzionalità e vuole che si costruisca un sistema il quale, assicurando a tutti la libertà, rappresenti effettivamente la società nei suoi componenti, nei suoi gruppi e nei suoi diritti naturali? su questo piano ci dobbiamo mettere. non dobbiamo anche qui continuare, come nell' altro campo della difesa della libertà civile, a ricoprirci col mantello delle ipocrisie, altrimenti non ne usciremo più. ritorneremo su questi argomenti. prima di concludere, però, debbo esaminare un altro campo che l' onorevole Roberti mi aveva pregato di trattare, cioè il campo della politica estera . campo che si lega intimamente a quanto sto dicendo e ho detto. vi ho già fatto rilevare che quello che il Governo sta organizzando, architettando o tramando contro di noi e il settore dell' opinione pubblica che rappresentiamo si verifica proprio nel momento in cui questo stesso Governo, per quanto attiene ai rapporti internazionali, alla posizione del nostro popolo tra gli altri popoli del mondo, annunzia finalmente di avere preso quella strada o di voler prendere quella strada che da tanto tempo reclamiamo (che il Governo chiama della scomparsa del trattato di pace e che noi preferiremmo chiamare della abrogazione, della cancellazione, della revisione del trattato di pace ). volete togliere il diktat esterno, quel diktat esterno che pesa sul destino del nostro popolo, e volete perpetuarlo all' interno; volete, di fronte all' estero, che non si parli più della guerra — ed è giusto — che si cancelli il ricordo della guerra, che si costruisca una Europa unita, ma nello stesso momento, con una coerenza tutta democristiana, volete frammentare il nostro paese, ricostruirvi più alta la linea gotica . le parolette pronunciate, infatti, dal presidente del Consiglio a proposito di pacificazione, come ha notato giustamente il collega Latanza, non sono parole di pacificazione ma di presunta clemenza; e la clemenza non serve a nulla. la pacificazione si fa sul terreno politico, chiarificando i rapporti politici fra settore e settore di opinione pubblica , non concedendo clemenza a determinate categorie di persone. per rimanere ancora in questo settore della pacificazione e per sventare un' altra piccola manovretta propagandistica, voglio ricordare al ministro della Giustizia , al presidente del Consiglio e al Governo tutto che noi del Movimento Sociale Italiano non abbiamo mai reclamato, né reclameremo clemenza per i delinquenti comuni. di delinquenti comuni durante la guerra civile ve ne sono stati, ed era purtroppo inevitabile che così fosse, dall' una e dall' altra parte, ma non è per loro che noi chiediamo l' abolizione delle leggi eccezionali. d' altra parte è evidente la contraddittorietà delle vostre affermazioni in proposito: se, infatti, si trattasse di delinquenti comuni, quale necessità vi sarebbe di leggi speciali, di leggi politiche? a quale scopo il tempio tetrastilo del conte Sforza e della legislazione eccezionale del 27 luglio 1944? era sufficiente il codice penale . perché non è stato applicato? forse per permettere l' uso di due pesi e di due misure, per far sì che i delinquenti comuni dell' altra parte sfuggissero alle leggi, e restassero dentro i galantuomini della nostra parte? se è così, non cercate di nobilitare una posizione che è evidentemente partigiana — e non uso a caso questo termine — fino all' estremo limite della sopportazione. e non venga il presidente del Consiglio a citare in Parlamento brani di sentenze vergate, come risulta dalla data del 1945, da quelle corti di assise speciali di cui potremmo fare la storia che risparmiamo per amore di brevità e per carità di patria. parliamoci chiaro anche in questo campo. pacificazione per tutti, d' accordo, ma pacificazione anche nel senso che le leggi devono essere uguali per tutti. questo chiediamo, e non pietà per chi ha mancato e per chi ha commesso dei reati comuni. ritornando alla politica estera , il Governo chiede oggi la scomparsa del diktat. a questo proposito noi vorremmo una precisazione dal presidente del Consiglio . che cosa significa scomparsa del diktat? significa che tutto è perso, che tutto è disfatto? significa far scomparire, con il diktat, le logiche e naturali aspirazioni del popolo italiano , se non le rivendicazioni, dal momento che questa parola ha assunto un tono ostico? da questo punto di vista vi sono lacune preoccupanti nel discorso del presidente del Consiglio . vi si parla di scomparsa del diktat, di Trieste, di patto atlantico , ma non vi si parla di Europa e tanto meno di Africa. anzi, vi è stato l' annuncio, ormai definitivamente ripetuto e confermato in questi giorni, della scomparsa imminente del ministero dell' Africa italiana , ragione per la quale si è ritenuto necessario nominare sottosegretario l' onorevole Brusasca (altro gesto di coerenza che si inquadra, poi, in tutto quell' assembramento di sottosegretari di cui si è già parlato e di cui non parlerò qui). ma di Africa, nel discorso del presidente del Consiglio , non si parla; di Europa, nel discorso del presidente del Consiglio , non si parla: sono delle lacune preoccupanti. anche qui chiariamo, perché di solito la propaganda avversaria ci fa comparire veramente più sciocchi di quanto presumiamo di essere. nessuno di noi pensa che questo Governo od altri governi od un eventuale nostro Governo domani possa far ritornare l' Italia in Africa per riprendere possesso di tutte le sue sudate colonie; ma dell' Africa come sbocco al nostro lavoro, ai nostri commerci, alla nostra produzione, come grande foce della civiltà europea, come sostegno del continente europeo, come Eurafrica, capace di inserirsi in un dialogo fra due mondi opposti e in urto fra di loro, di quest' Africa bisogna parlare, o se non ne parla il governo italiano , il Parlamento italiano, non so chi ne possa parlare. ed anche di Europa. ci si accusa di essere antieuropeisti, di non preoccuparci dell' Europa. è esattamente il contrario; ma, anche qui, ci volete spiegare quello che pensate di fare? abbiamo visto il conte Sforza nominato ministro per gli affari o per le intese europee, e ci ha desolato veramente questa nomina, che indica quanta scarsa importanza sostanziale il nostro Governo dia al problema. è un indice la scelta dell' uomo, è una pennellata che non potrebbe essere più efficace. non sono acido, mi limito a constatare quello che in tutta Italia si dice e si scrive. non credo si debba essere qui più reticenti di quello che non siano i vostri stessi giornali. su giornali vostri (ho il buon gusto di non citare i direttori e gli ispiratori di quei giornali) si sono dette del personaggio in questione cose molto più gravi. di Trieste ha parlato il presidente del Consiglio , ed anche qui ho un rilievo da fare; un rilievo generico sulla sua intonazione, e specifico su quello che ha detto del problema. il presidente del Consiglio ha detto che una politica estera non deve assolutamente essere fatta di abilità manovriera, anzi ha dichiarato: « la peggiore politica estera che un paese possa avere è quella intessuta sulla abilità manovriera. e perché? noi sempre pensavamo che un ministro degli Esteri , di qualunque paese, sotto qualunque clima, debba essere un uomo abile e manovriero; non crediamo debba essere necessariamente inabile o poco manovriero o inetto alla manovra. non riesco a capire questa idiosincrasia per l' abilità manovriera » . scusate tanto, il conte di Cavour, che cosa era? un volgare ricattatore o un buon italiano, un grande italiano, un geniale italiano e un abile manovriero? non credo che si sarebbe offeso di una simile qualifica. non essere abile manovriero significa forse accettare e subire le abilità manovriere altrui, come finora è avvenuto? se questo significa, e se il mutamento di persona al dicastero degli Esteri vuol dire che con altra persona di maggior, prestigio si continuerà a fare la stessa politica che si è fatta finora, in assenza di qualunque abilità e capacità da parte nostra, era meglio la facesse il conte Sforza piuttosto che il presidente del Consiglio , perché i danni saranno ancora maggiori per il nostro paese. quanto a Trieste, il presidente del Consiglio ha detto: « vi sono sacrifici che non si possono considerare » . giustissimo. ma se, invece di continuare a parlare di sacrifici, sia pure per affermare subito dopo che non possiamo concepirli, che non possiamo tollerarli, che non possiamo considerarli, si cominciasse a parlare di diritti nei riguardi del problema di Trieste, di diritti che sono ampiamente maturati e che, debbono avere il loro sodisfacimento? il presidente del Consiglio inoltre ha parlato della dichiarazione tripartita , e ne hanno parlato molti colleghi. se se ne parlasse un po' meno e ci si pensasse un po' di più? perché tutte le affermazioni al riguardo sono assolutamente formali e vuote di contenuto, ed il presidente del Consiglio ed i colleghi che ne hanno parlato hanno dimenticato o creduto di poter dimenticare e far dimenticare che la dichiarazione tripartita si compone di due parti: la prima parte della dichiarazione tripartita rappresenta una promessa o una raccomandazione, come si è detto qui, degli alleati nei confronti del nostro paese a proposito di Trieste; ma nella seconda parte, che è sostanziale quanto la prima e che è legata alla prima, che è anzi la logica, politica, storica, morale premessa della prima, si dice che Tito nella zona B ha realizzato una politica antidemocratica, è venuto meno ad ogni norma di democrazia e pertanto si è dimostrato indegno di poter arrivare a quelle soluzioni, che lo statuto del Territorio Libero prevedeva. come si concilia, quindi, la dichiarazione tripartita con la successiva, ulteriore dichiarazione anglo-franco-americana, secondo la quale il governo italiano , per realizzare la prima parte, deve dimenticarsi della seconda, deve trattare da pari a pari con il governo di Tito, senza che questo abbia posto riparo alla menomazione compiuta dei diritti civili degli italiani nel territorio della zona B ? questo significa voler turlupinare la gente. perché ingannarci? dobbiamo dire che la dichiarazione tripartita in tanto ha valore, in quanto sia globalmente considerata; e che il codicillo inserito abilmente dagli inglesi in coda alla dichiarazione tripartita annulli il valore storico, sostanziale e attuale della dichiarazione stessa. allora, per Trieste la disperazione; per Trieste nessuna soluzione possibile? una soluzione sola è concretamente possibile per Trieste: la stessa soluzione che è concretamente possibile per ogni nostro grande, medio e piccolo problema. il problema di Trieste, anziché essere inserito tra i problemi di politica estera , anziché essere considerato come una delle carte nel gioco della politica internazionale del nostro paese, la carta più grossa, se volete, la carta più sacra e più cara, la carta intoccabile, ma sempre una carta nel gioco internazionale, il problema di Trieste deve essere messo in testa ai problemi della politica interna del nostro paese. si deve fare del problema di Trieste, sapendo veramente superare in questo ogni faziosità, ogni astiosità, ogni rancore ed ogni divisione, il problema numero uno della politica italiana , della dignità e della volontà italiana. e quando questo fosse fatto da un Governo che sapesse veramente interpretare il paese e dare al paese, nelle trattative con l' estero, il peso che gli compete, corrispondente alla sua attuale potenza demografica e politica, allora le formulette diplomatiche, le formulette introvabili, state certi che i signori inglesi ed americani o francesi le troverebbero molto rapidamente, come molto rapidamente le stanno trovando per quanto riguarda il Giappone e la Germania. le stanno trovando per il vinto Giappone, quel tale Giappone tanto folle da farsi atomizzare, quel Giappone che non era stato tanto abile né fortunato, da avere un Badoglio alla sua testa. le vanno trovando per la Germania, per la Germania vinta, anch' essa tanto folle da farsi pugnalare fino a Berlino e non tanto fortunata da imbastire le sue brave orge di liberazione e la sua guerra civile ; le trovano per quei paesi le formule diplomatiche, le formule risolutive, secondo i loro intendimenti, le loro necessità e i loro interessi. soltanto l' Italia rimane al di fuori, eterna cenerentola. ora, che contro la logica di tale politica si schierino le sinistre è perfettamente normale: è il loro compito; esse hanno questo dovere, direi, di fronte ai loro programmi e alle loro premesse. quando esse dicono, come ha detto l' onorevole Nenni, che temono che le forze economiche mettano le mani sul Movimento Sociale Italiano — mi viene da ridere, pensando con quanta ansia le sinistre abbiano in Italia, soprattutto a Milano, lottato per mettere le mani su quelle tali forze economiche (vedi caso Brusadelli) e ci siano abbondantemente riuscite — e quando l' onorevole Nenni paventa che le forze economiche mettano le mani sul Movimento Sociale Italiano ... egli ripete una storica posizione della sua parte: cioè, egli tenta, come al solito, di mascherare e di presentare all' opinione pubblica come forze reazionarie tutte le forze che non sono internazionaliste e non sono antinazionali, e giuoca come nel 1914-15, quando quella parte tenne lo stesso atteggiamento nei confronti dei nazionalisti di allora e degli interventisti di allora, dipinti — a parte i mutamenti dell' onorevole Nenni, che non hanno interesse sostanziale in tutto questo — come reazionari, mentre tentavano di fare gli interessi del paese. che le sinistre sostengano queste posizioni e vogliano metterci fuori legge e usino la violenza nei nostri confronti è perfettamente logico e naturale. non potrà farci piacere in determinate circostanze, ma è una battaglia che rientra nella logica delle cose. ma voi della maggioranza cosa credete di fare? volete tener caldo il piatto per Togliatti e per Nenni? continuate pure su questa strada, parlate pure come ha fatto il presidente del Consiglio , il quale non soltanto ha voluto colpire noi, ma ha detto: « stiano attenti, perché noi ci rifiutiamo, di ammettere sotto questa generica copertura — alludeva alle forze nazionali fascisti e non fascisti, della prima e seconda maniera, corporativisti di sinistra (non sappiamo a chi volesse alludere: forse ad alcuni colleghi democristiani) e non corporativisti, liberali di destra (non so quali siano secondo il suo pensiero questi liberali: probabilmente sono quelli che gli voteranno contro, mentre sono liberali di sinistra quelli che gli daranno la fiducia o si asterranno) » ... non lo so: forse lei, che è più tecnicamente informato di noi, potrà dircelo. in sostanza, il presidente del Consiglio ha fatto una specie di calderone. io mi domando: cosa volete? volete rendere veramente un grazioso servigio a Togliatti, a Nenni e a tutta la loro compagnia? continuate pure. noi non ci presteremo a questo giuoco, noi continueremo a combattere la nostra battaglia. terremo duro in questa nostra battaglia, che è la battaglia per la nostra libertà, per la libertà dei singoli e dei gruppi; che è la battaglia per la giustizia per i singoli e per i gruppi: per la giustizia italiana.