Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 7 - seduta del 03-06-1948
Sugli euromissili
1948 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 116
  • Comunicazioni del governo

onorevoli colleghi , premetto che io non sono un giurista. credo che questa sia una mia fortuna; ritengo però che in questo momento sia una fortuna anche per voi, poiché in conseguenza di questo fatto le mie parole saranno brevi ed io non entrerò nelle sottigliezze di interpretazioni giuridiche in cui si sono addentrati altri colleghi. la questione per me è politica ed è, quindi, vano che il presidente del Consiglio ci dica di aver consultato, dopo che l' obiezione di incostituzionalità del suo Governo era stata fatta pubblicamente, degli esperti. il presidente del Consiglio in questa materia — cioè in tutto ciò che si riferisce all' applicazione della Costituzione della Repubblica — è, e deve esser l' esperto di se stesso . ciascuno di noi, anzi, è l' esperto di se stesso in questo campo, poiché la Camera ha in questa materia pieni poteri, che nessuno le può togliere con argomentazioni basate su troppo sottili distinzioni giuridiche. noi abbiamo, per primi, il potere e il dovere di giudicare della costituzionalità di qualsiasi atto del Governo e prima di tutto del Governo stesso per il modo in cui è stato costituito e per il modo con cui ha rispettato o meno, nel processo della sua formazione, le norme della Carta Costituzionale repubblicana. la questione, ripeto, è politica. la Costituzione esiste: l' abbiamo fatta tutti assieme, l' abbiamo approvata, e il presidente della Repubblica l' ha giurata. noi tutti però, o almeno quelli di noi che furono membri dell' Assemblea costituente , dobbiamo ricordarci che formulando la Costituzione siamo partiti sin dall' inizio da una considerazione, anzi da un proposito pregiudiziale. abbiamo cioè voluto scrivere una Costituzione di tipo rigido, ossia abbiamo voluto che nella Costituzione fosse scritto tutto ciò che vale e che ciò che non vi è scritto non possa valere. a questo spirito e a questa norma abbiamo uniformato tutta l' attività dell' Assemblea costituente . per questo vi è un' obbligo che comporta il rispetto letterale della Costituzione in ogni sua disposizione, in ogni sua parola, in ogni suo vincolo. per questo il problema del rispetto formale assoluto della Costituzione è strettamente politico, non è giuridico. ora, la lettura della Costituzione qui è chiara e non lascia luogo ad equivoci, né per quel che si riferisce alla formazione del Governo, né per quel che si riferisce al giuramento del presidente del Consiglio e dei ministri. vano dire che quando noi abbiamo approvato la Costituzione non abbiamo chiesto che il Governo venisse riformato, per metterci in conformità con le norme della Costituzione stessa; poiché allora eravamo tutti d' accordo che il regime transitorio, determinato dalla legge del 25 giugno 1944, dovesse continuare fino alle elezioni del primo Parlamento della Repubblica da farsi secondo la nuova legge repubblicana. per questo sarebbe stato assurdo che allora si fosse aperta una questione costituzionale per chiedere che il Governo allora esistente venisse riformato per uniformarsi alle nuove norme costituzionali. più grave e flagrante è la violazione della Costituzione per ciò che si riferisce al giuramento. la Costituzione non dice soltanto, infatti, che il giuramento deve essere prestato dal presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri prima di assumere le loro funzioni, ma dice che il giuramento deve essere prestato nelle mani del presidente della Repubblica . ora è vero che l' onorevole De Gasperi ha giurato altre volte, parecchie volte in vita sua, e a parecchi sovrani, ma egli non poteva giurare nelle mani del presidente della Repubblica perché questo prima del 1° gennaio 1948 non esisteva. onorevoli colleghi può darsi benissimo — ed io lo ammetto — che molti di voi non si ricordino, per non aver partecipato ai lavori dell' Assemblea costituente o a precedenti governi, quale era l' ordinamento costituzionale precedentemente al 1° gennaio 1948. non avevamo allora un presidente della Repubblica , avevamo un Capo provvisorio dello Stato. soltanto dal 1° gennaio 1948 abbiamo un presidente della Repubblica . il primo presidente della nostra Repubblica è stato, dal 1° gennaio 1948, l' onorevole Enrico De Nicola . voi non avete dunque giurato al presidente della Repubblica . è una dimenticanza? è una negligenza? non avete consultato gli esperti? non lo so; non mi interessa; non faccio il processo alle intenzioni; però metto in rilievo il fatto, e il fatto resta. voi non avete giurato. quindi, non siete costituzionalmente presidente del Consiglio e Governo costituito secondo la Costituzione. così io credo che ragioneranno in Italia tutti gli uomini semplici. ed ora desidero concludere, e la mia conclusione mi porta a dire poche parole su un tema che certo interessa l' Assemblea, circa la funzione dell' opposizione di fronte a questo Governo, in questa Assemblea, anzi di fronte al regime che oggi si sta creando. il tema è stato ampiamente trattato in questi giorni dalla stampa, e per il fatto che da parte nostra si era presa l' iniziativa, insieme con altri colleghi di parte democratica, di sollevare la questione della costituzionalità della composizione del Governo, si è detto e gridato che noi, ci condannavamo all' opposizione formale, che chiudevamo l' opposizione in una situazione senza via di uscita, che nascondevamo losche intenzioni, e così via . e si è scoperta allora una schiera insospettata di specialisti della perfetta opposizione, disposti a colmarci di preziosi consigli su quello che un buon partito, in un regime costituzionale , deve fare quando sta all' opposizione. trattenete il riso, colleghi! questi specialisti si chiamano Missiroli, D'Andrea , Lupinacci, Savarino e così via ; tutta gente, come vedete, che si intende benissimo del modo come si organizza una opposizione! si tratta, infatti, precisamente di coloro che hanno esaltato per venti anni proprio quel regime che, come voi sapete, provvedette alla perfezione a dare alla opposizione tutte le possibilità di conoscere gli affari dello Stato, e di studiare i problemi della direzione politica ed economica del paese, e persino le assicurava la villeggiatura per darle maggior agio di studiare queste questioni, inviandone a questo scopo gli esponenti a Santo Stefano , a Portolongone, nel carcere di Civitavecchia e in luoghi simili. gli esaltatori di questo regime sono diventati ora tutti maestri di diritto costituzionale e di corrette norme di condotta dell' opposizione in un Parlamento repubblicano e democratico. permetteteci, onorevoli colleghi , di non tenere nessun conto dei consigli e dei giudizi di questa marmaglia. permetteteci di regolarci a seconda di quella che è la nostra convinzione, e a seconda del modo come consideriamo la situazione politica del nostro paese. ed è qui che si inserisce l' eccezione che oggi noi solleviamo, sia essa di piccolo o di grande peso. noi vediamo costituirsi, noi sentiamo che si costituisce, sulla base dei risultati del 18 aprile, quello che ormai si può qualificare un « regime » particolare; un regime di cui la norma prima è la violazione, da parte dell' autorità costituita dello Stato — a cominciare dal presidente del Consiglio e dai suoi ministri — , delle leggi dello Stato repubblicano. esistono gli articoli della Costituzione che garantiscono la libertà del cittadino, che garantiscono le nostre libertà democratiche fondamentali; ma il ministro dell'Interno dà ordini ai commissari di polizia di mettersi questi articoli sotto i piedi. esistono gli articoli della Costituzione che fissano in modo rigido la composizione del Governo, e il modo di prestare il giuramento da parte del presidente del Consiglio e dei ministri, ma, il presidente del Consiglio è il primo che si mette questi articoli sotto i piedi. onorevole signor presidente , credo di essere stato breve ed anche succinto; se non fossi stato interrotto, sarei ormai alla fine. questo è, all' inizio, quello che noi rileviamo come tratto caratteristico del regime del 18 aprile, ed è per questo che abbiamo sollevato, e discutiamo qui, davanti a tutto il paese, della vostra costituzionalità, dimostrando che persino le indicazioni formali della Costituzione, che non vi costava nessuna fatica di osservare, voi le calpestate. voi violate la Costituzione, e poiché siete riusciti a carpire, coi mezzi che sappiamo, una maggioranza, proclamate che voi siete lo Stato. voi, se mai, onorevole De Gasperi , siete uno stato di fatto, che durerà tutto il tempo che potrà durare, e che il popolo lo lascerà durare, ed a noi spetta, come opposizione, sin dal limitare di questa discussione, e in tutto il corso di essa, e in seguito, giorno per giorno, di seguire, controllare, mettere in evidenza, denunciare la sostanza di questo regime che voi volete costituire. per questo abbiamo sollevato questa questione, abbiamo dato ad essa questo rilievo, senza legarci per nulla ad essa; in un modo che possa limitare la nostra libertà di intervento, di critica, di partecipare attivamente a tutti gli altri aspetti dell' attività governativa, sfruttando tutte e fino all' ultimo le possibilità che la Costituzione repubblicana ci consente. ma, appunto perché attribuiamo questa importanza a questa questione, appunto perché vediamo in essa una questione di principio, desideriamo che lo schieramento della Camera in proposito sia molto chiaro. pertanto chiedo all' onorevole presidente di mettere ai voti la questione per appello nominale .