Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 618 - seduta del 22-12-1950
Sulla situazione internazionale.
1950 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 618
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

non posso non rilevare che sarò molto breve, signor presidente . le leggo a questo riguardo, onorevole Sforza, una dichiarazione del sottosegretario Brusasca, apparsa poco tempo fa sulla stampa. egli ha detto esattamente: « la delegazione italiana aveva proposto l' indipendenza ed è sempre convinta, dopo le dichiarazioni fatte in seguito alle trattative intercorse nello spazio di due mesi, che sia questa l' unica soluzione del problema eritreo. non potendo tuttavia realizzarla, la delegazione italiana ha collaborato con tutto il suo impegno onde ottenere che la federazione voluta dalla maggioranza costituisse, eccetera » . come vede dunque, onorevole ministro degli Esteri , la sua dichiarazione iniziale non è esatta, e su questo argomento mi riservo di tornare, avendo presentato una mozione sul problema eritreo. per il resto, avevo in primo luogo auspicato che si uscisse, trattandosi di un tema tanto grave, dal generico e dal preconcetto: dobbiamo invece rilevare che non si è usciti minimamente né dal generico ne dal preconcetto. e se l' onorevole ministro mi consente un sommesso rilievo su quello che è stato il tono con cui egli oggi si è presentato a noi, dirò che questo tono ci è apparso non quello di un ministro degli Esteri di un grande paese in un momento così grave per tutti, ma quello di un osservatore politico che ci venisse a raccontare le sue impressioni e ci venisse a dare i suoi apprezzamenti su eventi lontanissimi dalla sua sensibilità. mi si potrà rispondere che questa è un' impressione soggettiva; ebbene, sì, è un' impressione soggettiva, ma credo che sia un' impressione che hanno avuto anche forse molti di voi, e forse in modo più grave. secondo: pace. noi non dubitiamo che questo Governo desideri la pace, ma oggi non ci si attendeva una generica riaffermazione di pace, bensì un chiarimento circa le iniziative che questo Governo intende prendere, non dirò per assicurare la pace, ma per dare almeno la garanzia e l' assicurazione al paese che tutto quanto è necessario per mantenere la pace sia fatto. della generica volontà di pace invece noi non dubitavamo sin dall' inizio della discussione e pertanto, per quel che ci concerne, era assolutamente inutile ripeterla. altro argomento: la marginalità della nostra presenza in seno alla compagine atlantica. l' onorevole ministro ha detto che vi sono stati dei contatti intimi fra la nostra diplomazia e quella britannica. ma di solito dai contatti intimi qualche cosa nasce: questa volta invece non si ha notizia che sia nato alcunché. si vede che dall' una o dall' altra parte c' è stata una certa sterilità; ma noi abbiamo l' impressione che la sterilità sia stata piuttosto dalla parte nostra. impreparazione economica. io avevo denunziato ieri il solito equivoco nascente dal voler mantener fede a diverse politiche economiche : ora, di questo equivoco si è fatto candido latore il ministro degli Esteri , poco fa, quando ha detto: siate certi che spenderemo i necessari miliardi per il riarmo, però state tranquilli perché spenderemo anche i necessari miliardi per la Cassa per il Mezzogiorno , eccetera onorevole ministro, nessuno può credere a notizie di tal genere perché tutti noi, per dovere professionale, siamo al corrente, anche se l' onorevole Pella non ce ne avesse parlato proprio oggi, delle necessità del bilancio italiano, e ci rendiamo tutti perfettamente e ovviamente conto che dall' una o dall' altra parte bisognerà incidere. è ora che il Governo si pronunzi con chiarezza di fronte al Parlamento e al paese per dirci quale politica vuol fare, perché è necessaria la scelta. lo hanno detto tutti i governi del mondo e non possiamo certo presumere che il governo italiano (noi lo vorremmo) sia il solo, l' unico così fortunato da poter condurre ad un tempo e una politica di riarmo e una politica di investimenti produttivi e sociali. impreparazione tecnica: l' onorevole ministro non ha risposto ai miei argomenti. impreparazione militare: l' onorevole ministro purtroppo l' ha ammessa, quando ha detto testualmente che occorrerà lavorare duro ancora per molto tempo perché la difesa delle nostre frontiere sia in qualche modo assicurata. insufficienza politica. l' onorevole ministro ha enunciato una formula secondo la quale per negoziare bisogna avere qualcosa su cui appoggiarsi. esattissimo. il compito di un ministro degli Esteri ; il compito di una diplomazia è esattamente quello di creare le premesse in base alle quali si possa negoziare. è quello che io dissi ieri a proposito di Adenauer. Adenauer ha detto: « noi esigiamo » ; se ha detto così significa che ha creato le premesse politiche per poterlo dire. impreparazione morale. neppure una parola è venuta da parte del rappresentante del Governo. a questo riguardo. eppure, il rappresentante del Governo non si nasconde certamente la gravità della situazione interna; io ricordo che il precedente dibattito sulla politica estera , svoltosi in quest' Aula ai primi di luglio, subito dopo lo scoppio dell' incidente coreano, fu chiuso, sempre a questo riguardo, con nobili parole del presidente del Consiglio ; nobili parole delle quali noi rilevammo immediatamente l' importanza. a quelle nobili parole non è seguita, purtroppo, una coerente politica. questa volta sembra si voglia fare a meno anche delle nobili parole, anche degli appelli, anche, delle assicurazioni formali, in merito ad una politica interna di solidarietà ed unità nazionale . attendiamo il Governo alla prova dei fatti, visto che la prova delle parole, purtroppo, si è risolta in una mancata promessa.