Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 519 - seduta del 07-07-1950
Sulle conclusioni della Commissione parlamentare sul fenomeno della mafia
1950 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 455
  • Attività legislativa

anche io, signor presidente — ed ella lo sa — al pari del collega Nenni avevo deciso di non intervenire in questo dibattito. consideravo potesse essere sufficiente, questa volta, il riferimento a cose già dette, discusse, ripetute, a dichiarazioni e posizioni da noi parecchie volte qui dentro e fuori di qui esposte e difese. debbo riconoscere che la mia decisione, onorevoli colleghi — e lo dico a titolo di autocritica — era sbagliata. non mi induce però a fare questa autocritica il discorso che testé ho ascoltato dall' onorevole Saragat, che ha voluto portarsi molto in alto, dove si incontra la libertà come categoria universale dello spirito, riscuotendo così l' ammirazione del mio compaesano Tonengo. non è questo il motivo per cui riconosco che era sbagliata la decisione di non intervenire, ma piuttosto il fatto che anche prima del 25 giugno, cioè anche prima che ricevessimo notizia che al 38° parallelo , in Corea, si erano iniziate operazioni militari, anche prima di allora, a chi avesse seguito con attenzione lo svolgimento degli avvenimenti internazionali, per lo meno negli ultimi sei mesi, doveva essere evidente che qualche cosa, di quel genere maturava o si stava preparando. doveva essere evidente cioè che la politica dei circoli dirigenti americani, che sono al centro di questa sanguinosa avventura, stava per entrare in una fase nuova, la quale ci preparava il passaggio dalla minaccia e dalla provocazione all' uso della forza e all' aggressione, e la quale può forse prepararci anche cose più gravi. occorre riferirsi alla situazione di sei mesi or sono, all' inizio dell' anno, quando effettivamente appare una oscillazione abbastanza profonda negli orientamenti della politica dei dirigenti americani. gli anni 1948-49 registrano una grave sconfitta politica degli USA, certo la più grave che essi abbiano conosciuto dopo il 1945; forse, per quel che riguarda le relazioni internazionali, la più grave di tutta la loro storia. questa sconfitta è rappresentata dalla vittoria della rivoluzione popolare in Cina, dalla cacciata dalla Cina continentale degli agenti dell' imperialismo americano, dalla creazione e dal trionfo della Repubblica popolare cinese 450 milioni di uomini uscivano dalla sfera di dominio dell' imperialismo. si compiva, ai danni dell' imperialismo, la più profonda trasformazione della struttura del mondo dalla rivoluzione d' ottobre in poi. questa sconfitta non poteva non far sentire almeno a una parte dei dirigenti la politica americana che la linea che essi avevano seguito negli anni precedenti e in Occidente e in Oriente correva il rischio di portarli in un abisso: o a dover costatare un fallimento dopo l' altro, o a impegnarsi in una serie di avventure senza uscita. è in quel periodo che si accende particolarmente vivo tra i dirigenti la politica estera americana il dibattito circa l' opportunità o meno di mantenere con la forza determinate posizioni sul fronte asiatico: a Formosa, in Corea, in altre parti di quella zona del mondo. in un determinato momento si ebbe l' impressione che prevalesse il parere più saggio, cioè che i dirigenti la politica americana comprendessero che troppo grave era il rischio, che non soltanto essi correvano, ma che facevano correre a tutto il mondo, se avessero voluto impegnare le loro forze e il loro prestigio per il mantenimento di queste posizioni nello scacchiere dell' Estremo Oriente . in questo senso si ebbero notevoli dichiarazioni del signor Acheson. verso il mese di marzo sembra invece essersi prodotta una svolta nella direzione opposta. nel gennaio la richiesta di nuovi fondi per sussidiare il governo della Corea del sud è respinta. nel marzo è accettata. questa svolta è accompagnata, in tutti i settori della politica imperialistica americana, la quale abbraccia, e purtroppo, il mondo intiero, da una accentuazione, fino al limite estremo di tollerabilità, delle campagne di eccitamento e provocazione alla guerra. potrei citare infiniti esempi: non voglio tediarvi. ricordate un fatto solo, la campagna durata sei mesi attorno alla manifestazione organizzata dalla gioventù popolare tedesca a Berlino per il giorno di Pentecoste. l' annuncio di questa manifestazione, del tutto normale e più che pacifica, viene presentato in tutto il mondo come annuncio di una marcia aggressiva dei comunisti e dei russi su Berlino per cacciarne gli occidentali e dare inizio allo scontro tra le forze orientali e le forze occidentali. questa campagna vergognosa di menzogna e di provocazione ha avuto i più grandi sviluppi: tutta la nostra stampa non di sinistra ne è stata invasa, e così le nostre trasmissioni radio, come quelle di tutto il mondo. ogni giorno l' ascoltatore della radio sentiva parlare del conflitto armato che ivi stava per cominciare, e tremava di paura. e si trattava invece, puramente e semplicemente, — come tutti hanno veduto — di una manifestazione di giovani lavoratori per quegli ideali che essi ritengono in questo momento di dover difendere. ma, a questa si accompagnò ogni specie di altre provocazioni. è in questo periodo, nei mesi che vanno dal febbraio al giugno, che possiamo raccogliere le dichiarazioni via via più sfacciate dei dirigenti della politica americana, che minacciano al mondo qualche cosa di nuovo e di grave. essi pongono (l' onorevole Saragat non ha inventato nulla) il problema dei rapporti con l' Unione Sovietica ; ma lo pongono in termini che, presi alla lettera, vogliono dire semplicemente che l' Unione Sovietica , deve cessare di esistere, perché la sua esistenza è una offesa per il modo di vivere americano, per il capitalismo americano, per gli USA. tali sono le dichiarazioni ripetute del ministro Acheson, di Truman e di tutti gli altri dirigenti della guerra fredda , sino a che arriviamo, alla vigilia delle riunioni internazionali di Parigi e di Londra, alle parole pronunciate dal vicepresidente degli USA, Barkley, il quale dice chiaramente questo: « noi prima che finisca la guerra fredda dovremo occupare altri paesi » . forse l' onorevole Sforza, che conosce l' America meglio di me, mi dirà che un vicepresidente degli USA è sempre un sempliciotto che può dire qualsiasi cosa vuole senza averne eccessiva responsabilità. queste parole ad ogni modo sono state dette. forse il sempliciotto questa volta ha soltanto commesso l' errore di dire chiaro quello che gli altri, per il momento, volevano ancora nascondere. le riunioni di Parigi e di Londra, vengono dunque dopo che gli USA hanno corretto la loro precedente posizione relativa agli aiuti alla Corea, hanno nuovamente deciso di spendere per aiuti alla Corea meridionale 100 milioni di dollari , dietro le insistenti richieste del capo di quel Governo, e si stanno abbandonando a frenetiche minacce e provocazioni antisovietiche. per quel che riguarda l' Occidente queste riunioni sembra, per ora, abbiano avuto carattere di organizzazione di un fronte militare che dovrebbe entrare in funzione in un prossimo avvenire. non intendo affrontare l' argomento di ciò che significhi per ciascuno dei paesi aderenti al patto atlantico questa organizzazione: il tema è già stato trattato da altri. ma, oltre a ciò, nelle riunioni di Parigi e di Londra sono stati concretati la decisione e il piano dell' intervento imperialistico in Estremo Oriente ; è stato concesso l' aiuto degli USA alla Francia per condurre a fondo la guerra di aggressione e distruzione contro il popolo del Vietnam, si è precisata la minaccia di quella occupazione di Formosa che era stata scartata nei mesi precedenti, si è dato l' annuncio che occorrerà creare in questa parte del mondo delle situazioni o « zone » di forza allo scopo di poter condurre avanti con successo la guerra fredda . dopo queste riunioni, è ben comprensibile il senso della dichiarazione del presidente Truman del 20 giugno 1950, quando dice che « la guerra fredda sta diventando sempre più calda » . nessuno di noi, quando il presidente Truman pronunciò queste parole, sapeva o poteva prevedere che il 25 giugno ci sarebbe stato l' attacco alle frontiere coreane con le conseguenze che ne sono seguite. qualcuno, però, sapeva già che la guerra fredda stava per diventare guerra calda. questo succedersi di atti e dichiarazioni esplicite parla in modo così chiaro, che dopo di averli ricordati si potrebbe considerare esaurito il dibattito e chiare oramai le responsabilità dell' aggressione al popolo della Corea. ma non posso trascurare la nuova accentuazione, che non ha precedenti internazionali, degli attacchi contro l' Unione Sovietica , la quale viene oramai indicata come « forza malvagia che deve essere domata » (Acheson), come paese che « minaccia le basi stesse della nostra civiltà e la stessa sicurezza dell' uomo libero » (Truman). vedete come i concetti di politica estera e le espressioni pogromistiche antisocialiste si mescolino qui in modo ripugnante! più ripugnante ancora è la mistura quando vi si unisce l' untuosità clericale o protestante, quando si dichiara che « nel mondo non vi sarà pace finché i popoli dell' Unione Sovietica e quelli degli Stati satelliti di Mosca saranno guidati da uomini che preferiscono una dottrina reazionaria ai principi della carità » . ripugna alla mente dell' uomo intelligente e all' animo dell' uomo libero questa abietta mistura, che svela l' intenzione, provocatoria, il proposito deliberato di spingere i popoli gli uni contro gli altri, aizzando l' animo ingenuo dell' onorevole Saragat contro i dirigenti dell' Unione Sovietica che hanno abbandonato i « principi della carità » . siano distrutti, in onore della carità, questi dirigenti e i popoli che li seguono. ma che è questo se non l' appello diretto all' intervento nella vita interna di altri Stati, di altre nazioni? che è questo se non l' appello alla guerra, lanciato in modo aperto, sfacciato, vergognoso? è in questa atmosfera, dopo questa preparazione, che il 18 giugno il signor Foster Dulles , propagandista numero uno della guerra atomica , provocatore di guerra numero uno degli USA, il signor Johnson ministro della guerra degli USA e il capo di Stato maggiore delle forze armate americane, signor Bradley, si trovano alla frontiera della Corea. vedremo poi, quando il signor Foster Dulles è ricevuto nel cosiddetto parlamento coreano del sud, quali parole ancora una volta rivelatrici gli sono rivolte. fatto sta che questi personaggi si trovano alla frontiera coreana pochi giorni prima che ivi si incominci a sparare. non ho letto che si trovassero alla frontiera coreana il maresciallo Bulganin, o il maresciallo Vassilievski, o Voroscilov. lascio immaginare a voi quale campagna si sarebbe scatenata nel mondo se un fatto simile fosse stato comunicato. gli imperialisti americani non hanno saputo trattenersi dal farsi vedere, il giorno prima, sul luogo del loro delitto. si aggiunga, a tutte queste mosse di evidente preparazione dell' attacco, ancora una: l' adozione di misure di forza contro il partito comunista giapponese, misure che non credo trovino nessuna giustificazione in un sistema di democrazia, ma l' hanno nel quadro della preparazione di una aggressione armata. è in questo quadro che si producono i fatti del 25 giugno sulla frontiera che provvisoriamente separa l' una dall' altra le due parti della Corea; ed è immediatamente dopo di essi che il nostro Governo prende posizione, in modo minaccioso, contro quella parte dell' opinione pubblica o della stampa che non accetti la versione dell' « aggressione sovietica » che in quel momento viene lanciata dalle agenzie americane e ripetuta dalle trasmissioni radio italiane, quelle trasmissioni radio che, per il modo veramente bizzarro nel quale stanno alternando le menzogne con i servizi religiosi, meriterebbero si dedicasse loro una nuova preghiera la quale dicesse: « dacci oggi, non il nostro pane, ma la nostra menzogna, la nostra bugia quotidiana » ritengo sia stato un serio errore quello del Consiglio dei ministri di aver preso quella posizione di riprovazione dell' opinione liberamente espressa, circa le responsabilità del conflitto coreano, da una parte considerevole della stampa e dell' opinione pubblica del paese. capisco infatti la posizione dell' onorevole Giannini, il quale, quando gli parlo dei più che 1100 sconfinamenti, mi chiede dove ho preso queste frescacce. eh, le ho prese nei documenti dell' Organizzazione delle Nazioni Unite . comunque, capisco la posizione dell' Uomo qualunque , che ricorda di esser stato preso in giro da cinque anni di propaganda fascista di guerra e oggi che sente si ricomincia non ne vorrebbe più saper niente. vorrebbe solo che lo lasciassero in pace! ma la posizione che avete preso voi, in Consiglio dei ministri , significa in primo luogo che avete la coda di paglia , e lo sapete, e cercate d' impressionare facendo la voce grossa . significa in secondo luogo che state cercando, in avvenimenti che si stanno svolgendo in altri emisferi, pretesti per realizzare un piano, che non so se abbiate preparato voi o vi sia stato da altre parti suggerito, di nuova esasperazione della situazione interna del paese. lungi da me l' intenzione di rispondere a questa vostra posizione e ai vostri evidenti e dichiarati propositi con delle smargiassate: non è nel mio, anzi, non è nel nostro stile, soprattutto perché sappiamo due cose, che ci ha insegnato quel genio che si chiamava Lenin. la prima è che quando un gruppo dirigente prepara una guerra o favorisce coloro che la preparano, si sforza in ogni modo di creare intorno ai fatti l' atmosfera del mistero, per poter meglio ingannare i popoli e trascinarli sulla via della loro rovina. la seconda e che quando dei gruppi dirigenti si pongono sulla strada che li deve inevitabilmente trascinare verso l' abisso della guerra, essi, poiché sono al potere, hanno sempre un vantaggio nei confronti di tutte le altre correnti dell' opinione, anche se queste correnti sono molto forti, e anche se hanno ragione, come abbiamo ragione noi, oggi, contro di voi. ricordale quello che avvenne a un uomo che si chiamava Giovanni Giolitti, quando nel 1915 venne cacciato come un cane e per alcuni anni esiliato nell' oscurità e tra le calunnie, per aver sostenuto, contro il Governo di allora, una posizione che appare oggi, nel giudizio storico senza passione, la più vantaggiosa per la borghesia italiana, se non per il popolo. conosciamo queste cose. sappiamo quindi che il primo dovere per noi è quello di chiarire fino alla fine, con pazienza, i fatti; di spiegare, di far comprendere a tutti, anche all' uomo semplice come lei, onorevole Giannini, come sono andate e come vanno le cose, senza trascurare nessun particolare significativo, anche a costo di seccar la gente e sentirci dire che questi particolari non contano, che è meglio lasciarli da parte e venire al fondo del problema. sì, verremo anche, a suo tempo, al fondo del problema. dall' altro canto, nostro compito è di infondere al popolo decisione e volontà illuminata di difendere la propria pace, perché questo vuol dire difendere la esistenza di tutti noi e quel poco di felicità di cui ancora possiamo godere nel nostro paese. bisogna dunque, prima di tutto, spiegare: ed io mi sobbarcherò a questo compito riferendo soltanto dei fatti e sforzandomi inoltre di far sì che la fonte della mia informazione non possa mai essere sospettata di essere quella favorevole alla mia posizione, ma la contraria. e incominciamo dalla prima notizia che abbiamo avuto del conflitto, contenuta in un comunicato di una commissione delle Nazioni Unite che parla di un attacco dal sud contro il nord e solo in un secondo tempo parla di un attacco dal nord contro il sud. è un fatto. non è stato smentito. non lo smentirete nemmeno questa volta. ma, voi dite, se è così, perché i nordisti non si sono fermati di fronte all' intervento della organizzazione internazionale volta a salvare, la pace? la verità è che non si sono fermati perché un intervento delle Nazioni Unite non ci fu. trascuro le questioni di forma che non mi interessano troppo: esse interesseranno il presidente della Commissione degli esteri che potrà dibatterle; la verità è che un intervento delle Nazioni Unite in Estremo Oriente non è pensabile e non esiste se alla decisione relativa non prendono parte gli Stati di quella zona appartenenti al Consiglio di sicurezza . intendo parlare dell' Unione Sovietica e della Cina. orbene, questi due Stati, grazie ai precedenti intrighi e soprusi americani, nel Consiglio di sicurezza non c' erano. il popolo coreano non poteva e non doveva in nessun modo tener conto di decisioni prese nell' assenza di questi due Stati. presentare le decisioni di intervento armato degli USA in Corea, attuato inoltre persino prima che avesse deciso il sedicente « Consiglio di sicurezza » mutilato, come un intervento delle Nazioni Unite , vuol dire raccontare una storiella a cui possono credere coloro per cui le agenzie americane sono non so se il quinto o il sesto angelo, ma non delle persone di buon senso . il solo argomento che voi potete portare e che ha un certo valore di convincimento, e quello che riguarda l' avanzata dell' esercito coreano del nord, le sue vittorie, il fatto che esso non si ferma e continua ancora oggi ad andare avanti. potrei citarvi, come precedenti, ciò che avvenne ai fascisti in Grecia, o agli arabi aggressori di Israele, ma sarebbe forse una risposta, per quanto convincente, esteriore. per spiegare bene il fatto occorre invece approfondire la ricerca. ci occorre parlare un poco, signor presidente , in questa Aula e in quest' ora pomeridiana così infuocata, di quel paese che noi chiamiamo Corea, ma che gli abitanti di quella parte del mondo chiamano Cio Sion, che significa, se i miei ricordi e le mie informazioni sono esatti, « paese del fresco mattutino » . occorre sapere che cosa è avvenuto in quel paese negli ultimi anni, e tanto più credo necessario esporlo non solo per effetto del mio temperamento che mi spinge, anche di fronte all' avversario più fanatico, a cercare sempre se il richiamo ai fatti non serva per lo meno a moderare il suo fanatismo, ma perché, da quello che ho letto sui vostri giornali e udito discorrendo con voi, sono convinto che avete bisogno di questa informazione, che io stesso ho dovuto cercare, e con una certa fatica, e che a voi certo manca. ho letto, per esempio, un articolo dell' onorevole Fanfani, che è più innanzi di lei, onorevole Saragat, per la posizione politica e sociale su cui si colloca, e nel quale vengono posti due problemi, quello della sicurezza sociale e quello della libertà. può darsi, dice Fanfani, che i popoli del nord della Corea avessero raggiunto un più alto grado di sicurezza sociale , ma la libertà? ebbene: il problema fondamentale è invece proprio quello della libertà, della democrazia. l' onorevole presidente del Consiglio dice che nel nord c' è lo Stato-partito, nel sud lo Stato democratico . vorrei pregarla, signor presidente del Consiglio , di chiedere al ministro Sforza di darle un' esatta informazione sulle cose di Corea, prima di lanciare uno slogan come questo, che potrà servire forse alla sua propaganda, ma falsa la realtà delle cose completamente. veniamo quindi a questo « paese del fresco mattutino » . grande paese, fertile paese, popoloso paese: 28 milioni di abitanti, il 23 per cento degli abitanti dell' impero del Mikado nel momento della maggiore estensione ai questo impero. Colonia giapponese, però, onorevole Cifaldi, e non già, paese sul quale — come ella ha detto — si appuntassero « le mire espansionistiche della Russia degli zar » . le dico questo a puro scopo di rettifica. gli zar facevano senza dubbio, in quel periodo di tempo e in quella parte del mondo, una politica di espansione coloniale, ma sta di fatto che la Corea fu colonia giapponese per accordo fra il Giappone e gli USA attorno al 1905. gli USA ebbero il consenso del Giappone alla loro occupazione delle Filippine e dettero il loro consenso alla colonizzazione giapponese della Corea. Colonia fino al 1945, la Corea diventa libera con la dichiarazione di Mosca del dicembre dello stesso anno, ma, in pari tempo, viene divisa provvisoriamente in due. è vero, onorevole Cifaldi, ci sono stati due « liberatori » . questi due liberatori, avevano però due concezioni troppo profondamente divergenti circa il modo in cui bisogna trattare i popoli in questo periodo della storia, anche se erano fino a ieri popoli coloniali; e particolarmente avevano concezioni divergenti circa il modo come bisogna trattare i popoli della Corea. e la cosa risulta da inconfutabili documenti. ho qui, dinanzi a me, il testo del proclama lanciato dal generale sovietico al popolo coreano nell' agosto 1945, quando avviene la separazione delle due parti e si stabilisce a nord il potere militare sovietico e a sud il potere militare americano, e il testo del corrispondente proclama di MacArthur. dice il proclama sovietico: « cittadini di Corea! il vostro paese è diventato libero, ma questa non è che la prima pagina della storia della Corea. come un giardino non diventa fiorente che col lavoro e le cure dell' uomo, così la felicità non verrà che dalla lotta eroica e dal lavoro infaticabile del popolo coreano . cittadini della Corea! ricordatevi che la felicità è nelle vostre mani. avete ricevuto la libertà, ora tutto dipende da voi stessi. l' esercito sovietico ha creato tutte le condizioni perché il popolo coreano possa iniziare un libero lavoro creativo. voi dovete diventare gli artefici della vostra felicità » . non si spaventi troppo dei carri armati , onorevole Spiazzi! ad ogni modo, se apre un qualsiasi trattato di geografia economica, ella apprenderà che nella città di Oyong Yang, capitale della Corea del nord , esiste la più grande fabbrica di artiglieria che vi sia in quella parte del mondo. ve l' hanno costruita i giapponesi. non si spaventi però di questo, onorevole Spiazzi, per carità, non perda la sua calma! ed ecco dall' altra parte il proclama di MacArthur: « sul territorio della Corea che si trova al di sotto del 38° parallelo tutto il potere amministrativo dipende da me. la popolazione deve obbedire senza riserve agli ordini pubblicati con la mia firma. le persone che agiranno contro le truppe di occupazione, che turberanno l' ordine e la tranquillità saranno spietatamente sommesse a castigo severo. la lingua inglese è dichiarata lingua ufficiale » . ecco i due liberatori, onorevole Cifaldi! direi che in questo caso ce n' era veramente uno di troppo . da questi due punti di partenza, si sviluppano due politiche, le quali si urtano e non possono che urtarsi. lungi da me l' intenzione di farvi la storia di questo urto, delle trattative diplomatiche, degli scambi di lettere che ebbero luogo, delle conferenze e così via . risulta, ad ogni modo, riassumendo: un progetto americano di negare per dieci anni la possibilità di esistenza di un governo coreano, stabilendo cinque anni di governo militare e cinque anni di tutela amministrativa ; dall' altro lato il progetto sovietico di passare immediatamente agli accordi coi partiti esistenti nelle due parti della Corea, per la creazione di un Governo democratico popolare. questo in una prima fase, che si chiude con l' accettazione della proposta sovietica. la seconda fase è aperta dalla proposta del signor Lovett (credo che fosse allora uno dei sottosegretari agli Esteri dell' America) di convocare due assemblee, una del nord e una del sud, attraverso consultazioni popolari. naturalmente l' Unione Sovietica rifiuta, perché vuole si convochi una sola assemblea e si crei un solo Governo per tutta la Corea. in pari tempo l' Unione Sovietica propone il ritiro delle truppe dall' inizio del 1945. le questioni vengono lungamente dibattute sino a che il ritiro delle truppe sovietiche ha luogo alla fine del 1948 e quello delle truppe americane sei mesi dopo, se non sbaglio. quale situazione si crea nel frattempo dalle due parti e quale è la situazione attuale? vi è un Governo nel nord; questo Governo, però (e qui dovrò rettificare, onorevole Cifaldi, molte delle cose inesatte da lei riferite) non è stato eletto soltanto nel nord. passato il primo periodo in cui l' amministrazione, nei distretti settentrionali, era affidata ai comitati popolari, il governo del Nord venne eletto su tutta la superficie del territorio coreano. le elezioni di questo Governo hanno avuto luogo il 25 agosto 1945. nei distretti meridionali si cercò di impedire che le elezioni avessero luogo. nonostante ciò, partecipò ad esse, nel nord il 99 per cento , nel sud il 77,52 per cento del corpo elettorale . ella non ha capito. ho parlato dell' affluenza alle urne, non del risultato elettorale. in conseguenza di queste elezioni, l' assemblea popolare democratica, di cui è emanazione il governo coreano del nord, e costituita da 30 rappresentanti dei distretti meridionali e 167 dei distretti settentrionali. questa è la realtà; questi sono i fatti. nel Governo del nord, poi, vi è un egual numero di coreani del nord e di coreani del sud e questo Governo, onorevole De Gasperi , non è affatto il Governo di un solo partito, ma è un governo di coalizione . mi rincresce, anzi, dovervi dare la delusione di comunicarvi che nella Corea del nord non esiste un partito che si chiami partito comunista . spero non vorrete negare almeno in questo campo la mia competenza. il partito comunista coreano ha cessato di chiamarsi tale e di esistere come tale nel 1925, quando si è fuso con alcuni altri partiti per formare un partito del lavoro. governo di coalizione , dunque di cui fanno parte tre partiti principali: questo partito del lavoro, un partito democratico ed un partito detto dei « giovani amici » , che è il più vecchio partito che esista nella Corea, il partito che condusse la lotta contro l' imperialismo giapponese fin dal 1905. ma vediamo ora che cosa ha fatto questo Governo del nord che possa permetterci di chiamarlo democratico. davvero non comprendo perché non vi sia interesse a discutere codeste questioni con calma, ascoltando gli uni e gli altri, serenamente, i reciproci argomenti e la reciproca documentazione. deve ancora parlare l' onorevole presidente del Consiglio . perché volete arroventare l' atmosfera in questo modo: perch' egli abbia a subirne le conseguenze? e poi credete che la cosa sia di così poca importanza e che le nostre posizioni possano perdere di valore se cercate di travolgerle attraverso le vostre interruzioni non sempre acute? non credo! che cosa ha fatto dunque il governo coreano del nord? state tranquilli: per prima cosa ha fatto una riforma agraria ; cioè ha dato ai contadini senza terra e con poca terra un milione di ettari di terreno, i quali appartenevano alla grande proprietà giapponese, ai feudali e ai fascisti che avevano appoggiato i giapponesi. questo ha avuto come conseguenza un aumento del raccolto del grano, che da 100 che era nel 1944 è passato nel 1948 a 129,6, e nel 1949 a 129,8, e la ricostruzione in due anni del 18 per cento delle case contadine. poi è stata nazionalizzata l' industria; sono state nazionalizzate le ferrovie, le telecomunicazioni, le banche. è stata introdotta la giornata di 8 ore per gli operai, di 7 ore per i lavori pesanti, di 5 ore per gli inferiori ai 15 anni. è stata stabilita l' uguaglianza di diritto fra gli uomini e le donne, e nell' assemblea siedono circa 70 donne. cose molto gravi, come vedete! qui da noi, a ogni dibattito di questioni economiche, a ogni voltar di pagina di giornale, siamo condannati ancora una volta a incontrare il liberale rinsecchito che ci dice che, dove si nazionalizza e cioè si distrugge il padrone, la produzione se ne va a sfascio, perché non c' è più la molla famosa dell' interesse individuale che hanno inventato i loro teorici e senza cui l' economia dovrebbe precipitare. ebbene, anche in questo paese, dopo che l' industria è stata nazionalizzata e pianificata, la produzione industriale , che nel 1946 era a 100, nel 1947 è salita a 189, nel 1948 a 263, nel 1940 a 371. ogni settimana potete leggere notizie di nuove fabbriche che vengono aperte in questa parte della Corea. la meccanica, l' industria cioè che si è rivelata in tutto il mondo la più difficile a mantenersi in vita in questo dopoguerra, perché aveva avuto dappertutto un grande sviluppo in gran parte fondato sull' economia di guerra, nel 1944 era a 100, oggi è a 147. l' industria leggera è aumentata del 52 per cento . alcuni altri dati — e ho finito per ciò che riguarda il nord — di carattere sociale, che riguardano l' istruzione. le scuole elementari sono salite da 100 a 180 fra il 1944 e il 1949; le scuole secondarie sono aumentate di venti volte e di ventitré volte il numero dei loro allievi; sono state fondate, là dove non esisteva nessun istituto di istruzione superiore, 15 università, di cui una nella capitale. questo è un quadro, onorevole Saragat, che non credo sia di degradazione sociale; anzi, è di liberazione e di progresso. non di allegria, collega poco intelligente, perché ciò costa fatica al popolo, costa lavoro, sforzo, sacrificio. e quando il popolo ha creato tutto questo, ha diritto di difenderlo con tutti i mezzi contro la barbarie dell' imperialismo. orbene, di chi è la colpa se questo progresso è avvenuto nella zona che era occupata e controllata da quel generale sovietico che lanciò il proclama che poco fa vi ho letto? di chi la colpa, se dall' altra parte, sotto la ferula coloniale di MacArthur, è avvenuto tutto il contrario, ciò che, del resto, l' onorevole Sforza ha avuto l' onestà di riconoscere nella Commissione degli esteri del Senato? il sud della Corea è il regno dello sfacelo, della corruzione, della degradazione economica, del terrore politico. la produzione di acciaio del sud, che era di 75 mila tonnellate nel 1944: è oggi ridotta a zero . le fabbriche si sono chiuse l' una dopo l' altra, grazie ai benefici dell' economia liberale, o di un piano Sinigaglia, o di un Piano Marshall , che obbliga l' economia meridionale coreana a vivere come appendice dell' economia giapponese che gli americani stanno restaurando nel loro interesse e per fare del Giappone una base del loro imperialismo. fatto sta che nel sud non è stato tolto un pollice di terra ai grandi proprietari fondiari giapponesi; sussiste la vecchia proprietà fondiaria coloniale e colonialista, e gli agenti più abominevoli e più odiati dell' imperialismo giapponese — l' onorevole Sforza anche questo onestamente ha riconosciuto alla Commissione degli esteri del Senato — coloro che erano a capo della polizia e della amministrazione giapponese sono diventati il sostegno dell' amministrazione militare e civile americana e sudista. ma in questa parte meridionale condotta dagli americani alla rovina economica, si può almeno parlare, onorevole Fanfani, di libertà? vediamo. le elezioni in questa parte della Corea hanno avuto luogo il 10 maggio 1948. per il modo come si svolgono, senza che vi fosse libertà per tutti i partiti, non sono riconosciute valide né dall' Unione Sovietica , né dalla parte settentrionale. ma il gruppo che era stato messo dagli americani a capo dell' amministrazione, e cioè il gruppo di Sigman Ri , il più reazionario dei partiti coreani, non riuscì ad avere una situazione di dominio nell' assemblea eletta, dove rimase in minoranza. da quel momento si inizia un processo lento, profondo, continuo di disgregazione del campo americano, perché i partiti che avevano accettato di entrare nell' assemblea, ad uno ad uno, dichiarano che non accettano il regime di Sigman Ri , fino a che si giunge al giugno 1949, quando 71 gruppi politici proclamano apertamente che a questo regime preferiscono la unificazione del paese, e chiedono l' inizio di trattative con la Corea del nord per condurre a termine questa unificazione. come la situazione viene dominata dagli americani e dal loro Sigman Ri ? col terrore! non voglio tediarvi con la lettura di ritagli di giornali americani, i quali danno un quadro terrificante della situazione coreana del sud: decine di migliaia di arresti, centinaia e migliaia di barbare uccisioni di militanti sindacali e politici. l' onorevole Di Vittorio , che è presidente della federazione sindacale mondiale, credo possieda in merito un' ampia documentazione, e spero ve ne renderà edotti, se potrà ancora intervenire in questo dibattito. io voglio ricordare solo alcuni fatti, di quelli che veramente gridano vendetta avanti alle coscienza degli uomini. uno di essi è l' assassinio del deputato Kim Koo , capo del partito indipendentista coreano, un partito di destra ma che era per l' unità della Corea e contro il regime di MacArthur e di Sigman Ri . come è stato assassinato? come Matteotti. onorevole Matteo Matteotti, onorevole Treves, voi che avete parlato su questo tema, perché non avete tenuto conto di un fatto come questo, che al vostro cuore, se non alla vostra intelligenza, doveva pur dire qualcosa? ma il fatto più atroce è avvenuto in una delle province meridionali, e vi ripeto che tutte le mie informazioni in proposito vengono da fonte americana o delle Nazioni Unite , nessuna da fonte sovietica. il fatto è accaduto nella provincia di Mock-Po, dove i partiti indipendenti, non soggetti a Sigman Ri , erano i più forti. allora si procedette all' assassinio di un certo numero di dirigenti politici. senza processo: presi nelle case e assassinati. quindi venne organizzata quella che si volle chiamare la « distribuzione della carne umana » . che cosa fu questa distribuzione della carne umana? poiché in questa regione vi erano dei liberali, onorevole Cifaldi, dicono gli americani, di stampo europeo, che però non erano d' accordo che la Corea del sud venisse governata in quel modo e che si volevano far tacere, i cadaveri degli assassinati vennero tagliati a pezzi e un pezzo di carne umana venne collocato sulla porta di casa di ciascuno dei rappresentanti dei partiti liberali e indipendenti della zona, affinché fossero avvertiti che anche per loro quella sarebbe stata la fine, se avessero continuato ad avversare il Governo. ecco il regime democratico, per cui De Gasperi si commuove! ecco la libertà per cui si dichiara l' onorevole Fanfani! no, queste sono infamie! noi non possiamo sentire che ribrezzo e abominio di fronte a fatti simili. ma, quando questo episodio fu discusso nell' assemblea coreana del sud, ecco la dichiarazione che venne fatta dal capo di quel Governo: « perché parlare di questo caso della distribuzione della carne umana senza chiedere prima che razza di gente erano gli uccisi? ma voi non sapete che razza di gente erano gli uccisi? erano i comunisti più pericolosi » ! questo è dunque il regime col quale noi italiani dovremmo sentirci solidali, per una dichiarazione di solidarietà fatta da un Governo di irresponsabili, che sanno queste cose o, se non le sanno, hanno però il dovere di saperle? onorevole Sforza, queste cose ella non le ignora, ed io lo so. tuttavia, voi volete trascinare il nostro popolo a una solidarietà con simili orrori! si comprende come un Governo siffatto non potesse reggere. ed ecco, arriviamo alle ultime elezioni che ebbero luogo nei distretti meridionali nel giugno 19.30, circa un mese fa. in queste elezioni il Governo di Sigman Ri fu decisamente sconfitto. fu eletta una infima minoranza dei suoi partigiani. il partito governativo perdette 38 dei mandati che aveva, riducendosi ad avere 31 mandati su 200 rappresentanti circa. la maggioranza passò ai gruppi indipendenti antigovernativi, che da 128 aumentarono i loro seggi a 171. e potete immaginarvi in quale regime di terrore scatenato le elezioni ebbero luogo, con decine di migliaia di cittadini in prigione, con la polizia giapponese scatenata a uccidere, a incendiare i villaggi. battuto nelle elezioni, che fece il Governo? fece occupare dalla polizia la sede dell' assemblea e sopprimere tutti i giornali che non gli erano favorevoli. i comunisti, come ben s' intende, non erano autorizzati, secondo i principi della « democrazia » americana, a partecipare alle elezioni. ciò nonostante fu eletto un certo numero di comunisti. furono arrestati e contro di essi fu iniziato processo. e poiché siamo ai processi, e sempre per chiarire il carattere liberale di questo Governo che gode le simpatie del nostro, ecco le imputazioni che furono fatte, secondo l' atto di accusa , a un gruppo di deputati di opposizione arrestati poco prima delle elezioni: 1°) aver firmato una petizione alle Nazioni Unite domandando il richiamo delle truppe russe e americane, compresi gli istruttori militari; 2°) avere tentato di rovesciare il gabinetto (onorevole Viola, questo riguarda lei!) accusando i membri di esso di malversazioni; 3°) aver combattuto davanti all' assemblea il progetto di bilancio; 4°) essersi opposti (udite! udite!) alla invasione della Repubblica popolare della Corea del nord da parte delle forze proamericane della Corea del sud ; e aver reclamato la revisione della Costituzione. condanna: da uno a dieci anni, per violazione della sicurezza dello Stato. credo che voi cominciate a comprendere, sulla base di questi fatti, quale sia la vera situazione in Corea — una situazione che auguro all' umanità debba essere cancellata per sempre — e chi sia stato, di fatto, l' aggressore. ma come va che questo Governo meridionale — questo è stato l' argomento dell' onorevole Cifaldi — così debole, decomposto, privo di base popolare, ha potuto organizzare un' aggressione; e come va che i governanti e il popolo del nord, attaccati, possono passare al contrattacco e possono vincere? una volta i liberali o non ponevano queste domande, o se le ponevano, sapevano quale risposta dare. sapevano riconoscere i tiranni. sapevano che cosa vale la libertà, sapevano che cosa vale la volontà di un popolo di essere libero! ma alcune informazioni occorre aggiungere, circa la questione della guerra, per coloro che ancora non credessero che i distributori di carne umana del sud sono anche stati, consapevolmente, gli aggressori. l' incitamento alla guerra contro la Corea del nord , all' invasione della Corea del nord , lo si trova anno per anno, mese per mese e sino all' ultimo giorno, nelle dichiarazioni ufficiali dei capi del governo della Corea meridionale. mi limito quindi alle citazioni di fatto. dichiarazione di Ciang Tai Tsang , ministro degli Esteri della Corea meridionale, in una conferenza stampa del 18 dicembre 1948: « il signor Ciang Tai Tsang ha tenuto stamani una conferenza stampa , nel corso della quale ha minacciato di rovesciare il regime comunista della Corea del nord con la forza delle baionette, per recuperare i territori irredenti e punire i traditori che vi si trovano. sottolineando che le Nazioni Unite hanno riconosciuto il governo della Corea del sud come il solo Governo legale della Corea, il ministro ha dichiarato: « la Corea del nord ci appartiene, non appena possibile manderemo le nostre truppe alla sua conquista, se una soluzione pacifica si renda impossibile; non tratteremo mai col regime della Corea del nord , in quanto Governo e autorità legale; i dirigenti della Corea del nord saranno giudicati come cospiratori contro la sicurezza dello Stato. il ministro ha aggiunto che la espressione « unificazione del nord col sud » sarà ormai sostituita nel vocabolario ufficiale dai termini « riconquista dei territori irredenti » . andiamo avanti. dichiarazione del 10 novembre 1949 del ministro della guerra Sin Se Mo della Corea meridionale: « il mio esercito è pronto ad attaccare la Corea settentrionale » . e il giornalista americano aggiunge: « aspetta soltanto gli ordini di Washington » . maggio 1950, vigilia delle elezioni. dichiarazione di Sigman Ri , fatta da bordo della nave da guerra americana San Paolo : « siamo abbastanza forti per raggiungere Pyong Yang , la capitale del nord, e impadronircene in pochi giorni » . dichiarazione questa suffragata da altra del generale americano Roberts, già citata in quest' Aula, che dice: « l' unica cosa di cui ora ha bisogno l' esercito coreano del sud è di un attacco su vasta scala » . ecco una precisazione di fonte del tutto imparziale, la Neue Zürcher Zeitung , del 20 giugno: « non mancano nella Corea del sud coloro che vedono in un attacco militare contro il nord una soluzione dei problemi che pesano gravemente sul paese » . sei giorni dopo, il signor Sullivan sul New York Times « tutti i propositi di guerra emanano dai leaders sudcoreani » . ma a che accumulare le attestazioni di giornalisti? Sigman Ri dichiara il 10 marzo 1950 alla sua assemblea: « il grido dei nostri fratelli bisognosi di aiuto non può essere ignorato. a questo grido noi risponderemo » . e aggiunge, rivolto agli americani: « abbiamo bisogno, e continueremo a cercare di avere, gli aeroplani, le navi, i tanks, l' artiglieria pesante, che la nostra situazione esige » . ma, più grave di tutto, decisiva, schiacciante, la dichiarazione fatta da Sigman Ri pochi giorni prima dell' aggressione, il 19, giugno, al momento della visita di Foster Dulles , e precisamente quando questi venne ricevuto nella assemblea coreana meridionale: « se non possiamo proteggere la democrazia (e abbiamo visto di che democrazia si tratti » con la guerra fredda — dice il bandito coreano, alla presenza e col consenso del bandito americano — noi vinceremo con la guerra calda! » . e adesso andate a cercare, se ancora ne avete bisogno, chi è stato l' aggressore! che cosa opposero, a queste provocazioni forsennate, i dirigenti del Governo popolare? opposero, l' 8 giugno di quest' anno, una dichiarazione, anzi un appello per l' unificazione pacifica del sud e del nord, rivolto a tutti i partiti politici democratici, a tutte le organizzazioni sociali, al popolo intiero, e contenenti cinque punti principali: 1°) proposta che le due assemblee si incontrino, si uniscano e che dalla loro fusione esca una assemblea unica popolare, sovrana per tutto il paese; 2°) che questa Assemblea faccia una nuova Costituzione; 3°) che in seguito abbiano luogo nuove elezioni; 4°) che siano garantite in tutto il paese e a tutti la libertà di parola, di stampa di riunione, di manifestazione; che siano revocati i decreti di scioglimento di qualsiasi partito e liberati i prigionieri politici ; 5°) che esercito e la polizia delle due parti del paese siano unificati. e avvenuto allora un episodio che direi grottesco, se non fosse tragico. vi era in Corea una commissione dell' Onu, a cui venne pure rivolto questo appello, tra l' altro perché si proponeva che essa abbandonasse il paese. attraverso comunicazioni radio la commissione si disse disposta a riceverlo dalle mani di una delegazione della Corea del nord : vennero quindi inviati tre messi, tre deputati della Corea del nord , che si presentarono alla frontiera dove doveva accoglierli la commissione delle Nazioni Unite . quando si presentarono venne aperto il fuoco delle mitragliatrici, vennero catturati e mandati immediatamente a una Corte marziale . la fine che hanno fatto non la sappiamo, perché la cosa è avvenuta pochi giorni prima dell' apertura delle ostilità. onorevoli colleghi , dopo questa documentazione volete che io ancora discuta chi è l' aggredito e chi è l' aggressore? messo v' ho innanzi.... andate avanti da soli, abbiate coraggio. è evidente che siamo di fronte ad una avventura reazionaria, la più abominevole in cui potesse venir gettato un popolo che vuole essere libero. questa avventura, però, è stata organizzata dagli imperialisti americani; e non solo perché sta loro a cuore la Corea, che vorrebbero ridurre a loro colonia, ma perché pensavano giunto il momento di cominciare a passare dalla guerra fredda alla guerra calda. questa è la realtà, e di qui deriva il giudizio che si deve dare della vostra posizione e della enormità di essa, posizione inammissibile, contro la quale si ribella la nostra coscienza di uomini e di cittadini. le vostre decisioni di solidarietà con l' aggressione americana sono contrarie al sentimento e alla tradizione storica nazionale degli italiani. il nostro animo di uomini liberi, di uomini che hanno dato tutta la loro esistenza per restaurare in questo paese la libertà, oggi è e deve essere con il popolo della Corea che lotta per respingere l' aggressione americana, conquistare la sua unità e la sua indipendenza. noi siamo solidali con questo popolo. noi auguriamo che esso vinca. la sua vittoria sarà una tappa importante nel progresso dei popoli. non può un italiano, il quale abbia senso di libertà, di democrazia e di umanità augurarsi altra cosa se non che le infami marionette del Governo sudista, che per servire un imperialismo straniero hanno diviso e insanguinato il loro paese, siano spazzate via. e, se vi sono soldati e marinai americani condannati a pagare con la loro vita l' insipienza e la scelleratezza dei loro governanti, noi auguriamo al popolo americano che questo serva ad aprirgli gli occhi, che questo spinga il popolo degli USA, le madri e le spose di quei soldati a dire e fare ciò che è necessario per fermare le mani a quei forsennati governanti degli USA che vanno spargendo scintille di guerra in tutto il mondo con la pazzesca speranza che da un crollo della pace e da una guerra mondiale di sterminio possa uscire la sanzione del loro dominio sul mondo intiero. ma le vostre decisioni sono contrarie anche agli interessi degli italiani. comprendo che il fanatismo anticomunista vi accechi, vi impedisca di sentire e giudicare in termini di libertà, ma il nostro interesse materiale è contrario alla aggressione americana e a ogni solidarietà con essa. l' invio di armi e di soldati per sostenere le abominevoli marionette sudiste è stato accompagnato, e voi non lo potete ignorare, dalla dichiarazione di intervento americano a Formosa, e quindi contro la Cina, di intervento di forze anche esse americane nell' Indocina, dall' annuncio di una lotta più accentuata contro il popolo delle Filippine e contro tutti i popoli dell' Estremo Oriente . le decisioni americane hanno, dunque, posto il problema con tutta chiarezza. non si può restare nell' equivoco. si tratta di una dichiarazione di guerra al movimento di liberazione dei popoli di quella parte del mondo. ma non sapete che questo movimento e uno dei più grandi, forse il più grande fatto nuovo di questo secondo dopoguerra? il primo dopoguerra ha dato al progresso umano la grande, storica vittoria della rivoluzione socialista in Russia. coloro che non s' accorsero della decisiva importanza di questa vittoria — lo riconobbe altre volte lo stesso nostro ministro degli Esteri — che vollero disconoscerla e cercarono di spingere indietro la ruota della storia furono travolti, e malamente travolti. i più gravi errori di politica internazionale vennero commessi da coloro che pensavano si potesse sopprimere la vittoria dell' ottobre. ma oggi sta di fronte a noi un fatto di portata analoga: la vittoria del popolo cinese che, spezzando le sue catene secolari e trionfando, ha rianimato la lotta di liberazione di tutti i popoli dell' Asia, dalla Corea alle Filippine, all' Indocina, alla Malesia, all' Indonesia, all' India, e più in là. questo è un fatto di tale portata che l' uomo politico ragionevole dovrebbe saperne tener conto. voi non avete il diritto di mettere il popolo italiano dalla parte di coloro che in un ultimo disperato e vano sforzo cercano di fare ostacolo alla emancipazione di questi popoli dalla servitù coloniale. non avete il diritto di farlo, per motivi ideali e per ragioni di interesse immediato. il nostro industriale ha bisogno di vendere il suo fiocco di seta sui mercati della Cina. abbiamo bisogno di vendere in quella parte del mondo i nostri cuscinetti a sfera, i nostri motori, i nostri telai, le nostre barche da pesca, le nostre navi. abbiamo bisogno di commerciare ampiamente con quei popoli e con quei paesi. per questo non possiamo e non dobbiamo presentarci come coloro i quali, dopo essersi già una volta scottate le mani nel pazzo tentativo di spingersi sulla via dell' imperialismo, oggi si mettono ancora una volta per questa strada. dobbiamo presentarci come coloro che sono al di fuori di quell' obbrobrio che è l' intervento armato dell' imperialismo contro i popoli che gli si ribellano e vogliono essere liberi. voi ci legate proprio in questo momento alla più reazionaria delle manifestazioni di un imperialismo, quello americano, che se fino a ieri aveva avuto l' accortezza di non far proprie certe forme di colonialismo, oggi ha perduto la testa, e mobilita contro di sé centinaia e centinaia di migliaia di uomini dell' Asia, cosicché oggi non vi è un uomo di origine asiatica che, pensando alle gesta di MacArthur in Corea, non senta disprezzo e odio per l' invasore dalla pelle bianca. ho sentito alcuni di voi protestare, ieri, perché questo risveglio dei popoli orientali minaccerebbe la nostra civiltà. ma è vero il contrario! si tratta, sì, di popoli nuovi che avanzano, conquistano la coscienza di sé e della loro funzione nel mondo: questi popoli si muovono però sulla grande linea di sviluppo del pensiero e dell' azione della civiltà moderna occidentale, che va dalla rivendicazione di libertà e indipendenza nazionale alla richiesta di emancipazione sociale dei lavoratori. di riforma agraria , di nazionalizzazione dell' industria, di pianificazione economica ci parlano i coreani. ma questo è il nostro stesso pensiero; questa è la punta più avanzata che abbia raggiunto lo sviluppo del pensiero sociale dell' Occidente e noi dobbiamo, se mai, essere lieti che laggiù vi siano popoli capaci di attuare le trasformazioni oggi mature nel mondo intiero, e che il nostro pensiero più avanzato ha studiato e previsto. in questa lotta grandiosa voi vorreste legare il nostro paese all' edificio cadente dei o più odiosi privilegi, delle più abominevoli ingiustizie? voi commettete un errore grave, di cui auguro che il popolo italiano non debba subire le conseguenze. onorevole Sforza, avevo creduto che ella avesse fatto attenzione alle cose che ho detto: mi rincresce di essermi ingannato. ma, oltre a questa grave lesione del nostro sentimento e del nostro interesse nazionale , la decisione di solidarietà con l' imperialismo americano che voi avete preso può essere grave di conseguenze ancora più serie. la realtà è che il mondo che voi chiamate occidentale, cioè questo residuo di paesi dell' Europa occidentale governati da gruppi capitalistici immersi oggi nel più profondo smarrimento, non si è mai trovato come in questi giorni in una crisi così profonda: crisi di confusione, di perdita di fiducia, di mancanza di prospettive. non vi è alcuna concordia in questo mondo, non vi è alcuna sicurezza del domani. se non vi è ancora una lotta di tutti contro tutti, vi è certamente una generale diffidenza di tutti verso tutti e verso tutto, e una diffusa paura. vedete il Belgio, lacerato da una lotta che contrappone la metà all' altra metà del paese in modo irreconciliabile; vedete la Francia, che non riesce a darsi un Governo da un mese; vedete l' Inghilterra, profondamente perplessa di fronte all' iniziativa brutale dell' America in Estremo Oriente , che la risospinge su quella via di un colonialismo sfacciato da cui essa aveva faticosamente lentamente, tra mille esitazioni tentato di staccarsi col riconoscimento della Cina popolare. vedete la Germania occidentale , dove noi abbiamo, sì, una rinascita economica, ma in pari tempo la rinascita di elementi politico aggressivi, gli stessi che sostennero ieri lo hitlerismo e che oggi sono in agguato ancora ma volta, pronti al nuovo attacco. procuratevi il rapporto presentato dal signor Mac Carren , senatore americano dello Stato del Nevada, alla commissione che doveva approvare i fondi Marshall per quest' anno! leggete in quel rapporto il giudizio che egli dà dell' Italia, come di paese in degradazione economica e sull' orlo di una catastrofe. la colpa, naturalmente, egli la dà ai comunisti ed è per emanciparsi dai comunisti che egli indica come 300 mila dollari siano stati versati per organizzare la scissione dei sindacati confederali . ma, alla fine, il senatore, che non deve essere uno sciocco e vuole spender bene i suoi soldi, si chiede se questo sistema agisca in modo sodisfacente. nelle condizioni attuali pensa di sì; ma dopo la partenza della DCE, cioè degli americani, la situazione, dice, sarà disperata! « gli uomini che fanno penetrare il modo di vita occidentale — cioè americano, egli narra — devono superare difficoltà più gravi dei comunisti poiché essi devono dire la verità. essi promettono soltanto dei piccoli cambiamenti: non possono promettere agli operai la proprietà delle fabbriche, né la terra agli operai agricoli; non possono promettere la proprietà della casa e l' aumento del salario; l' unica cosa che possono fare è di parlare dell' operaio americano, della sua casa, della radio, della cucina moderna, dell' automobile che l' operaio americano ha guadagnato in un paese capitalistico. queste parole suonano in maniera abbastanza convincente per un operaio che ammira tutto quello che è americano; ma quando questo racconto è finito, egli si guarda attorno e vede la miseria secolare, ricorda il suo misero salario, si trova nel povero ambiente della sua casa e non vede nessuna speranza in cambiamenti che possano prodursi durante la sua vita. spiegare l' organizzazione americana dei sindacati e della vita è come insegnare loro a guidare una costosa automobile quando essi non possono nemmeno permettersi di comperare una bicicletta. nella misura in cui ci avviciniamo al 1952 e alla fine della organizzazione che fornisce i dollari, sorge il problema di una nuova crisi in Italia. quella sarà l' ora della resa dei conti . quando le officine cominceranno a licenziare in massa, quando la massa dei disoccupati aumenterà ancora di più, quando la produzione si ridurrà e comincerà l' inflazione, allora la protesta degli operai acquisterà una forza spaventosa. nessuno sa quello che avverrà, ma molta gente attende di nascondersi quando le cose arriveranno a questo punto (come conosce i nostri capitalisti questo senatore!). le considerazioni che si possono fare sull' Italia sono molto semplici e fosche: la crisi è permanente e anche la minaccia del rivolgimento comunista permane. ciò non significa che tutti i 26 milioni di elettori possano volgersi al comunismo, ma ad ogni rafforzamento della miseria il numero di tali uomini può raggiungere il 40 per cento , costituire 10 milioni e 400 mila elettori (chissà perché 400 mila?). un tal numero di voti a favore dei comunisti (questa e la umanitaria conclusione!) può mettere in azione il patto atlantico , e questo ci ricorda il ronzio dei bombardieri in volo » . questo è il giudizio che danno del nostro paese e di noi gli americani, questo è il destino che essi ci vorrebbero preparare! in Russia non ci sono senatori. ad ogni modo, circa le condizioni di vita dei nostri operai, credo che la stampa russa dica su per giù le stesse cose che dice questo senatore americano. la stampa russa, poi, è anche d' accordo nel dire che gli americani cercano di dominare l' Italia con la minaccia dei loro bombardieri. ma poiché, nella esposizione di questo senatore americano, è al centro la questione del comunismo cui anch' ella ha dedicato il suo intervento: mi permetta di farle la osservazione fondamentale. se noi in Italia fossimo diecimila, se avessimo in Parlamento due o dieci rappresentanti, comprenderei che si potesse trattare di noi a quel modo. ma proprio perché oggi, quando si parla di comunismo e di comunisti, si ha davanti a sé una forza politica e sociale che è ormai imponente e quasi decisiva in Italia, in Francia e in tutto il resto del mondo, come si fa a tessere tutta una argomentazione, come ella ha fatto, sul puro e semplice presupposto che questa forza non esista più? questo non è un ragionare da uomini politici , ma, se mai, da bambini, o da gente che sogni l' impossibile. il movimento comunista, qui da noi come nel mondo intiero, sorge dalla esperienza e dalla coscienza delle masse lavoratrici . tenetene conto; ma non avete scoperto proprio nulla dicendo che il mondo sarebbe diverso se i comunisti non ci fossero! ma chiudiamo la parentesi. il fatto più grave, che la crisi coreana ci costringe a porre al centro dell' attenzione di tutti, è che la politica americana moltiplica i pericoli di guerra, non soltanto nella parte orientale del nostro emisfero, ma anche qui! l' onorevole Saragat ha detto o scritto che in Corea quel o che ci sarebbe dovuto essere per evitare la guerra, era l' esistenza di un patto atlantico anche per quella parte dell' universo. non so se, dopo aver ascoltato la documentazione che ho presentato, continuerà a essere di questa opinione; vorrei però cercar di sostituire alla sua posizione, che mi sembra essere estranea e contraria alla realtà, qualcosa di concreto, di serio, di vero. io sono abituato, da materialista, a ragionare di queste questioni, prima di tutto, sulla base dei dati geografici. ora, l' Estremo Oriente è un paese in cui ci sono quei determinati continenti, popoli e Stati, e non di più, e non altri. dal fondo del Pacifico non sono ancora emersi, né a lei riuscirà di far emergere, per la comodità della sua politica, Stati e continenti nuovi, abitati da popolazioni aggressive contro le popolazioni della Cina, della Corea, del Giappone, delle Filippine. gli Stati dell' Estremo Oriente asiatico sono, prima di tutto, l' Unione Sovietica e la Cina. gli Stati dell' Asia orientale sono, oltre la Russia e la Cina, l' Indocina, l' Indonesia, la Malesia, le Filippine, l' India; se vuole che arriviamo lì. un patto fra, questi Stati per che cosa? la Russia e la Cina hanno ben stretto un patto, ma non certo per togliere la libertà alla Corea o per sostenere il brigante Sigman Ri . se gli Stati asiatici faranno un patto, questo sarà un patto per garantire a tutti i paesi di quella parte del mondo l' indipendenza e la libertà. ma qui ci troviamo di fronte a un' altra cosa, ci troviamo di fronte a un intervento che viene dall' esterno, non dall' Asia, ma dall' America. in questo intervento non c' è niente di pacifico, ma vi è unicamente la sostanza di un' aggressione allo scopo di affermare che anche in quella parte del mondo deve prevalere il « modo di vita americano » , cioè vi devono essere basi economiche e militari americane, ed è l' imperialismo americano che deve comandare. questa, e non altra, e la sostanza del patto atlantico e della politica atlantica. ma questa sarebbe una politica che può garantire la pace? questa è una politica che può soltanto portare alla guerra! e in verità, come là in Estremo Oriente , così qui in Occidente, il famoso sistema di sicurezza degli USA, che in realtà è un sistema di espansione brutale dell' influenza e del potere dell' imperialismo americano in tutto il mondo, non può non accumulare i motivi di guerra, non può non rinfocolare tutte quelle cause di guerra che potevano essere spente attraverso gli accordi fra i popoli, attraverso collaborazioni, trattative, compromessi. ed ecco perché i motivi di guerra stanno aumentando in modo che veramente fa paura. ella ha detto, onorevole Saragat, che non è vero che la guerra sia inevitabile per dei marxisti. se crede, se ha tempo, le manderò copia del mio rapporto al 70 congresso della Internazionale comunista , nel quale si sviluppa precisamente la tesi che non è vero che la guerra sia inevitabile, che la guerra può essere evitata, perché se vi sono forze nel mondo imperialista e capitalista che spingono alla guerra vi sono pure forze che possono salvare la pace, purché sappiano organizzarsi, unirsi, resistere. questo è il compito che noi abbiamo cercato di assolvere alla vigilia della seconda guerra mondiale ; questo è il compito che cerchiamo di assolvere ora. sentiamo però che dopo questi fatti di Corea la situazione è più seria, più grave di quanto non fosse prima. a coloro che ci chiedono se riteniamo che la terza guerra mondiale sia già cominciata, o che sia già cominciato quel processo di incidenti che ci dovrebbe portare alla guerra dichiarata nel mondo intiero, noi rispondiamo pacatamente di no. non lo crediamo, e non lo crediamo principalmente perché sappiamo che vi è nel mondo una grande potenza, la Unione Sovietica , la quale è una potenza pacifica, diretta da uomini di coscienza socialista, da uomini i quali sanno che uno Stato socialista non fa la guerra mai, a meno che non sia attaccato, i quali non perdono la calma di fronte alle provocazioni e alle aggressioni da qualunque parte esse vengano, ma agiscono con piena coscienza delle loro responsabilità. questa è oggi la più grande garanzia di pace. questo è il baluardo della pace. se non fosse così, non potremmo rispondere di no a coloro che ci chiedono se la guerra mondiale sia già incominciata. ma sì, anche per la Polonia del 1939. guai se i sovietici non avessero occupato quel pezzo di Polonia in sfacelo nel 1939, onorevole Saragat. guai! quel pezzo di Polonia sarebbe stato non dei polacchi ma di Hitler, e l' attacco hitleriano contro la Russia nel 1941 sarebbe partito da 200 chilometri più avanti. in quel caso forse ella, onorevole Spiazzi, e i suoi commilitoni purtroppo non avrebbero dovuto lasciare in quel modo il loro scudo su quei campi di battaglia; ma l' umanità ne ha ricavato un vantaggio positivo, cosa che del resto è riconosciuta oggi da tutti coloro che si occupano di politica e di storia a scopo di studio e non a scopo di propaganda menzognera. la politica di espansione dell' imperialismo americano crea, invece, ovunque i motivi di guerra, moltiplica le provocazioni ad ogni passo. testé abbiamo persino sentito la protesta americana perché tra i tedeschi della Germania orientale e i polacchi si è concluso un accordo di riconoscimento della frontiera tedesca là dove è ora. ora, la frontiera della Germania alla linea attuale venne stabilita d' accordo dai rappresentanti degli USA, dell' Inghilterra, della Russia e di tutte le grandi potenze. si può giudicare come si vuole questo spostamento della frontiera del germanesimo di 200 chilometri circa a ovest di quella che era prima della seconda guerra mondiale . Hitler ha fatto quello che ha fatto, e purtroppo alle volte i popoli pagano per i loro governanti. chi ha subito l' attacco hitleriano da quella parte, cioè i polacchi e i russi, non potevano non chiedere una garanzia come questa. la cosa più grave è però di mantenere aperta questa questione anche quando si vede una parte del popolo tedesco disposto a chiuderla, e sapendo che mantenerla aperta vuol dire puntare su una guerra. ma non abbiamo sentito, da parte dei rappresentanti dell' imperialismo americano, mantenere aperta persino la questione dei Sudeti, protestando per l' accordo tra la Repubblica cecoslovacca e la Repubblica democratica tedesca orientale, che chiude anche questa questione per sempre? siamo dunque già tornati a Monaco; siamo tornati all' offa dei Sudeti offerta ai tedeschi per cercare di scatenarli in una nuova guerra contro l' Oriente. e potrei moltiplicare gli esempi, i quali dimostrano tutti come l' imperialismo americano crei in ogni zona un pericolo di guerra, e ovunque soffi sul fuoco. dobbiamo saperlo e dobbiamo far fronte a questo pericolo, che di giorno in giorno si fa più grave. mi hanno detto che alla Commissione degli esteri del Senato vi è stato un momento drammatico quando il senatore Merzagora, rivolgendosi al nostro compagno Scoccimarro, con tono appassionato e patetico, ma non inamichevole, lo ha richiesto di dire che cosa ci proponiamo di fare e che cosa faremo noi domani. a questa domanda abbiamo già risposto molte volte e rispondiamo ogni giorno, spiegando ciò che facciamo, quale è il nostro obiettivo, per che cosa combattiamo. ma vorrei ritorcere la domanda, ponendo così la vera questione del giorno d' oggi. i gruppi dirigenti borghesi di questi paesi dell' Europa occidentale vedono o non vedono che è giunto il momento di cambiare strada? vedono o non vedono che matura dappertutto, dalla Francia all' Inghilterra, dal Belgio all' Italia, una situazione in cui è necessario, per la salvezza stessa dell' umanità, che sorgano dal seno dei vecchi ceti che oggi posseggono i beni della terra e dirigono la produzione, gruppi nuovi, capaci di fare una politica diversa, e questo anche prima che classi diverse siano riuscite a prendere il potere per via rivoluzionaria? l' onorevole Saragat ci dice che vi è una « contaminazione » , perché dappertutto dove avanza il movimento operaio ivi avanza la Unione Sovietica , e dove avanza l' Unione Sovietica ivi avanza il movimento operaio . facciano gli USA una politica democratica e la contaminazione sparirà immediatamente. non mantengano al potere contro la volontà dei popoli cricche dirigenti come quella della Corea del sud , e la contaminazione non ci sarà più. ma noi, la classe operaia d' Italia, la classe operaia di Francia, dovremmo rinunciare alle nostre rivendicazioni, al nostro partito, a questo partito comunista che la classe operaia e il popolo hanno creato con il loro sforzo e sacrificio; dovremmo rinunciare al nostro lavoro per le trasformazioni sociali oggi ovunque mature, perché ci si dice che ciò cui noi aspiriamo non coincide con gli interessi dell' imperialismo americano? se mi si dice che si dovette firmare, da parte dell' Italia, il patto atlantico perché la Russia minacciava di aggredirci, ho il diritto di chieder le prove. non ho mai sentito che la Russia abbia minacciato di aggredire l' Italia. si portino i fatti. non si sghignazzi su cose così gravi. uno Stato socialista non aggredisce mai nessuno, non invade nessun paese; soltanto si difende e fa la guerra se è attaccato. ma se a capo del governo degli USA vi è un gruppo di forsennati, i quali considerano che ogni passo in avanti che viene fatto dalle classi lavoratrici sotto la bandiera comunista o socialista o di un partito di liberazione dell' Estremo Oriente è un' offesa ai loro interessi e pone un problema di sicurezza per il loro paese, allora è evidente che alla guerra si finirà per venire, e allora pagheranno coloro che non si sono ribellati a tempo a questa politica forsennata. per questo vi dico che sono le classi dirigenti stesse dell' Occidente europeo, che, mentre hanno ancora tempo, devono tornare indietro e fare ciò che è necessario per trarre i loro paesi dal piano inclinato ove stanno precipitando. occorre che si formino e vengano avanti gruppi dirigenti nuovi, che si propongano prima di tutto di salvare le nazioni occidentali dalla corsa verso la guerra; vedo che in Francia, per esempio, sugli organi di stampa di maggiore autorità tra la borghesia incomincia a trapelare la coscienza di questa necessità. occorre che si formino e vengano avanti gruppi dirigenti nuovi, i quali riconoscano che è pazzia voler porre il problema del mondo socialista e del mondo capitalista in termini di sicurezza e quindi in termini di guerra e non invece in termini di coesistenza pacifica , di emulazione nel progresso sociale , di non intervento di un paese negli affari interni dell' altro, di possibilità da parte dei paesi di darsi gli ordinamenti che credono e di cambiarli, anche di cambiarli, quando è necessario e la storia lo impone in modo inesorabile, per via di rivoluzione. questo occorre, e io non dispero che la scienza della necessità di questa trasformazione si accentui nell' Europa occidentale . il che non vuol dire che mi auguri si costituisca una terza forza in contrasto con gli USA o con l' Inghilterra o con la Russia. no! lascio queste cose ai dilettanti di terminologia e strateghi di provincia. auguro il sopravvento di gruppi e uomini ragionevoli, i quali non giuochino l' esistenza dei loro popoli, delle loro nazioni, e la loro stessa esistenza di classi dirigenti e di persone fisiche , sulla carta dell' espansionismo americano, della guerra fredda o della guerra calda. in questo quadro giudico anche le misure che voi avete annunciato e di cui ha parlato il presidente del Consiglio , con una certa cautela, lo riconosco, nel suo discorso della Valsesia, e che dovrebbero essere misure — diceva ieri un giornale della maggioranza governativa — di controllo sopra i partiti della opposizione « con mezzi moderni » . non so che cosa siano questi « mezzi moderni » . ignoro quali apparecchi particolari e perfezionatissimi il partito repubblicano fornirà al ministro Scelba per attuare questo controllo. mi interessa soltanto sapere in quale rapporto staranno questi « mezzi moderni » con la Costituzione repubblicana, che è il terreno su cui ci muoviamo, che difendiamo in tutti i momenti e dal quale siete tenuti a non uscire, altrimenti sarete voi fuori della legge. la realtà è che voi non potete fare a meno di sfruttare ogni occasione, anche la più tragica, per tentare di approfondire la ferita oggi esistente nelle carni del popolo italiano , per allargare la scissione nel corpo della nazione. per questo siete voi la quinta colonna , se quinta colonna vuol dire forza che insidia la unita della nazione, nel momento in cui più essa è necessaria. so che il paese oggi ha bisogno di essere unito, perché così può sperare con maggior fiducia di salvar la sua pace. ho ascoltato con attenzione, onorevole Giannini, il suo discorso di ieri, ed esso non mi ha soltanto divertito; mi ha pure commosso. ho sentito, quando ella parlava, che siamo molto lontani: i giudizi che ella dà dell' Unione Sovietica non li posso condividere, come ella non può condividere i giudizi che io do dell' America e viceversa. ella appartiene a un gruppo sociale diverso da quello cui appartengo io; profondamente diverse sono state le nostre esperienze, la nostra vita. nonostante tutto questo, ho sentito in lei, sotto a tutto il resto, la cura per qualche cosa che è quello che effettivamente oggi sta a cuore anche a me. vi è una questione di fondo sulla quale, come sento io, anche lei sente. per questo mi è parso di intuire che, in una situazione di emergenza, potremmo trovarci d' accordo, lasciando da parte le cose che ci dividono, per salvare la pace e l' esistenza del nostro paese, per allontanare ogni avventura, per deprecare nuove e profonde scissioni nel corpo nazionale. da quella parte, dalla parte del Governo e dei suoi dirigenti e organi di stampa, ho invece sentito parole di fanatismo e di irresponsabilità, nelle quali vibra l' odio contro il nemico politico che si vorrebbe schiacciare, vibrano sentimenti che dovrebbero scomparire quando sono in giuoco tali interessi e problemi, quali stanno oggi davanti al popolo italiano . noi vogliamo al di sopra di tutto che la pace d' Italia sia salvata. voi potete ritenere che i mezzi propagandistici che adoperiamo per porre questo problema al popolo e chiamarlo a difendere la sua pace, siano inadatti allo scopo che vogliamo raggiungere. questo è il vostro giudizio, il nostro è differente. in noi però, in fondo a tutta la nostra azione; vi è questa passione per la salvezza della pace. non potete negarlo. cercate almeno di capirlo. noi sappiamo che l' Italia, tutto quello che ha perduto, lo ha perduto perché è stata trascinata dal fascismo in una guerra contraria all' interesse della nazione. ciò non deve più avvenire, né per i motivi che ha accennato l' onorevole Giannini, né per altri motivi. per questo io mi auguro, a nome dei lavoratori, dei cittadini che seguono il mio partito, e di tutti i buoni cittadini italiani, che sorgano dal seno degli altri partiti, di tutti i partiti, uomini e gruppi che comprendano questa nostra passione, e la cui passione sia la stessa della nostra, e che possiamo trovare un terreno di accordo, di intesa, per salvare la nostra patria da un' altra catastrofe. se riuscissimo a questo, veramente avremmo fatto qualche cosa di utile al nostro paese, alle sue generazioni attuali, alle generazioni che verranno.