Pietro NENNI - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
I Legislatura - Assemblea n. 50 - seduta del 14-07-1948
Sul contrasto della violenza espressa in manifestazioni di piazza
1948 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 110
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevoli colleghi , credo che di tutto quello che possiamo fare oggi per esprimere la nostra protesta, il peggio sarebbe di isterilire il dibattito in una questione puramente procedurale. non sfugge certamente alla coscienza di nessuno dei nostri colleghi e di nessuno dei membri del Governo che l' attentato di questa mattina rischia di aprire una di quelle crisi di fondo le quali hanno un valore umano e morale che supera il loro valore puramente politico. ciò non avviene soltanto per la personalità dell' uomo che è stato vilmente colpito ed al quale mando il fraterno augurio dei miei colleghi socialisti, e, vorrei aggiungere, il mio in particolare, associato come sono a lui in molti odi ed in molti rancori; ciò non soltanto, dicevo, per la personalità dell' uomo che è stato colpito, ma per il fatto in sé. la Camera mancherebbe al suo dovere se si allocasse in questioni attinenti al regolamento della Camera. io non metto in dubbio il sentimento che ha determinato l' onorevole De Gasperi a pronunciare parole che avremmo voluto poter accogliere come l' epilogo di questo sciagurato episodio. lo conosco abbastanza per credere che egli soffre di quel che è successo stamattina ma le nostre sofferenze e le nostre reazioni individuali sono sempre qualcosa di secondario di fronte ad avvenimenti che incidono così profondamente nella vita di un paese. l' onorevole De Gasperi , per tutto il 1947 noi ci siamo alzati su questi banchi ad ammonire il paese che il più positivo risultato delle lotte che avevamo combattuto contro il fascismo e contro il nazismo era l' unità che eravamo riusciti a realizzare fra tutti noi e che ci aveva permesso di sormontare i mesi e gli anni più tragici della nostra vita nazionale. per tutto il 1947 io mi sono levato da questo banco dichiarando che la più grande sciagura del paese era nel tentativo di porre la classe operaia , l' avanguardia democratica, la parte antifascista, se non addirittura fuori della legge, ai margini della legge. il delitto di questa mattina è la diretta conseguenza di quel tentativo e di quella politica; non è un atto che possiamo isolare dal complesso degli avvenimenti che si sono prodotti nel paese nel 1947 e all' inizio del 1948. dicono alcuni colleghi — e ne ho trovato un accenno nelle parole del presidente del Consiglio — che giungono da alcune città voci di tragici scontri. onorevoli colleghi , interrogate la vostra coscienza, come noi interroghiamo la nostra, e sforziamoci di evitare che la ruota insanguinata, che questa mattina ha cominciato a girare, travolga tutto il paese. per parte mia vedo alla situazione un solo rimedio: abbiate la lealtà, onorevole De Gasperi , di riconoscere che la politica di divisione: delle forze popolari, che si è fatta nel 1947, è una politica suicida per il paese; abbiate il coraggio di tornare indietro su una strada in cui voi oggi fate il primo passo verso quelle soluzioni alla Dollfuss, contro le quali inutilmente vi misi in guardia l' anno scorso . se oggi c' è qualcosa che può pacificare il paese, a mio giudizio — e non parlo come uomo di parte, parlo come italiano — sono le dimissioni del Governo e un appello alla solidarietà popolare e nazionale.