Pietro NENNI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 444 - seduta del 22-04-1950
Legge finanziaria 2007
1950 - Governo II Prodi - Legislatura n. 15 - Seduta n. 71
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

noi sappiamo finalmente, per quali ragioni il Governo non ha preso l' iniziativa di fare una comunicazione al Parlamento e al paese sulla situazione che si è determinata nelle ultime settimane nel Territorio Libero di Trieste ; sappiamo cioè che il Governo nulla aveva da dire; sappiamo che il ministro degli Affari esteri ha parlato a Mkno solo perché non si dicesse che non aveva parlato; sappiamo che egli non aveva alcun commento da fare alle elezioni del 16 aprile nella zona B ed agli avvenimenti che avevano preceduto quelle elezioni. in verità, dicendo ieri che entro 24 o 48 ore la consegna del silenzio si sarebbe imposta al Governo e alla maggioranza, non credevo di cogliere nel segno fino a tal punto! ne prendo atto, onorevole Sforza, e quanto, alla sua previsione che un giorno dovrò anche io mettermi al passo di non so cosa e non so chi, non me ne curo, giacché per ora al passo c' è purtroppo il Governo. mi limiterò quindi ad alcune brevissime osservazioni conclusive. in primo luogo per dire che non ho messo in dubbio né metto in dubbio che da un punto di vista puramente formale i governi degli USA, della Gran Bretagna e della Francia siano sempre pronti a riconfermare la dichiarazione tripartita del 20 marzo. ho detto invece e ripeto che essi nulla faranno per dare vita esecutiva alla dichiarazione stessa. la seconda osservazione che voglio fare è che, se la situazione rimane stazionaria, ciò non avviene soltanto, come è sembrato volesse dire il ministro degli Affari esteri , perché la dichiarazione tripartita non è diventata quadripartita, ma perché è mancata e mancherà per molto tempo ancora la possibilità di trovare fra Italia e Jugoslavia un termine equo di intesa o anche di compromesso sulla questione della frontiera. da ciò il nostro convincimento che il Governo, di fronte all' impossibilità per i firmatari della dichiarazione del 20 marzo 1948 di prendere una iniziativa che dia valore esecutivo alla loro raccomandazione; di fronte all' impossibilità di realizzare in un tempo relativamente breve l' intesa fra l' Italia e la Jugoslavia, ha il dovere di richiedere la stretta applicazione dello statuto permanente del Territorio Libero di Trieste . infatti, la sola disposizione del trattato che non sia contraria in assoluto agli interessi del paese, è quella che consente alle popolazioni italiane del Territorio Libero di eleggere poteri di governo tali da garantire il carattere italiano del territorio stesso. ora, per quale ragione il Governo insiste su una politica della quale ha valutato l' inefficienza? perché assume verso le popolazioni del Territorio Libero la responsabilità di non offrire alcuna soluzione al loro attuale problema? io non intravedo che una causa; ed è che la presenza delle truppe anglo-americane a Trieste fa parte della diplomazia totale del signor Acheson, onde diviene priva di importanza la perdita della libertà e, qualche volta, della vita da parte della popolazioni italiane della zona B che devono sottostare alla occupazione jugoslava. la ragione strategica: trionfa sulla ragione politica e umana. in ciò è la responsabilità del Governo, una responsabilità che dal Governo ricadrà sulla maggioranza, se essa non saprà trarre cambiare politica. io ho ascoltato con la dovuta attenzione gli onorevoli interpellanti. ho ascoltato le parole angosciate e, sagge dell' onorevole Baresi e mi dolgo che egli sia sfuggito al dovere di dare al suo discorso una conclusione politica. ho ascoltato il discorso inutilmente polemico dell' onorevole Bartole, il quale non ha portato alcun contributo utile al dibattito, a parte l' evasione mistica negli sconfinati cieli della misericordia divina. attendevo dall' onorevole Viola che, conseguentemente al testo stesso della sua interpellanza, egli proponesse una diversa politica, e debbo constatare come non lo abbia fatto. sono tuttavia cauto che il dibattito non è chiuso e che, quando Vittorio Emanuele Orlando svolgerà al Senato la sua interpellanza, l' esigenza di una nuova politica estera solleverà vasta eco anche in altri gruppi. perciò non mi arrendo, e dichiaro di trasformare l' interpellanza in mozione per offrire al Parlamento l' occasione di una discussione più approfondita e di una deliberazione nella quale la responsabilità di ogni gruppo sia impegnata davanti alle popolazioni di Trieste e dell' Istria e davanti a tutto il popolo italiano .