Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 444 - seduta del 22-04-1950
1950 - Governo VI De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 444
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevole ministro, ella, ha voluto rispondere in tono polemico, e io non le risponderò in tono polemico, poiché, avendo ella parlato di superiorità, è questa l' unica superiorità che io riconosco e che pratico, costantemente. intendo solo dirle, come ho già dimostrato con gli argomenti ed il tono del mio discorso, che gli inviti al tono moderato ed alla responsabilità nonché ad un patriottismo sostanziale e non formale, non spettano a me né al mio partito. è esattamente con pieno senso di responsabilità — questo non può essermi contestato — che ieri ho preso la parola. tanto è vera che alle impostazioni positive che io ho portato qui col mio discorso non hanno fatto riscontro altre impostazioni positive, italiane, essendo quella delle sinistre l' impostazione ufficiale del governo sovietico ; e i motivi fondamentali del mio intervento sono stati, sia pure parzialmente, ripresi e riecheggiati. ieri ho sostenuto in primo luogo che il problema di Trieste deve essere portato dinanzi all' opinione pubblica mondiale come un problema morale, come una vergogna che si ritorce su coloro che mostrano di non intendere e di combattere la soluzione italiana. ieri ho dichiarato che l' europeismo non lo si può fare a Strasburgo se prima non si sia affermata in Europa, con fatti concreti, la civiltà; ed ella, onorevole ministro, ha riecheggiato qui, lo stesso motivo, pur dichiarando che io ieri avevo irriso a certe sue affermazioni. ma io non ho irriso ad alcuna sua affermazione: io ho rilevato l' inconsistenza politica di alcune dichiarazioni contenute nel suo discorso di Milano, laddove ella ha tentato di trovare delle formule che tutti ci auguriamo possano diventare realtà, ma che reali certamente non sono, e neppure realistiche; ella mostrava invece addirittura di credere che esse siano, già reali, e di poter su di esse impostare la politica nostra di oggi, con il risultato che l' Italia è l' unica pecorella smarrita in mezzo a un branco di lupi. e questo glielo ripeto con una sua stessa citazione; ella infatti il 4 luglio 1947 dichiarava alla Costituente: « sono convinto che noi dobbiamo inventare un nuovo sacro egoismo, ma questo nuovo sacro egoismo deve consistere nell' identificare i nostri interessi italiani con gli interessi del progresso sociale , dell' Europa e del mondo » . concordo, e le dico che a Trieste questa identificazione è già avvenuta, perché in questo caso l' interesse italiano coincide perfettamente con gli interessi del progresso sociale , dell' Europa e del mondo. attuate dunque, almeno, la vostra stessa formula; e non limitatevi ad affermarla: lottate per essa! non basta specchiarsi nelle belle formule; bisogna metterle in pratica per mostrare di credere in quello che si dice. infine — ed è questa la cosa più importante — l' annuncio da lei dato di una passibile, se non probabile, denuncia al mondo intero dell' ingiustizia che ci viene fatta, e soprattutto di una denuncia delle continue violazioni del trattato di pace che vengono perpetrate a nostro danno, consentono a noi di credere che ciò possa essere inteso come il preannuncio di una possibile denuncia del diktat. questa fu la proposta che noi facemmo ieri: proposta precisa, non fosse che, almeno, nel senso di indirizzarci per questa strada. nella mia interpellanza io chiedevo di conoscere quali fossero i termini della politica di fermezza preannunciata pochi giorni or sono dal Consiglio dei ministri . ma, a parte la chiusa del suo discorso, non ho rilevato alcun elemento che consenta di credere, di sperare che una politica di fermezza verrà attuata dal Governo. anzi, con un certo sbalordimento ho appreso la nuova procedura che si sta per instaurare: informare Belgrado dei soprusi di Belgrado. non credo che il maresciallo Tito si impressionerà molto. quanto alla dichiarazione tripartita e alla sua validità, io non ho alcuna speculazione da fare in merito e perciò non desidero menomamente porre in dubbio quanto il ministro ha detto; debbo però farle osservare, onorevole Sforza, che quando ella vuol riversare sull' opinione pubblica italiana la responsabilità dei dubbi angosciosi e degli allarmi che in questi giorni dalla stessa si levano, ella dimentica che lo stesso Consiglio dei ministri si è fatto eco di questi dubbi e di questi allarmi. ella ha parlato di una dichiarazione che ieri sera avrebbe fatto il segretario di Stato americano: naturalmente io non ho le fonti di cui ella dispone, ma proprio oggi sui giornali appaiono informazioni contradittorie, perché si dice che Acheson non abbia fatto riferimento, nella sua conferenza, alla dichiarazione del 20 marzo; e si riportano frasi pareri di personalità più o meno rappresentative e autorizzate. mi sembra dunque che quanto dicono i giornali e quanto ella ha detto stamane abbia per lo meno bisogno di una valida, conferma. d' altra parte l' unica conferma possibile è che la dichiarazione tripartita , se valida, divenga operante; almeno per quanto concerne la difesa concreta, da parte di coloro che si proclamano e voi proclamate — in base ad una legge ratificata da questo Parlamento — nostri alleati, degli interessi e della esistenza stessa degli italiani che si trovano nella zona B . l' opinione pubblica si è legittimamente allarmata quando si è visto che gli italiani della zona B sono praticamente indifesi, quando si è visto che nel mondo non una voce si è levata per difendere gli interessi italiani, quando i « nostri » alleati nemmeno una formale protesta diplomatica a Belgrado hanno fatto, limitandosi a un timido e ambiguo passo amichevole, in seguito agli orrendi soprusi che sono stati consumati e che ella ha confermato. è fatale che l' opinione pubblica si allarmi, ed è evidente che la dichiarazione tripartita possa essere considerata non valida, perché il fatto che essa resti valida negli atti delle cancellerie o nelle dichiarazioni dei portavoce, o anche nelle dichiarazioni di uomini responsabili, ha ben poca importanza, quando non operi per difendere, sulla base, delle attuali ingiuste e inique e impossibili sistemazioni, i diritti e la vita dei nostri connazionali. questo abbiamo il diritto di chiedere e questo ella ha il dovere di chiedere. con ciò io concludo, auspicando vivamente che, per lo meno nella difesa dei diritti e della vita dei nostri compatrioti, il Governo sappia mostrare, non dico quella linea di fermezza di cui si è tanto e forse inutilmente parlato, ma una coscienza sanamente, fortemente nazionale.