Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 432 - seduta del 02-04-1950
Sulle risultanze dell'inchiesta parlamentare sulla loggia massonica P2
1950 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 452
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , il regolamento mi dà diritto di dichiarare brevemente se sia o non sodisfatto della risposta data dall' onorevole ministro dell'Interno , a nome del Governo, alla interpellanza a lui posta. sodisfatto o insodisfatto? vediamo un po'. avevo sollevato essenzialmente due questioni: la questione dell' incostituzionalità delle misure governative, e la questione della loro giustificazione nella situazione attuale nel nostro paese. alla questione della incostituzionalità mi permetta l' onorevole ministro di dire che egli non ha risposto, perché altro è affermare e altro è dimostrare. unico tentativo di dimostrazione che ella ha, infatti, cercato di dare è stato il richiamo a una interrogazione scritta e a uno scambio di lettere avuto con l' onorevole Terracini. ma è stato quello un richiamo a documenti i quali contengono la dimostrazione del contrario di ciò che ella intendeva affermare. l' onorevole Terracini, infatti, sosteneva, e noi sempre abbiamo sostenuto, che il Governo, in base alla Costituzione la quale proibisce il risorgere del fascismo, in base alle norme transitorie della Costituzione, che sanciscono ancora una volta quella massima, e in base alle leggi attualmente esistenti, ha il diritto e il dovere di passare immediatamente ad atti esecutivi nei confronti di chiunque tenti di fare risorgere il fascismo. questa è la tesi del collega Terracini a cui ci si vuol richiamare contro di noi. ma è pure la nostra tesi. noi abbiamo sempre sostenuto che ciò deve essere fatto. lo faccia, onorevole Scelba, nei confronti delle organizzazioni neofasciste! nessuno di noi protesterà. tutti batteremo le mani. ma il problema che noi abbiamo posto è un altro. il problema è quello della costituzionalità o incostituzionalità di misure le quali ledono i diritti di libertà sanciti per tutti i cittadini, per tutte le organizzazioni democratiche. questa è la questione a cui non s' è dato risposta. il suo tentativo di avvalersi della posizione di Terracini nel dibattito di ordine costituzionale da noi sollevato mi ha fatto pensare che, se mi fossi presentato in quel modo al mio professore di diritto costituzionale , che era Gaetano Mosca, nemmeno il 18 mi avrebbe dato, signor avvocato Scelba. quanto alla seconda questione da me posta, quella della assenza di giustificazione, nell' attuale situazione italiana, delle misure sue e del Governo, ella ha citato una serie di fatti che furono oggetto qui dentro, e anche nell' altro ramo del Parlamento, di interrogazioni e di interpellanze, ma nessuno di questi fatti, né tutti nel loro complesso, giustificano le sue misure. essi giustificano, se mai, ciò che io dicevo nel mio precedente intervento: delle sanzioni singole per chi abbia commesso reati. non so, quindi, come qualificare il suo discorso, tessuto esclusivamente di inesattezze, per usare il termine parlamentare. ella ha ampiamente tessuto su quella trama, facendo balenare i piani insurrezionali, gli appelli alla rivolta, gli atti di rivolta che non vi sono stati e persino (trattenete il riso!) l' attentato al presidente del Consiglio . se così è, non abbiamo che assoggettarci. d' ora in avanti, in quest' Aula, sarà chiaro che colui al quale è stato attentato, che è stato tra la vita e la morte, ed è stato salvato per miracolo, è il presidente del Consiglio e non un altro. onorevole Scelba, faccia arrestare tutti coloro che affermano il contrario. questa è la sua verità. la sancisca con circolare ai prefetti, e sarà finita. in questo modo, onorevole Scelba, non si risponde a chi aveva fatto uno sforzo, come avevo fatto io, prescindendo dai singoli episodi, anzi condannando persino determinate manifestazioni di intolleranza che alcuno aveva voluto attribuire al nostro partito, per porsi sul terreno di un ampio dibattito politico, sul terreno delle necessità sociali del paese, delle correnti sociali e politiche che in esso si muovono, e del modo come si muovono verso determinati fini. a chi aveva fatto questo sforzo, bene o male, cercando in questo modo di dare un contributo alla chiarificazione di problemi che stanno a cuore a tutti noi, ella non ha saputo rispondere. persino nel particolare, ella non ha potuto astenersi da questo suo sviscerato amore per le « inesattezze » , che sta diventando uno degli elementi che aggiungerò alla sua caratteristica, dicendo che io avrei definito il regime attuale « il regime più barbaro » . io ho unicamente detto che, a Livorno, il fatto di arrestare i dirigenti sindacali per atti che non hanno compiuto, come mandanti morali, come ora si dice, o di sospendere la libertà di tutti i cittadini di una regione, a qualsiasi partito appartengano, perché nella regione sarebbe stato compiuto un atto d' intolleranza politica, significa in definitiva fare rivivere il sistema della rappresaglia ed avevo definito i regimi che si avvalgono delle rappresaglie come i regimi più barbari. mi lascino parlare, onorevoli colleghi della maggioranza: se non mi vogliono ascoltare escano. signor presidente , prego almeno lei di non applicarmi il regime della rappresaglia. dicevo che il regime della rappresaglia è il regime più barbaro, in quanto nega il principio stesso su cui è fondata qualsiasi concezione del diritto. l' onorevole ministro ha cercato, alla fine del suo tumultuoso intervento di ieri sera, di rifarsi dicendo che questo Governo sarebbe iniziatore di una vigorosa azione contro il Msi. ho osservato che in quel momento la maggioranza è rimasta perplessa e la minoranza ha sorriso. questi atti diretti contro il Msi, infatti, noi non li abbiamo veduti. ella, quindi, nel fare quell' affermazione, ha condannato tutta la sua politica. io non ho letto nelle sue circolari ai prefetti, che sono disposto a leggere alla Camera in numero copioso, nessuna disposizione o richiesta o consiglio di misure contro il Msi; ho letto piuttosto cose veramente barbare, soprattutto tali per chi sappia quali sono i costumi di una parte delle forze di polizia . Barbara è certamente una circolare scritta da lei ai prefetti, dove si dice che, quando nelle dimostrazioni vi sono dei deputati — e credo i deputati siano presenti nelle dimostrazioni per compiere il loro dovere è bene la polizia ricordi che i deputati, quando partecipano a una manifestazione pubblica, possono essere considerati in flagranza e quindi arrestati, bastonati e magari sottoposti a quel trattamento cui sottoponete i lavoratori nelle carceri. proprio ieri sera ci è giunta da Parma, confermata purtroppo stamane, la notizia tragica che uno dei lavoratori da voi arrestati, perché partecipava a un corteo non autorizzato, e stato chiuso in carcere; gravemente ammalato: diabetico, aveva bisogno di essere sottoposto a un regime particolare; dal primo istante fa presente ciò all' autorità cui è stato affidato e al procuratore generale ; gli viene negata qualsiasi assistenza speciale, cade in coma, muore! ella ha parlato, onorevole Scelba, di leggi dell' Unione Sovietica . — paese dove esiste un regime di dittatura del proletariato — che hanno ristabilito per certi casi la pena di morte . ma ella uccide e fa uccidere senza nessuna legge che l' autorizzi. quel lavoratore di Parma, chiunque egli sia, ella l' ha fatto uccidere con le sue disposizioni « drastiche » veramente. questa è la pena di morte come l' applicate voi, senza una legge o un diritto che vi autorizzi, ma con l' arbitrio delle vostre circolari e col vostro incitamento a infierire, rivolto alle autorità da voi dipendenti! arrivato a questo punto, io devo dire: sodisfatto, o non sodisfatto? la risposta è nelle cose. desidero però sottolineare ancora una volta che non mi aspettavo una risposta diversa da lei e da questo Governo. la insodisfazione, quindi, ha un certo fondamento di serena obiettività, quale è lo stato d'animo che prevale in colui che da lungo tempo è abituato non solo a lavorare e a combattere, ma anche a considerare freddamente lo svolgersi degli avvenimenti, che obbediscono a determinate leggi, non sempre dominate o conosciute da tutti gli uomini. non aspettavo una risposta diversa. d' altra parte, non ritengo che voi, legati come siete a determinati gruppi della società reazionaria italiana, siate in grado di andare indietro. spetta a noi condurre avanti la nostra lotta, spetta a noi soprattutto, dirigenti dei partiti più avanzati dei lavoratori, spetta ai dirigenti della grande organizzazione sindacale della classe operaia e di tutti i lavoratori italiani saper condurre questa lotta con quella accortezza e con quella intelligenza per cui le posizioni che abbiamo conquistate non siano in nessun modo indebolite dagli attacchi vostri, ma nuove posizioni possano essere continuamente conquistate e il fronte nostro diventi più largo e potente. questo è, secondo noi, il nostro dovere, onorevole Calamandrei. abbiamo sentito questo dovere quando eravamo pochissimi, quasi soli. oggi siamo molti. l' imperativo, che allora ci veniva da una coscienza di pochi, ci ci viene adesso da sempre più larghe masse del popolo. può darsi che queste masse non corrispondano alla maggioranza come si esprime quando si fanno le elezioni parlamentari, ma rispondono senza dubbio alla coscienza della parte più avanzata e progredita del popolo, quella che avrebbe diritto per questo di governare il paese, e corrisponde alla coscienza della grande maggioranza del popolo come essa si esprime nel momento in cui il popolo riflette profondamente ai suoi interessi e risponde ai propri sentimenti di libertà, di pace e di concordia. noi combattiamo con la parte migliore del popolo e combattiamo per conquistare tutto il popolo italiano . siamo certi che lo conquisteremo, e siamo certi che impediremo a voi di compiere nuovi delitti sulla strada che avete scelto.