Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 431 - seduta del 01-04-1950
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 1986)
1950 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 425
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

signor presidente , anche senza il suo autorevole e cortese richiamo alla brevità del dibattito, e ad evitare non giustificate estensioni di esso, il mio intervento sarebbe stato breve, e ciò per diversi motivi. aborro dalle ripetizioni. ritengo inoltre che, quanto più la situazione che ci interessa è grave, grave a tal punto che quando riflettiamo ad essa l' animo trabocca di emozione, tanto più si addice ad uomini politici responsabili di parlare in modo semplice, chiaro, sereno nella maggior misura del possibile, in modo che tutti comprendano a qual punto ci troviamo, come stanno le cose e che cosa ci attende. gli oratori che mi hanno preceduto, e le cui interpellanze si riferivano allo stesso tema che è oggetto della nostra interpellanza, hanno del resto già ampiamente sviluppato l' argomento giuridico, mettendo in luce che cosa significhino, secondo una onesta concezione del diritto, le misure annunciate dal famoso comunicato della Presidenza del Consiglio che stiamo esaminando, e che cosa significhino gli atti che a questo comunicato hanno fatto seguito. riassumerò quindi, per questa parte, il nostro pensiero, limitandolo ad alcune constatazioni. la Costituzione l' abbiamo fatta anche noi: vorrei dire, anzi, che per alcune parti la nostra partecipazione è stata decisiva nel dare alla Costituzione il suo contenuto. non ci vorrete quindi negare la conoscenza del documento, della sua lettera e del suo spirito. ora, la Costituzione garantisce i diritti di libertà del cittadino e li dichiara inviolabili. questo è il termine che la Costituzione usa dappertutto dove si parla di diritti di libertà , non prevedendo limitazioni ad essi se non caso per caso e con un motivo chiaramente fissato. ma ecco che adesso, e non so veramente da qual parte egli esca, viene fuori l' avvocato Mario Scelba, il quale ha trovato l' argomento del terremoto e degli avvoltoi, che quando vi è il terremoto si buttano al saccheggio delle case distrutte. con questo argomento, che pensa di aver scoperto lui, questo avvocato vuol farci ammettere oggi ciò che nel fare la Costituzione abbiamo respinto. perché questo argomento, colleghi, venne non solo presentato, ma ampiamente e ripetutamente dibattuto in Commissione, in Sottocommissione e in Assemblea plenaria in quest' Aula e respinto, respinto perché tutti eravamo d' accordo che per quella particolare situazione esistono tutte le misure adeguate nel codice penale e nel codice penale militare e non vi era quindi alcun bisogno di far luogo nella Costituzione repubblicana italiana alla vecchia facoltà del Governo di sospendere per regio decreto i diritti di libertà dei cittadini. questo tassativamente fu escluso. se permettete, anzi, una osservazione maligna, se richiamo alla memoria i dibattiti della prima Sottocommissione alla quale presi parte, ricordo che vi era tra alcuni uomini della sinistra della Commissione una certa incertezza all' inizio, ma questa incertezza venne superata per lo schieramento dei rappresentanti sia del partito liberale che di altri partiti, per cui si costituì un blocco di maggioranza dell' Assemblea costituente per dare ai diritti di libertà dei cittadini quel fondamento di inviolabilità che essi hanno nella Costituzione. è evidente, quindi, e ritengo superfluo ripetere le argomentazioni già sviluppate a questo proposito da altri colleghi, che noi ci troviamo di fronte a misure governative che, poiché dispongono una serie di gravi limitazioni dei diritti di libertà , violano in modo chiaro, aperto, diretto, la Costituzione repubblicana. ci troviamo di fronte a un Governo il quale si mette, e a membri del Governo i quali si mettono al di fuori della legge repubblicana. questa è la sola conclusione cui si possa arrivare esaminando con una chiara e onesta visione del diritto le cose come stanno. nessun avvocato Mario Scelba potrà convincere l' uomo onesto del contrario. le misure del Governo che stiamo discutendo costituiscono però, insieme con i consigli e le direttive dati alle autorità decentrate amministrative e di polizia per la loro applicazione, qualche cosa di più di una semplice violazione della Costituzione. vi è in esse l' inizio di un sistema. ci troviamo di fronte, infatti, non a un atto singolo, ma a una volontà dichiarata e a una serie di atti i quali costituiscono i primi passi verso la instaurazione in Italia di un regime sostanzialmente, qualitativamente diverso da quello che è sancito nella Costituzione della Repubblica italiana , che noi abbiamo approvato e che è entrata in vigore il 10 gennaio 1948. non so ancora come qualificare questo regime nella sua fase attuale. ho sentito che vi è chi io chiama, o vorrebbe chiamarlo, paternalistico. quel padre è un padrigno, per lo meno. non voglio usare altri termini signor presidente , che abbiamo d' accordo voluto escludere. dall' uso in quest' Aula. quel padre è un padrigno, però, per lo meno! secondo le disposizioni governative e secondo la pratica che esse hanno iniziato, la quale è sancita in una serie di istruzioni date alle autorità locali, il principio di inviolabilità dei diritti di libertà , principio il quale ha per conseguenza che chiunque violi questi diritti deve essere tradotto dinanzi all' autorità giudiziaria e condannato, ma che nessuno ha la facoltà di limitarli, viene soppresso, e ad esso viene sostituito il principio completamente diverso, che è lecito limitare i diritti di libertà e una volta e due e tre e per un periodo di tempo indeterminato, secondo il libito del ministro di polizia, e dei prefetti, cioè dei dipendenti di questo ministro. si introduce in questo modo perfino un istituto nuovo, un istituto di cui non mi sovviene nessun precedente: l' istituto dell' interdetto. non posso qualificarlo in modo diverso. una determinata regione, una città, un gruppo di città, una provincia, sono interdette per decisione di un' autorità amministrativa. ivi la Costituzione repubblicana non ha più vigore; ivi i diritti di libertà , che sono inviolabili secondo questa Costituzione, sono praticamente soppressi. non so che cosa questa pratica e questo istituto abbiano in comune con la Costituzione che noi abbiamo fatto. non so nemmeno come si possa chiamare un regime che si fonda su queste cose, le quali, analizzate a fondo, ricordano soltanto la vecchia massima, credo degli ultimi periodi del diritto romano, per cui deve aver vigore di legge quello che piace al governante. per questo, forse, che l' onorevole Scelba parla di « legge 14 quando egli parla, in realtà, non di leggi, ma esclusivamente della propria volontà e del proprio arbitrio e dei suoi funzionari. se questa volontà sia o meno legittima, se questa volontà sia una volontà politica giusta, è altra questione; certo è che essa è l' unico fondamento del regime verso il quale ci stiamo avviando. è giusto, quindi, che noi diciamo al popolo italiano che le recenti misure governative costituiscono un primo passo , ma un passo abbastanza sei io e grave, verso l' abrogazione dei diritti fondamentali della Costituzione, e cioè verso il ritorno a un regime di dittatura aperta di un determinato gruppo politico , di una determinata classe, di una determinata cricca di uomini. la questiono che si pone ora è questa: corrispondono, queste misure, alla situazione che esiste oggi nel nostro paese? si trovava il Governo, o si trova esso, in una situazione tale in cui si debba dire che non può cavarsela se non abrogando la Costituzione repubblicana, e quindi il torto non sarebbe suo, ma della Costituzione, che sarebbe stata fatta in modo che non permette di governare? vediamolo. e vediamo prima di tutto quali sono state le giustificazioni date dall' onorevole ministro dell'Interno , precedentemente alla stessa adozione delle misure in questione da parte del Consiglio dei ministri , alle autorità da lui dipendenti, in un documento telegrafica circolare che ho ragione di ritenere autentico. i fatti che vengono lamentati nel paese e che devono dar luogo alla soppressione delle libertà costituzionali sono, secondo questo documento, le seguenti: « 1) uno sfrenamento dell' incitamento all' odio di classe e contro i poteri dello Stato e degli organi di polizia. un aperto incitamento alla rivolta, alla violazione delle leggi. gravi minacce contro i pubblici poteri, funzionari, e privati. 2) risse domenicali. 3) ripetuti attentati alla libertà di propaganda dei partiti governativi o di libere organizzazioni sindacali . 4) la persistenza di gravi attentati alla libertà di lavoro e violenze contro i liberi lavoratori e dirigenti sia interni che esterni di fabbriche. 5) la ripresa di comizi nell' interno delle fabbriche contro il divieto dei proprietari o dei dirigenti. tutto questo determinerebbe un « esteso fenomeno di illegalismo » che dev' essere, non vedo bene se « troncato » o « stroncato » ignoro fino a qual punto arrivi lo stile italiano del nostro ministro dell'Interno . ma poi c' è un avverbio che ci sta bene perché pieno di sapore nostalgico: drasticamente! dunque: è troncato drasticamente. curioso: non ho trovato in questi motivi quello che nel successivo comunicato del ministero avrebbe poi dovuto presentarsi come il principale: l' occupazione delle terre. ora, non nego che vi possano essere state delle risse domenicali, cosa non sempre necessaria e sempre spiacevole. vi è stato un increscioso ma limitato episodio di intolleranza politica a Milano, deplorato prima di tutto dal nostro partito, a danno di un collega del partito socialista dei lavoratori italiani. vi sono stati forse altri fatti analoghi. si tratta, in ogni caso, di reati non sempre gravi perseguiti dalla legge. indagate. cercate i responsabili. denunciateli. la magistratura si pronunci. ma il sapore di tutto viene dall' inizio, dalla costatazione di quello « sfrenamento dell' incitamento all' odio di classe » e dell' « aperto incitamento alla rivolta » . attendo che ancora mi si dica qual è il partito in Italia che ha apertamente incitato alla rivolta! noi ci troviamo, quindi, sul terreno di quella vecchia, annosa, adusata propaganda antisocialista prima e anticomunista poi, per cui ogni rivendicazione elementare dei lavoratori, ogni sciopero, ogni arresto di lavoro, ogni manifestazione di popolo è odio di classe, è rivolta. abbiamo già detto e ripetuto, e prima di noi lo dissero e ripeterono i grandi che ci precedettero in questa tribuna dalla quale indegnamente oggi parliamo, che cosa valga questa eterna vostra lamentela per la nostra predicazione dell' odio di classe. la lotta di classe è la realtà della vita moderna in uno Stato come quello in cui noi viviamo: voi stessi siete la dimostrazione di questa realtà; voi, le vostre misure, tutta la vostra attività, tutta la vostra azione e la vostra propaganda anticomunista ne sono la dimostrazione vivente. noi, se mai, mettiamo in azione molle tali di propaganda e di educazione delle masse lavoratrici che tendono a far comprendere come non di odio si tratti, ma di una grande azione alla quale deve partecipare la maggioranza del popolo per rinnovare tutta la società ed escludere i motivi dell' odio creando una civiltà nuova, fondata sulla fratellanza e solidarietà tra gli uomini. ci troviamo quindi di fronte, nelle istruzioni date dal ministro dell'Interno ai suoi prefetti, a un tentativo di giustificazione che, per una parte, non ha alcun fondamento, e per l' altra parte viola esso stesso lo spirito della Costituzione e di tutte le nostre leggi, le quali vogliono che dei singoli atti contrari alla legge siano chiamati a rispondere coloro che li hanno compiuti concretamente, e che non si parta invece da essi per sopprimere la legge stessa. le vostre misure, insomma, il vostro interdetto, sono già rappresaglia, non sono più regime di diritto e di giuridica responsabilità, e sono pura rappresaglia le successive vostre istruzioni, signor ministro dell'Interno , ai vostri prefetti, con le quali date disposizione affinché « attentati terroristici, manifestazioni violente, intolleranze di carattere politico e sindacale, siano seguite da immediate perquisizioni nelle sedi dei partiti, dei sindacati, di altri enti e nei domicili dei dirigenti » . sarà sufficiente dunque che uno sciagurato, il quale può nascondersi o esser stato mandato nelle file anche di un nostro partito, come può nascondersi od essere stato scientemente collocato nelle file della vostra polizia, butti una bomba, perché il diritto alla inviolabilità del domicilio, che esso pure è inviolabile secondo la Costituzione, sia da voi violato. ed è il ministro dell'Interno che dà l' ordine ai suoi prefetti, con circolare del 25 marzo del 1950, di violare il domicilio dei cittadini! ma sa ella, signor ministro, che se ci trovassimo in una situazione normale, ella dovrebbe essere mandato in tribunale per rispondere del fatto di avere incitato le autorità dello Stato a violare la Costituzione e la legge? non trovo dunque in queste giustificazioni autentiche delle misure del Governo nulla che possa essere decentemente difeso. il collega De Vita , poco fa, interrompendo l' onorevole Nenni, accennava a squadre che agirebbero in Sicilia, dove sarebbe stato ucciso un repubblicano. onorevole De Vita , non soltanto debbo esprimere lo stupore che questo fatto non sia stato sino ad ora mai portato a conoscenza dell' opinione pubblica siciliana e nazionale, ma debbo protestare perché non si sia cercato e trovato il responsabile di questo grave fatto che ha ancora una volta insanguinato quella, terra ardente e disgraziata, nella quale sappiamo come l' ordine pubblico sia a tutt' oggi così male tutelato, e per colpa del Governo. dobbiamo in pari tempo protestare, perché ivi, in conseguenza di questo episodio sino ad oggi oscuro, si sia però trovato il modo di arrestare il segretario di una Camera del Lavoro , e sapete perché? — per « concorso morale » nel delitto. onorevoli colleghi , ho assistito, per penoso dovere, al processo Pallante e scusate se sono costretto a parlarne proprio io. non vidi tra gli imputati i responsabili morali di quel fatto, i segretari dei Comitati civici , e il signor Luigi Gedda prima di tutti, incitatori all' assassinio con tutta la loro propaganda... cerchiamo di andare avanti, ad ogni modo, nella ricerca delle cause che potrebbero aver giustificato l' adozione delle misure governative. un autorevole collega, non del nostro partito, ha detto che una giustificazione « italiana » non c' è: cioè che non si trova una giustificazione di queste misure, la quale sgorghi dalla situazione sociale e politica del nostro paese. sono in parte d' accordo con questo collega, se egli vuole dire che nella situazione sociale del nostro paese esiste, bensì, una massa di problemi non risoluti, angosciosi, tali che non si può sfuggire alla loro soluzione, ma che questi problemi potrebbero tutti, con la semplice applicazione della nostra Costituzione, essere, se non risolti rapidamente, almeno avviati a soluzione in modo da non provocare l' esasperazione cui stiamo assistendo da alcuni mesi. in questo senso sono d' accordo con l' onorevole Saragat che e colui che ha espresso questo giudizio. il vero motivo delle vostre misure sta in una pressione popolare, che io non nego che voi sentiate sempre più forte. anche noi ne abbiamo coscienza ogni giorno. questa pressione popolare, però, viene essenzialmente dalla disoccupazione non scomparsa, anzi divenuta cronica, e dall' aumento della disoccupazione, viene dalla fame di terre dei contadini, viene dai miseri salari, stipendi, pensioni, viene, dall' altra parte, dallo spettacolo del lusso sfrenato delle classi ricche e dei privilegiati; da un lusso che proprio in questo anno, che dicono sia « Anno Santo » , viene ostentato in modo ancora più offensivo verso i poveri, di cui è composta la maggioranza del popolo italiano . è da qui che viene la acutezza della situazione del nostro paese. è questa la propaganda dell' odio. dietro a questo lusso sfrenato vi è infatti la volontà di un ceto privilegiato tracotante, il quale vuole trionfare; il quale non capisce cosa e cambiato nella situazione d' Italia dal 1942 sino ad oggi, non capisce che si è attuato in Italia un tale risveglio delle masse lavoratrici per cui, se non si cambia qualcosa della struttura economica del paese, la pace sociale non può più essere conservata. da qui sgorgano le vostre misure. ben altre misure avrebbero dovuto essere proposte da un Governo, che essendo onestamente consapevole di questa situazione fosse sollecito del bene dei lavoratori e della pace fra i cittadini. il collega Di Vittorio vi dirà che cosa sarebbe sufficiente per evitare quelle occupazioni di terre e quelle altre manifestazioni nelle campagne che, se non turbano in nessun modo drammatico l' ordine pubblico , turbano bensì la coscienza del grande proprietario terriero il quale comprende che si è aperta l' era della fine dei suoi privilegi. i nomi dei villaggi, dove sono avvenute le occupazioni e sono state fatte le fucilate contro i contadini, non erano nemmeno conosciuti dalla maggioranza degli uomini di media cultura. nessuno sapeva dove fosse Lentella, come si vivesse a Lentella. oggi si sa, che esistono a Lentella 1000 uomini che vivono al livello su per giù degli animali. questi uomini non facevano nulla di male perché si dovesse sparare su di loro. sarebbe bastata una solerzia preventiva da parte delle autorità centrali e locali nell' applicare le leggi, pur modeste e pur scarne, che esistono per prevenire la maggior parte delle occupazioni di terre e delle altre manifestazioni nelle campagne. sarebbe bastata una solerzia preventiva da parte delle autorità che dovrebbero amministrare la vita dell' industria e della produzione italiana, per prevenire la chiusura di fabbriche, la loro occupazione e le lotte che ne sono seguite. ma tutto questo perché non lo fate? perché volete che la situazione vada in ciascun caso sino alla lacerazione, sino al contrasto acuto, sino all' eccidio, invece di prevedere, di adottare, di applicare in anticipo le leggi esistenti e le altre misure atte ad evitare questo aggravamento della situazione? voi non lo fate perché non siete un Governo che si collochi su un terreno di democrazia, cioè della difesa degli interessi dei lavoratori e della pace! del resto lo dichiarate voi stessi, ed io accetto la vostra definizione. siete il Governo dell' anticomunismo. questa è la vostra formula, onorevole De Gasperi , questa è la formula che ella s' è data! e noi gliela lasciamo, e il paese incomincia a capire che il Governo dell' anticomunismo non può essere il Governo della democrazia, della redenzione sociale, della pace italiana! solo può esserlo per definizione, per il modo come è costruita la situazione sociale italiana stessa, per il modo come si è sviluppata la lotta politica negli ultimi trenta anni, per il modo come siamo sorti e come siamo diventati grandi noi e come il paese ci comprende e ci segue sempre di più. questo elemento della situazione italiana che è essenziale, e cioè lo sviluppo delle lotte dei lavoratori sotto la influenza e la direzione della parte più avanzata della classe operaia , voi lo considerate invece come qualcosa di estraneo alla situazione italiana stessa, come qualcosa che verrebbe, non so se dal Cremlino, o da Bialystock, o dal demonio, o dal « piano K » ! voi ritenete di poter eliminare questo elemento sopprimendo i diritti di libertà dei cittadini, usando il metodo forte, sparando, facendo sparare. in questo, e per quanto si riferisce in particolare agli eccidi, vi è, ed io spero almeno non vi sia in tutti voi, ma certo vi è consapevolmente in una parte di voi, la premeditazione. forse nella sua coscienza dirà qualcuno di voi che si tratta di un mezzo duro, cui però è necessario ricorrere per placare la situazione del paese. ma non solo non ci riuscite: rendete invece la situazione di volta in volta più grave. voglio confermare questo mio giudizio con quello dato da un giornale che non voglio chiamare democristiano, perché sono scomunicato una volta, ed è superfluo mi faccia scomunicare una seconda per dargli questo appellativo: La Libertà . questo giornale esaminando il modo con cui si sviluppano le cose in Italia, arriva precisamente a questa costatazione: « quel che deve impressionare del partito comunista , è la sua capacità di recupero (il giornale, naturalmente, ci dà colpa di vari errori, ma ciò non interessa né me né la Camera, in questo momento) ma tale capacità di recupero è automatica in quanto determinata dalle obiettive condizioni che in Italia sospingono fatalmente le masse a muoversi su una strada, che è occupata esclusivamente (dice, ma in realtà non è del tutto così) da quel partito. è su questa strada che la parte più attiva delle classi lavoratrici si ricompone, dopo l' eccidio serra le file, riprende il cammino, costi quel che costi. è giusta l' analisi, è vera la descrizione, è esatta la conclusione. ma esistono, oltre a questa situazione sociale e al modo come voi ad essa reagite, altri elementi di acutizzazione, che stiano all' origine delle misure che avete preso? vi è il fascismo, la sua rinascita, il suo tentativo di spiegare una certa attività. a questo proposito, onorevoli colleghi , non farò l' onore ai colleghi che seggono in quei banchi di considerarli per ora più che un gruppo di poveri untorelli. essi disgraziatamente conservano una influenza su una parte della gioventù o della intellettualità media italiana, che o non ha conosciuto o vuole ignorare la tragedia del fascismo. ma il problema del fascismo è acuto non dirò grazie a loro, che sono in questo caso complici più o meno necessari, ma per l' attività stessa del Governo, per l' orientamento verso la rinascita fascista di gruppi dirigenti sempre più notevoli delle classi padronali della campagna e dell' industria, per il clima generale che in questo modo si è creato e si sta diffondendo. vedo che l' organo del partito repubblicano conduce da un po' di tempo una campagna esaltando il fatto che il Governo finalmente si sarebbe persuaso della necessità di compiere atti che dovrebbero nel seguito delle cose portare allo scioglimento del Movimento Sociale Italiano . rammento a questo proposito la nostra posizione. noi abbiamo sempre ritenuto e riteniamo tuttora che la norma della Costituzione che vieta il risorgere di un movimento fascista e che voi conoscete, debba essere intesa nel senso che il Governo è autorizzato a compiere immediatamente i necessari atti esecutivi per impedire il ricostituirsi di una organizzandone fascista, per ostacolare e reprimerne la propaganda. ma, a parte questo, i ministri repubblicani non hanno nessun motivo di vantarsi di quello che sarebbe stato fatto dal Governo contro il risorgente fascismo, perché nessuno ancora se ne è accorto, mentre tutti vedono che cosa il Governo sta facendo e minaccia di fare contro i lavoratori che si muovono, per le loro rivendicazioni, nell' ambito delle libertà democratiche. i ministri repubblicani farebbero meglio ad andare scavando nelle attività passate e presenti del Governo per scoprire e denunciare quei molteplici atti governativi che hanno dato luogo alla rinascita del fascismo e l' hanno favorita. onorevole La Malfa , io non so dove sia il suo gabinetto di ministro senza portafogli, addetto al comitato per la ricostruzione. penso sia al Viminale. vada dunque passeggiando una volta per quei corridoi, veda se le riesce di trovare il locale dove è stata ricostituita l' OVRA con i suoi vecchi quadri e col suo schedario dei sovversivi, che sono naturalmente i resistenti antifascisti, i suoi colleghi di ieri nella lotta. veda, se le riesce, di scoprire la rete degli uffici clandestini istituita per l' Italia da quest' OVRA ricostituita. se crede, potrò anche favorirle qualche indicazione in proposito. cerchi di comprendere se non è il modo con il quale tutto quello che sentiva e sente di anticomunismo e stato ed è accolto ed esaltato da questo Governo, anche se costituisce la peggiore sostanza del fascismo, che ha creato l' ambiente in cui la rinascita del fascismo è inevitabile. un Governo anticomunista non può essere un Governo antifascista. un Governo anticomunista deve per definizione favorire quella rinascita fascista di cui ha dato un quadro impressionante il collega Calamandrei. ma il particolare forse più grave della rinascita fascista è quello. dello squadrismo armato, organizzato e diretto da gruppi dirigenti della grande borghesia agraria e industriale. ne sono esempio i fatti avvenuti in quel di Brescia. oh, se una nostra sezione avesse affisso un manifesto come quello degli agrari bresciani, dove si fa appello ai grandi possessori di terre a prendere le armi contro i lavoratori e farsi ragione da sé con la violenza! credo che tutto il nostro comitato centrale sarebbe già stato incolpato e forse sciolto, siederebbe già sul banco degli accusati. ella invece, onorevole ministro degli Interni , di un fatto di questa enormità, non si è nemmeno accorto. non so se ne è accorto l' onorevole La Malfa , se ne accorgerti, forse più tardi. fatti come questo però si stanno moltiplicando, e in questo modo l' Italia va scivolando ancora una volta verso il fascismo, per gli stessi motivi per cui non va verso delle profonde riforme sociali. i gruppi possidenti privilegiati a tutto infatti sono disposti pur di impedire queste riforme. ma i nostri poveri scioperi, le nostre misere occupazioni di terra, questi scioperi fatti non per nazionalizzare le industrie e nemmeno per aumentare i salari, ma spesso solo per chiedere che sia pagato il lavoro già compiuto; queste terre occupate che ammontano forse a qualche decina di migliaia di ettari mal coltivati o mai coltivati, ecco ciò che mette in allarme voi che non volete vedere la violenza e l' ingiustizia dei padroni, ecco ciò che schiera su un fronte di disperata difesa fascista la parte più aggressiva del padronato italiano dell' agricoltura e dell' industria. voi siete il Governo di questo padronato. voi, Governo anticomunista, non potete non essere il Governo di questo padronato; non potete non vedere anche nei più limitati dei movimenti di lavoratori, come quelli che si sono avuti nel corso di questi ultimi mesi, l' offesa più atroce contro la quale non, vi basta evocare lo spettro delle leggi eccezionali, ma concretamente vi mettete sulla via delle misure eccezionali contrarie alla Costituzione. vi è poi la pressione clericale, la quale è analoga alla pressione fascista. non per niente alla testa dell' Azione Cattolica vi è in primo piano — permettete che faccia ancora una volta il suo nome — quel signor Luigi Gedda... forse è innominabile? ma se è lui che ha mandato qui la maggior parte di voi! state dunque tranquilli. questo signore, il quale si può vantare di dirigere una grande organizzazione italiana di giovani, di donne, di lavoratori e che so io, è lo stesso che nel 1940, quando scoppiò la guerra fascista, incitò apertamente, con le frasi più abominevoli, all' attacco armato contro la democrazia francese, contro la, democrazia inglese, contro la democrazia degli USA. ed egli non ha mai ritrattato una di quelle sue parole. questi sono gli uomini che vanno dall' onorevole De Gasperi a dirgli che è urgente provvedere, per carità, perché le cose stanno andando a sfascio, perché i lavoratori nonostante la scomunica continuano a rimanere in massa raccolti attorno alle sezioni di questi partiti scomunicati e della Confederazione del lavoro . questi sono i vostri ispiratori; o il fascismo ritorna anche per questa strada, che del resto è una delle strade da esso seguita per venire anche la prima volta. contribuisce a render grave e confusa la situazione, poi — e vorrei fare a questo soltanto un rapido cenno — qualche cosa di non ancora del tutto comprensibile, qualche cosa di torbido che avviene nello stesso partito democristiano . non vorrei dare una prematura caratteristica definitiva dell' onorevole Scelba. quando odo le sue espressioni e ascolto i suoi discorsi, ho l' impressione che sia impastato di scarsa capacita politica, di ambizione, ma per la maggior parte di paura; e sulla paura, del resto, è impostata la maggior parte della politica sua e vostra. sì, voi avete paura del popolo, perché avete paura delle riforme le quali devono essere fatte per sodisfare le sue necessità di vita. questa è la paura vostra. quella dell' onorevole Scelba forse è un po' diversa. ma eccovi il testo di un manifestino diffuso nelle caserme della polizia. mi viene da Milano, dalle « casermette » di via Zara ; dite così: italiani! se l' onorevole Alcide De Gasperi non se ne andrà il più presto possibile da presidente del Consiglio — badate che il manifestino non e nostro, ve lo dico subito — il popolo italiano andrà sempre di più incontro alla fame, alla guerra, alla rivoluzione. italiani! l' uomo che salverà il popolo italiano dalla fame, dalla guerra, dalla rivoluzione, sapete voi, italiani, chi è? è Mario Scelba, il ministro dell'Interno ... » . speriamo!... » Scelba al Governo! solo così si potrà risolvere l' attuale problema economico, politico e sociale del popolo italiano . non intendo dare eccessiva importanza a questo documento. so però, per l' esperienza che abbiamo fatto in Italia e abbiamo seguito in altri paesi d' Europa, che in queste confuse situazioni che sorgono quando da una parte la massa del popolo chiede una trasformazione dell' ordine economico e sociale e dall' altra ci sono forze decise a tutto pur di resistere a questo anelito di redenzione, molte cose sono possibili che in certi momenti possono sembrare inverosimili. non occorre. si accontenti, onorevole De Gasperi , delle lusinghe dell' onorevole Calamandrei; non si attenda qualcosa di simile dal dirigente del partito comunista di cui conosce il giudizio a suo riguardo. infine, vi è l' innegabile, presente, continua pressione dei circoli dirigenti dell' imperialismo degli USA, i quali — lo sappiamo tutti e voi non lo negate — tendono apertamente a creare in tutto il mondo un fronte armato diretto contro l' Unione Sovietica , contro i paesi di nuova democrazia, contro la Repubblica popolare cinese . questa è la politica americana e vostra: non lo potete negare. ma per poter realizzare questa politica è necessario esistano in Italia, in Francia, in tutto questo Occidente europeo che disgraziatamente è caduto sotto la tutela di questi vampiri d' America, dei regimi che essi vorrebbero persino più forti, cioè più reazionari e brutali. di quello dell' onorevole De Gasperi e dell' onorevole Scelba. i dirigenti della politica degli USA commettono in questo un grave errore di valutazione politica: essi non valutano quali sono le trasformazioni sociali avvenute nel corso degli ultimi 10 anni appunto in Italia, in Francia e negli altri paesi europei occidentali, e vorrei dire in Italia più che altrove. i dirigenti della politica americana chiudono gli occhi davanti alla realtà, oppure pensano che questa realtà possa davvero essere non dico dominata, ma cambiata con misure di forza. ma questa è una follia. questa è cosa che non può avvenire e che non avverrà. persino nel così tranquillo e idilliaco Belgio, che fino a ieri poteva essere indicato come la colonia di preferenza degli imperialisti nordamericani, oggi tutto è in subbuglio. anche qui gli imperialisti americani non riescono a capire che una grande parte quasi la metà del popolo non ne vuole più sapere del re collaboratore; non riescono a capire che questa è la parte più esperta, più attiva, più combattiva di tutto il paese e quindi non si può disprezzarne la volontà. pensano di poter imporre un re con la forza, come ai francesi e a noi vogliono imporre un regime di reazione e le armi per guerreggiare non nell' interesse nostro, ma nell' interesse loro. l' onorevole Calamandrei ha rivolto a noi un commovente appello proprio sulla questione delle armi americane e del loro arrivo. lungi da me l' intenzione di respingere questo appello con parole aspre. desidero però richiamare l' onorevole Calamandrei all' esperienza della storia. l' esperienza, e purtroppo molto recente, ci ha insegnato che queste follie bisogna saperle riconoscere sin dall' inizio e fare il possibile sin dall' inizio per impedirle. non è che noi chiudiamo gli occhi davanti alle prospettive di tragedia che vediamo aprirsi per il nostro paese. queste cose non le neghiamo. sappiamo però che la politica americana è oggi diretta da sciagurati i quali effettivamente si propongono di spingere il mondo, passo a passo, alla guerra, e trascinano l' Italia a entrare in un fronte di guerra. il nostro dovere è di intervenire tempestivamente. sciagurati anche nei vostri confronti. colleghi della maggioranza, sono gli uomini che ci spingono a una politica di armamento e di guerra. già sono infatti molti milioni i cittadini i quali comprendono di che si tratta e ci approvano. ma badate che se per disgrazia dovesse avvenire che ancora una volta l' Italia fosse trascinata nell' abisso di un conflitto, come lo fu dal fascismo, non so quanti di voi potrebbero ancora fare dieci metri di marciapiede. inoltre, anche in questa lotta per la pace dobbiamo tener conto che viviamo in un clima reazionario in cui il fascismo non è più assente. in questo clima gli uomini che hanno tradito la patria, come il signor Borghese, sono messi in libertà ed esaltati. eppure si tratta, in questo caso per esempio, di uomini che hanno lacerato il giuramento di fedeltà, che sono passati dalla parte del nemico quando il paese era in guerra. in questo clima come volete che noi possiamo dire ai lavoratori di accettare una disciplina, di moderare la loro azione e la loro lotta per impedire che l' Italia sia spinta in guerra una volta ancora? noi dobbiamo dare anzi una spinta, la più ampia possibile al movimento dei lavoratori, acciocché tutta l' Italia, se comprenderà quanto vi è di sincero in ciò che facciamo e diciamo, possa ritrovare insieme con noi la strada della salvezza. concluso questo esame della situazione da cui sgorgano le vostre misure eccezionali, ritorno al punto di partenza . voi siete fuori della Costituzione repubblicana e fuori della legge! le vostre risa di scherno le considero segno più che altro di incoscienza! a noi si pone il problema grave, serio, di quel che occorre fare, perché la Costituzione repubblicana, non l' abbiamo approvata come una insignificante leggina, ma come il fondamento sul quale volevamo e vogliamo che sia elevato e si regga per un intiero periodo storico il nostro paese! questo fondamento viene minato oggi dal Governo stesso. legittima è, in questo caso, la resistenza dei cittadini. tale è l' opinione prevalente dei conoscitori del diritto. prima dell' opinione dei giuristi, lasciatemi però ricordare la tradizione, storica e letteraria, della lotta per la libertà, quella tradizione che ha nutrito noi tutti, quella che costituì per molti di noi una spinta ad aderire al movimento liberatore delle classi lavoratrici . la lotta contro l' illegalità, del Governo che viola le libertà dei cittadini ha ispirato i più grandi poeti. ricordate l' inno fremente di Armodio? non so se è presente il compagno Marchesi, che lo ricorderebbe meglio. per me è una lontana, sfumata reminiscenza di scuola. ricordate: nasconderò la spada in un ramo di mirto! questa invocazione alla ribellione contro il sopruso dai governanti riempie di sé secoli interi della storia del genere umano: l' umanesimo, l' illuminismo, il romanticismo, fino a che uno dei più grandi tra gli ultimi nostri poeti non esiterà a invocare: il ferro per uccidere i tiranni, il vin per festeggiarne i funerali. oh, se dovesse la libertà del popolo ancora una volta essere calpestata da un Governo di tiranni, ancora una volta, come già nell' aprile del 1945, possa questo vino essere largamente mesciuto sulle scarse, povere mense dei lavoratori italiani! sul terreno del diritto, mi richiamo soltanto all' autorità di Vittorio Emanuele Orlando , autore dello studio più approfondito sulla questione della resistenza politica, dove, esaminate le correnti prevalentemente favorevoli in tutti i paesi alla resistenza agli atti illegali di un Governo, egli conclude: « il diritto di resistenza . un diritto di libertà ed è sanzione della libertà » . noi abbiamo quindi il diritto di resistenza alle vostre misure illegali. l' onorevole Scelba non si rallegri, però, non creda che, per il fatto che noi rivendichiamo ai lavoratori, ai democratici, ai cittadini italiani tutti il diritto di resistenza ai suoi soprusi, non creda, con questo, che noi siamo disposti a cadere in qualsiasi sua provocazione. no: sappiamo quale è l' ampiezza della lotta, quale ne è la posta e come in una lotta simile bisogna condursi per poter riuscire vittoriosi. respingiamo le forme di violenza individuale, gli attentati, le esasperazioni, le risse domenicali, e diciamo ai nostri di non cadere nelle provocazioni. in pari tempo, diciamo non solo ai comunisti, non solo agli alleati del nostro partito, non solo agli iscritti ai sindacati, ma a tutti i cittadini, di non limitarsi a costatare i fatti, di ricordare che il cittadino non può mai derogare al proprio dovere di difendere la libertà. se egli deroga a questo dovere, egli rinunzia non a nome proprio soltanto, ma a nome di tutto un gruppo sociale , di tutta una classe e di tutta la nazione. allora si aprono tristi periodi nella vita dei popoli. per questo chiamiamo alla resistenza i cittadini italiani, qualunque sia la loro condizione sociale. vengano colpiti i reati là dove reati ci sono, ma vengano abrogate le norme che ledono la Costituzione repubblicana; venga costretto il Governo a revocare le sue misure d' eccezione, e a rispettare la Costituzione repubblicana, sia nella parte che garantisce i diritti di libertà del cittadino, sia nella parte che promette all' Italia riforme profonde affinché si passa avere una vera pace sociale. non illudetevi d' altra parte che le vostre misure possano servire allo scopo a cui una parte di voi o tutti voi assieme vorreste farle servire. onorevole Scelba, risparmio a lei e ai colleghi la lettura delle istruzioni che ella ha inviato ai prefetti e ad altre autorità di Modena nel corso di due anni, proponendosi con esse di stroncare in questa città, certo « drasticamente » il movimento comunista e il movimento sindacale . risparmio la lettura di questi documenti poco edificanti a lei e alla Camera. il risultato vedete però quale è. in quella provincia, in quella città il partito di estrema avanguardia dei lavoratori, che è il nostro, non è mai stato tanto forte, i sindacati dei lavoratori non sono mai stati così influenti, così numerosi, così combattivi. direi di più: quel proletariato non è mai stato tanto disciplinato, tanto accorto nel guidare le proprie lotte, tanto esperto della perfidia dell' avversario per saper combattere in modo da allargare continuamente le proprie posizioni e non abbandonarle e non perderle mai. il richiamo al fascismo, in questo caso, serve per voi. vi sono stati in questa lotta dei caduti. li piangiamo. ma migliaia; decine di migliaia di uomini hanno capito che dove essi erano caduti non vi era altro da fare che raccogliersi e andare avanti. sono stato l' altro ieri a visitare le carceri di Livorno approfittando di un breve passaggio per quella città. una sessantina, mi parve, di detenuti politici . il primo che mi si è presentato era il segretario della sezione socialista di Piombino. confesso, e mi rincresce, che ebbi un movimento di sorpresa. gli dissi: — come mai, anche tu qui? ed egli se l' ebbe a male: — sì, anche noi socialisti...... anche noi siamo sul fronte della lotta; anche noi sappiamo fare il necessario per combattere, resistere, fare trionfare la libertà e la giustizia sociale . quelle sue parole veramente mi commossero. sapete perché quegli uomini sono in prigione? per i fatti del 14 luglio a Piombino. ora, non avvenne a Piombino il 14 luglio nulla di eccezionale. non vi fu un bastonato, non vi fu un ferito, non vi fu un morto, nulla. il comandante della forza pubblica si mise d' accordo con i dirigenti delle organizzazioni politiche e sindacali dei lavoratori perché insieme, tutti mantenessero l' ordine pubblico . manifestazioni, cortei, bandiere al vento, sì, ve lo immaginate bene. il giorno dopo quel funzionario fa un rapporto al suo prefetto. qui, dice, le cose si sono svolte normalmente, e tutto ora è rientrato nell' ordine. non l' avesse mai fatto! interviene allora il « Mefistofele » , non so quale sacerdote, o presidente di comitato civico, di non so quale località, certo per tramite dell' onorevole Scelba. alcuni giorni dopo il funzionario viene mandato davanti al consiglio di disciplina e sostituito da un altro che fa un altro rapporto, arresta, terrorizza, manda in galera. per fortuna il primo rapporto, dove si diceva che non era avvenuto nulla, era stato comunicato anche al sindaco comunista della città, che se ne fece rilasciare copia autentica, ed è agli atti del processo. conclusione: processo a parecchie decine di cittadini per insurrezione armata contro i poteri dello Stato. carcere preventivo: 20 mesi. eppure, le vittime di questa infamia, le ho viste, sono serene, sono tranquille, sono circondate dalla solidarietà dei lavoratori della città, della regione, di tutta Italia. quando usciranno, saranno migliori combattenti di prima. onorevoli colleghi , sento profondamente, nonostante tutto, che esiste per il nostro paese la necessità di una situazione più pacifica nei rapporti fra i cittadini e fra i cittadini e l' autorità dello Stato. sento che nel clima creato da una parte del padronato italiano, e da voi, che ne siete i principali responsabili, nessuna riforma sociale potrà essere attuata. le riforme sociali, delle quali il nostro paese necessita, non sono possibili se non ad opera di un Governo che si appoggi sulla grande massa del popolo, o almeno di un Governo che non metta le grandi masse dei lavoratori organizzati al di fuori della legge, o non pretenda di farlo. vi è tra le due cose una contradizione. il modo in cui questa contradizione si manifesterà, sarà determinato da una quantità di avvenimenti la cui valutazione sfugge oggi a me e a tutti voi. essa però è insuperabile. la necessità di una situazione diversa esiste. le condizioni perché la si crei sono però sempre quelle: che il Governo rientri nella legge e nella Costituzione, che venga fatta una politica di pace. voi, Governo che consapevolmente viola la legge e incita le autorità da esso dipendenti a violarla in quel modo come vi ho dimostrato, voi siete il primo e principale ostacolo a questo miglioramento della situazione, di cui il paese ha bisogno. non ritengo che voi possiate cambiare strada. non ritengo che voi possiate diventare diversi da quello che oggi siete, fino a che voi sarete il Governo dell' anticomunismo, perché l' anticomunismo è violazione della Costituzione, è lotta, è guerra dichiarata contro una parte del popolo, e illegalità aperta, è menzogna, è calunnia, è attentato criminale! sappiamo l' ennesimo che nelle condizioni attuali la lotta che a noi si apre per la difesa dei diritti che ci siamo conquistati sarà dura e lunga. ma non dubitate: faremo quanto sta in noi; e gli operai che ci seguono, e i contadini che si orientano verso di noi, e quegli elementi delle classi medie che comprendono che non si può continuare a vivere in una situazione come l' attuale, faranno quanto sta in loro perché questa lotta si concluda con una vittoria. della Costituzione repubblicana contro coloro che vorrebbero sopprimerla.