Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 327 - seduta del 19-10-1949
Sulla politica estera
1949 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 373
  • Attività legislativa

spero di essere molto breve, signor presidente . ritengo però che verrei meno al mio dovere di rappresentante di uno dei più grandi partiti del paese e di esponente delle correnti della sinistra democratica di questo Parlamento, se non esprimessi in modo del tutto chiaro qual è il nostro pensiero sulle dichiarazioni che l' onorevole ministro dell'Interno ha fatto a chiusura del dibattito sul bilancio del suo dicastero. è vero che il dibattito aveva preso il carattere di un atto di accusa ; apprezzo il fatto che il ministro dell'Interno nella maggior parte delle sue risposte abbia mantenuto il tono dell' accusato che si difende. apprezzo questo fatto, onorevole ministro. noto però che ella, per lo meno nei giorni in cui ha preparato il suo discorso, non ha dato prova di buona memoria, perché non si è ricordata dei fatti principali che le sono stati contestati. onorevole ministro dell'Interno , qui si è parlato della Sicilia e precisamente del banditismo siciliano, che è, nel quadro della situazione politica del nostro paese, accanto alle persecuzioni dei partigiani e accanto alla repressione poliziesca nei conflitti del lavoro, uno dei fatti che più impressionano l' opinione pubblica . onorevole contradittore, se questo fatto per lei non ha importanza, per noi esso ha importanza; per la maggior parte della opinione pubblica del paese ha importanza, e grande! si tratta di giovani delle forze armate dell' ordine che vengono massacrati, si tratta di conflitti permanenti in una regione che per questo deve essere sottoposta a misure di polizia eccezionali. volevamo sapere a questo proposito qualche cosa, onorevole ministro. se il suo silenzio significa che ella ci dà appuntamento fra qualche giorno per discutere una mozione sulla situazione siciliana, allora accetto. ma noto che, prima di rilevare l' inesattezza di un nostro collega nel citare un atto amministrativo di uno dei suoi predecessori, ella aveva il dovere di parlarci dei fatti siciliani, come pure dei fatti della Sardegna, perché anche là il banditismo incomincia a dilagare. invece silenzio anche su questo! noto inoltre che ella ha scelto solo alcuni piccoli fatti e su quelli ha risposto. io non so se tutti i fatti qui denunciati corrispondessero o no a verità; così pure ignoro se corrispondano o no alla verità le sue risposte. e certamente ella avrà scelto fra i fatti che sono stati qui denunciati quelli che più le convenivano per la replica. la cosa che importa però è che i fatti qui denunciati sono stati decine e decine e tali, messi assieme, da costituire tutto un clima di politica interna che noi denunciamo come antidemocratico e, anticostituzionale. che cosa ella ci risponde? nulla! l' onorevole Di Vittorio si è stupito che ella non abbia dato prima una spiegazione a proposito del fatto del partigiano Serafino Zuffi. non voglio ripetere le cose dette dal collega Di Vittorio ; mi permetta però di replicare, ora che ella ha letto il telegramma, che forse, anzi, che certamente le è stato inviato dal responsabile di questa infame persecuzione, il cui pensiero offende la nostra coscienza morale prima ancora che la nostra coscienza politica. ella ci ha detto che i fatti imputati allo Zuffi forse sono veri, forse falsi, e che il ministro non è tenuto a sapere se un patto è falso o vero. ella è però tenuta a conoscere la legge, e la legge dice che i partigiani non possono essere oggetto di mandato di cattura per fatti commessi nella lotta contro il fascismo. ella dunque ci legge qui, tranquillamente, un telegramma in cui viene denunciata, dal funzionario stesso che ha firmato il telegramma, una violazione di legge. questo denuncia ancora una volta tutto un sistema! e lascio da parte altri fatti, non rientrando nella mia dichiarazione di voto il ritornare sopra di essi. ripeto, però, che ella ha parlato qui come se noi le avessimo chiesto conto, in sede di interrogazione, della « disposizione » di una determinata branca dell' apparato amministrativo in una determinata località; e basta! no, noi abbiamo denunciato tutta una politica interna di cui le decine e decine di fatti da noi resi noti sono la espressione evidente. abbiamo scelto questi fatti tra tutti quelli — e sono centinaia — che ci vengono segnalati ogni giorno. ella ci risponde come se fossimo in una situazione normale, come se vivessimo in piena democrazia. ma questo non è vero! viviamo in una situazione in cui il Governo, ad opera del ministro dell'Interno , calpesta ogni giorno la Costituzione e le leggi democratiche. di questo dovete renderci conto! prendo atto della dichiarazione che ella ha fatto (ne ho preso appunto) quando ha detto di « condannare i fatti da noi denunciati, se sono avvenuti cosi come sono stati denunciati » . va bene , credo che questo sia il minimo di ciò che ella aveva il dovere di dire, di fronte alle nostre denunce! però, dopo di ciò, bisogna fare un secondo passo in avanti. non voglio dubitare a priori della sua sincerità nel farci la dichiarazione da me ricordata. sono pure convinto che questa dichiarazione esprima l' opinione di tutto il Governo, che sia stato anzi il Governo a decidere che ella dovesse farla. siccome però in politica la sincerità maggiore o minore e le intenzioni più o meno buone non contano molto e solo contano i fatti, vorrei che noi potessimo avere una dimostrazione concreta che la posizione del Governo è per l' appunto quella che la sua dichiarazione esprime. e poiché vi sono alcune serie di fatti che si ricollegano ad alcuni problemi fondamentali, per esempio a quello siciliano, per esempio a quello della persecuzione ai partigiani in alcune province particolarmente prese di mira, a quello del contegno della polizia nei conflitti del lavoro, andiamo a vedere, colleghi, come stanno davvero le cose. ma a questa proposta risponde l' urlo che viene dalla vostra parte quando noi chiediamo che si faccia una inchiesta parlamentare circa le denunce precise che qui vengono portate. facciamo vedere che questo Parlamento si interessa veramente di chiarire se fatti che noi denunciamo come persone oneste, nella convinzione che siano veri, rispondano sul serio a verità; andiamo a vedere che cosa vi è di vero o di falso nell' accusa che vi muoviamo. se voi faceste dopo il primo, questo secondo passo collegato al primo, allora potrei dire: sta bene; altrimenti noi dobbiamo mantenere in pieno le nostre istanze, mantenere la nostra critica, mantenere la nostra denuncia. e dico di più: poiché parlo da una tribuna da cui il paese mi sente — sì, mi rincresce per voi, ma è così invito tutti i partiti, tutte le organizzazioni democratiche di qualsiasi tipo, tutti i cittadini che hanno senso democratico a estendere queste denunce, a portarle e agitarle nelle singole località, davanti ad assemblee di cittadini convocati a questo scopo, in modo che veramente sia organizzato un controllo democratico sopra l' operato delle autorità che voi dirigete in modo contrario allo spirito e alla lettera della Costituzione repubblicana. e voi per primi, se foste sinceri quando chiedete a noi di essere democratici o affermate di esserlo voi stessi, dovreste essere contenti di una iniziativa simile che, semmai, sarà, una scuola di democrazia e per noi e per tutto il paese e un freno potente per voi, che così sarete chiamati a rendere conto della vostra attività di fronte alla più vasta opinione del paese stesso. qualcuno mi ha detto che nelle espressioni odierne dell' onorevole ministro dell'Interno , a ogni modo, qualche nota nuova vi sarebbe stata: il tentativo per esempio di evitare quel tono che noi parecchie volte abbiamo chiamato di provocazione nei confronti della parte democratica più avanzata. può darsi che sia così e ciò voglia dire che le nostre continue denunce incomincino a ottenere un certo risultato. credo che la questione vera sia però un' altra. la realtà è che nel paese una trasformazione abbastanza profonda dell' opinione pubblica , a proposito delle questioni da noi poste, è in corso ed è forse tanto più profonda quanto più voi cercate di negarla o di coprirla con mascherature che più non reggono. certo, la situazione è difficile, complicata. ne riconosco tutti gli aspetti non facili, però ne ricade su voi la principale responsabilità. questa situazione parte non solo dal 18 aprile, ma anche da prima. prendiamo pure quella data come punto di partenza : fatto si è che da parte, se non di tutto il vostro partito, per lo meno di coloro che in quel momento hanno diretto la vostra campagna elettorale , dei dirigenti i vostri Comitati civici , e l' Azione Cattolica , persone, lo so, che pare qui non si dovrebbero nemmeno nominare, forse perché alcune di esse hanno curiosi attestati di attività fascista nel periodo più doloroso del nostro paese, attestati che forse sarebbe interessante sciorinare anche davanti al Parlamento, da parte di questi uomini, ripeto, è stata condotta per conto vostro e nel vostro interesse, una campagna imbevuta di uno spirito che non era certo di fraternità, che non era di concordia, che non era di pace civile che, al contrario, era di discordia e quasi di preparazione a una guerra civile . non ho qui i manifesti da esporre come fa l' onorevole ministro; se li avessi: mostrerei quello dove il nome e l' immagine di chi vi sta parlando erano presentati tra chiazze di sangue e profili di patiboli. un incitamento al delitto, puramente e semplicemente. dove volevate arrivate per quella strada? forse volevate arrivare — e v' era chi lo pensava e diceva apertamente — allo scioglimento, mettendoli fuori legge, dei partiti democratici dei lavoratori, del nostro prima di tutti, e del partito socialista che marcia insieme con noi, di quei gruppi democratici che sono collegati con noi perché comprendono le nostre rivendicazioni e le approvano. questo del resto è ciò che ancora oggi leggiamo su una parte della stampa governativa, e questo motivo sentiamo affiorare in tutto ciò che dice l' onorevole ministro dell'Interno , anche se il tono di alcune sue dichiarazioni è stato quello che prima io, qualificavo. cosi il ministro osa dirci che sarebbe violazione di non so quale legge del nostro Stato un manifesto dove è detto che dev' essere diminuito il prezzo del pane, perché vi è tra prezzo e costo un certo margine che non si sa dove va a finire. ditecelo voi dove va a finire. dite che si tratta non di furto ma, come sostiene il ministro dell'Agricoltura , di una dispersione per resistenze di organismi superflui. è nel vostro diritto; ma quello ricordato dal ministro è un manifesto assolutamente legittimo in un paese il quale ha una Costituzione di larga democrazia. una Costituzione repubblicana. così il ministro dell'Interno osa far colpa a un partito come il nostro, a un partito della classe operaia . lo vedremo! fare colpa ad un partito come il nostro di preoccuparsi che gli scioperi vadano a vittoria, che non vi siano, nelle file dei sindacati, elementi che abbandonino la lotta o la tradiscano. ma questo è uno dei nostri compiti, come partito di avanguardia della classe operaia . il vostro sarà quello opposto, cioè di provvedere invece a che il movimento venga fiaccato e di prepararne la sconfitta! il nostro compito è sempre stato e sempre sarà quello di preparare la vittoria del movimento operaio , nella misura delle nostre forze, in tutte le sue lotte. così per gli scioperi politici . — onorevole Scelba, se non vi fossero stati scioperi politici in Italia, questa democrazia non l' avremmo. senza gli scioperi politici nell' Italia del nord, non saremmo riusciti a dare al fascismo quel colpo che abbiamo dato. e, prima ancora, senza scioperi politici non si sarebbero conquistate le libertà delle organizzazioni sindacali e le libertà democratiche in generale! e gli scioperi politici dureranno e si ripeteranno finché la classe operaia organizzata riterrà di dover ricorrere a quest' arma per far rispettare le proprie libertà. e le libertà fondamentali del cittadino sulle quali pure si fonda la lotta della classe operaia per una nuova società. così sentiamo il ministro dell'Interno dolersi dell' invito, rivolto a un' amministrazione comunale, di aderire a un' organizzazione democratica di comuni promossa da partiti politici che lottano per determinati obiettivi politici e sociali. ma come! ma se la maggioranza della popolazione, che ha dato il voto a questa amministrazione, è d' accordo con questi partiti, questa amministrazione ha il diritto, direi ha il dovere, di fare quanto è necessario per rafforzare quella corrente democratica di cui essa è la libera espressione. e i manifesti ai soldati? ci dica che cosa vi è nei manifesti ai soldati che sia contrario alla legge. sarà costretto a leggere manifesti ai soldati dove si invitano i soldati a conoscere e rispettare la Costituzione repubblicana; in cui si invitano gli agenti delle forze armate dello Stato a rispettare le libertà democratiche. a ogni passo, insomma, affiora dalle sue parole e dalle sue argomentazioni una mentalità antidemocratica, che ci obbliga non solo alla più grande vigilanza, ma a continuare la nostra lotta contro questo Governo e contro il ministro dell'Interno , per il rispetto della democrazia. né vale che diciate che non potremmo criticare la magistratura. non è vero! il Parlamento non può come tale decidere un atto nella materia del giudizio spettante alla magistratura, cosi come il potere esecutivo non può ledere l' indipendenza dei magistrati; ma l' opinione pubblica democratica può e deve, dentro e fuori del Parlamento criticare il magistrato e la magistratura quando essi non adempiono ai loro doveri democratici. questa è sempre stata la via della democrazia, prima e dopo la rivoluzione liberale. la critica dei giudizi di classe e antidemocratici della magistratura e la lotta contro di essi sono state sempre parte integrante della lotta per fare avanzare la democrazia. e noi continueremo ad agire in questo modo anche in questo campo! la sfiducia che noi esprimiamo in lei, onorevole ministro; e che invitiamo tutta la Camera ad esprimere, deriva dunque dal fatto che la situazione generale che abbiamo denunciato, e di cui i fatti singoli portati qui a iosa sono la prova, è la conseguenza di una mentalità e di un indirizzo governativo i quali tendono a mantenere il paese scisso, ad alimentare in esso un' atmosfera di discordia, e ciò allo scopo di poter opprimere i lavoratori e far prevalere la volontà e gli interessi dei ceti dominanti privilegiati. questa è la vostra posizione. la nostra posizione non muta da quella che è stata sempre. noi sappiamo che l' Italia ha bisogno prima di tutto di profonde trasformazioni economiche e sociali; sappiamo che per attuarle è necessaria un' unità di forze democratiche. è questa unità che rivendichiamo e per la quale combattiamo. la grande maggioranza della classe operaia è oggi con noi; ma con noi e su questa piattaforma devono schierarsi e si schiereranno sempre più anche uomini e gruppi di altre classi, se vogliono aprire all' Italia la via di un rinnovamento pacifico, se vogliono evitare nuove sciagure al nostro paese. noi non chiediamo, onorevole presidente del Consiglio , nulla che vada al di là della Costituzione repubblicana. sappiamo che anche in Italia realizzeremo regimi sociali che andranno al di là di questa Costituzione, più avanti, verso una piena giustizia sociale ma oggi noi rivendichiamo soltanto il rispetto della Costituzione repubblicana nella sua parte che garantisce i diritti del cittadino e nella parte che garantisce i diritti sociali del lavoratore. chiediamo che la Costituzione venga sistematicamente applicata per realizzare quelle riforme che essa indica e prevede. perché tutta la parte sana e lavoratrice del paese si metta su questa via, noi lavoriamo e combattiamo, rivendicando anche qui dentro una reciproca comprensione, per lo meno, nella elaborazione e nel perfezionamento di quelle misure che ci devono assicurare questo progresso. ho finito. devo dare, una volta tanto, una lode all' intelligenza dell' onorevole ministro dell'Interno , per il fatto che egli non ci abbia portato come risposta, a queste nostre istanze l' argomento che ho visto servito sulla stampa reazionaria governativa, e cioè che sarebbe impossibile una cosa simile finché il partito della classe operaia aderisce a organismi internazionali. questa questione della impossibilità di aderire a organizzazioni internazionali non esiste per chi abbia intelligenza e spirito democratico. non esiste un articolo della nostra Costituzione che richieda o imponga questo: un tale articolo non è stato, non solo approvato, ma neanche proposto da nessuno. sarebbe stato infatti un articolo non democratico, ma fascista. ci avete detto di guardare ai regimi di democrazia progressiva . ebbene, benché noi non abbiamo voluto portare in questo dibattito esempi di persecuzioni in numeri condotte contro le forze operaie e democratiche in paesi che sono sulla cima dei vostri cuori, quanto ai regimi di democrazia progressiva ho però una cosa da dirle onorevole ministro. ella e voi della maggioranza avrete il diritto di avanzare critiche contro questi regimi, per ciò che essi fanno nel campo della politica interna , quando avrete fatto la centesima parte di ciò che uno qualsiasi di questi regimi ha realizzato nel campo delle riforme sociali. e guai a noi, operai lavoratori e democratici italiani, se quei regimi non difendessero con tutte le necessarie misure le conquiste che hanno realizzato, in un periodo come quello che stiamo attraversando. onorevoli colleghi , onorevole ministro: ripeto, le istanze da noi avanzate, e nella nostra azione politica generale e recentemente in questo Parlamento, rimangono. siamo noi che chiediamo al Governo, per quel che riguarda la sua politica interna , di rientrare nella legge democratica, di rispettare la Costituzione repubblicana. siamo noi che chiediamo venga avviata, l' opera necessaria per realizzare le riforme sociali che la Costituzione prevede. onorevole ministro — e concludo — qualcuno ha voluto notare, come già ho accennato, un nuovo tono nel suo modo di parlare. qui non si tratta però di tono. una cosa sola ella può fare, se vuole dare una garanzia a tutti i buoni democratici, a qualunque parte appartengano, che il Governo vuol fare rispettare la Costituzione e la legge: ella deve andarsene da quel posto. ella deve andarsene non affinché vi sia lì uno di noi, ma affinché vi sia un uomo diverso da colui che ha orientato la nostra amministrazione pubblica in modo tale da far sì che si producano continuamente gli atti antidemocratici e illegali che abbiamo denunciato; un uomo che possa dare all' opposizione e a tutto il paese quella garanzia di lealtà democratica che ella non può darci.