Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 284 - seduta del 20-07-1949
Sulla politica estera
1949 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 371
  • Attività legislativa

signor presidente , ho già detto che l' ampiezza e la ricchezza degli interventi che sono stati fatti in questo dibattito dai partiti di questa parte della Camera e, dopo di essi, il fatto che la Camera ha ascoltato una relazione di minoranza così circostanziata e nutrita di argomenti logici e di sentimenti patriottici quale è stata quella dell' onorevole Donati, mi esimono dal parlare a lungo ora. richiamerò soltanto quelli che ritengo essere gli argomenti fondamentali per cui credo giustificato il mio ordine del giorno , e per cui mi onoro di chiedere ai colleghi, che condividono il nostro pensiero, di pronunciarsi a favore di esso. in realtà, nel corso di tutti i dibattiti che abbiamo sentito in questi giorni, gli argomenti che mi sono apparsi i più pertinenti, quelli sui quali forse sarebbe stato possibile raggiungere un certo contatto fra la nostra opinione e la vostra, erano gli argomenti che tendevano a dimostrare che il meglio sarebbe per il momento di non decidere la questione. il problema è stato già affrontato e risolto; forse però è male che le strettezze del regolamento della Camera non ci abbiano permesso di dibattere più ampiamente questo aspetto del problema. in realtà la situazione internazionale è, per molti aspetti, profondamente diversa da quella che stava davanti a noi quando avemmo l' ultimo dibattito sul patto atlantico , che è atto essenziale e centro della nostra politica estera . ricordo di aver detto allora a voi: state attenti, il fronte di coloro, alla testa dei quali si trovano uomini che sognano la guerra, perché vorrebbero con una guerra risolvere quelle che ad essi sembrano insolubili difficoltà del mondo moderno, questo fronte, badate, sta per entrare in una grave crisi economica e politica. oggi ci siamo. siamo alla crisi economica e politica di questo fronte e ci siamo appunto perché ci troviamo di fronte a una situazione profondamente diversa da quella di circa cinque o sei mesi or sono. per questo la situazione internazionale odierna è ricca di elementi di incertezza i quali avrebbero potuto ispirare, anche a coloro che sono dell' opinione vostra, per lo meno una certa perplessità. prima di tutto siamo davanti a una crisi economica non più negata da nessuno e sulla quale io non voglio intrattenervi entrando in particolari tecnici, perché il tempo stesso non me lo permetterebbe; davanti a una crisi economica , però, la cui possibilità, quando discutemmo alcuni mesi or sono, era da voi negata in linea di principio , mentre noi in linea di principio ne affermavamo la inevitabilità. oggi voi discutete del suo carattere. sta bene: è affare vostro. fatto sta che questa crisi parte da quello che è oggi il centro del mondo capitalistico, cioè gli USA, e sta per invadere il mondo cosiddetto europeo-occidentale. il nostro paese ne soffre le prime conseguenze, e più gravi le subirà tra poco. di qui le scosse economiche che si fanno sentire in tutta l' organizzazione del fronte americano-europeo-occidentale; di qui l' aperto conflitto tra l' Inghilterra e l' America; di qui gli interrogativi sempre più angosciosi che, riguardo la efficienza del Piano Marshall , si rivolgono i suoi sostenitori di ieri; di qui la evidenza sempre più grande delle sue deficienze, le stesse che noi ieri denunciavamo; di qui soprattutto l' evidenza del fatto che il Piano Marshall , per il modo come è costruito, spinge una parte del mondo capitalistico verso la crisi più rapidamente di quanto non sarebbe avvenuto se determinati elementi del piano non avessero agito in questa direzione, a temporaneo sollievo degli USA, forse, certo ad aggravare la situazione di tutto il rimanente mondo capitalistico. siamo di fronte a una nuova situazione economica , quindi, piena di interrogativi e di incertezze, ma in pari tempo siamo di fronte a una situazione politica anche assai diversa da quella di sei mesi or sono. il problema dell' Asia, è oggi in gran parte risolto in modo diverso da come si aspettavano l' imperialismo americano e i suoi sostenitori e satelliti. un grande popolo, il popolo cinese , ha riconquistato quasi interamente la sua libertà. una ondata di sdegno e collera popolare contro i fautori di guerra si è scatenata in tutto il mondo. ricordate le famose dichiarazioni fatte in tutti i grandi paesi capitalistici degli esponenti del movimento operaio e democratico avanzato. la guerra, vi abbiamo detto a nome dei popoli, non la faremo e non ve la faremo fare così è sorto l' enorme movimento popolare contro la guerra che ha raccolto centinaia di milioni di uomini e che non ha avuto una piccola influenza nel determinare i nuovi aspetti della situazione politica internazionale di oggi. in Europa si è profilata una situazione in parte nuova per quello che si riferisce ai rapporti tra le maggiori potenze occidentali e l' Unione Sovietica . sotto l' influenza di quei fattori che sopra ho indicato, si è creata la possibilità di una certa distensione, quale si è avuta in misura assai limitata nella recente conferenza di Parigi. dall' altra parte però, si è avuto un' acutizzazione di fondo del problema tedesco, perché se gli aspetti esterni più drammatici della crisi berlinese sono stati eliminati, è diventato più acuto il problema della unità della Germania e del popolo tedesco , questo problema che dovrebbe stare a cuore a noi italiani in un modo particolare. di fronte a questa situazione, ricca di elementi nuovi che creano perplessità e incertezza in tutti, ripeto che vi sarebbe stata la possibilità di un certo incontro tra i sostenitori dell' opinione nostra e i sostenitori della vostra nel senso del rinvio della ratifica. la cosa sarebbe stata favorevole al nostro paese; e sarebbe stato da parte vostra, segno di serietà e accortezza politica. questo non si è voluto. bisogna ad ogni costo — ha detto l' onorevole ministro degli Esteri — ratificare. e voi ratificherete, non lo pongo in dubbio. mi interessa però di comprendere perché lo fate. che cosa c' entrano gli interessi del nostro paese e quali sono i motivi che vi spingono a farlo. di tutti i motivi portati, uno solo, o per meglio dire tutto un gruppo di motivi mi è parso avere una consistenza effettiva, ma è quello che dovremmo respingere tutti assieme, perché è il più pericoloso e il più falso. è l' argomentazione anticomunista. essa è prevalsa negli interventi decisivi che sono stati fatti dalla vostra parte. direi che le argomentazioni saggiamente architettate, come quelle presentateci dall' onorevole La Malfa nell' ultimo dibattito che avemmo su questo argomento or sono alcuni mesi, sono apparse agli esponenti più caratterizzati della maggioranza odierna come qualche cosa che, dava fastidio. sembra che per l' onorevole Taviani l' Europa di La Malfa e del conte Sforza, questa famosa costruzione con sede a Strasburgo, sia qualche cosa che non corrisponda più esattamente all' obiettivo politico che molto chiaramente gli oratori della maggioranza ci hanno presentato e che consisterebbe nel fare quella che essi chiamano la scelta. dobbiamo scegliere tra due mondi, essi ci dicono, e poco vale come voi definiate l' uno e come noi definiamo l' altro. bisogna scegliere, la democrazia di diritto o la democrazia di fatto, la cristianità o la non cristianità, e così via con altre contrapposizioni di questa natura. la verità è che voi dividete il mondo intero in due parti, create ad arte una scissione e su questa scissione costruite uno strumento di politica estera e una politica estera . onorevole Cocco Ortu , ella ha evocato poco fa determinate affermazioni della nostra dottrina, del nostro vangelo, come ella ha detto. ma noi non abbiamo mai rinnegato nessuno dei capitoli della nostra dottrina, la quale ci insegna a guidare i lavoratori non soltanto per raggiungere le loro rivendicazioni immediate, ma per riuscire ad emanciparsi, trasformando il mondo intero e creando una società socialista. nell' andare avanti per questa strada è giusto che noi usiamo di tutte quelle accortezze che ella ha indicato, e che i nostri grandi maestri ci hanno insegnato. ma che cosa ha a che fare questo con la politica estera dell' Italia nel momento presente? qui sta l' errore, qui sta il pericolo: nel trasportare le posizioni ideologiche e sociali opposte sul terreno internazionale e sulla base di esse arrivare alla creazione di una scissione insuperabile del mondo moderno. nella relazione ampia e dottissima dell' onorevole Ambrosini, la cosa è detta chiaramente; anzi, sono lieto che l' onorevole Ambrosini, in un punto, là dove commenta quell' articolo del patto in cui è previsto il modo come uno degli aderenti potrebbe eventualmente anche allontanarsene, cita la dichiarazione autentica di uno degli autori di questo strumento diplomatico, dove egli dice: che allontanarsi da questo patto significa andare verso il comunismo. più chiaramente di così non si potrebbe parlare. qui non siamo di fronte a un problema di politica nazionale che determini contrasti internazionali; siamo di fronte al contrasto e alla lotta di due concezioni ideologiche, sociali, morali. vorrei aggiungere che noi di questa parte della Camera per il momento possiamo affermare che la nostra Costituzione non si colloca in quel mondo di conservazione della società capitalistica, il cui strumento fondamentale dovrebbe essere oggi il patto atlantico , ma si colloca dall' altra parte, anche se con una certa moderazione e con una serie di riserve. siamo di fronte a un atto, dunque, non di politica internazionale , nel senso proprio della parola, ma all' atto costitutivo di un blocco conservatore e reazionario, il quale viene creato per mantenere un determinato ordinamento sociale minacciando anche la guerra per impedire la rivoluzione. questa è la formula del patto atlantico . non so però fino a quando questo vi possa servire. non vi siete mai chiesto a che cosa questo servirà? non vi siete guardati attorno; non vi siete domandati perché in Asia è accaduto quello che è accaduto negli ultimi mesi e che ha cambiato la faccia del mondo; non vi siete domandati perché le forze che vogliono rinnovare il mondo sono oggi così imponenti, e sono dominanti dalla Turingia alla Corea e al Mar Giallo? non vi siete mai rivolte queste domande? credete davvero che un simile strumento come il patto atlantico , che minaccia una guerra per impedire la rivoluzione, possa fermare la marcia in avanti di quelle forze progressive che lottano per creare una società socialista? se lo credete, disilludetevi! sono convinto però che voi stessi non lo credete. avete nell' animo vostro il timore, la paura, e non riuscite a veder chiaramente i termini della questione. qual è il collega che poco fa faceva il conto delle divisioni, dei soldati, degli aeroplani che l' Unione Sovietica avrebbe oggi a disposizione? ma non si tratta di questo. questo non è che l' ultimo aspetto organizzato di una potenza mondiale; ma la potenza mondiale di cui voi temete oggi e il socialismo che avanza. la potenza di cui temete è il potere nelle mani della classe operaia in un paese come l' Unione Sovietica ; sono i paesi in cui la classe operaia , seguendo nuove vie, è riuscita a raggiungere lo stesso obiettivo; sono i popoli coloniali che si inseriscono in questo mondo nuovo, democratico, socialista, in cui un nuovo sistema economico viene costruito. questo è il vero problema, non quello delle armi. anche Hitler fece il conto delle armi; anche il fascismo fece il conto delle armi, e alla fine attaccarono, credendo che il conto delle armi tornava. ma il conto delle armi si rivelò sbagliato. vinse quella che era la società economicamente e socialmente più avanzata, la società socialista. no! vinse lo Stato socialista; e vinse anche perché i suoi dirigenti seppero fare, al momento opportuno, la necessaria politica di unità di tutte le forze democratiche per schiacciare la barbarie aggressiva del fascismo. accanto e al di sotto vi è una spinta imperialistica, proveniente dal paese imperialisticamente oggi più forte, gli USA, per la conquista e di mercati economici e di un predominio politico sul mondo intiero. nessuno ci ha dimostrato che le affermazioni fatte da noi, nessuno ci ha dimostrato che i fatti e i documenti con i quali abbiamo provato questo contenuto imperialistico del patto non siano veri. l' onorevole Ambrosini ha scritto una bellissima relazione. l' ho letta con l' interesse con cui si legge un romanzo settecentesco. immagini di romanzo settecentesco sono evocate dai continui appelli al diritto naturale. ci riporta a un famoso romanzo settecentesco però soprattutto il candore con cui l' onorevole Ambrosini, a dimostrazione decisiva del carattere pacifico, non aggressivo, non imperialistico della politica degli USA, ci porta le affermazioni in tal senso di questo o di quell' altro uomo politico americano. questo è Candido che discorre col dottor Pangloss e facilmente si lascia convincere, anche quando ha le ossa rotte, che tutto va per lo meglio nel migliore dei modi possibili. onorevole Ambrosini, ella avrebbe dovuto per lo meno discutere le affermazioni aggressive che sono state fatte dagli ispiratori della politica atlantica, a partire da quelle del signor Churchill, e dei capi della politica estera e militare degli USA. sono dichiarazioni aggressive, esplicite e talora persino ciniche, che non credo tutte derivassero dal fatto che uno di coloro che le fecero è risultato essere un pazzo furioso. erano da pazzo furioso le affermazioni che questo signore faceva, quando aizzava alla guerra contro l' Unione Sovietica ; ma è sulla base di quelle affermazioni che si è creata una opinione pubblica al di là dell' oceano e si è creata e si cerca di mantenere una opinione pubblica al di qua dell' oceano, nei paesi dell' Europa occidentale . ella, queste dichiarazioni le ha ignorate. per questo il suo, candore può darsi che commuova, ma non persuade. ella non ci può persuadere, quando ci dice, sulla fede di quanto le han detto non so quali americani, che il patto atlantico non è contro lo statuto dell' Onu e lo spirito di questa organizzazione. onorevole Ambrosini, lettera e spirito dello statuto dell' Onu, allo scopo di evitare il tragico fallimento della vecchia Società delle Nazioni , vennero fondati sulla unanimità concordata delle più grandi potenze. questa è la base di tutta l' Organizzazione delle Nazioni Unite . distrutta questa base è inutile andare a cavillare e sottilizzare su questo o quell' altro articolo. l' Onu non c' è più; cade l' Organizzazione delle Nazioni Unite . noi continueremo questa politica, e la continueremo perché ad essa e al suo successo sono legate le sorti dell' umanità. quindi non fatevi illusioni. riflettete piuttosto: a quale risultato vi porta e vi porterà questo strumento diplomatico, foggiato allo scopo di approfondire i contrasti sociali? è un abisso che voi tendete a creare nella struttura della società moderna, e questo vi porta ad una esasperazione di tutti i contrasti, siano essi sociali, economici, politici, ideali; vi porta alla rottura di ogni nazione in due mondi estranei e mortalmente nemici. è vero, onorevole Donati, secondo questo patto, noi siamo diventati tutti una quinta colonna . nel rapporto Ambrosini si dice chiaramente che tutti coloro i quali lottano per questi ideali sociali, che nell' Unione Sovietica sono stati realizzati e altrove, o sono in via di realizzazione, sono « quinte colonne » . alla grazia, è molto facile dir questo! è argomento che può servire in un comizio davanti ad uomini arretrati, ma in un Parlamento, davanti a uomini politici che dovrebbero sapere che cosa vogliono dire i grandi movimenti liberatori di massa, questo argomento non fa altro che rivelare l' inconsistenza e la volgarità della politica che proponete. ricordatevi poi che il nostro paese, per il modo come è uscito dalla guerra, era l' ultimo che avesse bisogno di un così profondo contrasto, di una tale scissione; era quello che aveva più bisogno del permanere di una unità simile a quella che, ottenuta con tolleranza reciproca riguardo alle posizioni di principio, esistette durante la guerra e consentì la vittoria e anzi avrebbe dovuto agevolare il rinnovamento sociale di tutto il paese. se questa posizione esasperata di classe è quella che l' onorevole Ambrosini ci ha presentato nella sua. relazione, e che è emersa dai discorsi di tutti gli oratori della maggioranza, questo non è però tutto. è vano che ella, onorevole Ambrosini, ci dica che tale o talaltro uomo di Stato americano ha proclamato che la politica dell' Unione Sovietica è una minaccia per la pace. ella aveva il dovere di portarci le dichiarazioni degli uomini politici sovietici che da anni chiedono soltanto che si rafforzi la collaborazione internazionale. lasci ai giornali neofascisti e clericali dell' anticomunismo le insolenze antisovietiche! ella aveva il dovere di dirci quali sono gli atti dell' Unione Sovietica che hanno minacciato gli USA, l' Inghilterra, la Francia, l' Italia o altri paesi dell' Europa occidentale . allora si sarebbe accorto che tutto ciò di cui si fa carico all' Unione Sovietica sono gli atti che nei paesi liberati dall' Unione Sovietica sono stati compiuti per attuare quelle profonde trasformazioni sociali cui aspira la parte migliore del genere umano. ma questo non ha nulla a che fare con una sedicente politica estera aggressiva; questi semmai sono atti di politica sociale ; questo è semmai il fatto dell' adesione data all' idea e realtà del socialismo da popoli nuovi attraverso forme nuove ed esperienze nuove. ma non vi è nulla qui che abbia qualcosa a che fare con una politica aggressiva dell' Unione Sovietica . quando ella poi ci parla dei non so quanti patti che sarebbero stati conclusi dall' Unione Sovietica con i paesi o confinanti o limitrofi, ella dà un argomento contrario alla sua tesi. perché proprio da questa differenziazione risulta che l' Unione Sovietica non si stacca dalle linee fissate dallo statuto dell' Organizzazione delle Nazioni Unite , tanto che si è guardata dal compiere atti che potessero venire considerati come provocazione a una scissione delle Nazioni Unite stesse. tutte queste argomentazioni, onorevole Ambrosini, ella avrebbe dovuto darci. ella non le ha fatte, e la tesi nostra, la tesi che questo blocco conservatore e reazionario, antisocialista e anticomunista, non sia altro che la maschera di una politica imperialistica aggressiva degli USA, questa tesi ella non l' ha confutata. mi rincresce che ella non possa più prendere la parola per confutarla, ma questo sarebbe stato suo dovere farlo e nella sua relazione scritta e nel suo intervento. giunti a questo punto la domanda che pongo è questa: dove è il nostro interesse nazionale ? abbiamo noi interesse come italiani a irreggimentare il nostro paese in questo blocco reazionario, anticomunista, in questo nuovo patto anticomintern, o Santa Alleanza del capitalismo, o triplice alleanza anglo-franco-americana per frenare la marcia del socialismo? abbiamo noi interesse a far sì che il nostro paese diventi uno degli elementi — e vedremo in quale condizione di questo blocco di Stati che gli USA prendono a dirigere nel mondo e di cui vogliono servirsi per realizzare la loro politica di espansione economica in tutte le direzioni e di conquista di una egemonia mondiale? sostengo che noi non abbiamo... signor presidente , mi avvio alla fine rapidamente. ripeto che non abbiamo interesse nazionale né alla prima né alla seconda cosa. questo è il contenuto del mio ordine del giorno , e questo è il motivo essenziale che ci induce a votare contro questa legge di ratifica. siamo usciti dalla guerra in una situazione tragica, la quale è durata per un certo periodo di tempo e tuttora dura per molti dei suoi aspetti. abbiamo tutti interesse ad uscire da questa situazione. abbiamo tutti interesse a far sì che il trattato di pace venga se non rivisto, per lo meno dimenticato, messo da parte. ma voi con la vostra politica non avete fatto che ribadirne le catene. la nota dell' Unione Sovietica , di cui il ministro degli Affari esteri ci ha dato testé informazione, è un atto che sarà sentito dalla coscienza del nostro paese in modo molto amaro. siete voi che avete provocato questo atto, con la vostra politica di servilismo antisovietico, così come avete sbarrato al nostro paese l' ammissione all' Organizzazione delle Nazioni Unite . esasperando, come voi fate, con la vostra adesione agli intrighi americani e atlantici, la scissione tra le grandi potenze, rendete non soltanto più difficile ma impossibile, un miglioramento vero della nostra situazione nel mondo. esasperando, come voi fate, i conflitti interni del paese, rendete non soltanto più difficile, ma impossibile il superamento da parte dell' Italia della terribile situazione in cui ci hanno lasciato la guerra e la sconfitta. e a questo, onorevoli colleghi , collego tutti i problemi concreti italiani, la nostra situazione di catastrofe economica, dalla quale dicevate che saremmo usciti con il Piano Marshall , mentre invece siamo oggi l' unico del paesi d' Europa che si trova in condizioni peggiori di prima, per l' aumento della disoccupazione, per la stagnazione della nostra situazione industriale e anche di quella agraria. siete voi che avete legato l' Italia a una situazione la quale viene gradualmente peggiorando e che si fa sempre più pesante. quanto poi agli aspetti politici della nostra situazione, e cioè al posto che abbiamo nel mondo, voi avete ridotto l' Italia a un punto tale, in cui veramente non sappiamo quale sia il posto dell' Italia nel mondo. non vi è uno dei problemi che interessano noi, e i quali ricevono diverse soluzioni nelle assemblee internazionali, in cui si tenga un conto qualsiasi della volontà italiana. prendete le colonie! senza dubbio, io ho detto a suo tempo quello che l' onorevole De Gasperi ha ripetuto al recente congresso della Democrazia Cristiana , che l' Italia non ha bisogno delle colonie per la propria ricostruzione. però la mia era una posizione di principio, su cui si poteva costruire una politica; quella dell' onorevole De Gasperi è stata la posizione della volpe che dice che l' uva non è matura, perché tutti han visto che non sa arrivarci. da una posizione di principio si poteva derivare una politica di principio, una politica che, richiedendo autonomia per tutte le ex colonie italiane, sin dall' inizio e nel modo più largo, avrebbe creato quella simpatia di cui abbiamo bisogno per riuscire ad accrescere il nostro prestigio. voi non avete né voluto né saputo fare una simile politica di principio. avete respinto la possibilità di appoggiarvi su questa questione all' Unione Sovietica , perché eravate legati all' altra parte e costretti a fare gli antisovietici, e infine siete stati giocati in modo indegno da quelli stessi che vi avevano promesso il loro appoggio. circa la questione di Trieste, la stessa cosa. l' onorevole ministro degli Esteri ha testé avuto il coraggio di venirci a dire che dobbiamo ratificare il patto, altrimenti chissà che cosa farà l' America nei confronti di Tito. ma dove vanno dunque a finire le promesse famose che vi sono state fatte, e a quali condizioni vi sono state fatte? se converrà agli americani, per conquistarsi l' appoggio di un traditore, la loro posizione cambierà, come già è cambiata nei confronti della zona e, dove è stata passata la sabbia sul fatto del cambio della moneta, e tutto avverrà senza che voi contiate un bel nulla. voi verrete qui a cavillare e chiedere il voto alla vostra maggioranza in nome non so di quali principi, ma avete ridotto l' Italia a non contare più nulla nel mondo. e così è per altre questioni che non tocco, perché sono state ampiamente affrontate nel dibattito. problemi nuovi sorgono in Europa, come quello dell' unità della Germania, dove non possiamo aderire alla tesi delle potenze occidentali; dove se vogliamo fare una politica nazionale italiana, dobbiamo per forza aderire alla tesi dell' Unione Sovietica che è quella dell' unità del popolo tedesco e non della sua scissione..... e non della scissione in due della Germania. nulla può essere più dannoso per noi che la costituzione di una parte della Germania isolata dal resto di questo paese, e dall' altra parte di una Germania cosiddetta democratica occidentale, in realtà americanizzata, e per questo motivo chiusa alle nostre importazioni ed esportazioni. potrei prendere ad esaminare altri numerosi problemi di politica estera ; arriverei alla stessa conclusione: non vi è in voi una coscienza del nostro interesse nazionale che vi spinga a trovare quella posizione che può essere comune alla maggioranza dei buoni italiani, che hanno dimostrato di saper combattere per la libertà e l' indipendenza del loro paese sacrificando, quando era necessario, anche la propria vita. non siete capaci di fare una politica in cui si riconosca il volto dell' Italia, la personalità dell' Italia... sia pure una personalità macerata dalle sofferenze che tutti insieme abbiamo sopportato, ma tale che le consenta di riprendere nel mondo un posto degno di ciò che noi siamo e vogliamo essere. l' atto che ci proponete di ratificare è coerente con questa politica di capitolazione e di rinunzia nazionale. l' atto che ci proponete di ratificare ci spinge sulla linea più pericolosa che si possa pensare, piena di insidie, la, più grave delle quali è il pericolo di una guerra in cui saremmo trascinati non per un interesse della nazione italiana, ma allo stesso modo in cui Mussolini ci buttò allo sbaraglio nel 1939. nel 1939 — dice l' onorevole Sforza — se vi fosse stato un patto atlantico non vi sarebbe stata la guerra. onorevole Sforza, cerchiamo di riconoscere le posizioni storiche: il patto atlantico del 1939 fu il patto anticomintern, il patto atlantico è il patto anticomintern di oggi! per tutti questi motivi, onorevoli colleghi , noi voteremo contro la ratifica di questo patto: come comunisti, come socialisti, come italiani anzi — non vi dispiaccia, perché questa e la verità — come partito dirigente di quella lotta popolare di liberazione alla quale dobbiamo se oggi l' Italia conta nel mondo è qualche cosa. per tutti questi motivi io invito i colleghi, i quali sono contro questo strumento diplomatico che ci si chiama a ratificare, a volersi pronunziare per l' ordine del giorno da me presentato.