Ugo LA MALFA - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 284 - seduta del 20-07-1949
Disposizioni correttive del decreto-legge anticrisi
1949 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 221
  • Attività legislativa

sono molto imbarazzato nel dover intervenire così tardi, ma ne sono costretto dal fatto che alcuni colleghi dell' opposizione, gli onorevoli Berti, Riccardo Lombardi, Pietro Nenni e anche l' onorevole Togliatti, mi hanno chiamato in causa, e in maniera un po' curiosa, come se in questo secondo dibattito la posizione che ho avuto l' onore di illustrare in questa Assemblea in occasione del primo si fosse cancellata, come se questa visione dell' Europa che si ricostruisce dopo la guerra fosse stata una mia illusione e dovesse essere spazzata via dalla costituzione di due blocchi contrapposti. ora, una delle ragioni per cui non ho voluto intervenire in questo dibattito, è perché lo ritenevo praticamente esaurito dopo la prima discussione; e se io avessi dovuto intervenire, onorevole Nenni, avrei trovato negli avvenimenti svoltisi dal marzo ad oggi la conferma di quanto allora avevo detto. ho parlato in quel mio discorso del patto atlantico come di uno strumento che delimitando la situazione politica europea avrebbe prodotto necessariamente una distensione. l' opposizione può discutere quanto vuole se le conversazioni di Parigi abbiano o no attinenza al patto atlantico , ma credo che uomini politici non meno seri debbano ammettere che il patto atlantico sia un antecedente necessario delle conversazioni di Parigi. è la tesi dell' opposizione, secondo cui la Russia ha voluto un accordo, mi perdoni l' opposizione, questa tesi è estremamente debole. se dovessi far mia questa tesi dovrei porre la Russia in una condizione di debolezza politica e diplomatica... onorevole Togliatti, tra popoli che si rispettano la politica di pace è una volontà reciproca, non è la volontà di uno solo dei contraenti, perché la politica di pace come politica ad ogni costo, può essere prova di debolezza, e io non voglio pensare questo per la Russia. in verità, dicevo, il patto atlantico è stato un antecedente politico necessario delle conversazioni di Parigi, e ricordo all' onorevole Nenni che proprio dalla mia esperienza diretta della situazione esistente in Europa prima del patto atlantico ho derivato questo elemento possibilistico di distensione, mentre l' opposizione un mese fa considerava il patto come uno strumento che avrebbe portato alla guerra. penso che questa situazione abbia il suo peso soprattutto sul terreno diplomatico, cioè su un terreno di esatta valutazione delle forze in giuoco e delle responsabilità che queste forze assumono per la difesa effettiva della pace. ma non mi pare che questo sia il tema fondamentale su cui io debba una risposta all' opposizione. debbo una risposta piuttosto sull' affermazione secondo cui il patto atlantico nei suoi sviluppi avrebbe cancellato quella possibilità di affermazione di quella organica Europa occidentale che io continuo ad auspicare. ma anche da questo punto di vista credo, onorevoli colleghi , che non vi sia un elemento che possa farmi ricredere o che possa far ricredere la Camera. gli onorevoli Berti e Nenni mostrano di ritenere che Strasburgo sia il topo partorito dalla montagna. ma, onorevole Togliatti, Strasburgo non è Londra, non e Parigi, non è Berlino, non è Roma. è un centro politico, sia pure modesto, ma nel cuore dell' Europa; e, per voi che ci ricordate continuamente che il centro di questa organizzazione occidentale è Washington e che tutti gli europei sono in funzione della politica di Washington, questa piccola capitale di Strasburgo è una indicazione fondamentale. se volete, possiamo anche contrapporla a Washington. nella sua piccolezza, essa indica una capacità di ricostruzione della vita autonoma e civile dell' Europa, cui noi repubblicani abbiamo dato e continuiamo a dare una enorme importanza. sono passi, piccoli passi, ma sono passi in avanti, onorevole Nenni, non sono passi indietro! in verità qui il dibattito, quando è voluto diventare un dibattito attuale, e non il rimasticamento di formule e punti di vista che abbiamo sentiti nel marzo; quando — dicevo — questo dibattito è voluto diventare un dibattito attuale, è dovuto sfociare sul terreno economico. ed io devo dare atto all' onorevole Riccardo Lombardi di avere con molto acume cercato di rendere attuale il dibattito sull' unico terreno in cui esso poteva esserlo. ma, proprio nel momento in cui l' onorevole Riccardo Lombardi pronunciava il suo discorso su un terreno prettamente economico alla Camera, avvertendo, per conto mio, come questo dibattito sul Piano Marshall non avvenisse in sede propria alla Camera, (non abbiamo avuto mai occasione di discutere a fondo questo problema, e potremo discuterlo, forse fra qualche mese), io pensavo di aprire proprio una discussione di questo genere sul giornale del mio partito, con una tesi diametralmente opposta a quella dell' onorevole Lombardi; perché l' onorevole Lombardi parla di una crisi del Piano Marshall come di una crisi di fallimento, ed io parlo di una crisi del Piano Marshall come di una crisi di crescenza. su questa crisi del Piano Marshall vi sono due punti di vista : quello per cui io vedo in essa una crisi di crescenza è determinato dal fatto che l' Europa si ricostituisce economicamente sulle linee che l' opposizione suggerisce. cosa avviene infatti in essa? sta avvenendo che il sistema di scambi si va sviluppando lungo la direttrice cui l' opposizione pensa; da un anno a questa parte, cioè, il sistema degli scambi dell' Europa occidentale con l' Europa orientale si intensifica (tesi così cara all' opposizione), e si intensifica il sistema degli scambi intereuropei. l' onorevole Lombardi Riccardo, che è stato ministro dei Trasporti , sa quale sia la tecnica per cui a un ponte ferroviario provvisorio si sostituisce un ponte definitivo, sa che la trasformazione dell' economia di guerra in economia di pace in Europa, la possibilità per l' Europa di trovare in se stessa gli elementi per il riequilibrio della bilancia dei suoi pagamenti, presupponeva una condizione: che il tenore di vita delle classi lavoratrici scendesse al di sotto del minimo delle necessità di vita. ma voi credete che l' Europa occidentale potesse fare questa politica in presenza dei partiti comunisti in Europa? nella tesi dell' onorevole Lombardi v' è questa contradizione fondamentale: è vero che ipoteticamente ogni paese può trovare la forza per riequilibrare la sua situazione di scambi con l' estero, ma quando la necessità di riequilibrio porta al disotto del minimo di vita, in un giuoco di forze politiche così gravi, come quello che vi è stato nell' Europa occidentale , lo sbocco politico e sociale di una crisi del genere è facilmente immaginabile. ecco il valore del Piano Marshall , caro Lombardi! il valore del Piano Marshall è di avere sostenuto e di sostenere il tenore di vita delle masse lavoratrici nell' Europa occidentale , fino a quando il processo di normalizzazione della vita economica possa avvenire su base democratica. non sto qui a ricordare — perché sono discussioni che noi dobbiamo fare in sede tecnica — come da 20 anni a questa parte sia la prima volta che il nostro paese riesce ad accrescere le sue riserve auree. però, onorevoli colleghi dell' opposizione, la verità è questa; si può essere in disaccordo con l' onorevole Corbino nel prospettare una soluzione della crisi del rapporto fra economia europea ed economia americana, come quella che egli vede; si può essere in disaccordo e infatti su questo punto sono in disaccordo con l' onorevole Corbino. non credo al riequilibramento automatico dell' economia occidentale europeo-americana nel suo complesso. e l' onorevole Gian Carlo Pajetta poteva aver ragione nel dire che il richiamo a Smith o a Ricardo non era attuale. ma non è nemmeno attuale la critica di Marx e nemmeno la maniera in cui voi vedete la crisi della società capitalistica. ogni qual volta voi parlate di crisi, ripetete un pensiero di un secolo fa e non debbo ricordarvi che vi è stato un economista dell' Urss — Varga — che vi ha messo sull' avviso dicendo: state attenti, ché, nelle società che voi oggi considerate capitalistiche, la possibilità di dirigere la economia e di correggere le deviazioni vi è. voi avete messo l' economista Varga all' indice; lo avete scomunicato. la verità è — noi possiamo iniziare questo dibattito in sede propria e più ampiamente la verità è che in questa famosa crisi ed in questa lotta fra sterlina e dollaro v' è un aspetto tecnico monetario che va tenuto presente, v' è una differenza di punti di vista che è uno degli elementi di vita europea. ho avvertito con piacere che l' onorevole Nenni, a proposito della politica di Cripps, abbia sentito motivi di colleganza socialista al di là delle contingenze attuali di schieramento politico, che lo pongono al di là della linea di demarcazione. la crisi dell' Inghilterra ha taluni aspetti che noi, come europei, non dobbiamo sottovalutare. quanto a vedere come i nuovi orientamenti della politica americana (che implicano il desiderio di disporre di una ancora più grande quantità di mezzi e di beni ai fini della ricostruzione mondiale) io non so se potremo farne oggetto di discussione attuate. ma voglio chiedere ai colleghi dell' opposizione se, quando l' economia americana durante la guerra forniva agli eserciti combattenti enormi quantità di armi, questo fosse mai un elemento di debilitazione delle forze militari dei paesi assistiti, per esempio della Russia. la verità è che gli elementi di integrazione che la grande economia americana fornisce, valgono se i popoli sono forti e capaci di crearsi un avvenire. se no, non valgono niente.