Alcide DE GASPERI - Deputato Maggioranza
I Legislatura - Assemblea n. 228 - seduta del 09-04-1949
Sugli sviluppi della crisi nei Balcani
1949 - Governo I D'Alema - Legislatura n. 13 - Seduta n. 537
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevoli colleghi , non avrei molto da aggiungere a quanto ha detto il ministro dell'Interno , se non fossi stato personalmente chiamato in causa, soprattutto per la parte che riguarda la costituzionalità e la violazione della legge e, in generale, la presente legislazione riguardante la petizione. soprattutto l' onorevole Nenni ha deplorato questa mancanza di una legge, dirò, esecutiva, regolamentare della petizione; e, difatti, oggi si è dimostrato che e deplorevole che non vi sia, e che non vi sia stata. però, e un fatto che vi sono state moltissime di queste petizioni nel passato (due in modo particolare di massa, nel tempo in cui i cattolici erano fuori del Parlamento non avevano rappresentanti qui), e moltissime ve ne sono state che non hanno suscitato grandi discussioni. la Costituzione e poi il Parlamento non si sono molto preoccupati di questa materia; tanto è vero, e vorrei ricordarlo all' onorevole Nenni, che in sede di Sottocommissione per la Costituzione proprio l' onorevole Basso si dichiarò contrario a qualsiasi regolamentazione dell' istituto della petizione. quindi, non potrei accettare il rimprovero rivolto al Governo di non aver preso l' iniziativa per presentare una legge. vorrei osservare che abbiamo presentato una legge per il referendum, ma è evidente che i limiti fra petizioni di massa e referendum sono giuridici ma, politicamente (come dire nel senso comune) sono difficilmente distinguibili, tanto che si potrebbe assai discutere, se la petizione di cui alle interpellanze in esame sia invece un referendum, ossia se possa essere giuridicamente ammessa, dato che la Costituzione vieta il referendum in materia di trattati internazionali. quindi, se la maggioranza avesse voluto opporvi una barriera, uno sbarramento di carattere giuridico, lo avrebbe potuto fare. vi dico, rispondendo alle accuse che ci sono state rivolte, che noi non ci preoccupiamo molto dell' esito di questa petizione, perché siamo convinti che l' alternativa, come è stata messa, è impostata falsamente. perché se si domanda a qualsiasi italiano se vuole la guerra o la pace, evidentemente egli non può che rispondere: voglio la pace! riconosco che il testo e fatto con molta grazia, con molta abilità giuridica, in ogni modo il testo interviene con un appello al Parlamento per dire: non votate la ratifica. questa e libertà di ogni cittadino, su ciò siamo d' accordo: ma deciderà il Parlamento. la questione della mancanza di una procedura non può essere oggetto oggi di discussione. certo, se avessimo una procedura per l' esercizio del diritto di petizione, se qui ci radunassimo per assicurare una data procedura, senza dubbio ci preoccuperemmo di stabilire due principi: primo, che le cose vadano con una certa normalità riguardo alla autenticazione delle firme, evidentemente per non dare troppo disturbo al Parlamento; secondo, che, se manifestazioni di pensiero politico debbano esservi, queste siano libere; amici miei, voi sapete bene che tutte le questioni politiche del genere, è bene siano segrete e non pubbliche, per non dar luogo a rappresaglie. sì, voi salvate il vostro pieno diritto, il nostro diritto, di ricorrere alla forma della petizione, però siamo sempre in una posizione di debolezza in confronto al suffragio universale segreto, che è la grande conquista della libertà! non allarghiamo la discussione. discutiamo su ciò, su cui siamo d' accordo, a vero, in fondo, almeno per le conseguenze deplorevoli, che non vi sia una regolamentazione a questo proposito. ci penserà forse la Camera in occasione della discussione sul referendum; comunque ci penserà quando entrerà nel merito della questione, e allora si esamineranno anche le conseguenze della procedura, che possono avere dei riflessi sulla autenticazione e sulla sicurezza che si tratti di firme realmente apposte. quindi, nessuna fretta, nessun allarmismo, nessuna esagerata preoccupazione per qualche misura di polizia, perché se la petizione viene dinanzi alla Camera non è la forma della petizione o la procedura seguita che può dare un significato e può portare ad una deliberazione, ma è la sostanza delle cose. questo è evidente ed è inutile che inganniamo noi stessi e il paese. circa il fatto che attualmente giudice esclusivo della autenticità delle firme è il Parlamento, e che non possano sostituirsi ad esso i questori siamo d' accordo. mi pare che il ministro dell'Interno si sia associato a questa opinione. che cosa sono le disposizioni contro il fatto o il pericolo di violenza, o di coartazione, eccetera? sono disposizioni, direi, di ripiego, in mancanza di una disposizione di carattere legale. vi è una norma suprema, che è nella Costituzione, che difende la libertà di manifestazione delle espressioni politiche. per un certo dovere di giustizia anche umana di fronte agli esagerati e ingiusti attacchi contro il ministro dell'Interno , devo ricordare che è stato il ministro dell'Interno a presentare la legge che dà la possibilità di ricorrere al magistrato contro i provvedimenti delle autorità dell' Esecutivo che vietano i manifesti. dovete riconoscerlo: questa e una possibilità che avete in mano, ed è proprio il ministro dell'Interno che ve l' ha data, perché egli non è il ministro di polizia, ma è un vecchio, anzi giovane, democratico, che e sempre stato a questo riguardo all' avanguardia. devo anche aggiungere che, pur difendendo i suoi funzionari — e, badate bene, questo è uno dei doveri della responsabilità politica , ed è un dovere anche per la disciplina e per la sicurezza nell' azione dello Stato — egli ha sempre detto, e questa volta ripetuto, che si riserva di inquisire sui singoli casi nuovi che non conosce e che gli sono portati qui in Assemblea. quindi non è vero che queste discussioni si facciano per niente. se credete di aver portato argomenti e fatti che meritino una revisione e un esame, il ministro dell'Interno , come tutto il Governo, è sempre disposto a farlo. ma, detto questo e ricordato che avete sempre il diritto di ricorrere al magistrato per i manifesti, io vi dico che, come presidente del Consiglio , non tento in alcuna maniera di dissociarmi dalla responsabilità del ministro dell'Interno , e credo di poter affermare che tanto io quanto i colleghi tutti siamo perfettamente d' accordo su questo. un' osservazione ancora, riguardante l' onorevole Paolucci e l' onorevole Corona: mi pare che tutti e due abbiano concluso facendo intravedere questo spettro della dittatura, che non sarebbe poi uno spettro ma esisterebbe in carne ed ossa sul banco del Governo . onorevoli colleghi , non scherziamo col fuoco! appena appena vengo dalla campagna elettorale in Sardegna: ognuno sa benissimo che siamo attaccati su due fronti, e che il fronte di destra, che ha qualche successo, ci accusa di essere troppo liberali, di concedere troppa libertà, di non essere energici di fronte a coloro che possono rappresentare una cospirazione di fronte allo Stato, come ad esempio i comunisti. non venite a dirci che noi manchiamo alle leggi fondamentali della democrazia! guai a voi se non fossimo qui con la nostra forza! non ridete. guai a voi e guai anche a noi, perché se uno dei due estremismi andasse al potere instaurerebbe una tale dittatura da non aversene nemmeno l' idea! quando mi si dice che abbiamo una insensibilità ipodermica, cioè insufficiente, riguardo la democrazia e la libertà che vi sono in Italia, io non so se la mia esperienza personale mi possa suggerire una conclusione. l' altra notte, l' ultima della campagna elettorale , a Sassari — sedendo a pranzo ho avuto occasione di sentire molti discorsi di avversari politici: ho sentito ingiurie dirette a me, presidente del Consiglio , che non si possono certo ripetere. 1-10 sentito l' accusa di stare insieme con massoni, con liberali, con socialisti al Governo; di formare un aggregato che non ha la coscienza della libertà e la coscienza dell' ordine dello Stato. e sono stato accusato anche di volere la guerra! ditemi un po' se un presidente del Consiglio , in questa situazione, debba anche lasciarsi dire alla Camera, e il popolo debba credere, che non c' e libertà! l' onorevole Pajetta non ha avuto una felice idea paragonando l' evoluzione presente con l' evoluzione passata. c' è qualcuno che si ricorda bene come erano fatte le elezioni nel 1924! io spero che l' onorevole Pajetta non abbia una chiara visione di ciò che ha affermato, ma io protesto in nome della democrazia italiana e in nome della Repubblica contro questo paragone! noi abbiamo dato, concesso, rispettato la massima libertà per tutti i partiti. vi dico che paragonare la situazione della democrazia italiana nel 1924 a quella di oggi vuol dire preparare il terreno all' avvento di simili sistemi: voi credete prepararlo per voi ma temo, invece, che possiate prepararlo per gli altri. un' inclinazione alla dittatura ne porta inevitabilmente un' altra come contrappeso. a questo riguardo voglio essere molto chiaro dicendo che non ripeteremo l' errore di credere che la libertà si difenda da sé, come nel 1922: su questo potete stare tranquilli! ma volete una prova di come viene fatta la vostra propaganda contro di me, presidente del Consiglio , e di quanta libertà vi sia nella propaganda elettorale in Italia in questo momento? a Sassari ho trovato questo manifesto (sentite un po'): « De Gasperi disse a Zellerbach: « abbi pazienza fino all' 8 maggio: ti darò poi Olbia e Porto Torres per le vostre bombe atomiche » . qui di nuovo è risuonata la parola della necessità di distensione, come è risuonata durante la recente campagna elettorale , specialmente dai banchi comunisti. ora, io credo che l' insistenza su questa parola sia da prendersi per un buon sintomo: è certo per lo meno che non sia una parola da tradursi in asprezza. bisogna però che i comunisti non mandino l' onorevole Pajetta come ambasciatore di questa volontà di distensione. e bisogna soprattutto che i comunisti non pubblichino simili manifesti. perché, onorevole Togliatti, si può esser pronti a discutere serenamente in tutte le situazioni, ma ad una condizione; che non si lancino accuse come quelle che sono state lanciate e si lanciano contro di me, che si voglia cioè la guerra e si voglia la rovina del popolo italiano , mentre si lavora per la pace. mi riservo di indicare domani il giorno, dopo aver visto il quadro dei compiti che ha la Camera e graduato l' importanza di questi compiti.