Giulio ANDREOTTI - Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maggioranza
I Legislatura - Assemblea n. 228 - seduta del 09-04-1949
Per sapere se esiste una apposita commissione per esaminare tempestivamente gli emendamenti necessari per la produzione di film che si girano in italia.
1949 - Governo V De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 228
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

l' assenza dell' onorevole Caroniti e dell' onorevole Adonnino rende un po' particolare questa discussione, in quanto probabilmente una delle altre interrogazioni è stata presentata in conseguenza di quella degli onorevoli Caroniti e Adonnino. ed è quindi necessario, non per dir male degli assenti, fare qualche accenno anche al contenuto dell' interrogazione che formalmente è decaduta. credo che raramente riguardo ad un film si possa avere una disparità di giudizi quale si desume dall' opinione espressa in queste interrogazioni dagli onorevoli colleghi , indipendentemente dal colore politico e direi fortunatamente anche senza una dipendenza con l' appartenenza a una regione determinata, in quanto due dei deputati interroganti in senso diverso da quello degli onorevoli Caroniti e Adonnino sono proprio anch' essi dei siciliani. dovrei rilevare che la serie di espressioni con la quale l' onorevole Caroniti ha formulato il suo giudizio nei confronti di questo film esce piuttosto dal normale ambito di terminologia delle interrogazioni. ma l' assenza degli onorevoli Caroniti e Adonnino forse ci esonera da questo commento di natura particolare. mi limiterò a rispondere ai dati di fatto e alle valutazioni su cui è stato domandato il pensiero del Governo. si è chiesto se esiste una commissione di revisione. sappiamo che esiste: è quella prevista dalla legge sulla cinematografia del 1947; ed è composta da un rappresentante della presidenza, da un rappresentante del ministero dell'Interno e da un magistrato. si è chiesto cosa questa commissione abbia detto del film « in nome della legge » . la Commissione ha detto, ovviamente, che non esiste alcun motivo per inibirne la circolazione. ed io stesso, parlando in materia di cinematografia il 7 marzo di quest' anno, proprio all' indomani di quando avevo veduto in sede di Commissione di revisione questo film, ebbi occasione di farne un elogio prima della sua programmazione in pubblico, dicendo che trattavasi veramente di un bellissimo film. tanto è vero che un deputato, mi pare l' onorevole Proia, osservò che si trattava di una pubblicità. non credo affatto che il successo che il film ha avuto sia in dipendenza dell' accenno che ne fu fatto in quest' Aula. ma ho voluto ricordarlo perché la risposta che oggi noi diamo a questa interrogazione è necessariamente in linea con le osservazioni che sul film furono fatte in quella discussione più ampia della sera del 7 marzo. era stata poi riservata del film una visione per i parlamentari; ma, purtroppo, coincideva proprio con la sera in cui cominciammo quella specie di maratona parlamentare per il patto atlantico , e la visione destinata ai parlamentari andò in fumo. credo, comunque, che molti di voi abbiano avuto occasione di vedere questa pellicola. quali sono state, si chiede, le reazioni del pubblico? sono state ottime e, vorrei dire, in qualche modo anche inaspettate. vi sono stati applausi quasi ad ogni rappresentazione. questo è un fatto eccezionale nel cinema. e, se lasciamo parlare il linguaggio — che anche esso ha un grande valore — degli incassi, vediamo che essi sono veramente eccezionali: 10 milioni di incassi a Milano (mi riferisco alla prima programmazione); 5 milioni a Firenze; 5 milioni a Palermo; 2 milioni a Reggio Emilia ; 1 milione e mezzo a Messina; e così via . Roma ha fatto, durante la prima visione, oltre 27 milioni di incassi, mentre per le seconde visioni, che sono iniziate il 25 aprile, l' incasso dei primi cinque giorni è stato di quasi 7 milioni e mezzo. a questo linguaggio di cifre dobbiamo aggiungere che in questo caso la critica cinematografica è stata unanime (anche ciò non si ripete di frequente) nello stesso senso di favore espresso dal concorso del pubblico, non esclusa la critica cinematografica della stampa siciliana. si è chiesto se il film danneggi l' isola e svii le correnti turistiche. io non lo credo assolutamente. ma vi è qui un errore di impostazione, che in qualche modo è anche dell' onorevole Nasi, quando parla di dimostrazione pubblica di situazioni ambientali in cui sono costrette a vivere intere popolazioni. io vorrei dire che noi spesso ci dimentichiamo che quando si parla di film, dobbiamo riferirci al fatto che i film sono dei prodotti di arte e di fantasia, e non possono essere giudicati alla stregua di un documentario. in questo caso specifico si tratta, come tutti sanno, di un romanzo di un magistrato siciliano, ottimamente adattato per lo schermo, ed il film rende perfettamente, da un punto di vista cinematografico, la trama del soggetto. se dimentichiamo questo indispensabile punto di partenza tutte le volte che ci troviamo dinanzi a un film, quasi convalidiamo il formarsi di strane posizioni mentali che portano a chiedere per molte categorie inconcepibili privilegi ed assurde esclusioni. così abbiamo visto reagire certe categorie. per considerarne una, la categoria dei vigili del fuoco , che si è sentita offesa per un recentissimo film riguardante un gruppo di vigili, nonostante con molta opportunità fosse stato chiarito all' inizio dei film che si trattava di un corpo privato di spegnitori di incendi. e così via . dobbiamo sempre, credo, considerare i film da questo punto di vista , di opera d'arte , con tutti gli oneri ed anche con tutti i diritti che da questa classificazione conseguono. del resto, si sa bene che, se in qualche zona della Sicilia non è molto florido il flusso turistico, fortunatamente si tratta di piccolissime zone — vogliamo augurarci che si tratti anche di un fenomeno transitorio nel tempo — ciò dipende certo non da un romanziere, né da Germi, né da Cualino o da Girotti, che hanno fatto questo film, ma da altre cause, che tutti conosciamo. v' è alcuno degli onorevoli colleghi che ha domandato se questo film meriti un premio e chi quasi rimprovera che abbia avuto un premio troppo grosso; al film spetta un premio pari al 10 per cento degli incassi lordi delle programmazioni, a norma di legge, come a tutti i film nazionali, più il 6 per cento , in quanto l' apposita commissione lo ha classificato tra quelli di particolare valore artistico-creativo. in questo caso il 16 per cento costituirà una cifra non indifferente, ma è in dipendenza degli incassi e, quindi, del pubblico, per invogliare il quale a vederlo non credo occorrano provvidenze particolari; se mai, la stessa casa produttrice, come credo che farà, potrà far circolare largamente questo film nell' isola, anche dopo l' attuale discussione parlamentare, che certamente costituisce un ulteriore lancio pubblicitario. per nostro conto rileviamo con sodisfazione che, quando un film è buono, non manca l' afflusso degli spettatori, né la collaborazione degli esercenti; ed auguro al nostro cinema di potere fare altri prodotti di qualità, del tipo di quello di cui parliamo, che certamente contribuisce ad elevare ancora di più il prestigio internazionale della cinematografia italiana.