Pietro NENNI - Ministro degli Affari Esteri - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Maggioranza
I Legislatura - Assemblea n. 228 - seduta del 09-04-1949
Informativa urgente del Governo sul processo di adesione della Turchia all´Unione europea
1949 - Governo II Berlusconi - Legislatura n. 14 - Seduta n. 555
  • Mozioni, interpellanze e interrogazioni

onorevoli colleghi , confesso di essere umiliato per le dichiarazioni del ministro. se l' uomo, che nel passato fu, credo, il maestro e l' iniziatore politico dell' onorevole Scelba, se don Luigi Sturzo, raccoglierà in un fascicolo le testimonianze più tipiche del fenomeno, da lui recentemente denunziato, il fenomeno cioè della mancanza di una classe politica italiana , certamente in quel fascicolo don Luigi Sturzo collocherà, a conferma della sua tesi, le dichiarazioni odierne dell' onorevole Scelba. quando noi parliamo di Stato di polizia, quando io parlo di ministro di polizia, non voglio dire se non quello di cui abbiamo avuto oggi una rinnovata prova. noi vogliamo dire che al solo criterio valido in un sistema di democrazia parlamentare , che è l' ossequio alla legge, si sostituisce la mentalità poliziesca dei più antichi regimi dispotici nonché dei recenti regimi fascisti, secondo cui la polizia ha tutti i diritti. ora, il caso da noi denunciato era di quelli che io supponevo non avrebbero sollevato alcuna contestazione. rivolgendo la mia interpellanza al presidente del Consiglio , piuttosto che al ministro dell'Interno (o di polizia) avevo sperato di ottenere una dichiarazione che chiudesse la polemica, mettendo il punto finale ad un episodio disgustoso. ma l' attesa dichiarazione non c' è stata. signori, sono stati commessi dai raccoglitori delle firme della petizione degli atti lesivi della libertà individuale? il ministro ha preteso che a Venezia un operaio, per essersi rifiutato di firmare, sarebbe stato schiaffeggiato. debbo accogliere con beneficio di inventario una dichiarazione di tal genere, aggiungendo tuttavia che essa comporta un caso di violenza privata da considerarsi alla stregua del codice penale . in casi simili l' autorità ha il diritto di intervenire a tutela della libertà individuale, giacché allorché noi reclamiamo il diritto di firmare la petizione, reclamiamo nello stesso tempo, e con la stessa sincerità, il diritto di non firmare. il problema però è un altro. la questione che noi abbiamo sollevata sta nei termini seguenti: la Costituzione contempla per tutti i cittadini il diritto di petizione; allo stato attuale delle cose, non c' è un regolamento, non c' è una legge che disciplini l' esercizio di codesto diritto, e giudice della spontaneità e della autenticità di una petizione è il Parlamento al quale la petizione è diretta. è ovvio che la Camera di fronte ad una petizione sottoscritta da 100 persone o da 100 mila o da 10 milioni rimane libera di ratificare o meno il patto atlantico . la questione in discussione sulla quale io speravo di poter ottenere una dichiarazione tranquillizzante da parte del presidente del Consiglio è: se può un ministro, se può il Governo, se possono i questori anche se coperti dall' autorità del ministro, sostituirsi al Parlamento nel determinare in quali forme un certo diritto si deve esercitare. a me sembra enorme ed inconcepibile che per passione politica il Parlamento tolleri che in materia il potere esecutivo si sostituisca al potere legislativo , il Governo alle Camere, i questori al Governo. è strano che l' onorevole Scelba abbia ricordato le proteste con le quali noi abbiamo denunciato l' arbitrio dei fascisti negli anni che vanno dal 1922 al 1926, quando era ancora possibile criticare l' amministrazione mussoliniana. già allora noi non contestavamo al Governo di proporre tale o tale altra legge, non negavamo alla maggioranza il diritto di proporre al Parlamento un aggravamento delle leggi, ma appunto protestavamo contro le autorità centrali e periferiche che ritenevano lecito qualsiasi arbitrio verso l' opposizione. se l' onorevole Scelba considera necessario disciplinare l' esercizio del diritto di petizione egli ha il modo di farlo. allo stato delle cose la raccolta delle firme in luogo pubblico, nelle aziende, nelle case è legale e quindi insindacabile, giacché la competenza del Governo si limita a far rispettare la legge, non a fare la legge e neanche ad interpretarla. tale e il quesito da noi posto, e sul quale abbiamo sollecitato un chiarimento. purtroppo, noi dobbiamo constatare ancora una volta, e non senza inquietudine (perché in ciò e il segno della lacerazione del paese), l' impossibilità del dialogo fra Governo e opposizione, l' impossibilità di considerare un problema per quello che è, senza evocare i fantasmi ideologici ai quali si ricorre per giustificare l' arbitrio poliziesco. in questa questione, come in ogni altra, il Governo è alla caccia degli agitatori. ma, onorevole presidente del Consiglio , il Governo fa troppo onore agli « agitatori » . credere che movimenti i quali hanno una così grande forza spontanea e naturale di penetrazione e di sommovimento, siano opera di pochi agitatori, e ricadere nell' antico errore di ricercare la protezione della polizia o della forza contro la verità. onorevoli colleghi , non si scatena un movimento di opinione pubblica soltanto perché pochi uomini lo hanno deciso; non si alimenta un movimento contro il patto atlantico come quello che esiste non solo nel nostro paese ma in tutta l' Europa, in tutto il mondo, solo perché un' organizzazione di professionali della politica lo crede utile ai propri fini. il movimento per la pace esiste e si svilupperà come espressione della ribellione del popolo e della coscienza, che esso ha, dei rischi a cui lo espone la vostra politica. noi non possiamo non deplorare che, a un anno dalla proclamazione della Costituzione repubblicana, un Governo, che pur si dice repubblicano, osi coprire una flagrante violazione del patto giurato con le miserevoli povere cose che il ministro di polizia ha opposto alla denuncia degli arbitri della sua amministrazione.