Alcide DE GASPERI - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri - Ministro Beni Culturali ed Ambientali Maggioranza
I Legislatura - Assemblea n. 20 - seduta del 16-06-1948
Riconversione dell'ex base militare di Comiso
1948 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 392
  • Comunicazioni del governo

non è facile il mio compito, onorevoli colleghi , dopo 15 giorni di discussione e così importanti discorsi ed interruzioni e dopo la presentazione di una cinquantina, mi pare, di ordini del giorno ; cercherò di essere il più sintetico possibile e di non annoiarvi. alcune osservazioni preliminari. l' onorevole Lombardi Riccardo, in un discorso di critica sostanziosa, mi ha mosso l' accusa di non avere io parlato della situazione del bilancio. evidentemente, gli è sfuggito il mio chiaro rinvio alla esposizione che prossimamente sarà fatta dal ministro del Tesoro . ciò era detto nel mio discorso. e difatti, rinviando a questa esposizione, che, ripeto, è imminente, mi sono limitato a dire alcune cose, però molto importanti, circa il bilancio. prima: la gravità della situazione; seconda: uno dei rimedi più impopolari, ma impellenti per ovviarvi, cioè l' abolizione dei prezzi politici ; terza: l' annunzio di alcune direttive di riforma tributaria ; infine, l' affermazione che la direttiva riguardante il credito ed il risparmio rimarrebbe, coi dovuti aggiornamenti della situazione, quella dell' ex ministro del Bilancio . mi si è mossa anche l' accusa di non aver fatto dichiarazioni sufficienti sull' ERP; ma, per dire la verità, se posso vantarmi di qualche cosa, è di aver faticato molto per fissare in una sintesi chiara i termini del problema, come oggi si presenta. è vero che non ho fatto il profeta e non ho potuto dire quello che non è ancora fissato; ma ho detto a sufficienza l' importanza del provvedimento, la valutazione oggettiva del provvedimento, le condizioni entro cui potrà attuarsi, specialmente condizioni di carattere politico internazionale. ed anche qui mi sono riferito alla imminente presentazione della convenzione internazionale innanzi alle Commissioni della Camera; e ciò avverrà, fra poco, in aggiunta alle convenzioni di carattere europeo o generale, già presentate. sui problemi del lavoro un errore di stampa, che ho cercato di rettificare, interrompendo la appassionata filippica dell' onorevole Gullo, mi ha fatto oggetto dell' accusa di aver io trascurato il problema dei consigli di gestione; invece che articolo 46, è stato stampato articolo 40; ed era ovvio che ci dovesse essere errore, perché si dice articolo 40 e poi si parla di consiglio economico. ora, gli articoli 39-40 riguardano l' organizzazione del lavoro, lo sciopero eccetera; l' articolo 46 è dedicato ai consigli di gestione nella formula della Costituzione « diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende » e poi, Consiglio economico nazionale, di nuova fondazione, articolo 99. detto questo, permettete che precisi, senza poter seguire sempre in polemica e dialettica i contraddittori e gli obiettori, su alcuni problemi ed alcuni settori più importanti, tenendo conto delle obiezioni fatte, il nostro punto di vista . riforme e patti agrari . dicevo nella mia esposizione: « un comitato interministeriale più ristretto esaminerà e risolverà il problema anche dal punto di vista della spesa e degli organi specifici esecutivi che si dovranno creare salva sempre la parte che spetta alle regioni. la meta rimane quella proclamata: ridurre al minimo il numero dei braccianti, facendone altrettanti piccoli proprietari e, ove ciò per ragioni produttive non possa avvenire, compartecipi o cooperatori dell' azienda agricola. bisogna, quindi, determinare un processo di « trasformazione » e « ridistribuzione della proprietà terriera » , in modo che ne risulti uno spostamento verso la piccola e la media proprietà » . domando io se, dopo questo che ho detto, si poteva ragionevolmente dedurre che il Governo intenda soltanto limitarsi alla continuazione ed al miglioramento della bonifica e non affrontare anche il problema fondamentale, cioè della distribuzione della proprietà. ma i colleghi del resto sapevano benissimo, e non poteva loro essere sfuggito, che questo breve accenno era fatto a conclusione e, direi, con riferimento all' ordine del giorno già votato dal partito che io rappresento e che è chiarissimo perché dice al punto a): « in applicazione dell' articolo 44 della Costituzione, che consente di fissare limiti alla estensione della proprietà, e che tutela la piccola e media proprietà, stabilite le norme fondamentali relative a tali limiti, da adeguare nelle singole regioni e zone agrarie, determinandole in base a valutazioni comprensive dei diversi fattori: reddito, mano d'opera occupata » , eccetera. e poi: « destinare con le opportune provvidenze giuridiche e finanziarie e con garanzie economiche, le terre resesi disponibili alla piccola proprietà coltivatrice ed assicurare lo stabile e proficuo insediamento della proprietà medesima; stabilire, per i casi in cui la suddivisione delle proprietà porti un notevole pregiudizio, le forme di compartecipazione o di affittanza collettiva che consentano una equa remunerazione al lavoro contadino » . seguono punti sulla bonifica e sui contratti agrari. in realtà, non ci potevano essere dubbi, si tratta di applicare tutto il disposto della Carta Costituzionale . soltanto che non potevamo improvvisare ed accennare in concreto a limiti e cifre, quando consideriamo la complessità del problema e ben sappiamo che vi sono diversi fattori: il fattore regionale, quello della coltura intensiva o meno e quello di carattere finanziario, tutti fattori che debbono avere il loro peso. quando ho detto che vi sarà nella commissione un rappresentante del Tesoro, ho detto tutto. non dobbiamo promettere qualcosa che le condizioni finanziarie ci rendano poi impossibile mantenere. ecco le ragioni per le quali sono stato prudente in questa formulazione. è chiara tuttavia l' enunciazione della presentazione di un progetto che riguarderà anche i limiti della proprietà. aggiungo che le censure fatte poi a proposito dei due decreti ai quali mi sono riferito — che dovrebbero essere già in applicazione — che furono deliberati prima delle elezioni, sono critiche che non posso condividere. cercherò di portare alle obiezioni risposte adeguate. prima di tutto debbo notare che questa cosiddetta bonifica di cui si parla come di una cosa ormai conosciuta ed applicata, sempre in corso di attuazione, alla quale quindi non si può aggiungere nulla di nuovo, in realtà negli ultimi anni, durante la guerra, poco prima della guerra e negli anni dell' immediato dopoguerra, non ha avuto nessuna applicazione. devo notare che soltanto nel bilancio 1947-48 appaiono stanziamenti che rendono possibile l' attuazione di un programma di irrigazione. circa 10 miliardi sono stati stanziati. in Emilia, per esempio, è già avanzata la costruzione del canale Sabbioncello, in Sardegna del bacino AgriRio Palmas , in Sicilia del bacino di Gela. oltre a ciò, nei bilanci appaiono 42 miliardi di trasformazioni bonifiche, in diversi comprensori così detti asciutti; fra questi anche quello, a cui ho accennato, della Capitanata e del Tavoliere. non vi è dubbio che, comunque si pensi, esiste una necessità assoluta di proseguire nella bonifica e nel miglioramento in genere della trasformazione. ma la bonifica si fa ove è necessaria, e non è esatto dire che si debba fare prima o sempre accanto alla riforma fondiaria . dobbiamo quindi precisare: non ci può essere tentativo di rimandare all' infinito la riforma col dire che bisogna fare prima la bonifica, perché evidentemente ci sono situazioni ove la bonifica si può fare contemporaneamente, né essa è necessariamente legata alla ridistribuzione della proprietà. certo, noi dobbiamo prendere delle serie precauzioni. in primo luogo, adeguamento della varia situazione regionale e di coltura e gradualità per impedire la diminuzione della produzione. ho accennato chiaramente alla minaccia della diminuzione della produzione ed alla necessità di aumentarla per potere arrivare ad una bilancia commerciale possibile. le accuse fatte sul decreto dell' 8 marzo 1948, sull' acceleramento della bonifica, accuse che sono comparse specialmente nella critica molto aspra dell' onorevole Grifone, non sono fondate. c' è in questo decreto non la ripetizione di una legge non applicata, ma c' è una innovazione sostanziale: mentre prima l' espropriazione seguiva solo dopo un periodo lungo, cioè in seguito a constatata inadempienza eccetera, ora, in base a questo decreto, la si può fare nel momento in cui si applica il piano di trasformazione. ed è quello che si farà in Capitanata ove la trasformazione fu resa obbligatoria con decreto del 15 maggio, per intervento di un organo di Governo, cioè del ministro dell'Agricoltura . vi è un commissario incaricato dell' operazione. neanche la critica alla legge sulla piccola proprietà , o almeno nei termini in cui fu esposta, è fondata. non è esatto che il venditore lucri vantaggi per l' esonero dell' imposta, giacché noi pensiamo che la limitazione a due anni della validità della legge farà sì che l' offerta sia accelerata in modo da superare la domanda. e questo vale anche per il beneficio promesso dall' articolo 11, cioè scomputo dell' eventuale legge fondiaria sui limiti, eccetera, di quel tanto che sarà venduto in base a questo decreto ai contadini. perché anche questo beneficio promesso dall' articolo 11 dovrebbe condurre ad un' offerta di terre, ancora più larga, da parte dei proprietari che vogliono profittare dei brevi termini, cioè un anno, come dice l' articolo 11. il cerchio degli acquirenti, limitato dalla legge alla categoria dei contadini indicati dall' articolo 1, è molto più ristretto di quello degli offerenti, in modo che le condizioni provocheranno, come sta già avvenendo, una offerta più ampia della domanda. pertanto non vi è il pericolo che la legge giovi ai grandi terrieri. la norma dell' articolo 11, anziché sottrarre la grande proprietà alla applicazione della riforma, accelererà l' offerta della terra. il venditore, considerando i vantaggi diretti dell' articolo, farà miti condizioni ai compratori affrettando la costituzione della piccola proprietà . parlando dei patti agrari , credo che questa volta converrebbe precisare che si vuole conseguire dalla riforma una maggiore stabilità e rimunerazione del lavoro, il che, del resto, è sempre stato il criterio al quale si è ispirata la legislazione del Governo, comprese le ultime norme di affitto in grano, che hanno determinato un beneficio per numerosissimi affittuari. non è esatto che le commissioni per l' equo affitto abbiano funzionato a favore dei proprietari. sapete che durano ancora le lunghissime trattative riguardanti la questione mezzadrile. anche questa notte si è trattato fino a stamane, e le parti si sono fino all' ultimo momento irrigidite sul riparto del prodotto, cosicché le conversazioni sono rimaste senza esito conclusivo. poiché tra pochi giorni si comincerà la trebbiatura del grano, converrà tentare un ulteriore approccio, almeno per stipulare una tregua di un anno, come si fece nel 1947, ma se questo non riuscisse sarà necessaria la presentazione di un progetto. Piano Marshall ; l' onorevole Di Vittorio questa volta ha preso una posizione possibilista, come ha detto, dal punto di vista sindacale, cioè: tutto quello che serve ai lavoratori è buono, tutto ciò che non serve loro è cattivo; e dice: « non è vero che noi sindacalisti siamo ostili o indifferenti di fronte al Piano Marshall . noi — egli dice — siamo soltanto degli obiettori che vogliono esaminare, caso per caso, e volta per volta, l' applicazione di questo piano » . magari fosse vero che durante e prima della campagna elettorale si fosse preso questo naturale, italiano atteggiamento! naturalmente il Piano Marshall , come ho accennato nella esposizione, esige un rapporto di fiducia, un rapporto almeno in cui coloro che danno non debbono venire accusati di essere capitalisti o degli assertori e rappresentanti del capitalismo, che vuole distruggere le risorse italiane; altrimenti, data la difficoltà stessa della collaborazione, sia nella procedura che nella sostanza, è chiaro che non si può attuare un piano che presuppone la più intima cooperazione. troppo tardi la Confederazione del lavoro prese un simile atteggiamento, cioè dopo che si accorse che l' atteggiamento di Zdanov che divideva il mondo in due blocchi , dei proletari e dei capitalisti, era insostenibile. era difficile sostenerlo quando in una riunione internazionale dei partiti dei lavoratori si dovette constatare che il maggior numero era per il Piano Marshall e contro di esso solo una minoranza. e quindi si è ben visto che questa divisione in due blocchi non era possibile sostenerla; e le minoranze sindacali italiane che sono intervenute a Londra hanno reso un beneficio alla nazione, e soprattutto hanno servito la causa dei lavoratori italiani. però, anche sotto la veste più mite, più moderata, talvolta oggettiva, Di Vittorio arriva a dire: « andando a vedere quali sono stati finora i risultati del Piano Marshall non abbiamo un quadro confortante » . e qui viene una descrizione dove si vuol dimostrare, ove si dimostra ciò che disgraziatamente è noto, cioè la crisi in cui in Italia si trova soprattutto l' industria meccanica. ma come mai questa si attribuisce al Piano Marshall che appena adesso si inizia ed entrerà in vigore soltanto in forma provvisoria? (sono arrivate solo delle navi che hanno portato carbone, grano e niente altro). anzi, la crisi meccanica è avvenuta nonostante gli aiuti americani, non per gli aiuti americani. qui non parlo del Piano Marshall ma degli aiuti precedenti. nel 1947-48 fino ad oggi si sono importati, attraverso i contributi americani, alimentari e materie prime . riguardo alle macchine, nel 1947 l' esportazione di macchine italiane è stata molto superiore all' esportazione dell' anteguerra: nel 1947 l' esportazione di macchine tocca i 17,7 miliardi contro 2 miliardi di importazione. dunque, a questo riguardo siamo molto attivi. se l' industria meccanica va male, ciò non può essere attribuito né alle importazioni né alle esportazioni, né, tanto meno, a qualsiasi introduzione di aiuti americani. è entrato poi in vigore l' ERP. i tecnici — e finora soltanto i tecnici — (e qui vi prego di fare attenzione perché tanto nella stampa come nelle discussioni si sentono cose strane e meravigliose) è entrato in vigore l' ERP ed i tecnici in questi giorni hanno dovuto affrontare il problema del prestito. cioè, come ho accennato nella mia relazione, una parte piccola — il 16 per cento mi pare — una parte piccola del contributo è in prestito mentre tutto il resto è in dono, dono soprattutto per le materie prime o per il carbone, petrolio e grano. questa è una novità: fino adesso avevamo prestiti che sono andati a favore di industrie o di enti commerciali, fatti attraverso l' Eximbank oppure presentati per la Banca internazionale. qui, invece, si è previsto che una parte abbastanza leggera per l' Italia (ho dimostrato che l' Italia è stata trattata meglio delle altre nazioni) venisse utilizzata come prestiti per gli impianti. i tecnici si sono detti subito: bisognerà che questi prestiti vengano dati per impianti a lunga scadenza , perché con ciò si aumenta l' efficienza dell' attrezzatura industriale o agricola, e si rende possibile un' applicazione a piccolo ammortizzo per lunghi anni. dico che ci sono degli studi al riguardo, che ci sono programmi formulati nelle trattative in corso , programmi che le industrie presentano — oltre alle domande presentate all' IMI, istituto statale che agisce da centro di trasferimento — e domande di privati, domande e progetti da parte dello Stato. ma fino adesso nemmeno un centesimo è stato dato ed è ridicolo quello che ho visto stampato su un giornale, secondo cui gli industriali avevano ricevuto cento miliardi: ho visto un giornale ieri che ha stampato proprio « 100 miliardi » . nemmeno un centesimo invece. è strano come su un caso relativamente semplice si mettano in giro tante panzane, si diffondano tante notizie false, le quali non possono evidentemente che far girare la testa agli invidiosi e ai concorrenti. qual è oggi lo stato della nostra organizzazione? oggi c' è un ufficio speciale, un vicepresidente che è incaricato di elaborare i progetti in base alle richieste dei singoli ministeri; c' è poi un comitato speciale cui vanno questi progetti: il comitato speciale li esamina e li sottopone alla Presidenza del Consiglio . questa è la procedura di questo periodo preparatorio. poi c' è il controllo e il sottocontrollo della Camera. uno dei casi più tipici, uno dei casi più evidenti, ad esempio, è quello della siderurgia, settore nel quale sappiamo che l' importazione di certe macchine, che invece non possono essere importate in Italia, potrebbe facilitare la siderurgia, facendo aumentare la produzione e, conseguentemente, facendo sì che i prodotti potessero venire smerciati a più buon prezzo in tutto il settore della meccanica e facendo anche, accanto alla produzione, aumentare evidentemente l' occupazione. ciò sarebbe inoltre relativamente anche facile, quando si pensi che la maggior parte della siderurgia, la maggior parte di questo complesso della Finsider, è controllato dallo Stato attraverso l' Iri. ma non si è deciso niente anche a questo riguardo: si è soltanto discusso, siamo cioè in discussione. è evidente ed è anche chiaro che sia così: nel campo economico le cose non precipitano come si potrebbe desiderare da parte, forse, di qualcuno. il Piano Marshall dovrebbe entrare in vigore il 3 luglio, ma nei singoli paesi la preparazione non è ancora perfetta e poi, in più, deve esistere un certo coordinamento degli accordi bilaterali con il centro europeo, con la conferenza di Parigi. la cosa è quindi, come vedete, abbastanza complicata; nessuna meraviglia se una simile organizzazione, che costa tanto, debba da principio presentare delle difficoltà di applicazione. anche per quello che riguarda la questione dei trattori, con cui se l' è presa l' onorevole Di Vittorio , debbo rassicurarlo che non si è deciso nulla. non sono quelle, d' altronde , macchine che si possono costruire in Italia e, quand' anche si riuscisse a costruirle, esse verrebbero a costare il doppio dei trattori che importiamo dall' America. in Italia del resto si costruiscono facilmente i medi e i piccoli trattori, che sono anche esportabili e di fatto noi li esportiamo. il fondo-lire: anche qui bisognerebbe calmare i bollenti spiriti; il fondo-lire prima bisogna farlo, e poi discutere sulla sua utilizzazione: si potranno al più fare le due cose parallelamente. è evidente che non si può ancora creare presso la Banca d'Italia , il che vuol dire presso il Tesoro, quel certo fondo su cui tutti creano delle ipoteche. c' è quindi sempre tempo; tutti arriveranno in tempo: sarà purtroppo la tovaglia che non potrà arrivare a coprire tutte le parti del tavolo, ossia mancheranno i mezzi per accontentare tutti quanti. per adesso ci sono in arrivo solo ventiquattro piroscafi di grano e di carbone, e basta. fino ad ora altre materie non sono state importate. dunque, vorrei che si concludesse in materia: anzitutto, niente compromesso, e poi, in secondo luogo, tutto questo non sfuggirà al controllo parlamentare, perché l' utilizzazione del fondo-lire verrà portata o come allegato o inserita nel bilancio stesso. vorrei aggiungere una rettifica anche per l' affare degli autocarri della Polonia. dice l' onorevole Di Vittorio : sembra quasi che ci sia della cattiva volontà da parte degli esportatori italiani, o meglio del governo italiano ; che si voglia cioè impedire lo scambio con la Polonia. ma il contratto per la fornitura di autovetture, autocarri e rimorchi, per un valore globale di 11 milioni di dollari circa, è un contratto che non si è potuto ancora attuare (se ne è discusso anche oggi in una commissione particolare del Governo) per quello che riguarda l' oggetto di scambio: cioè, la Polonia dà carbone; ma c' erano molte lamentele sulla qualità di questo carbone. c' erano molti lagni sulla qualità e sul prezzo del carbone. c' è quindi una questione da risolvere circa il prezzo; questa questione riguarda noi e niente affatto l' America. perché volete vedere dappertutto l' America? si è stabilita già una certa quantità, 750 mila tonnellate, che rappresentano ormai l' annua fornitura della Polonia, e quindi possono benissimo venire assorbite. non è esatto quindi che pure la FIAT sia in imbarazzo a causa dell' America o per ragioni dovute alla concorrenza. in generale mi pare che ci sia una pregiudiziale politica nel giudicare di queste cose, che sarebbe meglio venisse abbandonata per poterci intendere. tanto più che oggi si dice da parte degli oppositori: « subiamo il Piano Marshall e vediamo di trarne i vantaggi possibili » . badate che questa può essere una posizione politica comoda, che potete assumere per mantenere una certa coerenza con l' atteggiamento preso; ma dovete tener conto che c' è una maggioranza che si è assunta la responsabilità positiva di invocarlo, di farlo, di concluderlo, questo piano ERP. debbo accennare poi in particolare ai lavori per il Mezzogiorno. qualcuno mi ha interrotto durante la mia prima esposizione, dicendo: « non è vero; nel Mezzogiorno non si lavora in nessun luogo » . mi pare che questo l' abbia detto anche l' onorevole Gullo. mi sono fatto dare di nuovo, dopo l' esposizione, l' elenco dei lavori eseguiti, appaltati, in corso di esecuzione, o da appaltare. l' importante è che ci siano i soldi; il resto sono formalità. dobbiamo fare lavori in regia? quando l' abbiamo fatto, voi stessi eravate contrari. dobbiamo quindi pur fare degli appalti. in complesso, su 18 miliardi di opere pubbliche , i lavori in corso assommano a 7 miliardi 485 milioni; restano da appaltare lavori per lire 10 miliardi 515 milioni, che si riferiscono alle opere più importanti: strade, fognature, eccetera, che richiedono studi accurati, e che non possono essere appaltati se non dopo esperita la procedura di legge, cioè sentito il parere del Consiglio di Stato . è stabilito così, non si può cambiare la legge. questi sono 18 miliardi di lavori pubblici , che fanno parte di quei 67 stabiliti per il Mezzogiorno. per la Sicilia è il governo regionale che stabilisce il programma dei 114 miliardi. debbo poi far notare all' onorevole Gullo che mi sono un po' meravigliato che egli si sia scagliato con tanta veemenza sulla questione di quella certa ferrovia di San Giovanni in Fiore . mi ricordo che è venuta da me una deputazione di calabresi che ha insistito perché il ministro Corbellini lasciasse cadere le sue obiezioni tecniche. la verità è che abbiamo preso impegno, in bilancio, per 500 milioni e dovevamo impiegarli. quindi ho potuto rispondere che le obiezioni tecniche del ministro Corbellini non possono impedire l' attuazione del bilancio. però devo dire che il ministro dei Trasporti mi aveva dimostrato che, facendo una strada che forse costava di più, si sarebbe rimediato meglio alla mancanza di trasporti e si avrebbe avuta una maggiore occasione di lenire la disoccupazione. comunque i denari li abbiamo dati. oltre a ciò, San Giovanni in Fiore , che nei passati bilanci non compariva affatto, nel bilancio attuale dovrebbe risultare per i seguenti lavori: risanamento, 10 milioni; costruzione di acquedotti nella contrada, 3 milioni; sistemazione dell' acquedotto civico, 13 milioni; risanamento igienico, 12 milioni, eccetera. sono in corso di appalto e si avranno riparazioni delle strade interne per 10 milioni; mentre, essendo andato deserto l' appalto per i lavori all' edificio scolastico per l' importo di 19 milioni, esso è stato affidato ad una cooperativa privata di reduci. sono in complesso 73.000.630 lire e mi pare sarebbe stato più giovevole alla candidatura dell' onorevole Gullo se egli ne avesse attribuito a sé il merito anziché negarli. quanto ai grossi agrari di Calabria, gli amici del luogo mi assicurano che essi non hanno avuto molta fiducia in noi e non hanno votato per noi: quindi noi siamo impegnati a difendere gli interessi di contadini, artigiani, impiegati e piccoli proprietari. ad ogni modo, per la ferrovia di San Giovanni in Fiore (mi rincresce, ma l' onorevole Gullo è proprio fortunato) per la ferrovia di San Giovanni in Fiore , come mi assicura il ministro responsabile, si avranno fra poco al lavoro 350 operai. quindi qualche cosa si fa, qualche segno di buona volontà c' è. non si può per lo meno portare questo esempio come prova di abbandono. mi pare che San Giovanni è stato relativamente ben servito. dico relativamente, perché io voglio fondare su questi argomenti in cifre, che dimostrano quello che si fa e quello che si sta facendo e quali sono le spese stanziate per il Mezzogiorno, non la conclusione che ce ne sia abbastanza, ma la conclusione che il Governo non perde di vista gli impegni che ha assunto per sollevare le condizioni particolari del Mezzogiorno d' Italia, e che intende di tenerne conto anche riguardo alle possibilità che ci offre il Piano Marshall . ed ora veniamo un po' alle questioni che sono in cifre e delle quali, quindi, è più difficile la contestazione. cercherò di essere più comprensivo che sia possibile. vi prego di fare altrettanto, perché importa soprattutto che almeno ci intendiamo sui termini del problema. la direttiva del Governo durante le elezioni, nel suo manifesto, nelle manifestazioni, nei discorsi principali e nelle espressioni polemiche, è sempre stata quella di non mettere al centro della polemica motivi religiosi. datemi la prova che io abbia fatto il contrario! i miei discorsi sono stati detti e pronunciati su tutte le piazze d' Italia. portatemi uno solo dei discorsi in cui abbiamo posto l' argomento religioso! noi abbiamo accentuato che la composizione dei conflitti passati può essere considerata raggiunta nella Conciliazione e nella Costituzione; abbiamo dato rilievo ai concetti fondamentali che ci uniscono: cioè la libertà democratica, direttive di tolleranza e di libertà religiosa, concezione internazionale di collaborazione economica! questo è stato il programma del Governo, questa è stata la linea che gli oratori di Governo hanno sempre seguito! su queste linee programmatiche ci siamo battuti e abbiamo vinto! e qui sta il valore nazionale e internazionale della nostra vittoria! è impossibile che risponda non dico a tutte le vostre interruzioni, ma alle parole ingiuriose! figuratevi se mi devo scaldare per la parola « fascista » ! vi passo sopra! io sono qui responsabile delle nostre parole e delle nostre azioni. dico che il valore nazionale e internazionale della vittoria è costituito precisamente da quanto prima ho accennato. quindi, non spostate le misure e le proporzioni; non cambiate la prospettiva della realtà secondo quella interpretazione che vi è comoda dopo la sconfitta. non eludo il problema. abbiate pazienza. è vero che accanto ai partiti ci fu un intervento maggiore del solito delle associazioni cattoliche propriamente dette, che si unirono in organi provvisori propri per intensificare l' afflusso alle urne ben sapendo che il maggiore afflusso sarebbe riuscito a danno del Fronte. lasciamo andare i singoli episodi accennati qui su cui è difficile farsi un concetto obiettivo, ma vedendo il fenomeno nel suo complesso, come possiamo definirlo? il primo fattore di questo fenomeno fu un senso di allarme fra quanti si preoccupavano della libertà religiosa, delle sorti della Chiesa. senso (non diciamo se era più o meno fondato) accresciuto dalle notizie pervenute da paesi vicini a regime comunista. vedete, egregi colleghi oppositori: se accanto alle obiezioni o accuse che fate voi sentite anche la difesa o le dichiarazioni da parte mia, forse, alla fine, arriverete ad una conclusione oggettiva. se io mi dovessi scandalizzare delle cose grosse che ha detto lei, onorevole Pajetta! dai paesi vicini — dalle comunicazioni con i quali non siamo tagliati nemmeno dal cosiddetto (dicono che non esiste) sipario di ferro — le notizie che giungono alle autorità ecclesiastiche sono di tal genere che gli allarmi non si dimostrano infondati. parlate di arcivescovi; parliamo allora dell' arcivescovo Stepinac di Zagabria che è stato condannato al carcere a vita. e degli altri prelati jugoslavi e polacchi che vennero processati e deportati! se non mi ascoltate non capirete mai perché vi trovate in questa condizione. secondo un calcolo attendibile fatto a metà novembre 1947, in Albania 32 sacerdoti vennero imprigionati e 15 uccisi, due vescovi, monsignor Gini e monsignor Volas, fucilati, il primo l' 11 marzo insieme con 24 persone fra le quali tre altri sacerdoti, il secondo il 3 febbraio con altri, fra i quali il gesuita Pantaljia. il processo si tenne a porte chiuse, senza difensori, e quindi non sono in grado di dire le ragioni... egregi colleghi, sono pronto a rettificare oggi o domani, quando volete, se le mie informazioni si dimostrano inesatte. io poi aggiungo che ricordo la fucilazione dei padri Daiani, Albanese, e Fausti, italiano, un italiano che era stato ferito da un mitra tedesco quando faceva scudo della sua persona ad un gruppo di albanesi, contro gli invasori tedeschi. vi sono ancora, egregi colleghi, dei fatti la cui notizia passa facilmente la frontiera, e sono i fatti che avvengono in quella che era la nostra Istria. ora lì c' è il fatto dell' uccisione di don Miro Buselic che accompagnava il vescovo Ukmar in visita per la cresima. vi sono altri fatti che riguardano persecuzioni e danneggiamenti ad altri sacerdoti, ma io passo avanti e ripeto: sono pronto a rettificare se mi si dice che le mie informazioni non sono esatte, ma aggiungo che le notizie di questi fatti, così, in questa forma, arrivano a Roma e arrivano in Italia. voi credete che questi fatti, che sono riferiti già in riviste e giornali, credete voi che questi fatti non possano influire sopra lo stato psicologico di coloro che si interessano della Chiesa e della libertà religiosa? questo io voglio constatare; e tocca a voi dimostrare il contrario. e poiché la paura, l' allarme, la preoccupazione si riferiscono soprattutto a quel che si chiama « sistema bolscevico » , farò un piccolo accenno alla Russia e non credo appaia esagerato. non si può dire che oggi esista una persecuzione violenta in Russia... c' entra perché è l' unico paese... vi leggo alcune parole di un nostro collega...... il quale ha visitato la Russia... questo nostro collega, che ha visitato la Russia come sindacalista, scrive: « per quanto la libertà di oggi possa sembrare progresso di fronte alle persecuzioni violente di ieri, tutto dimostra che nell' Urss la religiosità rimane un fenomeno di proporzioni relativamente limitate, che vegeta ai margini della vita quotidiana del popolo; come, per dare un altro esempio, stanno ai margini delle grandi città, in continuo sviluppo, i piccoli cimiteri sconvolti, desolati, delle cui croci si curano soltanto vecchie donne doloranti » . un' altra osservazione di questo collega è molto interessante, e questa riguarda le classi dirigenti .... leggete nello stesso libro ciò che l' autore afferma a proposito della lotta ideologica... cioè a proposito del caso Alexandrov, che è un professore di filosofia autore di un volume sulla storia della filosofia occidentale. questo nostro collega, che ha dovuto difendere perfino il carattere antifascista di Benedetto Croce , questo nostro collega, a proposito dell' intervento di Zdanov nella discussione filosofica sul caso Alexandrov, ricorda che Zdanov ha compiuto una specie di mobilitazione e chiamata alle armi di filosofi sovietici, perché intervenissero...... intervenissero ad approfondire la divisione dei mondo in blocchi, perché la divisione politica fosse accompagnata da quella ideologica. l' anno prima, continua la citazione, Zdanov aveva compiuto un' operazione analoga nel campo letterario. voi mi chiedete perché io cito queste cose. cito queste cose: primo, perché ciò costituisce una delle ragioni, una delle spiegazioni dello stato psicologico con cui molti cattolici sono andati alle urne in Italia; secondo, perché il signor Zdanov, oltre ad essere un personaggio molto importante in Russia, è un personaggio che, in un certo momento, si è occupato molto e molto direttamente anche delle cose italiane. ora vengo a voi. a questi elementi esterni si è aggiunta la tattica del Fronte. voi vi meravigliate che io, presidente del Consiglio , risponda alle vostre accuse, dopo aver fatto una relazione in cui nemmeno lontanamente mi sono riferito a quello che era avvenuto durante le elezioni. ovunque andavo — voglio appoggiarmi a ricordi miei diretti e personali — mi si diceva che in mezzo alle vecchiette i frontisti facevano questa propaganda: « Garibaldi è il nostro simbolo, è con la stella di Betlemme » ; inoltre, da parte vostra — dico vostra, perché ritengo che per la maggior parte non pratichiate la fede cattolica — c' è stato un tentativo di speculare sul patrimonio di coloro che sono fedeli alla Chiesa cattolica e ne hanno ereditato le tradizioni. quando voi pubblicate un opuscolo per dimostrare che nemici della religione sono quelli che la predicano e che i cristiani veri sono coloro i quali fanno obiezione alla Chiesa cattolica , voi abusate, come avete abusato, dei simboli ed anche dei santini — qui c' è un San Francesco — ; voi abusate anche di qualcosa che è sacrosanto, cioè l' Ultima Cena , per trasferire in linguaggio sacro la vostra campagna antireligiosa... io dico che è stato compiuto il tentativo più grande ch' io conosca di dimostrare che la Chiesa cattolica e, indirettamente, la Democrazia Cristiana , si servono della religione per difendere il capitalismo. perché vi meravigliate che il clero insorga e si difenda? ed un bel giorno — avevate risparmiato per gli ultimi giorni il colpo decisivo — siete usciti con la famosa raccolta di documenti falsi, riprodotta e accreditata dai vostri giornali! io non sono venuto qui nella prima relazione di capo del governo a portarvi dei santini e delle immagini sacre, e nemmeno a ricordarvi queste accuse, ma, constatato che voi siete comparsi alla Camera in veste di agnelli presentandovi come dei perseguitati, quasi che voi durante la campagna vi foste astenuti severamente da impostazioni di carattere politico-economico, io debbo rammentarvi che voi avete compiuto il tentativo più grande che la storia ricordi, di accusare la Santa Sede ed il Vaticano di essere un centro di cospirazione contro la pace e contro i lavoratori! e poi, onorevole Nenni, dopo che Avanti! ha pubblicato gli estratti, mettendoli in grandissimo rilievo, di questi falsi documenti, venite qui come accusatori e mi dite: il Governo risponda e dica se il Concordato non è stato ferito! rispondo: nel Concordato vi sono due articoli: il 43 dice: « la Santa Sede prende occasione della stipulazione del presente Concordato per rinnovare a tutti gli ecclesiastici e religiosi d' Italia il divieto di iscriversi o di militare in qualsiasi partito politico » . questo è l' articolo al quale voi vi riferite. questo è il testo e costituisce l' impegno che la Santa Sede ha preso per proprio conto e che ha fatto inserire nel trattato. ma voi dimenticate che c' è anche un articolo 8, in cui è detto: « le offese e le ingiurie pubbliche commesse nel territorio italiano contro la persona del Santo Padre , con discorsi, con fatti o scritti, sono punite con... » . se ci si vuole appellare al Concordato, bisogna mettersi in condizione di poter difendere il proprio contegno in confronto del Concordato. d' altro canto, Nenni ha pur detto qualcosa che è vero e che tocca il centro della questione. Nenni ha detto, a proposito del carattere della lotta e citando uno scrittore francese: « le illusioni del soprannaturale, della religione e della metafisica sono state chiamate a sostegno dell' ordine borghese capitalistico » . onorevole Nenni, « l' illusione del soprannaturale » qui sta la questione; « l' illusione della religione e della metafisica » , qui sta la questione, questo è il perno su cui verteva la lotta. non mi dite che ciò è assolutamente vincolato allo sviluppo o alla evoluzione del partito socialista , o in genere della classe operaia . vi potrei rispondere che nel recente congresso laburista, accanto all' arcivescovo Jork Attlee e Stafford Cripps hanno tenuto il loro sermone di carattere religioso. è possibile pensarlo in mezzo a voi con le vostre « illusioni del soprannaturale » ? se poi vi sia stato abuso, in qualche caso previsto dall' articolo 71 della legge elettorale , nel senso che elettori siano stati costretti a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati o a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati, ciò potrà essere esaminato dal giudice, caso per caso, ma non può essere invocato da voi collettivamente, en bloc , per invalidare le elezioni. e se è vero ciò, chiedo all' onorevole Nenni, che ha tante volte simpatici accessi di sincerità: come non riconoscere all' urto che c' è stato un carattere più profondo e come pretendere che i credenti o i teologi valutino solo il programma del Fronte nel suo aspetto economico e sociale ? aggiungerci anche, perché voi avete citato l' intervento dell' ambasciatore americano e di altri ambasciatori, che per la verità noi abbiamo molto da lodarci dell' ambasciatore russo, il quale non è mai intervenuto; però, in sua vece, radio Mosca, radio Lipsia e radio Belgrado, in tutta la campagna, hanno attaccato il Vaticano e i cattolici gridando ai fascisti, ai capitalisti, agli imperialisti. un giornale letterario di Leningrado ha pubblicato un attacco personale contro di me; l' incaricato italiano di affari a Mosca ha protestato, ma il giornale, che è specialista in attacchi contro capi di Stato e contro capi di governo , non ha preso nota, non ha pubblicato la protesta e non ha smesso gli attacchi. io non so se questi attacchi in parte non siano anche cavalli di ritorno. ma perché cito tutto questo? perché Togliatti si è lasciato sfuggire (sfuggire non è la parola, perché il suo discorso è stato ponderato) dichiarazioni che fanno un po' paura. ecco le parole di Togliatti: « dove i popoli avanzano sulla via della democrazia e del socialismo impiegando tutti i mezzi adeguati ed imposti da una situazione di tensione internazionale e da interventi stranieri nella vita delle nazioni, come è avvenuto nella lotta elettorale, in questi casi quei mezzi si impongono, ed è sacrosanto e giusto, e noi dobbiamo salutare il fatto che essi vengono adottati » . che cosa vuol dire questo, onorevole Togliatti? ed un' altra minaccia ha espresso l' onorevole Togliatti, diretta addirittura contro la Chiesa, e cioè: « vedremo (è il segretario della ex Internazionale che parla) quali saranno le ripercussioni del risultato che, attraverso questa azione veramente inconsiderata della Chiesa, è stato ottenuto. a me pare che dovranno essere serie assai, e non soltanto per il nostro paese. mi pare cioè che popoli come quelli dell' Europa orientale , che hanno fatto passi notevoli sulla via del progresso sociale , e che marciano decisi verso la costituzione di una nuova società pacifica, di uomini uguali e liberi, mi pare strano che questi popoli non debbano considerare attentamente ciò che è avvenuto in Italia e premunirsi contro il pericolo che ciò possa avvenire anche da loro » . con ciò credo di avere per lo meno portato elementi di chiarificazione sui caratteri e sulle ragioni del conflitto, anche per quello che riguarda i cattolici. in quanto al Governo, naturalmente, voi parlate del governo nero, del governo clericale. non siamo, e torno a ripeterlo, un governo clericale, siamo un governo costituzionale . abbiamo accettato le regole della libertà delle coscienze, ed il Governo sarà, secondo queste direttive, fedele allo spirito della Costituzione. ed ora veniamo alla politica interna : l' attacco dell' onorevole Di Vittorio è stato diretto soprattutto contro la politica interna nei conflitti sindacali. ora, io dovrei rilevare che sarebbe doveroso, da parte del rappresentante della Confederazione, che, accanto alle sue critiche, una volta desse rilievo alla fatica mediatrice del Governo, ed in modo particolare del ministro del Lavoro e di altri ministri che hanno preso parte a questa fatica. e in quanto all' intervento delle forze pubbliche, le forze pubbliche hanno l' ordine di non intervenire che nel caso in cui si tratti di evitare violenze fatte ai lavoratori o ai datori di lavoro , oppure violenze contro la proprietà. non possiamo, finché le leggi sono quelle che sono, evitare di applicare le leggi: quando saranno cambiate, allora ci regoleremo diversamente. quando nello sviluppo delle vertenze si manifestano episodi di violenza e sequestri di persona e attentati alla libertà di lavoro e appropriazioni indebite, l' intervento delle forze di polizia diventa fatalmente necessario, trattandosi di specifiche violazioni di norme penali. però, badate, è nella struttura di questo Governo, è nella sua direttiva di evitare più che è possibile l' intervento di queste forze perché le agitazioni sindacali si svolgano in libertà. bisogna proteggere la libertà. ed a proposito di recenti scioperi agrari a Rovigo, Bologna e Modena si conferma che l' intervento della polizia in quelle occasioni fu rivolto ad evitare violenze. ed aggiungo che questi interventi devono essere imparziali verso una parte e verso l' altra, come per il disarmo. su questi casi cui Di Vittorio ha accennato si è già risposto giorno per giorno dal sottosegretario per l' Interno. prendo atto con piacere delle dichiarazioni dell' onorevole Di Vittorio , il quale dice: « non siamo per esasperare le situazioni » . adesso le dirò. onorevole Togliatti, chi scrive in tono di esasperazione. volevo domandare all' onorevole Di Vittorio che cosa voglia intendere con l' espressione: « non siamo per esasperare le situazioni » . non so se sia presente. è in America anche lui?! lo dico, scusate l' interruzione, perché mi pare che l' onorevole Gullo avesse detto che, invece di andare in America, io avrei fatto meglio ad andare in Calabria... sono stato anche in Calabria in giorni più vicini ai nostri. dunque, io vorrei chiedere se questo proposito di non esasperazione sia condiviso anche dal signor Secchia, il quale ne L'Unità dell' 8 giugno pubblica sotto il titolo « arbitrii e violenze » un articolo di questo tenore: « noi assistiamo ad una sollevazione brigantesca dei grandi agrari e degli industriali, appoggiata con le armi dallo Stato e dal ministero dell' affarismo... » . fosse anche vero, è certo però esasperato! « quale sia il piano di questo Governo (ascoltate, perché dite che non è esasperato) quale sia il piano di questo Governo è noto a tutti: dare addosso ai lavoratori, fiaccare la loro resistenza, fiaccare l' unità e la forza dell' organizzazione sindacale , per affermare il predominio degli interessi plutocratici e imperialistici » . e poi sentite in fondo il tono pacificatore: « ma la violenza — questa violenza della polizia — chiama la violenza... » . « ma la violenza chiama la violenza, ogni attentato alla libertà dei lavoratori, alla libertà di sciopero, spingerà, costringerà i lavoratori ad eguali azioni verso le organizzazioni avversarie. i lavoratori non sono certo disposti ad offrire la destra a chi colpisce la loro guancia sinistra. i signori della grande industria e dell' agraria e i loro servi che governano il paese non si illudano di spezzare, con i manganelli e i mitra della Celere, l' organizzazione dei lavoratori; i lavoratori sapranno difendere la libertà di lottare per il pane e per la vita; il grano non si è mai trebbiato con le mitragliatrici » . io penso che questa opposizione pregiudiziale, tendenziale, diciamo, della massima organizzazione unitaria degli operai inquini tutti i nostri rapporti e indebolisca l' efficacia dei suoi stessi interventi; voi assumete le funzioni e il tono di opposizione programmatica, quasi foste un Governo di classe, un Governo democratico e parlamentare: vi guida la dottrina di partito, non quella degli interessi del paese! vi guida l' imperialismo del partito. tutte le questioni vengono infatti composte con l' aiuto dei rappresentanti del Governo; si tratta sempre, ma voi, in queste trattative, recate una pregiudiziale politica: questo è il governo nero, nemico del popolo; come possiamo cavare dalle conversazioni un nuovo argomento per combatterlo? non avete forse sempre il proposito formale di assumere questo atteggiamento, ma i rappresentanti del Governo sentono pur sempre che il vostro atteggiamento è questo e in cuor loro dicono: « noi faremo quel che potremo, ma non nutriamo alcuna illusione che il nostro buon volere sia riconosciuto » . ebbene, questa reciproca diffidenza — credetelo — non favorisce gl' interessi dei lavoratori ed ostacola l' efficacia dell' organizzazione, la quale deve essere un' associazione di sindacati al di sopra dei politici. molti attacchi sono stati diretti a proposito dell' intervento dello Stato nel disarmo delle parti. ne potrete parlare più esplicitamente quando sarete chiamati prossimamente a discutere sulla proroga della legge per il ritiro delle armi. io ho da dirvi soltanto una cosa: l' istruttoria di Cremona ha portato alla luce delle conferme significative. in base alle ammissioni dello studente Acerbi, reo confesso di aver massacrato, insieme con un complice, il suo compagno di partito Picoletti, per timore che egli tradisse il segreto del deposito di armi, risulta che fin dall' ottobre 1947, cioè un mese dopo la fondazione di quel famoso speciale comitato a Belgrado, si costituirono le squadre di vigilanza, le truppe d' assalto, inquadrate prima come « brigate garibaldine » e poi, subito dopo la pubblicazione della legge per il disarmo, trasformate in circoli sportivi garibaldini. egli dichiarò di aver avuto la sensazione che il partito comunista passasse all' illegalità. onorevole Togliatti, tutto questo venne pubblicato, tutto questo è già di dominio pubblico ad opera dei giornali. ora, in seguito a tali disposizioni, furono scoperte armi costituite in deposito. tutto questo è già di pubblico dominio ed è stato già pubblicato dai giornali. in seguito a queste disposizioni furono scoperte armi costituite in deposito di reparto, come dotazioni di un vero reparto. furono rubate armi perfino nei treni in transito per la stazione di Cremona. armi trovate in un pozzo, debitamente ingrassate da mano esperta, in modo da poter garantire la perfetta conservazione del materiale; armi che dieci giorni prima delle elezioni era stato raccomandato, in una riunione di quei tali circoli sportivi garibaldini della provincia, di tenere pronte. nello spazio di un mese, e nella sola città di Cremona, sono stati rinvenuti tre depositi di armi di reparto, composti di armi pesanti e leggere e di munizioni, e ciascuno di essi costituiva l' armamento di un circolo garibaldino. il 15 aprile un capo fece chiaramente comprendere che il 18, in seguito alla vittoria del Fronte popolare , sarebbe stato necessario prendere immediatamente il sopravvento sulle forze armate ...... perché i partiti soccombenti avrebbero certo fatto un colpo di stato . ma in questo momento ho capito finalmente perché mai Togliatti negli ultimi 8 giorni prima delle elezioni mi continuava a chiedere: « il 18-19 aprile ve ne andrete, agirete secondo la Costituzione o farete un colpo di stato ? » . ma chi mai ci ha pensato? egli solo! non un minuto — vi prego di prenderne atto, perché parlo come capo del governo — non un minuto ho pensato ad altre soluzioni che quella di rimettere le dimissioni in mano al Capo dello Stato e quella di chiedere in ogni caso la fiducia del Parlamento. e oggi così ho agito: qui sono a domandare questa fiducia in base ai risultati elettorali. aggiungo che discuterete domani circa la proroga della legge sul disarmo. però una dichiarazione è necessario fare: noi intendiamo andare in fondo contro tutte le parti, sinistra, destra, centro, contro chiunque abbia armi. bisogna finirla con le armi! aiutateci a consegnare le vostre, e a scoprire quelle degli altri. bisogna che riusciamo a creare la sicurezza di uno Stato democratico e l' imperio assoluto della legge. questo vogliamo: questo è il nostro grande esperimento, in cui porremo tutta l' energia perché, o riusciamo così o fallirà la democrazia in Italia! l' onorevole Togliatti ha definito la mia relazione mediocre documento. non pretendo che sia particolarmente specchiato. mediocre documento, ma documento in cui si faceva il tentativo di dire le cose in cifre, in forma concreta, come sono: tentativo anche — dovete riconoscerlo — di obiettività, destinato ad attirare la Camera su questa discussione composta di cifre e di problemi economici. voi dell' opposizione non avete ritenuto sufficienti questi argomenti. ne hanno trattato alcuni, ma altri hanno spaziato nella grande politica elettorale. e Togliatti, l' onorevole Togliatti (talvolta, scusi, dimentico l' « onorevole » : ma non è che io pensi a quel tale paio di scarpe che doveva adoperare l' onorevole Togliatti)... l' onorevole Togliatti mi accusa soprattutto di non avere inquadrato questo mediocre documento di cifre e di problemi economici in una visione storica. e l' onorevole Togliatti mi sostituisce con una ricostruzione storica a modo suo, che assomiglia ad una di quelle sintesi, apparentemente scientifiche, nelle quali i politici ispirati a dottrine materialistiche sogliono ricostruire i momenti e gli obiettivi della vita ritagliandoli secondo una preconcetta interpretazione della fede. non credo che il Parlamento ed il paese ne trarrebbero lume o vantaggio se io volessi imitare, polemizzando con lui circa l' antico Risorgimento, al quale egli imputa la rivoluzione sociale, e circa il nuovo risorgimento, quello della recente liberazione... anche nostra! nuovo risorgimento al quale egli attribuisce la finalità di creare un rivolgimento che rinnovasse la struttura economica della società italiana . è vero: la partecipazione delle masse ha avuto anche il senso della conquista sociale, come ogni atto storico di demolizione e di rinnovamento profondo; ma il significato più vivo, più generale, superiore alle tendenze di parte e di classi, fu quello della liberazione, cioè la riconquista della libertà di fronte allo straniero occupante, ma anche di fronte ad un regime interno dittatoriale, anzi di fronte a tutte le dittature e a tutti i dittatori! ecco perché si ha diritto di parlare e si parla del secondo Risorgimento ! ed è in questo rinnovato spirito di libertà che si credette, durante e immediatamente dopo la guerra, di potere celebrare una palingenesi; e di tale spirito fu permeato ogni nostro articolo sulla stampa clandestina, ogni nostra fraterna azione, ogni nostra solidarietà di partiti e di comitato di liberazione! e se a questo spirito tutti fossimo restati fedeli, se lo avessimo fatto aleggiare sopra le inevitabili divergenze ideologiche e di interessi, se avessimo considerato la riconquistata democrazia come forma, come metodo e come sostanza politica della libertà, come base irremovibile della nostra comunità nazionale, su cui elevare strutture economiche e sociali, l' unità cui inneggia l' onorevole Togliatti — fatta non instrumentum regni ma frutto di ossequio alla legge uguale per tutti — si sarebbe potuta trasferite anche nel libero giuoco della democrazia parlamentare ! ma a torto l' onorevole Togliatti grida: « benedette le armi nascoste che hanno salvato la nostra patria! benedette le armi nascoste! » . le armi nascoste, e di tanto in tanto lubrificate, sia che fossero in profondità di pozzi o nei ridotti delle fabbriche o nei cimiteri, costituirono invece una fonte di irrequietudine da una parte e di iattanza dall' altra, crearono un senso di sospetto e di diffidenza, furono un principio di riserva di fronte alla Repubblica, come per dire che la libertà era provvisoria e la minaccia di guerra civile si protraeva dentro il periodo della pace ricostruttiva! il doppio binario parlamentare e cospirativo rese difficile la collaborazione, anzi la minò fino a distruggerla; essa si trasformò addirittura in urto quando si pretese di utilizzare le forze organizzative italiane come la testa di ariete contro il Piano Marshall e, promettendo mezzi e attrezzature, si volle perfezionare il cosiddetto apparato di sicurezza del partito comunista , sincronizzandolo con quello francese e facendone una testa di ponte di una politica mondiale . vi è in questi rapporti internazionali un equivoco, un sospetto reciproco che si potrebbe superare? auguriamocelo. ma frattanto giusto fu il nostro grido di battaglia quando iniziai la campagna elettorale : « non serviamo l' America, non osteggiamo la Russia, difendiamo l' Italia » . e la difesa l' abbiamo concepita come difesa di un regime libero entro il quale ogni partito non abbia altro signore che la legge e altra sovranità nazionale non esista che quella dei popolo italiano . per questo ci siamo battuti accanto ad altri partiti che condividevano la nostra pregiudiziale democratica, indispensabile premessa di ogni progresso sociale . a parlare più propriamente, non fu l' anticomunismo la nostra bandiera politica, bensì l' antitotalitarismo, se volete l' antibolscevismo, inteso questo più che come dottrina come un sistema di organizzazione politica e sociale; o meglio ancora, non fu nessun « anti » ma fu l' affermazione positiva della libertà democratica e della pace. non c' era oramai altra strada, amici miei: o provocare nel paese una affermazione solenne di una volontà di vita democratica nazionale o lasciarci andare alla deriva, come qualche altro paese al destino del quale assistevamo con ansia e trepidazione. Togliatti dice: non siete riusciti ad eliminare il partito comunista . e chi avrebbe ardito sperare tanto, quando voi stessi avevate o ostentavate una irremovibile sicurezza nella vittoria? volete che vi citi gli ultimi numeri dell' Avanti! e de L'Unità ? poi vedreste quanto era profonda ed ostinata la vostra sicurezza, nonostante gli avvertimenti nostri. rilegga l' onorevole Togliatti il suo discorso di San Giovanni e vedrà che impressione gli farà la sua lettura adesso. l' essenziale per l' Italia non è che esista questo o quel partito; l' essenziale è che il sistema democratico-parlamentare si imponga a tutti i partiti. questo ha voluto il popolo italiano il 18 aprile; questo il programma, il cemento dell' attuale Governo. il problema (e questo è affar suo e dovrà risolverlo il partito comunista — noi abbiamo certe notizie che ci lasciano molto in dubbio) è di sapere se valga ancora l' istruzione di Zdanov « che il Parlamento deve servire soltanto a riscaldare l' atmosfera e a mantenere la legalità dell' agitazione proletaria » . lo vedremo dal modo con cui l' opposizione agirà nel Parlamento e nel paese. è un avvertimento. l' onorevole Nenni, riferendosi alla politica internazionale , ha affermato la possibilità che coesistano sistemi sociali differenti, anzi anche regimi contraddittori che permettano tuttavia la cooperazione internazionale. e questa fu sempre la tesi del passato: il regime interno non deve impedire la collaborazione internazionale. questa fu la tesi dei governi liberali italiani. onorevole Nenni, lei che conosce tanto bene la storia francese e italiana, ricordi i fischi organizzati, le minacce e gli scioperi in occasione della visita dello zar, non a Roma ma a Racconigi. questa fu allora la tesi vostra. invece la tesi costituzionale del Governo allora fu precisamente quella che Nenni oggi, mi pare migliorando molto in questo, accetta. ma questa è anche la tesi nostra. nessuna differenza di regime deve impedire che le nostre relazioni economico-politiche con la Russia e con gli Stati slavi siano corrette e amichevoli, né pregiudiziali ideologiche possono attenuare il nostro viva desiderio che il bisogno universale di pace si attui in un' intesa duratura fra i popoli. l' onorevole Nenni ha dato anche un altro consiglio ai partiti della maggioranza: non fidatevi troppo della vittoria elettorale. ha ragione. il compito che abbiamo dinanzi è ancora durissimo. e se abbiamo un merito è quello di non averlo nascosto nemmeno al tempo della campagna elettorale . abbiamo finora arrancato sull' erta e sulla pietraia, ma sopra noi incombe ancora la parete. bisogna aggrapparsi alla roccia delle nostre difficoltà economiche e superarle con fede tenace e con senso di solidarietà per la vita. questo appello va prima alla mia coscienza, ma è rivolto al Parlamento in genere ed in particolare alla maggioranza che porta la responsabilità direttiva. non deludiamo le speranze del popolo italiano che ci ha rinnovato la fiducia, né l' attesa del mondo che ci guarda e aspetta da noi la prova che un regime può essere repubblicano e progressivo, conservando però la libertà e marciando verso la giustizia sociale .