Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 197 - seduta del 16-03-1949
Sulle conclusioni della Commissione parlamentare diinchiestasulcaso Sindona
1949 - Governo I Craxi - Legislatura n. 9 - Seduta n. 195
  • Comunicazioni del governo

prima di passare alla succinta dichiarazione di voto che è intenzione mia di fare a nome collettivo del nostro gruppo, debbo scusarmi verso di lei, onorevole presidente , se, nel corso dell' appassionata manifestazione del pensiero dei singoli colleghi di questa parte che ha avuto luogo nelle ultime due giornate, qualcheduno di noi può aver dato l' impressione di intemperanze rivolte in modo sgarbato a lei stesso o ad altro membro dell' ufficio di presidenza . se qualche cosa di sgarbato c' è stato, ciò è andato al di là dalle nostre intenzioni, in quanto noi non avevamo e non abbiamo altra intenzione se non quella di servirci di tutti i mezzi che ci sono consentiti dal regolamento della Camera per esprimere sul problema posto dinanzi a noi dal Governo, sia la posizione nostra, sia la posizione dei singoli, sia la posizione del partito come tale. detto questo, non posso non deplorare che la maggioranza dell' assemblee, con successive votazioni, abbia imposto ai singoli deputati e all' Assemblea nel suo complesso questa seduta continuata che ormai tocca, credo, le 48 ore. mi permettano i colleghi della maggioranza di far rimarcar loro che essi, facendo questo, hanno commesso un grave errore: un grave errore per l' aspetto sentimentale della questione, e cioè perché essi stessi hanno contribuito, così, ad accrescere l' atmosfera febbrile che circonda questo dibattito qui e nel paese. di ciò potremmo però anche esser loro riconoscenti. ma grave sopratutto è l' errore da essi compito perché non si può negare che una seduta così lunga, senza nemmeno quelle interruzioni indispensabili a scopo di distensione fisica e intellettuale, non consente a tutti i membri dell' Assemblea di seguire tutti i dibattiti con quell' attenzione che è necessaria. dirò che vi è stata in questa decisione una vostra, se non esplicita, per lo meno implicita intenzione di offendere il normale costume parlamentare. il dibattito non poteva d' altra parte essere che ampio, anche se non partiva da una normale documentazione, poiché questa dal Governo ci è stata negata. avreste dovuto anzi essere voi stessi, signori del Governo, data la serietà e gravità estrema della questione, a chiedere il dibattito più ampio possibile, superando le fredde norme del regolamento della Camera, comportandovi secondo il loro spirito, e secondo le norme scritte e lo spirito della Costituzione. vi è infatti un articolo della Costituzione il quale sancisce che il nostro Stato non può servirsi della guerra come mezzo della sua politica internazionale . quando ci proponete di entrare in un patto il quale tende a portarci, in un modo o nell' altro, alla guerra, è anzi un patto militare creato a scopo di guerra, il vostro dovere è di trovar per lo meno una via di uscita alla contradizione. questa via non può essere che un appello al popolo. è vero che la Costituzione vieta di servirsi del referendum per leggi che approvano strumenti di ordine internazionale. ma appunto per questo il dovere vostro sarebbe stato quello non di andare di là dalla legge, ma di prendere tutte quelle iniziative necessarie affinché lo spirito antiguerriero e pacifista della nostra Costituzione potesse per volontà di popolo trionfare. lo so: quanto più gravi sono i problemi da risolvere, quanto più gravi le decisioni da prendere, tanto più deve di conseguenza essere scrupolosa l' applicazione e interpretazione della legge. lei forse ricorda, onorevole presidente , l' orazione pronunciata da Caio Giulio Cesare nel dibattito contro Catilina davanti al Senato. i colleghi che si dilettano di queste cose, lo rileggano nel testo sallustiano. di fronte all' accusa che è delle più gravi, dice il grande romano, noi dobbiamo applicare la legge, e con tanto maggior scrupolo quanto più l' accusa è grave: Sin magnitudo sceleris omnium ingenia exsuperat , eis utendum censeo , quae comparata sunt . poiché si tratta di un delitto che supera la mente di tutti, e tale è il delitto che vorreste essere autorizzati a compiere trascinando il paese in un blocco di guerra: e poiché questo urta contro la legge, siete voi che dovete creare tutti i mezzi affinché la tutela della legge sia affidata al paese, affinché il paese intero si possa pronunziare, poiché è esso il nostro vero sovrano. dovevate quindi, semmai, proporre voi stessi quelle modifiche alla Costituzione, da sottoporsi al popolo, che vi permettessero di fare il passo che volete fare senza ledere la legge attuale. voi non lo avete voluto e io intendo prima di tutto dare alla dichiarazione di voto che faccio a nome del partito comunista il carattere di energica protesta. contro la procedura che qui è stata seguita. noi non abbiamo conosciuto perché il Governo ce l' abbia comunicato nulla che non avessimo, già letto in uno dei soliti articoli della più scadente pubblicistica. l' abbiamo saputo da altre parti, nel corso del dibattito, che trattative fra il governo italiano e governi di altri paesi vi erano state. ci si è negata ogni informazione in proposito. è stato fatto sapere, nel corso del dibattito: e non è stato smentito da chi poteva smentirlo, che il testo del documento su cui il nostro Governo ci ha detto che vuole accingersi a trattare, era già, prima di questo dibattito, nelle mani del Governo stesso. ci è stata quindi volontariamente negata la conoscenza di questo documento, il cui testo doveva invece essere la guida di tutta la nostra discussione. voi avevate nozione precisa delle trattative che avete condotto, avevate nozione precisa del testo del patto, e ci avete negato la conoscenza di tutto questo! ed ora siamo arrivati a questo punto, signor presidente : che, nel momento in cui prendo la parola, e in cui stiamo per votare, mi viene consegnato da amici giornalisti il testo del patto, diramato da agenzie straniere! questo testo, mi rifiuto di discuterlo. se scendessi ora all' esame anche della più evidente di queste clausole, offenderei la mia dignità di rappresentante del popolo al Parlamento italiano! suprema irrisione a questo Parlamento! per 48 ore, senza interruzione, abbiamo parlato e parliamo, mentre non c' è stato letto nulla, e, nel momento in cui dobbiamo votare, veniamo a sapere che tutti i giornali hanno il testo su cui avremmo dovuto discutere! questa non è più questione di procedura, è questione di sostanza di politica internazionale e di sostanza di politica interna , di sostanza di politica democratica e di sostanza di rispetto delle istituzioni parlamentari! non si procede a questo modo quando si sente un minimo di rispetto per l' istituto, parlamentare! in questo modo si procede quando, avendo ormai scelta la via che il popolo non vuole, cioè la via della guerra, si stanno compiendo su questa via i primi passi decisivi, si sente e si sa che per imporre al paese la guerra si deve passar sopra ai diritti democratici e persino alle forme costituzionali. credo che, per lo meno, nel momento in cui il testo di questo documento diplomatico veniva diffuso nei corridoi di questo palazzo, sarebbe stato dovere di un membro del Governo, di un membro della maggioranza, di levarsi per chiedere che, dopo una sospensione di 48 ore, si riaprisse la discussione generale sul testo. non vedo, non comprendo in questo caso altra forma e possibilità di correttezza parlamentare! non ve ne è un' altra! tutto il resto è solo un calpestare i diritti, la serietà del Parlamento italiano! è dunque prima di tutto per questi motivi di politica interna , anzi, di orientamento di tutta la vita politica italiana , che noi votiamo contro l' ordine del giorno che ci viene proposto; perché, per il modo come vi siete condotti, infischiandovene (scusi l' espressione, signor presidente ) del rispetto delle più semplici norme procedurali, avete umiliato il Parlamento. so che questa è ineluttabile necessità della vostra politica sociale reazionaria e della vostra politica internazionale di guerra, ma ricordatevi che per andare avanti su questa strada, avete da fare i conti con il popolo italiano ! le dichiarazioni del presidente del Consiglio non hanno d' altra parte contribuito, né potevano contribuire per nulla (come avrebbero potuto!) a modificare la nostra posizione. non voglio ripetere che l' intervento dell' onorevole De Gasperi , così burrascosamente interrotto, non sia stato degno del Parlamento. credo che sia stato prima di tutto improprio, non adatto al momento in cui il presidente del Consiglio non alla sua maggioranza, ma al Parlamento intiero chiedeva di votare la fiducia per l' inizio di trattative, su un tema di così grave importanza. in questo intervento infatti ho trovata due soli elementi: in primo luogo, ancora una volta il rifiuto delle informazioni, risultante prima esplicitamente e poi dal contesto stesso delle dichiarazioni. in secondo luogo, forse per coprire questo rifiuto, e farlo accettare dai colleghi restii, una nuova, ennesima e noiosa edizione di quel grottesco manicheismo politico anticomunista, di cui il nostro presidente del Consiglio è divenuto il campione. voi, — egli dice — dovete accettare ciò ch' io vi dico anche se non vi dimostro e non voglio dimostrarvi che sia vero, perché lo dico io che sono nemico dei comunisti, perché si tratta di costituire il blocco anticomunista. ed ecco le falsificazioni poliziesche, ecco i documenti segreti fabbricati nei tenebrosi uffici della Presidenza del Consiglio , ad opera di quell' OVRA che ivi è stata ricostituita e cela i suoi uffici in qualche cantina del Viminale! questi e solo questi erano gli elementi contenuti nel discorso del presidente del Consiglio . che si può discutere sulla base di simili dichiarazioni? quale proposta si può fare? quale problema porre? io intendo, alla fine di questo mio intervento, effettivamente porre un problema della massima importanza e nuovo. ma a che serve? il presidente del Consiglio ha già deciso! il ministro degli Esteri non se ne interessa! non così noi avevamo pensato la rinascita di un parlamentarismo democratico in Italia! non così avevamo pensato quelle istituzioni rappresentative che volevamo fondate su un minimo di attenzione e comprensione reciproca, e di buona fede ! ancora una volta protestiamo contro questo metodo immondo (così lo qualificò in altri tempi il nostro ministro degli Esteri !) non solo di spezzare in due il paese, ma di impedire persino ai rappresentanti del popolo di intendersi onestamente tra di loro, e ciò perché una parte di essi appartengono a quel partito politico che un presidente gretto e fazioso vuole debba essere considerato come rappresentante delle forze del male. nell' intervento del presidente del Consiglio , quindi, non abbiamo trovato nulla che contribuisse a modificare la posizione da noi precedentemente esposta. per questo il nostro voto sull' ordine del giorno presentato non potrà essere che negativo. sul merito, sento il bisogno di non trattenermi più, se non di sfuggita dopo quanto i colleghi hanno esposto, considerando le cose in tutti i loro aspetti. un collega certo di parte democristiana mi ha fatto trovare in casella (e di ciò lo ringrazio) il testo delle istruzioni che vengono impartite ai colleghi di quella parte per i comizi che sembra dovranno tenersi domenica prossima in varie città. la cosa più grave è che in queste vostre argomentazioni non siete capaci di tenere in nessun conto, ignorandoli completamente, gli elementi di informazione e di fatto che da noi sono stati portati è il segno che sentite di avere torto, e così siete costretti a rimestare, a proposito di un tema così serio, l' antisovietismo più grottesco. persistete a presentare l' Unione Sovietica come paese militarista, siete costretti a tacere che nel suo bilancio, le sue spese militari, che non superano il 18 per cento , costituiscono la percentuale più bassa di tutto il mondo. la Russia, secondo voi, ha aggredito tutti, persino, — sapete chi? — persino l' Albania! vi siete dunque dimenticati che l' Albania fu aggredita dal fascismo nella terribile Pasqua del 1939 e che i russi l' hanno aiutata, semmai, a liberarsi da questi aggressori? ripetete ancora una volta che la Russia sarebbe paese aggressore per aver fatto uso del diritto di veto; ma dimenticate di ricordare che il diritto di veto è stato istituito invece proprio per mantenere la collaborazione internazionale e che l' Unione Sovietica ne ha fatto uso per difendere e mantenere questa collaborazione. e poi seguono le « quinte colonne » del Cominform e tutto il resto! ma come fate a dirvi cristiani quando osate costruire una politica accusando i capi sovietici di ritenere la guerra inevitabile, mentre essi vi hanno detto e ripetuto cento volte che oggi ritengono possibile e vogliono la collaborazione pacifica di tutti i paesi? che cosa vi è di cristiano in questo perseverare nella menzogna e nel fare il processo alle intenzioni che sapete non esiste perché siete voi che, falsamente, le attribuite agli altri? e lascio da parte il resto perché non intendo continuare la polemica con questo immondo anticomunismo e antisovietismo con cui intendete giustificare una politica estera antinazionale. voi agitate lo spauracchio di Monaco. ma Monaco fu l' accordo tacito e aperto con le forze che preparavano la guerra. ecco che cosa fu Monaco! e questo è oggi il patto atlantico ! quando poi, di fronte alla nostra richiesta di fare una politica che sottragga il paese al dominio degli imperialisti guerrafondai, ci dite che l' Italia non ha forza e peso per farlo, voi aggiungete a tutto il resto il disprezzo verso la patria. non è vero! noi italiani abbiamo i mezzi per esercitare notevole efficacia sulla politica internazionale . siamo infatti un grande popolo, e quando fossimo diretti da un Governo che avesse un minimo di comprensione degli interessi nazionali , che sapesse stringere e mantenere una unità di forze popolari e nazionali, saremmo in grado di dire a tutti gli imperialisti e guerrafondai che il popolo italiano non li segue e non li vuol seguire. questo avrebbe avuto grandissima importanza per gli orientamenti di tutta la politica mondiale . allora veramente ci saremmo rifiutati a questa seconda Monaco, allora avremmo compiuto un atto che avrebbe risollevato in tutto il mondo la dignità italiana. bisogna votare contro la vostra proposta quindi e per motivi democratici, e per motivi nazionali, e per la difesa della pace: ma votare contro non basta. mi conceda ancora un minuto, signor presidente , per ripetere che non consideriamo sufficiente votare contro, che riteniamo anzi sia dovere di tutti gli italiani di buona volontà lavorare a costituire un grande fronte della pace nel nostro paese, in contatto col fronte della pace che si costituisce in tutto il mondo per resistere ai provocatori di guerra e sconfiggerli. costituire un fronte della pace vuol dire ottenere che in ogni casa, in ogni villaggio, in ogni rione, in ogni strada, in ogni città, in ogni categoria di lavoratori sorga un comitato della pace in cui queste questioni vengano chiarite e spiegate a tutti, anche ai più lontani dai problemi della politica, e in cui si faccia comprendere a tutti il dovere di resistere alla vostra politica di guerra, il dovere di lottare per una politica pacifica nel nostro paese e nel mondo intero. in questo senso noi lavoreremo e, se la Costituzione non ci permette ora la richiesta di un referendum contro l' eventuale ratifica di un trattato militare com' è il patto atlantico , troveremo egualmente la via pacifica e legittima per far esprimere e schierare contro questo trattato di guerra milioni e milioni di cittadini. ripeto però che considero questo fronte della pace come un fronte che non deve essere né dell' uno né dell' altro partito, ma deve sforzarsi a comprendere tutti coloro che in qualsiasi modo, cioè anche parziale, possono e vogliono fare qualcosa per dissipare il pericolo di guerra. è ispirandomi a questo spirito che intendo fare, in questo momento, una proposta. il Governo ci chiede di essere autorizzato a iniziare trattative per l' adesione al patto atlantico . noi siamo contro a che l' autorizzazione venga data, e ve ne abbiamo esposto le ragioni. nelle trattative però, e sulla loro conclusione, vi può essere un minimo e un massimo. si può andare fino a un certo punto; ci si può fermare a metà; si può cercar di evitare il peggio. orbene, noi diciamo che, considerato l' interesse del paese, vi possono essere in queste trattative determinati punti su cui tutti possiamo essere d' accordo, anche se non siamo d' accordo sulla politica estera che questo Governo conduce in generale. concretamente, possiamo e dobbiamo essere assolutamente d' accordo per quanto riguarda la concessione a uno stato straniero di basi militari sul nostro territorio. e ciò per due motivi. prima di tutto, la concessione di basi militari sul nostro territorio vuol dire la guerra certa. dove sono basi di un imperialismo straniero aggressivo, ivi ci sarà la guerra: non nascondiamocelo e non nascondiamolo al popolo. questo è nella legge delle cose, anche se non fosse nelle leggi volute dagli uomini. in secondo luogo, la presenza di basi sul nostro territorio a disposizione dello straniero, significa l' inizio concreto della perdita definitiva della indipendenza nazionale, perché avendo basi tra di noi lo straniero prima o dopo interverrebbe nella nostra politica interna e in tutta la nostra vita. ecco la proposta che faccio, di conseguenza... consultato il regolamento, ho visto che in questa sede avrei potuto sì presentare l' emendamento che propongo, ma non svolgerlo, perché chiusa è la discussione generale . ecco perché nella mia dichiarazione di voto , mi sono arrogata la facoltà di spiegare questa mia proposta, che è del resto coerente con tutta la mia dichiarazione e da essa discende. ripeto e preciso. constatato il dissenso nostro sulla proposta generale, possiamo però trovarci d' accordo sul minimo che consiste nell' escludere che sul nostro territorio nazionale vengano organizzate basi militari di qualsiasi genere e a qualsiasi potenza straniera. per questo la pregherò, onorevole presidente , di accogliere, nelle forme previste dal regolamento, questo emendamento che faccio all' ordine del giorno . aggiungere dopo le parole: « le approva » queste altre: « chiedendo che non venga concesso a nessun governo straniero l' uso del territorio nazionale per l' organizzazione di basi militari di qualsiasi genere » . signor presidente , onorevoli colleghi , ho finito. sento la gravità di questo momento. siamo qui a dibattere e a dichiarare il nostro pensiero, in seduta ininterrotta, da più di 50 ore, in quest' Aula in cui veramente non entra molta luce. eppure oggi, colleghi, è una bella giornata. ho avuto occasione di vederla passando per Piazza Navona pochi minuti or sono. una bella giornata. nel cielo di Roma passano nuvole bianche di primavera. ci sono bambini che giuocano accanto alle fontane e le mamme che li guardano con commozione. essi non sanno nulla, sembra, a vederli, delle terribili questioni che stiamo discutendo. il popolo, una gran parte del popolo, almeno, è ignaro. ignaro del futuro e della sua sorte. vogliate rivolgere nell' istante del voto il vostro pensiero a questa parte del popolo, a questi bambini, a queste mamme. vi soccorra il pensiero della loro sorte, del loro futuro, ch' essi non sanno. evitate che altre nuvole e queste non bianche ma fosche e piene di tempesta, passino sul cielo della nostra patria. respingete la proposta del Governo; votate contro il patto atlantico e per la pace, salvate l' avvenire d' Italia!