Alcide DE GASPERI - Vicepresidente del Consiglio dei Ministri - Ministro Beni Culturali ed Ambientali Maggioranza
I Legislatura - Assemblea n. 191 - seduta del 11-03-1949
Attacco al motopeschereccio Orchidea di Mazara del Vallo
1949 - Governo I Prodi - Legislatura n. 13 - Seduta n. 415
  • Comunicazioni del governo

è già noto agli onorevoli colleghi che il Consiglio dei ministri di martedì, sentita la relazione del ministro degli Affari esteri , si era trovato unanime nell' approvare la linea politica seguita, perché rivolta alla tutela della pace e al rafforzamento della sicurezza nazionale nella rinnovata pienezza della nostra sovranità. in seguito ad ulteriori comunicazioni pervenute nei due ultimi giorni, il Consiglio dei ministri si è espresso stamane in senso unanime per l' accessione in via di massima al patto atlantico e quindi per la partecipazione alle discussioni nella fase conclusiva dei negoziati. la formulazione di questo patto, quale è stato elaborato finora nelle conversazioni svoltesi fra i suoi promotori, non è ancora di pubblica ragione, ma siamo in grado di assicurare alla Camera che il patto è concepito nel quadro delle Nazioni Unite come impegno di solidarietà in favore della pace e della sicurezza delle parti contraenti. siamo anche in grado di informarvi che, nel complesso, i fini del patto si possono riassumere così: predisporre la mutua assistenza fra tutti i suoi membri; predisporre la consultazione tra di loro ove uno degli associati fosse vittima di aggressione o di evidente minaccia di aggressione; predisporre che, in caso di aggressione armata contro uno dei membri, gli altri prendano individualmente o collettivamente le misure necessarie per mantenere la pace. la base del patto consiste dunque nell' obbligo, per tutti i suoi membri, di contribuire alla comune difesa nella misura consentita dalle rispettive forze. tuttavia, poiché nei paesi democratici l' intervento in un conflitto armato è vincolato alla previa decisione del Parlamento, il patto non prevede che l' obbligo dell' intervento abbia effetto automatico immediato. tale automatismo generale viene escluso anche con riferimento all' ipotesi che possa essere nell' interesse di tutti gli associati che taluna delle parti non intervenga fino a tanto che essa stessa non sia attaccata direttamente. a parte ogni migliore apprezzamento dei particolari e di eventuali modifiche o aggiunte che possano derivare dalla discussione nella fase conclusiva del negoziato, a cui sappiamo con certezza di essere chiamati a partecipare quando non ci venga meno la vostra fiducia, risulta evidente che nella sua natura e nelle sue linee generali il patto, come oggi delineato, può costituire una definitiva tutela dell' indipendenza del nostro paese, come, al di sopra di tutti noi, può divenire una espressione pacifica della solidarietà americano-europea, che tanti frutti potrà ancora dare nel campo delle realizzazioni economiche e civili. si tratta di una integrazione concreta dell' Onu, nel quadro della quale esso può agire come patto regionale equilibratore; e l' Italia vi trova il suo posto, corrispondente al suo spirito universalista e pacifico ed all' avvenire che noi dobbiamo garantirle nel mondo. in quanto ai mezzi per raggiungere la sicurezza, il patto non pretende nulla che sia superiore alle nostre possibilità militari, anche quali sono definite nel trattato di pace ; ché anzi, in ipotesi, non trascura il caso eventuale che un paese, non minacciato da un attacco immediato e diretto, possa, nell' interesse di tutti gli associati, venire esonerato dal fornire, in tali circostanze, un contributo alla difesa collettiva. fatta eccezione di tale caso, l' impegno di reciproca assistenza nella eventualità di un attacco è tassativo. ma la prerogativa democratica del Parlamento sulla pace o sulla guerra è salvaguardata. è un patto di sicurezza, una garanzia di pace, una misura preventiva contro la guerra. nessun paese o blocco di paesi fino a quando non avrà mire aggressive ha nulla da temere da esso. l' Italia, che si trova malauguratamente sulle linee strategiche fatali dei possibili conflitti mondiali, si assocerà a tutti gli sforzi per evitare una nuova e irreparabile sciagura. con tale spirito intendiamo partecipare all' elaborazione della formula definitiva del trattato che sottoporremo poi all' approvazione delle due Camere. contemporaneamente due altri avvenimenti internazionali richiamano la nostra attenzione: la prossima firma del trattato per l' unione doganale italo-francese, trattato elaborato col concorso di parlamentari e di tecnici che verrà poi sottoposto all' approvazione dei due rami del Parlamento; e l' imminente elaborazione, a Londra, dello statuto dell' Unione Europea in cui noi porteremo la nostra tradizione parlamentare e democratica, tendente all' elettività della rappresentanza, dalla quale un sistema federale auspichiamo nasca un giorno e nella quale porteremo anche il nostro spirito realizzatore e costruttivo, che preferisce decisioni della più vasta e volenterosa concordia, le sole capaci di superare in modo fecondo eventuali contrasti particolaristici, creando così quell' atmosfera fiduciosa dell' Europa nuova che i più alti spiriti d' Italia hanno sempre sognato. con tali sentimenti di collaborazione leale, ci accingiamo a quest' opera di ricostruzione europea, che, per maturare, ha un solo supremo bisogno: la pace. il nostro contributo di iniziative riguardanti l' OECE, l' unione doganale italo-francese, l' Unione Europea , dovute alla politica attivista e ricostruttiva del nostro esperto ministro degli Affari esteri è disinteressato; paghi, ora, degli alti riconoscimenti ottenuti noi non chiederemo, nelle assise in cui entreremo, una formale revisione del trattato di pace ; non possiamo vincolare infatti il nostro atteggiamento collaborazionista al sodisfacimento di ogni nostro pur legittimo postulato ma aspettiamo sicuri il pacifico svolgimento degli eventi, come attendiamo fiduciosi dal tempo e dalla migliorata situazione ambientale, che le nostre sacrosante rivendicazioni, come quella del territorio di Trieste trovino in via pacifica il loro risolvimento. così intendiamo collaborare con pazienza e moderazione, perché i problemi più generali dei rapporti fra Occidente ed Oriente si risolvano nella pace e nella distensione... l' Italia ha rinnovato con l' Unione Sovietica e con altre nazioni dell' Oriente i suoi rapporti commerciali e desidera che le soluzioni di pace abbiano ovunque e in ogni caso la prevalenza. essa è troppo sicura della sua civiltà e della forza ricostruttiva dei suoi tecnici e dei suoi lavoratori per pensare a nuovi urti e a nuovi conflitti. il regime democratico repubblicano garantisce il nostro popolo dal pericolo di cadere mai in nuove avventure: la democrazia italiana desidera solo che entro le proprie frontiere si possa lavorare e produrre in pace e in libertà. di pace esterna e interna abbiamo soprattutto bisogno in un momento in cui l' Italia dimostra di essere arrivata molto innanzi nella sua ripresa economica e nella ricostruzione, tanto che gli sforzi del prossimo periodo possono dirsi decisivi per raggiungere la meta. dopo un triennio di disordine monetario accompagnato dalla deficienza di beni sul mercato interno , abbiamo arrestato l' ascesa dei prezzi cosicché nel dicembre 1948 si aveva un livello di prezzi dell' 8 per cento inferiore a quello dell' autunno 1947. la produzione agricola nel 1948 è stata pari all' 86, e fino all' 87 per cento di quella prebellica. la superficie coltivata a frumento è aumentata di oltre il 3 per cento , ed il rendimento per ettaro è aumentato del 26 per cento . la produzione industriale ha raggiunto il 90, e fino il 92 per cento del livello del 1938. il traffico merci estere è aumentato nel corso del 1948 di circa il 20 per cento . di conseguenza il reddito nazionale è cresciuto dal 6 fino al 7 per cento , raggiungendo i nove decimi di quello prebellico. le esportazioni da 54 milioni di dollari al mese nel 1947 sono salite, a 80 milioni al mese durante il 1948; il bilancio dello Stato è passato da un deficit di 750 miliardi ad un deficit preventivato in 174 miliardi. tutto ciò è potuto avvenire perché lo sforzo è fondato sulla sobrietà, sul lavoro, sul senso di responsabilità del popolo italiano . innegabilmente il contributo del piano ERP è stato decisivo, e, nella imminenza della discussione al Congresso degli USA, colgo l' occasione per rivolgere da qui un nuovo appello ai rappresentanti del popolo americano perché ci assicurino anche quest' anno un largo contributo. ma premessa assoluta e fondamentale è la capacità lavorativa di un popolo, che ha bisogno di operare con la sicurezza dell' indomani e che, in forza dell' esuberanza di mano d'opera , deve contare sul concorso di nazioni più dotate di terra e di risorse industriali. così, onorevoli colleghi , il senso di sicurezza ci appare come premessa necessaria alla nostra economia e per elevare il tenore di vita del nostro popolo lavoratore. esso produrrà un rasserenamento, spero, anche nella nostra vita politica interna , perché rafforzerà la fede nel sistema di libera democrazia e confermerà la nostra speranza nelle soluzioni pacifiche dei problemi internazionali.