Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 1075 - seduta del 18-01-1953
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
1953 - Governo Goria - Legislatura n. 10 - Seduta n. 85
  • Attività legislativa

puro e succinto mi impone di essere il regolamento della Camera in questo momento, signor presidente . non so se questo vorrà dire ch' io sarò anche breve: il regolamento della Camera testualmente non lo esige. mi sforzerò di esserlo, con qualche difficoltà però, perché tra l' altro ho trovato qualche argomento sfiorato nel corso di questa discussione a cui io stesso ancora non ho dato risposta alcuna e intenderei darla prima che la discussione si concluda. e questa è, poi, probabilmente, l' ultima occasione che mi si offre d' intervenire in questo dibattito. il voto che darò sarà quello del mio gruppo. nego la fiducia a questo Governo, in generale, in rapporto con tutta la politica che esso conduce. gliela nego, in particolare, in rapporto al contenuto di questa legge e perché a questa legge sono contrario nel suo insieme, per il suo significato politico fondamentale e per i suoi particolari di esecuzione e tecnici. sono contrario ad essa per lo spirito che la ispira, per i motivi che l' hanno dettata, per le norme concrete che essa contiene. sono contrario anche perché la mia coscienza di parlamentare e di cittadino si ribella tra l' altro al modo come la discussione e avvenuta, al modo come si è arrivati, attraverso due mesi circa di dibattito, alla situazione presente. si è infatti arrivati a questo punto con una innegabile, continua e sempre peggiore degenerazione del modo di funzionamento e del modo stesso di lavorare dell' Assemblea parlamentare . a che cosa è stata ridotta la nostra Camera da due mesi? non vi è stato più orario, come dovrebbe esservi in ogni Assemblea che si rispetti; non vi è stata un' ora determinata per l' inizio e la fine delle sedute, non si è stabilito alcun corso per le sedute stesse, non vi sono state interruzioni a ore stabilite, né le pause necessarie a tutti, non dico per il riposo, ma per lo studio delle questioni che si devono dibattere. ci siamo trovati fin dal primo momento di fronte al continuo ricatto: o approvate quello a cui siete contrari, oppure qui dovrete stare dalla mattina alla sera. non si fa più questione di orario, di possibilità di riposo, di pause per poter riflettere; no: dovete stare qui. e allora si culmina in quello che si sta facendo adesso, che è probabilmente cosa utile per coloro che , come noi, vogliono sottolineare la gravità dell' atto che si sta compiendo, ma che non è cosa né utile né normale per ciò che si riferisce al prestigio dell' istituto parlamentare. questo è stato tollerato anche dalla nostra Presidenza, a cui noi dobbiamo fare per questo un serio, accorato rimprovero. questo è stato tollerato dalla Presidenza, la quale, in sostanza, è stata dimentica, nel corso di tutto il dibattito, dall' inizio sino alla fine, della propria funzione; essa stessa ha calpestato la propria dignità. tutto il resto è stato conforme a questo quadro. vi è stata l' assenza di un dibattito serio fin dall' inizio, in Commissione, e poi qui, quando si sono esaminate le prime serie obiezioni. una di queste obiezioni, la sospensiva presentata dall' onorevole Pietro Nenni perché venisse, in linea preliminare, prima di questa, discussa la legge che deve istituire la Corte costituzionale e il referendum; non abbiamo nemmeno sentito con quali argomenti venisse respinta dal Governo e dalla maggioranza. alle serie e gravi obiezioni d' incostituzionalità, che fanno riflettere chiunque abbia un minimo di coscienza giuridica e costituzionale, si sono opposti argomenti da « tartufo » . vi è stata infine la negazione del diritto di dichiarazione di voto . vi è stato l' espediente farisaico della legge presentata come articolo unico allo scopo d' impedire il dibattito tecnico, che è quello che deve aver luogo all' inizio di ogni singolo articolo. si è voluto in questo modo costringere l' Assemblea ad una approvazione senza esame approfondito, senza discussione. e, quando l' opposizione, in questa situazione, si è vista costretta a ricorrere all' utilizzazione tecnica del regolamento fino alle sue ultime possibilità, per ottenere quello che le si vuol negare, allora si è avuto il colpo di forza anticostituzionale del Governo, avallato dalla stessa Presidenza della Camera, che infrange le nostre prerogative, che calpesta la sovranità del potere legislativo a favore del potere esecutivo e modifica o inizia la modificazione sostanziale del nostro stesso regime. tutto questo sarebbe stato necessario se la legge fosse stata costituzionale, legittima, onesta? no! tutto questo non sarebbe stato necessario, perché, attraverso un dibattito normale fra maggioranza e minoranza, le cose sarebbero andate come sono andate per tutte le altre leggi alle quali noi pure abbiamo fatto opposizione. la realtà è che, in chi ha proposto questa legge, ne ha voluto la discussione e ne vuole l' approvazione con questo metodo, è la coscienza di questa incostituzionalità, di questa illegittimità e immoralità della legge che stiamo per vedere messa ai voti. tutto ciò ch' è stato fatto è stato fatto anche per soffocare la possibilità di un risveglio di coscienza democratica, costituzionale e onesta tra i banchi stessi dove siedono i rappresentanti di quei partiti che appoggiano il Governo. per far passare questa legge occorrevano tutte queste cose, occorreva umiliare il Parlamento, occorreva violare la Costituzione, occorreva annullare le nostre prerogative, calpestare la nostra sovranità. tutto questo avrebbe potuto essere evitato. potevano essere evitate le asprezze sul fondo, perché da parte degli oppositori della legge vennero presentate soluzioni ragionevoli, intermedie, che pur senza conquistare a una legge siffatta un voto di unanimità, avrebbero però consentito di evitare le cose mostruose che sono state fatte. ella sa poi meglio di me, signor presidente , perché conosce quanto me il regolamento, che potevano essere evitate le esasperazioni anche per quel che si riferisce alla forma, in quanto il nostro regolamento offriva vie d' uscita maestre, senza che si arrivasse alla violazione delle più delicate e gelose prerogative della nostra, Assemblea. tutto questo e stato voluto ed è stato voluto da chi ha pensato, io credo molto freddamente, che questa esasperazione volutamente creata non potrà in nessun modo fermarsi in quest' Assemblea, ma si diffonderà nel paese contribuendo ad accentuare una situazione già grave di scissione dell' opinione pubblica e della nazione, scissione che da tempo noi lamentiamo e che gravemente nuoce alla nostra patria. queste cose sono state volute, ripeto; è stata voluta una legge che viola la Costituzione in alcuni suoi principi fondamentali e volute le successive violazioni costituzionali. perché tutto questo? in quale situazione questo avviene e quale situazione crea? e qui arrivo al problema centrale della mia dichiarazione. quando si giunge a questo punto, ciascuno di noi, inviato qui da un elettorato che ha una sua particolare fisionomia, che ha suoi particolari interessi e ideali, non può non giustificare la propria posizione riferendosi a questo elettorato, a questa fisionomia, a questi interessi e a questi ideali. io mi sono presentato alle elezioni con un programma abbastanza chiaro, di cui anzi posso dire di essere stato per grande parte l' autore, in quanto è stato il programma del mio partito, di cui voi conoscete la forza e il peso nella vita nazionale, e dei partiti ad esso alleati. il programma che noi abbiamo presentato e sulla base del quale sono stato eletto in tre circoscrizioni del nostro paese partiva da alcune preoccupazioni fondamentali. la prima di tutte è quella di migliorare radicalmente la situazione dei lavoratori in Italia, cioè d' iniziare finalmente un periodo in cui nel nostro paese si combatta a fondo, per distruggerla, la miseria di coloro che vivono soltanto di lavoro, si combatta l' indigenza degli uomini che vivono di lavoro, si combattano le loro strettezze, le difficoltà economiche e la mancanza di prospettive, le difficoltà, di sviluppo intellettuali e spirituali che sono la conseguenza di questa diffusa povertà delle nostre masse lavoratrici , della disoccupazione, del sottosalario, della mancanza di pane, di casa e di lavoro. sentiamo che è necessario cambiare questa situazione, ed è necessario cambiarla in due modi: modificando qualche cosa nelle strutture economiche dell' Italia e modificando parecchio nella classe dirigente del paese. per questo abbiamo proposto, come elemento essenziale del nostro programma elettorale, che venissero attuate quelle riforme di struttura che la nostra Costituzione repubblicana prevede. abbiamo in pari tempo rivendicato e rivendichiamo che alla direzione della vita nazionale assurgessero i rappresentanti delle parti avanzate delle classi lavoratrici , che sono ispirate da un ideale socialista, cioè da un ideale di rinnovamento profondo e radicale, nel senso della libertà e della giustizia, di tutta l' organizzazione della società. come volevamo e vogliamo raggiungere queste trasformazioni? attraverso l' applicazione della Costituzione, seguendo la via tracciata dalla Costituzione repubblicana. ritenevamo, e riteniamo tuttora, che questo sia possibile. riteniamo che attorno alla Costituzione repubblicana, la quale è stata approvata da una grande unita di forze nazionali, possa realizzarsi la unità del popolo per il rinnovamento di tutta la vita della nostra patria. soprattutto noi rivendicavamo che ciò venisse fatto mantenendo intatta l' indipendenza e la pace del nostro paese. questo è stato il mio programma elettorale. questa è oggi la posizione mia e del nostro partito. ma in tutte le direzioni nelle quali noi affermavamo queste necessità ci siamo trovati e ci troviamo di fronte a una azione governativa la quale cerca di rendere impossibile qualsiasi trasformazione rinnovatrice, che tende prima di tutto a mantenere intatto il predominio dei gruppi privilegiati legati alla vecchia struttura capitalistica e monopolistica. questa struttura oggi in putrefazione cosi evidente che non solo genera contrasti sempre più stridenti, intollerabili, fra il lusso sfrenato da una parte e la miseria sempre più profonda dall' altra, ma arriva sino alla distruzione delle attrezzature più elementari del paese. siamo arrivati al punto che, quando piove qualche giorno di più, crollano le case dei poveri, le scuole dove vanno i figli dei lavoratori sono travolte, i villaggi sono minacciati. questa è una cosa che prima non era mai avvenuta e che è tutt' altro che casuale. a questo punto siamo arrivati perché le strutture economiche attuali sono soltanto più strumento per lo sfruttamento dei lavoratori da parte delle vecchie classi dirigenti . per quanto si riferisce all' avvento di forze nuove alla direzione della vita nazionale, questo Governo ha una sola volontà: quella di sbarrare con qualsiasi mezzo, ad ogni costo, la strada a questo avvento. per questo si è proposto il fine di scindere il paese, di logorare prima e infrangere poi l' unità che si era realizzata nell' adempimento di quel grande compito che fu la lotta di liberazione dal fascismo e dall' invasore straniero. ma questo non vi è bastato e non vi poteva bastare. allora avete fatto ricorso alla minaccia e alla invocazione dell' intervento straniero, violando così la nostra indipendenza nazionale e spingendoci sulla via di una guerra che non sarebbe fatta nell' interesse dell' Italia, ma soltanto nell' interesse del capitalismo monopolista ed imperialistico degli USA contro gli interessi di qualsiasi categoria di cittadini italiani. cos' è questa legge? è l' ultimo strumento che è stato inventato per continuare per questa strada, per impedire che possa persino pensarsi a un rinnovamento economico, politico, sociale o che possano trovarsi, nell' ambito di un Parlamento che sia lo specchio della nazione, soluzioni che avviino il paese verso quello di cui ha bisogno. e questo lo fate perché vi accorgete che il popolo sente sempre più vivamente e profondamente la necessità di un rinnovamento dell' Italia con l' avvento alla direzione del paese di forze politiche nuove, veramente rinnovatrici. con la frode cercate di correre ai ripari. ma qualcuno osa ancora dire che con questa legge sarà mantenuto al potere un Governo di centro, che vi sarebbe da augurarsi che vi sia un Governo di centro e non qualcosa di peggio! la nostra convinzione è che voi, che ora siete al Governo, siete, tra tutti i governi oggi possibili in Italia, il peggiore il più conseguentemente reazionario, il più strettamente legato ai gruppi conservatori e reazionari del paese, il più subdolamente antipopolare, il più pericolosamente nemico dell' indipendenza d' Italia e della pace del nostro popolo. volete questa legge per marciare avanti su una strada esiziale e con questa legge, poi, cercate di preparare e preparate oggettivamente — e una parte di voi forse nemmeno se ne avvede — situazioni ancora più gravi dell' attuale, ancora più reazionarie, cariche di pericoli sempre più gravi per le sorti della patria. torno così al tema centrale: la legge da voi proposta e che tentate di far approvare con la violenza e l' inganno, infrangendo la legalità costituzionale e calpestando la sovranità del Parlamento, mira a impedire le soluzioni che sono inevitabili e necessarie se l' Italia vuole andare avanti, se i nostri lavoratori vogliono progredire, se il nostro paese vuole finalmente aprirsi una strada di rinnovamento, di giustizia e di libertà. per questo ci adducete qui, come se questo fosse a nostro disdoro, l' esempio di paesi dove i nostri compagni di fede conducono la stessa battaglia che noi conduciamo qui, ma in altre condizioni, in altre situazioni, con altri mezzi. ma è proprio perché il progresso non si può fermare che queste situazioni si producono. voi diffondete il panico per le soluzioni rivoluzionarie, ma le rendete inevitabili quando voi stessi mettete sotto i piedi quella legalità costituzionale nell' ambito della quale noi proponevamo che avvenissero le trasformazioni e si iniziassero i progressi necessari alla nostra società. non lamentatevi domani quando i nodi verranno al pettine, e le questioni saranno alfine risolte. ci sarete voi, allora? ci sarò io? non lo so. trent' anni fa qui sedeva Gramsci, e Gramsci previde esattamente come sarebbero andate le cose. gli altri lo irrisero, ma alla fine non ebbero nemmeno il tempo di dolersene. giustizia fu fatta e la strada fu aperta una volta ancora. oggi avverrà lo stesso, non dubitate! e così arrivo al tema che mi ero riservato per ultimo. nel corso di questo dibattito lo stesso ministro dell'Interno e vari oratori della maggioranza hanno lanciato grida di finto sdegno, riferendosi alla Cecoslovacchia, a fatti ivi recentemente avvenuti, a tradimenti scoperti e puniti, a condanne ed esecuzioni. avete finto lo sdegno e so che dovete fingere lo sdegno. la cosa però mi sorprende perché è strano che anche a questo proposito voi persistiate nel negare. la realtà delle cose. nei paesi retti da regimi di democrazia popolare si sta procedendo, a passi accelerati, sulla strada del rinnovamento delle strutture economiche e sociali, verso il socialismo. potete non crederlo, ma non potete ignorare o fingere di ignorare le esplicite affermazioni dei dirigenti della politica imperialistica americana, i quali ripetono ogni giorno — e lo abbiamo letto sui giornali anche ieri — che sono disposti all' impiego di qualsiasi mezzo per impedire che questi paesi avanzino per questo cammino. la guerra, per ora, ha dichiarato il segretario di Stato americano in tutte lettere, forse non ci conviene, ma faremo una « quasi guerra » : e intendeva con questo termine tutta una serie di altri delitti, e in particolare l' organizzazione del sabotaggio, della disgregazione, del tradimento. tutto questo viene esaltato come una delle forme di lotta attraverso cui dovrebbe essere arrestata l' avanzata dei lavoratori di questa parte dell' Europa e dell' Asia sulla strada del progresso politico e sociale. e voi vorreste sul serio che in questa situazione noi chiudessimo gli occhi, ci abbandonassimo alla cecità e alla dabbenaggine? no, noi li teniamo aperti gli occhi, e voi esagerate davvero se credete che possiamo prendere sul serio il finto sdegno di cui qui avete voluto, dar prova. noi combattiamo la stessa battaglia che combattono quei nostri compagni che sono al potere nei paesi di democrazia popolare . è una battaglia per la democrazia, per gli interessi e gli ideali dei lavoratori, per il socialismo: una battaglia per la trasformazione di tutto il mondo in una società dove non vi siano più sfruttati e sfruttatori, ma dove il lavoro, la libertà e la giustizia trionfino. quando abbiamo notizia quindi dei fatti che avvengono in questi paesi, dei tradimenti che ivi vengono tramati dagli imperialisti e dai loro agenti, noi a quei nostri compagni che ivi sono al potere abbiamo una sola cosa da dire: quella che dico ora con tutta l' autorità che mi può dare questa tribuna. guai a voi, compagni che siete al potere nei paesi di democrazia popolare , se non teneste gli occhi aperti, se trascuraste la vigilanza, permettendo al nemico di penetrare nelle nostre file e di infliggerci col sabotaggio, colla disgregazione, col tradimento i colpi ch' esso cerca e dichiara di volerci infliggere! in quei paesi i lavoratori sono riusciti a conquistare il potere attraverso due guerre, attraverso rivoluzioni, sofferenze e sangue. le loro posizioni non debbono a nessun costo essere perdute attraverso l' opera infame di traditori al soldo degli imperialisti stranieri, al soldo di coloro che vogliono mantenere l' umanità nell' abisso dello sfruttamento e della servitù. quel che a noi spetta fare, qui in Italia, e l' ho già detto, è di impegnare tutte le nostre forze perché sia respinto nel nostro paese l' attacco che qui voi conducete, eseguendo gli ordini dei gruppi dirigenti privilegiati e sfruttatori, gli ordini degli imperialisti stranieri. il nostro compito è di respingere il vostro attacco, chiamando a questa difesa strati sempre nuovi e sempre più larghi, estendendo ogni volta di più il fronte della resistenza e della lotta contro di voi. già altre volte, particolarmente quando cominciò la guerra di Corea, avevate sperato che, ripetendo in modo sgangherato gli urli anticomunisti del fascismo, sareste riusciti a chiudere gli occhi, a tappare gli orecchi alla gente per bene e isolarci nel paese. dopo un anno o due vi siete dovuti accorgere che il nostro fronte è diventato più largo di quanto non fosse prima, perché nuovi gruppi di cittadini si sono convinti che la battaglia che noi combattiamo è giusta, sacrosanta; che essa deve venire combattuta fino in fondo, fino alla vittoria! questo è ciò che noi faremo, estendendo ancora di più l' unità dei cittadini italiani i quali sentono — al di sopra di qualsiasi intrigo governativo, di qualsiasi violazione della Costituzione, di qualsiasi atto diretto a calpestare i diritti del Parlamento che sono in giuoco i fondamentali interessi della nostra patria e gli ideali più sacri di rinnovamento, di libertà, di giustizia. tutta la parte sana del popolo italiano ; tutto ciò che vi è di buono nel popolo nostro troverete davanti a voi nel momento decisivo. e al popolo italiano la vittoria è assicurata.