Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 1074 - seduta del 17-01-1953
Nuove norme sulla responsabilità del magistrato
1953 - Governo Goria - Legislatura n. 10 - Seduta n. 69
  • Attività legislativa

avrò modo, signor presidente , nel corso della mia esposizione, di occuparmi, in termini molto seri, e anche severi, della posizione e della responsabilità della Presidenza della Camera nella decisione della questione che ci sta dinanzi. tanto più sincera, quindi, onorevoli colleghi , può essere considerata la dichiarazione che facciamo di essere grati al presidente per avere, in questo punto, aperto questa discussione e richiesto; piuttosto che lasciato, che essa si svolgesse con quella ampiezza che ha assunto. il dibattito cui da tre giorni assistiamo è stato, lo riconosco, abbastanza eterogeneo, gli interventi limitati a esaminare questioni di procedura si sono alternati a quelli, come il recente dell' onorevole Preti, che essenzialmente si sono occupati di problemi politici. non poteva non essere così, doveva essere così. doveva esser così per la proposta stessa che ci è stata fatta, per il contenuto di questa proposta, perché la questione sollevata davanti al Parlamento dall' onorevole presidente del Consiglio ha aperto una situazione in cui in realtà nessuno dei temi che nell' Aula possono essere presentati può venir considerato come non attinente. di qui la necessità di limitarsi. me ne rendo conto e mi limiterò, spero, anche con il vostro aiuto, prima di tutto per il tempo e poi per i temi che intendo affrontare, scartandone alcuni, e indicando chiaramente sino dall' inizio quali sono i punti su cui attirare la vostra attenzione. il primo riguarda una esatta definizione del contenuto vero della proposta che il Governo ha fatto all' Assemblea. il secondo riguarda il modo come questa proposta viene giustificata esteriormente e se questa giustificazione sia valida. il terzo riguarderà la reale motivazione e giustificazione, che sta nelle cose, nei fatti, in tutta la situazione del paese e in tutta la condotta di questo Governo; e infine l' ultimo punto sarà l' esame dell' esito della proposta stessa, quale noi riteniamo essa debba avere, e quindi la definizione della posizione nostra alla fine del dibattito. non potrò quindi non riferirmi anch' io — ma lo farò di sfuggita — alla procedura. lo farò di sfuggita e per scartarne la maggior parte degli aspetti, giacché la maggior parte degli interventi che ho sentito e che erano dedicati a trattare questioni di procedura con richiami a questo o a quell' articolo del regolamento hanno lasciato in me un senso di profonda umiliazione. ve lo confesso, ve lo dico apertamente. particolarmente ciò vale per il primo e centrale intervento procedurale, quello dell' onorevole Codacci-Pisanelli, perché nulla è più umiliante, in un' Assemblea di uomini sensati, che sentire una persona che non si ha nessun motivo per non considerare fornita di normale comprendonio, la quale si rivolge agli altri come se fossero dei cretini. questo ha fatto l' onorevole Codacci-Pisanelli e hanno fatto gli altri che hanno ripetuto le sue argomentazioni. ma noi non siamo dei cretini. è ammissibile la questione di fiducia ? questa questione lasciatela pure in disparte. immediatamente dopo che ebbe finito di parlare il presidente del Consiglio , vi abbiamo detto di sì, che la posizione della questione, di fiducia è sempre ammissibile. avremmo potuto — badate — sollevare qui due eccezioni: una di ordine politico e una di ordine morale. la eccezione di ordine politico riguardava l' ammissibilità o meno che una questione di fiducia si ponga discutendosi una legge elettorale . mai in Italia è avvenuta una cosa simile: della legge elettorale è stato lasciato giudice, sempre e sino alla fine, il Parlamento! la questione morale è quella che acutamente ha posto ieri l' onorevole Corbino: di un Governo il quale chiede la fiducia di una maggioranza su una legge che è fatta per concedere a questa maggioranza di moltiplicarsi frodando i voti che saranno dati per la minoranza. ma queste due obiezioni le lascio in disparte, perché ammetto che la questione di fiducia può essere posta. sempre, alla fine del dibattito generale, nella scelta degli ordini del giorno da sottoporre a discussione, nel dibattito sugli articoli, nella redazione degli emendamenti, nel voto sugli emendamenti e così via . non ne facciamo questione. accettiamo l' opinione più larga, più comprensiva. ma a questo punto ci vengono tirati fuori gli articoli del regolamento per dimostrare la famosa trinità, e cioè che quando viene chiesta la fiducia vi è precedenza, vi è inscindibilità, vi è inammissibilità di emendamenti e cioè inemendabilità. a questo punto si leggono articoli di regolamento e si portano cosiddetti precedenti. ma è a proposito di questo che noi vi chiediamo di non considerarci come degli sciocchi, perché tutti gli esempi che voi portate, tutti gli articoli di regolamento che voi citate, tutti i precedenti che voi potete aver trovato cercando negli annali e nei resoconti dell' Assemblea costituente e di questa Assemblea a che cosa si riferiscono? si riferiscono a una mozione, si riferiscono a un ordine del giorno , si riferiscono a un singolo emendamento; cioè, si riferiscono a materia che è precisamente determinata, che si presenta nel corso di un dibattito generale, in un momento di questo dibattito e dell' approvazione delle norme di una legge o di una parte di esse. ma qui siamo di fronte a una mozione? no. siamo di fronte a un ordine del giorno ? no. siamo di fronte a un emendamento? no. qui siamo di fronte a una legge nella sua totalità, nella sua interezza, per cui tutti i richiami che voi fate a quello che sarebbe stato fatto in occasione della tal mozione di cui non si sarebbe ammessa la divisibilità, del tale ordine del giorno che avrebbe avuto la precedenza, del tale emendamento che sarebbe stato messo ai voti con voto palese anziché segreto perché era posta la fiducia, tutto questo non riguarda in nessun modo il tema della discussione. portare questi argomenti vuol dire soltanto prendere in giro l' Assemblea! qui non si tratta di nessuna di queste cose, qui si tratta del fatto che il Governo chiede alla Camera di approvare una legge senza discuterla, sì, senza discuterla e senza correggerla. il Governo chiede alla Camera di approvare una legge, rinunciando al diritto di redigerla, essa, Camera dei Deputati , assemblea rappresentativa del popolo, che per questo scopo preciso è stata eletta. di questo e soltanto di questo si tratta. si dice che qui c' è un articolo solo. ma siete voi che avete fatto un articolo solo, cosa che non era mai avvenuti prima che fosse presentata a questa Camera la legge Acerbo , illustre precedente della attuale legge Scelba. ma anche se consideriamo che ci troviamo di fronte a un articolo solo, qualsiasi articolo si discute e si approva parte per parte, viene redatto dalle Commissioni parlamentari e dalla Assemblea attraverso il suo dibattito generale e attraverso l' esame concreto delle norme contenute nell' articolo stesso, parola per parola. il Governo, poi, nel momento stesso in cui dice questo, che gli emendamenti non dovrebbero essere ammessi, presenta esso 2, 3, 4 emendamenti, dei quali abbiamo preso conoscenza ieri attraverso una pubblicazione della nostra segreteria. ma chi li ha esaminati? sono stati visti in Commissione? no! si sa quale sia il parere della commissione legislativa investita dell' esame della legge? no! sono stati esaminati nell' Aula? no! sono stati giustificati da qualcuno? sono stati spiegati? no! il diritto di emendare la legge, che è parte sostanziale dei diritti dell' Assemblea parlamentare , cioè del potere legislativo , è negato alla Camera e avocato a sé dal potere esecutivo , il quale presenta gli emendamenti, che la Camera dovrebbe approvare senza modificarli, per carità!, senza toccarli in nulla. per giunta questo viene fatto per una legge elettorale , di cui la Costituzione dice in tutte lettere che deve essere discussa e approvata dalla Camera in modo normale e diretto. questo è il contenuto vero della proposta che il Governo ci ha fatto. non vi è dibattito di procedura, non vi è cavillo procedurale che ci possa staccare da questo. mentre noi fino ad oggi siamo stati qui i membri di una assemblea legislativa a cui sono attribuiti dalla Costituzione poteri determinati e precisamente il potere fondamentale che è quello di esaminare, decidere e redigere le leggi e in particolare di esaminare e decidere le leggi elettorali attraverso esame ed approvazione diretta, mentre fino ad oggi noi siamo stati questo, oggi viene il presidente del Consiglio e ci dice: « la legge l' ho fatta io e ve la presento; fino a questo punto vi ho lasciato discutere, adesso basta, adesso dovete approvarla perché il potere esecutivo ha deciso così; non vi lascio più andare avanti per l' altra strada » . cercate voi, a questa posizione, i precedenti. mi hanno detto — né so con quanta serietà e non mi sono interessato della cosa che determinati precedenti vi sarebbero in qualche cosa che è avvenuta, non so quanto tempo fa, nel parlamento francese. dico subito che questo fatto non mi interessa e non può interessare noi, non solo per l' argomento molto valido, sviluppato qui dall' onorevole Basso e dall' onorevole De Martino , della impossibilità di trarre precedenti da due ordinamenti che hanno caratteristiche molto diverse, ma per un altro motivo, che è di onestà elementare oltre che di diritto. un sopruso non crea mai precedente per giustificare un altro sopruso. se mi hanno — diciamo — sparato un colpo di rivoltella sulla porta del Parlamento, questo non crea precedente, perché fatti simili possano essere considerati ammissibili. se mi è stato portato via il portafogli, non è questo un precedente perché lo portino via ad un altro. no! il sopruso commesso, in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi assemblea, contro i diritti del potere legislativo , non crea precedente per nessuna assemblea, per nessun ordinamento democratico. e poi, se avete proprio bisogno di precedenti di soprusi ai danni dell' autorità legislativa, andate più in là! perché non risalite sino all' impero austroungarico? guardate a come funzionavano le cosiddette assemblee legislative dell' impero austroungarico! ivi troverete tutto quello che volete. ivi sono il cancelliere e l' imperatore che decidono. ivi il Governo rimane in carica anche se ha uno, due o dieci voti di sfiducia , anche se non ha la fiducia del Parlamento. in realtà, vi è un solo precedente vero, ed è quello del lit de justice del vecchio diritto francese, del « letto di giustizia » , cioè di ciò che avveniva nella vecchia assemblea « parlamentare » prerivoluzionaria, quando il sovrano, a un certo momento, seccato dal fatto che le sue proposte, o che determinate proposte, venissero discusse, messe in contestazione, modificate, si presentava all' Assemblea e imponeva la sua volontà. di solito si presentava vestito in abito da caccia e col frustino in mano. l' onorevole De Gasperi che, come ho già notato diverse volte, per la cultura storica non è molto a posto, non si è messo l' abito da caccia e non ha portato il frustino. a quei tempi, il sovrano metteva il frustino sul tavolo e diceva: « questa legge deve essere approvata » . poi se ne andava; la legge era approvata, e il Parlamento poneva fine a tutte le sue discussioni. questo è il solo precedente che potete citare. ma è un precedente che risale a tempi anteriori a qualsiasi regime parlamentare rappresentativo, a prima, della rivoluzione borghese , a prima che si inizi nella organizzazione delle società moderne la trasformazione, non dico democratica, ma anche solo liberale. questo è dunque il fatto di fronte al quale ci troviamo. non possiamo qualificarlo in modo diverso. nessuno ci potrà convincere che può essere qualificato in un modo diverso. ci troviamo di fronte al fatto che il potere esecutivo infrange i limiti dell' autorità del potere legislativo , annulla una parte delle facoltà e prerogative sovrane del potere legislativo , arroga a se stesso queste facoltà e questa sovranità, e impone la legge in quel testo, con quegli emendamenti, in quella forma che piace a lui e persino, credo, in quel determinato numero di giorni e di ore. per questo, onorevole Preti, le « forme » cui ella alludeva non mi interessano. questa è forma, sì, perché i limiti che dividono le facoltà, le prerogative, la sovranità di uno dei poteri dello Stato in confronto delle facoltà e delle prerogative dell' altro, questi limiti sono forma, ma sono una di quelle forme che dà l' essere alla cosa, che determina la sostanza della cosa. questa è la forma di cui noi discutiamo, non dei cavilli che ci possono essere tirati fuori intorno a precedenti assurdi che non toccano e non si avvicinano nemmeno al cuore della questione che ci è posta oggi. di qui, la nostra profonda sorpresa, di qui lo sdegno, la ribellione nostra. anzi, vorrei dirvi un' altra cosa. il sentimento che è sorto in me quando mi hanno detto, prima della seduta dell' altro giorno, che il Governo avrebbe fatto una cosa simile, e che ha prevalso quando ho sentito che questa era veramente la via scelta dal presidente del Consiglio , è stato di stupefazione. ma non è possibile, dicevo, che non vi sia nell' Assemblea, anche all' infuori dell' opposizione, una coscienza liberale e democratica che insorga e dica che questo non si può fare! poi ho riflettuto e ho trovato qualche argomento anche per spiegarmi questa enormità. purtroppo — e lo ricordai quando intervenni all' inizio di questo dibattito — in questo paese è passato il fascismo. il fascismo ha logorato le coscienze, e anche la coscienza giuridica, costituzionale, democratica dei cittadini. allora è avvenuto che i costituzionalisti sono diventati dei Tesauro, i giuristi sono andati a caccia del primo premio per la interpretazione della dottrina fascista, ed altri, che pur avevano una coscienza democratica e costituzionale perché l' avevano elaborata nel corso della precedente storia e vita del paese, si sono acquetati, sono stati tranquilli, mentre scomparivano nella loro coscienza le tracce delle conquiste fatte nei decenni precedenti. Benedetti coloro che sono andati in carcere, benedetti coloro che sono, morti combattendo, benedetti coloro che hanno preferito l' esilio anziché dover subire questo umiliante logorio! noi veramente, in questo momento, sentiamo il valore di quello che hanno fatto il nostro movimento, il movimento socialista e il movimento democratico, che seppero, a qualsiasi costo, fare una opposizione radicale alla corruzione della coscienza politica dei cittadini operata dal fascismo. voi state dando l' esempio del peso che ancora esercita sulla nostra vita civile e politica questa corruzione. vedete, questa coscienza della legalità costituzionale ce la siamo formata attraverso una esperienza lunghissima. si è parlato dell' ostruzionismo del 1898, della lotta di Giolitti contro una opposizione o di una opposizione contro Giolitti. ebbene, proprio su queste cose abbiamo incominciato a formare la nostra coscienza politica. lo ero ragazzino, allora, andavo a scuola e leggevo i dibattiti parlamentari , che venivano dalla stampa oggettivamente riferiti come una cosa importante, anzi come il centro di tutta una elaborazione politica e nazionale. a quella scuola ci siamo educati; a quella scuola abbiamo imparato come il Parlamento rappresentasse una conquista dei cittadini, un diritto, una prerogativa, una sovranità. ora qui si parla, in termini di regolamento, di esecutivo e di legislativo, dei rapporti tra questi due poteri. queste non erano per noi forme e non lo sono, questi sono diritti e sovranità nuove che si affermano. questo è il popolo che avanza e, attraverso la elaborazione di un sistema politico democratico, si apre la strada per giungere al Governo del paese. comprendo che questa coscienza giuridica e costituzionale non vi sia nell' onorevole De Gasperi , e non gliene faccio carico, perché egli è cresciuto in un altro paese, dove attorno a questi problemi non vi furono tutte le lotte che vi furono in Italia. ma noi qui parliamo in nome di una tradizione non austriaca, ma italiana di parlamentarismo, di liberalismo, di democrazia. quando l' onorevole Preti mi domanda se noi avremmo preferito lo scioglimento della Camera a quello che il Governo propone, e accenna a non so quale tenebrosa prospettiva che lo scioglimento della Camera a noi avrebbe aperto, io non ho a dargli che una risposta: lo scioglimento della Camera può darsi che aprisse a noi non so quali prospettive, ma lo scioglimento della Camera è legittimo, è legale, è costituzionale, purché sia deciso dal presidente della Repubblica . questa è una di quelle forme che sono sostanza, mentre invece qui ci troviamo, attraverso a un attacco diretto e a contorsioni procedurali, la cui sostanza però balza agli occhi non appena si guardi al fondo delle cose, di fronte ai pieni poteri dati al Governo, e nemmeno dati nel campo esecutivo, il che è già proibito dalla Costituzione, ma dati nel campo legislativo, il che è una mostruosità, un assurdo. avete pensato alle conseguenze di questo colpo che il Governo si propone di fare? l' onorevole Corbino ha affrontato questo tema delle conseguenze in una visuale storica molto ampia, che per ora lascio in disparte; vi parlo delle conseguenze parlamentari attuali, più o meno lontane. vi è stato recentemente un dibattito richiamato dall' oratore che mi ha preceduto sulla legge che concedeva certi aumenti di stipendio agli impiegati. ebbene, l' aumento di stipendio venne deciso sulla base di un emendamento approvato dalla maggioranza dell' Assemblea, ma proposto da voi, cioè da una parte del Partito di maggioranza , contro la volontà del Governo. domani, in qualsiasi momento, questo potrà non essere più possibile. oh, non è mica difficile indovinare le situazioni in cui si compiano questi atti! non è difficile, soprattutto, trovare chi dia a un governo qualsiasi il modo di dimostrare che la situazione richiesta esiste: quanti sono sempre stati in Italia gli Azzeccagarbugli! siamo di fronte alla presentazione di una legge sindacale, che intende limitare una delle libertà fondamentali date dalla Costituzione ai cittadini? certamente voi non pensate che questa legge, in qualsiasi assemblea sia presentata, possa essere approvata senza una fiera resistenza, che assumerà tutte le forme, dei rappresentanti dei lavoratori, qualora la legge stessa leda gli interessi e i diritti fondamentali dei lavoratori stessi. ma anche qui, a un certo punto, si avrà il lit de justice : verrà il presidente del Consiglio di quel momento, e dirà che la legge si deve approvare senza emendamenti, senza modifiche; che tutto è finito; che la legge la fa lui. è stata annunciata una legge restrittiva delle libertà costituzionali, da quella di stampa a quelle di associazione, di riunione, di opinione. la stessa cosa, probabilmente, potrà avvenire. può darsi che queste cose, però, non vi interessino, può darsi che una parte di voi pensi che riuscirà sempre a trovarsi all' ombra del ministro degli Interni o del presidente del Consiglio , protetto dai rapporti di fedeltà politica che lo legano a queste personalità. ma vi può essere, domani, un interesse legittimo di una parte qualsiasi della maggioranza stessa, a impedire che una cosa simile avvenga. questo potrebbe verificarsi, per esempio, nel caso di una qualsiasi legge di finanza. il giorno che una cosa simile è avvenuta, è inutile dire che il caso non crea precedenti. voi state andando a cercare precedenti al di là delle frontiere, chissà dove, ma intanto vi è un precedente che voi istituite qui, nell' ambito dell' Assemblea della Repubblica italiana . volete, dunque, che, in qualsiasi momento, il potere esecutivo si possa arrogare le funzioni del potere legislativo , e che il potere legislativo non abbia nulla da dire, debba chinar la testa e lasciar fare? non so se ella abbia capito quello che ho detto: ho detto che non abbiamo mai negato che il Governo possa porre la fiducia; ma neghiamo che il Governo possa fare le leggi, impedendo alla Camera di dibatterle e di emendarle, punto per punto, articolo per articolo. ella comprende o non comprende che questa è cosa sostanziale per la funzione: legislativa, in quanto è il contenuto stesso di questa funzione? e passo al secondo punto della mia esposizione. perché un atto cosi grave viene compiuto? quali motivi lo ispirano, lo dettano? ci si dice che vi è stato uno ostruzionismo al quale bisognava metter fine. questa è la sola giustificazione che è stata portata. potrei discutere se e fino a qual punto un ostruzionismo vi è stato. l' onorevole Corbino già giustamente vi ha detto che è sbagliato parlare di ostruzionismo ogni qual volta un deputato dell' estrema sinistra chieda la parola. questa è pero la consuetudine che è invalsa nei vostri giornali. nel passato, vi è stata una sola mossa di parte nostra che poté sembrare ostruzionismo: le dichiarazioni di voto in occasione della discussione sul patto atlantico . quella però fu una mossa che ebbe uno scopo puramente dimostrativo, e che del resto fu provocata dalla maggioranza stessa, la quale volle costringerci a fare nel corso di una sola seduta notturna le nostre dichiarazioni di voto , e noi rispondemmo facendo tutti una dichiarazione, come era nel nostro diritto. ma, nella discussione della legge attuale, come siamo andati? come stanno le cose? stanno esattamente così, onorevoli colleghi . questa legge è stata qui presentata il 21 ottobre del 1952; è stata in Commissione per 12 sedute; è stata in Comitato dei nove per due sedute; e in Aula, dal 7 dicembre al 16 gennaio. questo è stato l' itinerario che questa legge ha fatto. ed ora, quale altro itinerario hanno fatto altre importantissime leggi che la nostra Camera ha avuto davanti a sé, ha discusso e ha o non ha approvate? ho voluto cercare qualche esempio. le « disposizioni sui contratti agrari, di mezzadria, di affitto e compartecipazione » presentate alla Camera il 22 novembre 1948, sono state approvate il 22 novembre del 1950, e ancora non sono approvate dal Senato. sono state dunque in Commissione quaranta sedute, in Aula 29 sedute, poi altre 11 in Commissione, e infine altre 4 in Aula. sono via via trascorsi ben due anni e la legge non c' è ancora. le disposizioni sulle locazioni e sub-locazioni, presentate il 2 settembre 1948, sono state votate il 29 novembre 1949; era trascorso più di un anno. la legge per la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri, legge così urgente per tante madri, presentata il 2 luglio 1948, fu approvata il 19 luglio 1950, due anni dopo. ma la legge è tuttora inefficace, perché manca il regolamento. lascio stare altri esempi per concentrarmi su quelli decisivi. avevamo un termine preciso, credo di un anno, fissato dalle norme transitorie della Costituzione, per approvare le leggi integrative e di applicazione della Costituzione stessa. ebbene, la legge contenente norme sul referendum e sull' iniziativa legislativa del popolo, presentata il 23 febbraio 1949, approvata il 16 luglio 1952, modificata dal Senato, sta ora davanti alla Camera. è trascorsa quindi tutta la legislatura, onorevoli colleghi ! le norme sulla Costituzione e sul funzionamento della Corte costituzionale presentate il 5 aprile 1949, approvate due anni dopo, il 15 marzo 1951, successivamente sono state modificate dal Senato e non sono state ancora approvate. neanche questa legge oggi esiste. le norme sulla promulgazione e pubblicazione delle leggi e dei decreti del presidente della Repubblica , presentate il 15 giugno 1948, sono state poi trasmesse al Senato e successivamente tornate qui. ora non se ne parla più. sono definitivamente insabbiate. infine, le norme per la costituzione e il funzionamento degli organi regionali, che toccano quella parte speciale del nostro ordinamento costituzionale che proprio voi avete voluto, presentate il 10 dicembre 1948, approvate il 22 novembre 1951, e cioè tre anni dopo, sono tuttora in discussione al Senato. verranno ora ritrasmesse a questa Camera: forse non saranno approvate nel corso di questa legislatura. come avete il coraggio, davanti a questi fatti, di denunciare un ostruzionismo per questa legge elettorale ? se in questa Assemblea vi è stata, nel corso di questa legislatura, un' attività ostruzionistica, è stata la vostra, è stata quella del presidente del Consiglio , del ministro dell'Interno e del Governo, che hanno fatto ostruzionismo non solo all' approvazione di leggi vitali per venire incontro agli interessi e ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini, ma persino all' approvazione delle leggi fondamentali che sono necessarie per applicare la Costituzione repubblicana e far sì che si possa dire che nel nostro paese vi è un regime costituzionale completo ed effettivo in tutte le sue parti. se poi volete vedere le cose, in particolare, per ciò che si riferisce a questa legge, non vi è che da denunciare ancora una volta la colossale imprevidenza di questo Governo, che poteva presentare la legge sei mesi o un anno prima e le cose sarebbero andate ben diversamente. non solo, ma bisogna sottolineare il disprezzo per il Parlamento di cui il Governo ha dato prova sottraendo alla commissione parlamentare il dibattito concreto, quel « mercanteggiamento » di cui parlava dianzi l' onorevole Preti, cioè la fase in cui si è discusso fra i diversi partiti dell' entità dei premi di maggioranza per rendere la legge più o meno accettabile dai partiti stessi. come vedete, alla vostra motivazione che la mossa del Governo si giustifichi con l' ostruzionismo, si può rispondere anche senza affrontare la questione della legittimità o meno dell' ostruzionismo stesso. se ne è già parlato ampiamente e non intendo soffermarmi oltre su questo problema. la legittimità dell' ostruzionismo è ammessa da tutti coloro i quali discutono dei diritti delle assemblee legislative con senso liberale e democratico. quindi risparmio a voi ed a me i richiami storici e le citazioni. me ne consentirete una sola. è cosa recentissima. mi è capitata la buona ventura di trovare in proposito il pensiero di qualcuno che per voi può persino rappresentare un' autorità superiore a quella di un grande uomo di Stato, di un grande giurista o costituzionalista del nostro paese. si tratta dell' opinione di un giornalista americano, il signor Walter Lippmann, anticomunista e « atlantico » come è noto a tutti. si tratta di una serie di giudizi che egli esprime, sul New York Herald Tribune del 10 gennaio di quest' anno, a proposito di un ostruzionismo che proprio in questi giorni è in corso al Senato degli USA, circa una legge che limita certi diritti civili del cittadino. una parte del Senato americano è contraria all' approvazione di questa legge e fa l' ostruzionismo, cioè non permette che la maggioranza del Senato, che è favorevole alla legge, approvi il provvedimento. quale giudizio dà il signor Walter Lippmann? egli afferma esplicitamente che l' azione che viene condotta è assolutamente legittima e non può essere considerata in alcun modo né illiberale, né antidemocratica, né incostituzionale. si tratta di un' azione la quale tende unicamente a costringere la maggioranza a venire a un accordo con la minoranza circa il contenuto della disposizione in discussione. « l' ostruzionismo — afferma questo giornalista — è una grande e insostituibile protezione dei diritti civili del popolo americano , e sarebbe un paradosso pieno di tragiche conseguenze se l' ostruzionismo dovesse venir soppresso in nome dei diritti civili . che cosa è l' ostruzionismo? è un mezzo, sviluppato dal lungo uso, il quale permette a una minoranza, quando sente che sono minacciati i suoi interessi, di spingere la maggioranza a determinati accordi e a determinate modificazioni della sua condotta » . e più avanti: « spesso si dice che l' ostruzionismo sarebbe una negazione del principio americano del Governo della maggioranza. questa è una generalizzazione non giusta » . « nulla è meno americano » — conclude l' autorevole giornalista degli USA — « della idea che una maggioranza del 51 per cento debba sempre prevalere » . onorevole La Malfa , ho citato qualcuno che spero faccia testo per lei. io le ho citato la Costituzione italiana, e su questo terreno ella non ha risposta da darmi. gliel' ho citata ampiamente, è stata citata da tutti noi; non ci avete dato retta: ho quindi cercato qualcuno che potesse commuoverla, se non convincerla, indurla a pensare alla questione con maggiore serietà. onorevole La Malfa , ho constatato che ella ha dovuto riflettere un po' per trovare questa battuta. non avevo avuto bisogno di riflettere molto per inserire nel mio discorso il richiamo alla Costituzione russa, nel modo che mi parrà opportuno. e vengo quindi alla terza parte del mio intervento, che riguarda le ragioni profonde della condotta del Governo e della mostruosa proposta che ha fatto a questa Assemblea. qualcuno ha detto che le ragioni sarebbero di ordine internazionale. noi abbiamo già denunciato questo fatto; l' onorevole Giannini aveva ripreso quest' argomento in un suo ordine del giorno , ritirandone in seguito la motivazione e lasciandolo cadere, forse vergognandosi della motivazione stesse. potrei quindi lasciar cadere completamente la cosa, se non dovessi una risposta a Piero Calamandrei, il quale mi sembra che a questo proposito abbia formulato ed espresso qui l' opinione di coloro che , in buona fede , non dico che accettino, ma almeno subiscono questa argomentazione. questa legge — dicono — sbarra la strada a un avvento al potere, in qualsiasi forma, dei partiti di sinistra; bisogna accettarla, perché quell' avvento al potere non sarebbe tollerato da una potenza straniera. su questo, l' onorevole Calamandrei ha ricamato e fatto appello a noi, dicendo che dovremmo essere e che saremmo prima italiani che comunisti. respingo la distinzione. non si possono astrarre l' una dall' altra, e separare, le due cose. noi siamo comunisti perché siamo buoni italiani. riteniamo che il nostro dovere di buoni italiani è quello di essere dei buoni comunisti. il nostro dovere di buoni comunisti e di buoni italiani è quello che ci ha dettato la resistenza al fascismo, che ci ha dettato la nostra condotta nella guerra di liberazione, l' appello all' insurrezione nazionale, tutto quello che abbiamo fatto nel corso della nostra storia. non si può distinguere ciò che abbiamo fatto come italiani e ciò che abbiamo fatto come comunisti: vi è una coincidenza perfetta, non è possibile alcuna distinzione. ma l' onorevole Calamandrei, a un certo punto, ha parlato in un tono che abbiamo sentito molto accorato, assumendo la posizione di colui che piega il capo a una dura necessità. è a lui, anche se assente dall' Aula, che mi permetto quindi di rivolgermi. io sono sempre stato repubblicano, da quando ero ragazzo. non accettavo i principi monarchici. nella repubblica ho sempre visto la forma migliore dello Stato. per questo non sono mai stato molto sensibile né molto tenero per l' iconografia e l' agiografia monarchiche, sia che si esprimessero con i quadri del re a cavallo che offre la mano al generale popolano, sia che si esprimessero con i qualificativi di « galantuomo » e così via . eppure, mentre parlava l' onorevole Calamandrei, all' inizio di questo dibattito, non potei fare a meno di pensare a un momento tragico della storia del nostro paese, quando vi fu un re, che allora era re soltanto della Sardegna, che aveva subito una durissima sconfitta: Novara. la notte che seguì la sconfitta, in una tenda nella pianura del novarese, quel re si trovò di fronte al comandante in capo degli eserciti austriaci, che gli disse che doveva far marcia indietro nell' applicazione dei principi costituzionali e liberali, altrimenti... quel re non aveva in mano nulla, perché l' esercito era stato distrutto e nel paese l' opinione pubblica fermentava ed era in parte ribelle, mentre la Europa era ostile perché si stava orientando in senso reazionario e l' ondata del 1848 era caduta. eppure, quel re ebbe il coraggio di dire di no; ebbe il coraggio di resistere, di respingere le intimidazioni e le umilianti proposte, il coraggio di affermare che indietro non tornava, e gli altri facessero quel che volevano. quando parlava l' onorevole Calamandrei, io, repubblicano di sempre, sentivo un' esclamazione sorgere dal mio cuore: « viva Vittorio Emanuele II » , che ebbe un maggior senso di dignità nazionale di quel che voi non abbiate oggi. sono lieto di questa sua interruzione, perché essa dimostra che anche in quei lontani albori del nostro regime costituzionale vi fu chi tenne fede alla Costituzione, che lo autorizzava a sciogliere la Camera, ma non a sopprimere i diritti e le prerogative del potere legislativo , come ora invece vuol fare, col suo appoggio, l' onorevole De Gasperi . quanto al Governo, e per quanto si riferisce al tema che sto toccando, desidero ricordare che per opera del popolo italiano e della sua parte migliore, che ha combattuto contro il fascismo sotto la direzione nostra e di molti altri accanto a noi, nel periodo dal 1944 al 1946 era stata creata oramai una situazione in cui la sovranità nazionale italiana nella sostanza era salva e si aprivano tutte le strade per mantenerla integra, escludendo qualsiasi possibilità di intervento straniero per regolare le nostre questioni interne e alterare il corso della nostra vita nazionale. se questa situazione, se questa conquista è stata perduta, ciò è avvenuto per colpa della politica governativa. non può quindi il Governo portare gli errori madornali che esso ha commessi nel campo della politica internazionale , calpestando e distruggendo le conquiste del movimento di liberazione nazionale, come giustificazione degli errori ancora più gravi che si propone di compiere ora, calpestando tutto il nostro regime costituzionale . ma veniamo ai motivi interni, che sono quelli non sussurrati, non accennati, ma confessati apertamente. voi dovete sbarrare il cammino al comunismo: per questo fate questa legge truffa . vorrei però che una volta tanto accettaste di considerare concretamente che cosa è il comunismo, oggi, nel nostro paese. il comunismo non è solo un partito, un grande partito come il nostro. no, quello che voi chiamate il comunismo è un grande movimento di popolo, ispirato dalle idee del socialismo e che porta le classi lavoratrici e in particolare la parte più avanzata di esse a rivendicare la loro partecipazione alla direzione della vita politica nazionale. alla testa di questo movimento ci siamo non solo noi, ma c' è un grande partito nostro alleato che è il partito socialista italiano, e c' è un movimento considerevole di democratici, di intellettuali e di ceto medio di convinzione non comunista e non socialista, ma che riconosce che questa e la strada per cui bisogna porsi se si vuole il bene della nostra patria. il problema che si pone in un paese come il nostro, dove le questioni sociali si presentano con tanta asprezza, in relazione con le strutture che bisogna cambiare, per il peso insopportabile che esse fanno gravare sulle spalle dei lavoratori e di tutti i cittadini, è quindi del modo come si può arrivare al risultato di far partecipare gli operai e i lavoratori che sono guidati dall' ideale socialista alla direzione della vita politica nazionale. ci troviamo qui di fronte a una questione per la soluzione della quale la direzione del partito comunista italiano ha dato forse il più grande contributo che sia stato dato in questo periodo storico in tutta l' Europa. il nostro sforzo è stato di elaborare attentamente una strategia e una tattica che consentissero questo avvento delle masse socialiste alla direzione della vita nazionale nel modo meno doloroso per la società, senza compromettere né la tranquillità del paese né la sovranità e indipendenza. naturalmente, questo avvento non può non significare l' inizio di profonde trasformazioni nella struttura economica della nostra società, una limitazione e l' avviamento alla soppressione totale del potere monopolistico dei gruppi privilegiati. la strada però che noi abbiamo preveduto e indicato era tale che consentiva e consente di affrontare il problema nella tranquillità del paese e mantenendo intatta la sua sovranità. questa strada parte dalla valorizzazione dei grandi partiti che educano le masse alla conoscenza dei problemi nazionali, a studiarne la soluzione, a rivendicarla e attirarla concretamente; e culmina in quella Costituzione repubblicana alla quale noi abbiamo dato il nostro decisivo contributo ed è redatta proprio in questo spirito, in quanto prevede, nel clima del regime democratico, il raggiungimento di quelle mete alle quali tende il movimento socialista. questa è la strada che noi abbiamo proposto: e ci sentiamo orgogliosi per avere, in questo momento della storia del nostro paese, adempiuto bene a questo nostro compito. qual è, invece, la strada che voi avete seguito, se non quella di sbarrare il cammino che noi vogliamo aprire, di rendere impossibile l' avvento delle masse lavoratrici alla direzione della vita nazionale, mantenendovi invece i gruppi privilegiati capitalistici? l' atto che voi qui avete proposto rientra esattamente in questo quadro. voi siete disposti a tutto pur d' impedire l' avanzata e l' avvento delle masse dei lavoratori alla direzione della vita nazionale. vi sono delle forme legali stabilite? non mancheranno mai, nelle vostre file, gli Azzeccagarbugli disposti a dimostrare, con un piccolo giro di bussolotti attorno a questo o quel testo regolamentare, la legalità e la costituzionalità del vostro operato. vi è la lettera e lo spirito della Costituzione? i vostri trecento voti serviranno per seppellire lo spirito e la lettera della Costituzione sotto una pietra tombale . e che contano, infine, l' onestà politica e il rispetto degli impegni presi, quando si deve lottare contro il comunismo, quando si deve salvare la società dall' idra bolscevica? a questo punto, non posso sfuggire al richiamo dei principi marxisti, dal momento che anche l' onorevole Preti mi ha invitato ad esso. sì, i principi marxisti ci insegnano, pur mentre stabiliamo gli obiettivi della nostra azione, a comprendere quelli che spingono l' avversario alla lotta contro di noi. orbene, quello che voi state facendo fornisce a tutti la prova provata che la legalità, la costituzionalità, la lettera e lo spirito della legge, e l' onesta politica stessa non valgono più niente per i gruppi dirigenti privilegiati, capitalistici, quando si tratta di impedire in qualsiasi modo che si accresca l' autorità e il prestigio e che giungano al potere le masse lavoratrici di ispirazione socialista. ecco, onorevole Preti, Lenin: l' uomo che più ha pensato a questi problemi e ha detto in proposito le parole più profonde, decisive. « la democrazia borghese — egli dice — fu un poderoso progresso storico, ma sotto il capitalismo essa è strettamente limitata, monca, falsa, ipocrita, un paradiso per i ricchi, una trappola, una frode per gli sfruttati, per i poveri... prendete le leggi fondamentali degli Stati moderni, prendete la libertà di riunione o di stampa, l' eguaglianza dei cittadini dianzi alla legge e troverete ad ogni passo l' ipocrisia, ben nota ad ogni operaio onesto e cosciente. non vi è un solo Stato, in cui nella Costituzione non possano essere trovate scappatoie e clausole che assicurino alla classe dirigente la possibilità di fare tutto quello che essa vuole... il partito dominante della democrazia borghese garantisce la tutela delle minoranze, sì, ma la garantisce ad un altro partito borghese » ... quando entra in giuoco l' avanzata delle masse lavoratrici , allora tutto questo salta, tutto questo va a finire nelle eccezioni procedurali, onorevole Codacci-Pisanelli. e perché tutto questo salta? perché tutto questo viene buttato via? perché « nella democrazia borghese i capitalisti con mille raggiri, tanto più vili ed efficaci quanto più è sviluppata la democrazia pura, respingono le masse dalla partecipazione al Governo dello Stato » . ecco la vera questione, ecco ciò che voi state facendo. ma io non parlo con lei, onorevole La Malfa : faccia il favore di tacere. si iscriva a parlare. dal principio del dibattito di questa legge ella non ha detto una parola: si prenda il premio di maggioranza e stia zitto sino alla fine. non contesti a me il diritto di parlare! questa è la funzione storica che in questo momento compie l' onorevole De Gasperi e compiono insieme con lui i partiti che l' appoggiano; quella funzione storica che alla metà del secolo scorso, quando lo stesso Marx si occupò di queste questioni, veniva compiuta dai regimi dispotici che cercavano di arrestare il progresso dei movimenti popolari e degli ordinamenti democratici. fu lo stesso Marx, allora, che dopo aver descritto ciò che la borghesia reazionaria stava facendo, accrescendo gli strumenti del suo potere, creando un enorme apparato del potere esecutivo e, noi potremmo aggiungere oggi, accumulando i raggiri e le frodi concludeva alla fine: « voi scavate il terreno sotto alle istituzioni democratiche e repubblicane, e un giorno l' Europa balzerà dal suo seggio ed esclamerà: ben scavato, vecchia talpa ! » . voi state dando al popolo, alla sua parte più avanzata e anche a quelle parti meno avanzate che sino ad ora non erano in grado di accogliere e comprendere questa verità, voi state dando l' insegnamento che deve essere dato al popolo circa i limiti reali della democrazia politica in un regime di capitalismo, in un paese com' è oggi l' Italia, in cui dominano i gruppi monopolistici e privilegiati della borghesia capitalista. ma forse sono andato troppo lontano. ritorno al tema dell' esito a cui deve essere portata questa discussione e della posizione che noi prendiamo in questo momento. il punto di approdo noi riteniamo debba essere fissato dalla Presidenza della Camera, e gradiremmo fosse fissato sul fondo della questione, all' infuori delle esercitazioni che già sono state fatte sulle sottigliezze procedurali. vogliamo sapere se la nostra Presidenza ammette o non ammette che siano infranti i limiti e le prerogative del potere legislativo , che l' Esecutivo si arroghi la funzione legislativa, che si passi di fatto a un regime di pieni poteri nel campo dell' esercizio stesso della funzione legislativa. la nostra Presidenza permetterà questa che non è soltanto un' offesa, ma una violazione concreta delle prerogative del Parlamento, una violazione tale che inizia una trasformazione di tutto il regime costituzionale , e tanto più grave in quanto che la legge stessa che viene proposta, e che il Governo intende imporre alla Camera con questa procedura, predispone future maggioranze per andare avanti nella distruzione della Costituzione democratica e repubblicana? qualora la nostra Presidenza non dovesse respingere in modo radicale l' attacco che viene fatto alle nostre prerogative, dovremmo concludere che non abbiamo una Presidenza; perché una Presidenza non può essere soltanto un funzionario, un seggio diverso dal mio, uno strumento per richiamare all' ordine. la Presidenza deve essere una coscienza dei diritti e delle prerogative dell' Assemblea e la ferma volontà di difenderli, e di difenderli prima di tutto nei confronti del potere esecutivo , le cui prerogative e limiti di prerogative sono chiaramente indicati dalla Costituzione repubblicana. ma la questione che è posta è anche più generale. nel momento in cui vediamo che il Governo si propone di calpestare e distruggere le prerogative dell' assemblea legislativa, sorge in noi una domanda che ha un peso tale che io ad un certo momento rimasi perfino incerto se dovessi porla. ma bisogna porla, e la domanda è questa. chi, in questo regime repubblicano, ci garantisce non soltanto contro le violazioni di legge, ma contro le violazioni della costituzionalità stessa fatte dal Governo, contro le offese alle prerogative dei corpi legislativi, del potere legislativo ? chi ci garantisce contro questo? la questione è molto seria. ci può garantire la magistratura? non credo. la magistratura non può avere una funzione efficace in questo campo, sia per una serie di questioni che voi conoscete, sia perché la magistratura stessa si trova nella nostra situazione. la magistratura ha avuto riconosciuti dalla Costituzione determinati diritti e determinate prerogative, le quali dovevano essere rese concrete attraverso leggi, ma fino ad oggi il Governo queste leggi non le ha fatte, non le ha proposte, non si sogna di proporle o di farle. la magistratura, quindi, è nella nostra stessa situazione. si ricorrerà alla Presidenza della Repubblica? è evidente che la Presidenza della Repubblica è impegnata con la sua responsabilità in un dibattito come questo, però tutti noi conosciamo quali sono i limiti della sua responsabilità a seconda degli articoli della Costituzione stessa. per noi, quindi, come potere legislativo e in questo momento, di fronte all' offesa che è fatta a noi, alla minaccia che è fatta alle nostre prerogative, la risorsa prima è l' appello al presidente della Camera , il quale non deve nemmeno ammettere che vengano troncati i dibattiti che avevamo in corso , perché non può ammettere che si muti quella che è la procedura costituzionale di esame, deliberazione e redazione delle leggi, in conseguenza delle manifestazioni che ha fatto il Governo. il Governo ponga nel corso di questo dibattito tutte le questioni di fiducia che vuole e la Camera conceda o neghi la fiducia tutte le volte che vuole, ma le nostre prerogative, le prerogative che ci garantisce la Costituzione di fare le leggi, di discuterle, di redigerle parola per parola, questo non può essere annullato da nessun atto del Governo. chiediamo che la Presidenza della Camera faccia rispettare questa nostra prerogativa, che essa ci sia restituita nella sua integrità. naturalmente, comprendiamo che la questione è grave e comprendiamo che tocca anche a noi proporre qualcosa. ci sono state dette in merito parecchie cose. non occorre precisare da chi. ci è stato detto che interessa noi stessi che non venga creato un così mostruoso precedente di violazione delle prerogative del Parlamento e che noi avremmo una via comodissima di impedire che questo precedente venga creato, ritirando tutti i nostri emendamenti. questo vorrebbe dire che, dopo aver riconosciuto che esiste un Governo il quale ha e manifesta il proposito di violare la Costituzione, noi diremmo all' Italia che non esiste nella Camera nessuno che sia capace di opporsi a questo proposito liberticida. se è questo che volete da noi, questo non lo avrete mai. ciò non vuol dire che noi non comprendiamo la necessità di trovare, se possibile, un terreno che consenta di muoversi in una situazione meno esasperata. lascio da parte le possibili modifiche al fondo della legge cui accennava l' onorevole Preti. in questo momento ciò non ci interessa. però dichiaro che siamo disposti immediatamente a ritirare tutti i nostri emendamenti alla legge a una sola condizione: che la legge stessa venga sottoposta a referendum popolare. voglio spiegare bene il contenuto della proposta, perché dai commenti che sono stati fatti sui giornali mi è parso che non tutti abbiano valutato appieno la portata di ciò che già da me era stato accennato in una precedente seduta. io ritengo che è possibilissimo fare nello stesso giorno le elezioni e il referendum popolare. vi è stato un deputato il quale avrebbe obiettato che in questo modo si corre il rischio che le elezioni possano non essere più valide. questo collega non ha capito ciò che io proponevo. noi ci troviamo infatti di fronte a una legge che prevede non uno, ma due modi di conteggiare i voti: un modo di conteggiare i voti se un determinato gruppo collegato raccoglie il 50 per cento più uno e un altro modo di conteggiare i voti se questa percentuale non viene raggiunta. ebbene, poiché la legge stessa già prevede due modi di conteggiare i voti, qualora, nel referendum contemporaneo alla legge, la legge venga respinta dalla maggioranza del popolo, il conteggio avverrà nel secondo modo previsto, cioè con la vecchia legge. se invece il referendum sarà favorevole, si seguirà il sistema del premio di maggioranza . l' altra obiezione, che questa proposta di referendum sia già implicita nelle legge per il fatto che la legge stessa dice che, qualora un gruppo non raggiunga il 50 per cento più uno si applicherà un diverso modo di conteggio, cioè l' obiezione che già questo sarebbe un referendum, neanche essa regge. perché vi possono essere il cittadino e il gruppo di cittadini disposti a dare il proprio voto a uno dei partiti apparentati, ma che in pari tempo respingono il conteggio maggioritario. se nella Democrazia Cristiana vi è un signor X, il quale è contrario al sistema maggioritario proposto dalla legge, egli se viene accolta la nostra proposta potrà benissimo dare il voto alla Democrazia Cristiana e in pari tempo, nel referendum, votare contro la legge. la Democrazia Cristiana non perderà questo voto. l' onorevole Calamandrei, socialdemocratico ma contrario alla legge, se vi sarà referendum, voterà contro la legge nella scheda del referendum e poi darà il proprio voto al partito socialdemocratico , a cui invece non potrà darlo se la legge rimane in vigore senza referendum. anche questa obiezione, dunque, cade. ma è legittima la proposta secondo lo spirito dei dibattiti politici e parlamentari? credo che la giustificazione di essa sia elementare, tale che chiunque la può comprendere. qui ci troviamo di fronte a un progetto di legge elettorale , presentato all' ultimo momento, che ha suscitato l' opposizione e lo sdegno di tutta questa parte della Camera, la quale rappresenta presso a poco un terzo del corpo elettorale . voi sostenete che la legge è costituzionale, e politicamente legittima, è onesta. noi sosteniamo che la legge è incostituzionale, illegittima, disonesta. ebbene, poiché si tratta di una legge elettorale , e poiché sono collegate a questa legge tutte quelle questioni che voi conoscete, decida il popolo. se in un referendum popolare la legge avrà la maggioranza dei voti, noi non avremo nessuna obiezione a che i seggi vengano ripartiti a seconda delle norme fissate nella legge, stessa. non avremo, in quel caso, nessuna obiezione da fare: il nostro spirito democratico ci impedirebbe di fare, in quel caso, delle obiezioni. ecco la proposta che noi facciamo, che ci sembra ragionevole, che ha un contenuto serio, concreto, che tiene conto delle vostre esigenze e delle nostre esigenze, che può essere accolta e dagli uni e dagli altri, senza che né gli uni né gli altri possano dire di aver riportato una vittoria schiacciando l' avversario. accoglierete questa proposta? ne dubito. sono costretto a dubitarne, quantunque ne veda la ragionevolezza, da tutta la posizione che voi avete assunto nel corso di questo dibattito e che ha escluso qualsiasi cosa ragionevole. la questione è quindi aperta davanti al paese, e aperti davanti al paese sono tutti gli altri problemi che abbiamo posto, e prima di tutto il più grave, quello della violazione dei diritti del potere legislativo , delle sue prerogative, da parte del potere esecutivo . l' onorevole Corbino si è doluto che vi siano proteste nel paese. ignoro, ancora quale sia l' ampiezza di quelle proteste, mi sembra però che sia notevole e non credo si possa addurre per spiegare un fatto simile l' opera dei soliti sobillatori. ma voglio dire all' onorevole Corbino che, se egli è liberale e democratico, dovrebbe essere lieto che vi siano queste proteste, queste manifestazioni di popolo, che vi siano nelle tribune uomini semplici i quali vengano qui per essere informati delle cose e in questo modo prendere parte a questa grande battaglia. questo vuol dire che la libertà e la democrazia nel nostro paese incominciano a essere una cosa seria. guai al nostro paese se le prerogative del Parlamento potessero venire calpestate senza che sorgesse aspra, generale, la protesta da parte dei cittadini e in prima linea da parte dei lavoratori, degli operai che sono l' avanguardia della democrazia. quanto a ciò che verrà in seguito, vedremo. sono stati fatti appelli al giudizio della storia, cosa che sa sempre un poco di retorica. la storia è il movimento delle forze reali che agitano il mondo ed è il progresso della coscienza degli uomini. ieri è stato detto qui — ed era già stato detto l' altro ieri dall' onorevole Giannini che non vi è niente da fare, perché ciò che trionfa è sempre la forza. non è vero. la forza può trionfare in determinati momenti e per certi periodi di tempo, ma noi siamo arrivati a un punto tale dello sviluppo dell' umanità in cui la maturazione e il progresso della coscienza degli uomini e prima di tutto dei lavoratori e degli operai, sulla base dello sviluppo delle forze produttive che li pongono all' avanguardia di tutta l' attività creatrice del genere umano, non può più essere arrestata, mandata indietro; o forse potrebbe esserlo solo se l' umanità stessa potesse venire distrutta, ma questa non è una ipotesi che possa venire ammessa. voi accumulerete i soprusi, gli errori, le sofferenze per il popolo; ma, siatene sicuri, la marcia in avanti dei lavoratori italiani, degli operai, del nostro popolo verso la conquista delle sue libertà, nella difesa della democrazia, verso l' avvento al potere e l' esercizio di esso nell' interesse della grande maggioranza dei cittadini voi non potrete mai impedirla.