Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 1071 - seduta del 14-01-1953
Disegno di legge elettorale
1953 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 1071
  • Attività legislativa

sulla proposta Corbino di rinvio ci dichiariamo favorevoli. i problemi che il presidente del Consiglio , il Governo hanno posto dinanzi all' attenzione del Parlamento sono di una tale gravità che significherebbe sminuire la dichiarazione stessa del Governo nella sua importanza il non consentire ai vasi settori della Camera quelle preliminari consultazioni che di necessità devono precedere ed accompagnare le meditate e responsabili prese di posizione che da ogni settore della Camera dovranno venire. siccome i precedenti oratori, oltre a pronunciarsi sulla proposta Corbino, hanno voluto fare ed anticipare brevi dichiarazioni politiche, che anche alla nostra parte sembrano indispensabili e più che indispensabili doverose in questo momento, così, e con brevità ancora maggiore, ci regoleremo noi. dal punto di vista politico, signori del Governo, il dialogo fra la maggioranza! e le opposizioni nei prossimi mesi, e soprattutto durante la campagna elettorale , sarà senza alcun dubbio il dialogo delle reciproche responsabilità, responsabilità indubbiamente pesanti, se è esatto ciò che il Governo stasera ci ha dichiarato — come è indubbiamente esatto — che vi è in questo momento non solo nel Parlamento, ma anche nel paese una situazione di estrema tensione, situazione che esistendo ora, secondo la constatazione del Governo, e non esistendo prima d' ora e prima che questa legge fosse presentata, viene dal Governo stesso indubbiamente messa in relazione con la legge stessa, con le polemiche politiche che la legge ha determinato, con le discussioni parlamentari, con i modi di tali discussioni, con gli incidenti che durante tali discussioni si sono avuti. ed allora il dialogo sulle responsabilità ci porta e ci porterà a rispondere ad alcune domande: perché siamo arrivati a questa situazione? quali sono le responsabilità? ci sembra non esservi dubbio, dal nostro punto di vista , che esse possano essere riassunte nel seguente modo. primo. è stato il Governo a prendere l' iniziativa di questa legge. il Governo, nel presentarla, l' ha dichiarata necessaria. ci sembra evidente che necessaria essa non era. ci sembra evidente che questa stessa maggioranza, se avesse nutrito fiducia in se stessa , avrebbe potuto rivolgersi al corpo elettorale con la legge del 1948, che in una tutela se pure non precisa e perfetta del sistema proporzionale ha portato in questo Parlamento questa maggioranza con forze che, almeno per quanto riguarda la Democrazia Cristiana , sono probabilmente maggiori delle forze che con la nuova legge la Democrazia Cristiana stessa si lusinga di portare in quest' Aula. legge, dunque, non necessaria, non indispensabile, neppure ai fini politici, neppure ai fini di predominio della maggioranza stessa; legge, della presentazione della quale il Governo porta sulle sue spalle l' intera responsabilità. secondo. è stato il Governo, nella relazione scritta dell' onorevole Scelba al disegno di legge , nelle dichiarazioni di membri responsabili del Governo che hanno preceduto e accompagnato l' inizio della discussione parlamentare, a presentare questa legge elettorale non già, come ogni legge elettorale , quale strumento di giudizio popolare, ma quale arma di lotta. è stato un ministro responsabile, che vedo seduto con gli altri in questo momento al banco del Governo , l' onorevole La Malfa , che, parlando di arma di lotta, ha voluto precisare che quest' arma di lotta doveva, secondo lui e secondo il Governo, essere impiegata soprattutto nei confronti del settore che in questo momento ho l' onore di rappresentare. terzo. è stato il Governo, dopo aver meditato la presentazione in Parlamento di questa riforma elettorale , a temporeggiare per alcuni mesi in trattative interpartitiche, le quali si erano iniziate con l' ambizioso proposito di presentare al paese, contemporaneamente alla legge di riforma elettorale , un piano politico, un programma comune di Governo: presentazione che avrebbe potuto dar luogo a polemiche, ma indubbiamente anche a discussioni e meditazioni assai più distese, più serie, meno accese di quelle a cui ha dato o luogo la presentazione di una legge preceduta da trattative che hanno portato unicamente a un accordo su cinque seggi in più o in meno fra i partiti, i quali hanno voluto cosi esibirsi dinanzi all' opinione pubblica come avidi di seggi, e non come responsabili di un maturo programma con il quale governare gli italiani. quarto. è stato il Governo a presentare questa legge di riforma elettorale con ritardo non già nei confronti dei punti di vista delle opposizioni, ma nei confronti dei punti di vista e degli interessi e delle necessità del Governo medesimo. si è molto parlato — ed è giusto che se ne sia parlato — dell' ostruzionismo che in questa Aula si è fatto e si va facendo contro la riforma elettorale . ci si è dimenticati che la prima pietra all' edificio dell' ostruzionismo l' ha gettata precisamente il Governo, presentando la legge in termini tali da rendere possibile una manovra parlamentare, che altrimenti sarebbe stata stroncata all' inizio e con grande facilità. quinto. sono stati i rappresentanti della maggioranza in quest' Aula, senza eccezioni, i rappresentanti del partito della Democrazia Cristiana , i rappresentanti del partito liberale , i rappresentanti del partito socialdemocratico , nella sua frazione ortodossa, i rappresentanti del partito repubblicano a riprendere la — secondo noi — imprudente frase di qualche ministro responsabile, secondo cui questa legge dovrebbe essere un' arma di lotta contro alcuni settori di questo Parlamento e in particolare contro il nostro settore. queste responsabilità ci sembrano precise e precisate: queste responsabilità ci sembrano sufficientemente chiare dinanzi al Parlamento e dinanzi all' opinione pubblica : ora, il Governo chiede la fiducia. questa ci sembra essere la paradossale conclusione di tutta una paradossale procedura; paradossale, perché il Governo viene a chiedere la fiducia; viene, per la prima volta credo nella storia del Parlamento italiano, a impostare la questione di fiducia su una intera legge. e sceglie una pessima occasione ed una pessima circostanza, perché sceglie una legge che — nell' animo vostro, nell' animo del Governo, nella meditazione e nella responsabilità della maggioranza — è nata da una constatazione di duplice sfiducia: sfiducia della maggioranza in sé medesima sfiducia della maggioranza, dopo i risultati del 25 maggio, nel corpo elettorale italiano o almeno in una parte notevole dello stesso corpo elettorale . se voi aveste avuto e aveste fiducia in voi come la avevate cinque anni fa, se aveste fiducia e aveste avuto fiducia nel corpo elettorale come cinque anni fa, non avreste presentato questa legge e, presentata questa legge, non sareste ricorsi agli estremi mezzi con i quali a tutti i costi la volete far approvare, poiché non osate arrivare dinanzi al corpo elettorale con una legge che vi ha portato qui in maggioranza. non osate tentare di ripetere dinanzi al popolo italiano quello che fu definito il plebiscito in vostro favore del 18 aprile. l' ammissibilità o meno della richiesta che il Governo questa sera ha fatto sarà oggetto della discussione che noi speriamo ampia e comunque meditata e responsabile, che avrà luogo dopo l' accoglimento o meno della proposta Corbino. il discorso sulle responsabilità lo riprenderemo in campagna elettorale . signori del Governo, noi riprenderemo anche il discorso sulla fiducia ma quella volta non sarete voi a votare la fiducia a voi stessi, sarà il popolo italiano a decidere sulla fiducia!