Pietro NENNI - Deputato Appoggio
I Legislatura - Assemblea n. 1071 - seduta del 14-01-1953
Ratifica ed esecuzione degli Atti internazionali firmati a Parigi il 23 ottobre 1954
1953 - Governo Scelba - Legislatura n. 2 - Seduta n. 232
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , fra le ipotesi che si potevano fare circa le deliberazioni del Consiglio dei ministri , c' era naturalmente anche quella che ci è stata or ora enunciata dal presidente del Consiglio . ma essa è anche quella che dimostra la minore sensibilità politica del Governo di fronte alla situazione del paese. è evidente che il diritto del presidente del Consiglio di porre la questione di fiducia rientra nel novero delle prerogative del Governo. epperò, dopo la sua dichiarazione, fatta in base all' articolo 64 della Costituzione il quale dà al Governo e ai suoi membri la facoltà di essere sentiti nel corso di una discussione ogni qualvolta essi lo richiedano, tal caso riapre la discussione generale , secondo il disposto dall' articolo 83 del regolamento della Camera. io intendo accennare innanzitutto alla posizione di diritto che si verrebbe a creare se la proposta del Governo fosse accettata. a nostro parere ciò comporterebbe, in ogni caso la illustrazione degli emendamenti già presentati, e senza la discussione dei quali non sarebbe possibile passare al voto in virtù del principio fondamentale del sistema democratico parlamentare, secondo cui non si vota bianco o nero ma sui singoli emendamenti e dopo di avere esaurita la discussione generale , svolti gli ordini del giorno , o illustrati gli emendamenti. ma di ciò avremo occasione di discutere ampiamente. l' osservazione che teniamo a fare fin da questo momento è che il Governo non ha, a giudizio nostro, colto né il significato né la portata del dibattito parlamentare sulla riforma elettorale . dopo gli incidenti di ieri sera, a proposito dei quali ripeto ancora una volta che essi non possono essere separati dalle cause che li hanno provocati, un intervento del Governo poteva essere utile ove il Governo avesse avvertito che era venuto il momento di intervenire in sede politica. esso poteva farlo incamminandosi sul « ponte Corbino » che per noi dell' opposizione ha un' importanza relativa in quanto condanniamo la legge in sé e per la politica che presuppone, ma che rappresenta pur sempre un elemento importante di discussione. esso poteva sdrammatizzare il dibattito e ricondurlo sul piano nel quale lo avremmo contenuto ove ci fossero state concesse le garanzie costituzionali che a suo tempo chiedemmo. poteva cioè e doveva ricordarsi, a questo preciso punto del dibattito, della nostra richiesta di far precedere al voto della legge elettorale , il voto delle leggi sulla Corte costituzionale e sul referendum. è evidente che, se il Governo fosse venuto incontro a codesta esigenza di una larghissima parte del paese, impegnando se stesso e la sua maggioranza a votare in pochi giorni le leggi relative, allora la situazione si sarebbe sdrammatizzata dinnanzi alla prova di responsabilità politica del Governo. la proposta che ci viene presentata la discuteremo, signor presidente , se, come spero, ella accetterà la richiesta di rinvio della discussione. quello che vogliamo dire fin da questo momento è che essa inasprisce ancor più il contrasto, mentre il Governo aveva il dovere di prendere una iniziativa la quale rendesse possibile la distensione nel Parlamento e nel paese.