Pietro NENNI - Deputato Appoggio
I Legislatura - Assemblea n. 1071 - seduta del 14-01-1953
Bilancio ministero affari esteri
1953 - Governo Scelba - Legislatura n. 2 - Seduta n. 209
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi , allorché l' onorevole Giorgio Tupini trasse dall' Avanti! della primavera 1945 e pubblicò su Il Popolo un trafiletto in cui venivano sottolineati i rischi del ritorno alla proporzionale pura e semplice, egli si limitò ad aggiungere la mia firma dove non c' era. aveva pertanto la scusa che io ero allora direttore dell' Avanti! l' onorevole Saragat fa peggio, giacché si vale di un corsivo di quando io non ero più all' Avanti! avendo nel contempo assunto responsabilità di Governo. però, onorevoli colleghi , questo non sarebbe il modo di liquidare un incidente di tale natura, in quanto trasferirebbe sul piano formale il dibattito su una questione sostanziale. quale è la verità? la verità è che allora nel partito socialista italiano della cui direzione faceva parte anche l' onorevole Saragat, si discuteva se i nostri rappresentanti alla Consulta e al Governo dovevano proporre per le elezioni della Costituente il ritorno alla proporzionale, oppure un sistema di proporzionale corretta. quale fu la decisione presa dal partito socialista italiano e presa all' unanimità, con il voto mio e con quello dell' onorevole Saragat? il partito dette mandato al suo gruppo nella Consulta e ai suoi ministri — e segnatamente a me, che ero allora vicepresidente del Consiglio e ministro della Costituente — di pronunciarsi per la proporzionale pura. onorevoli colleghi , questa è la verità pura e semplice sulla discussione che si è svolta nel 1945 in seno al partito socialista ; e voi non potete, nei nostri confronti, che attenervi alle deliberazioni che dopo matura discussione abbiamo preso, confermandole col nostro voto. penso non vi sia nessuno, di quanti hanno partecipato alla vita politica nel 1944-45, il quale non sappia come, allora, la questione del sistema elettorale sollevasse perplessità in tutti i settori per la convinzione ch' era in molti, e che fu sempre validamente contrastata da don Luigi Sturzo, che la proporzionale avesse nel 1919 e 1921 favorito il disgregamento delle istituzioni costituzionali e l' avvento del fascismo. il giudizio del partito socialista italiano fu che l' esperienza del 1922 non prova. va niente contro la proporzionale, ond' esso riconfermò la sua adesione a quel sistema. il giudizio che diamo oggi è, a maggior ragione, che non esiste la necessità di una riforma della legge elettorale , giacché non esistono i paventati rischi della instabilità governativa. per il resto, abbandono volentieri l' onorevole Saragat alla sua cupidigia di servilismo!