Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 1070 - seduta del 13-01-1953
Modifiche al testo unico delle leggi per l’elezione della Camera dei deputati. approvato con decreto presidenziale 5 febbraio 1948. n . 26.
1953 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 1070
  • Attività legislativa

signor presidente , onorevoli colleghi ; devo manifestare le mie riserve a proposito di un sistema il quale costringe me, come altro relatore, ad esprimere in una sola volta il parere su questioni estremamente diverse, che in questo caso vanno dalla comune formazione di un Governo fino al panachage, tanto per citarne due che sono le più lontane. esprimo queste riserve a titolo di scusante per l' incongruenza di una relazione che avrebbe potuto essere più breve e più concludente, qualora avesse potuto vertere su un solo problema. devo anche dichiarare, poiché me ne hanno cortesemente fatto richiesta alcuni colleghi, che parlo anche specificamente (e questo non inciderà affatto sulla durata del mio intervento) a nome di quei colleghi del nostro settore di opposizione, i quali, per una inopinata e, a nostro giudizio, intempestiva chiusura della discussione generale ; non hanno potuto esprimere il loro avviso, e, in particolare degli onorevoli Roberti e Cuttitta. questo gruppo di emendamenti è stato collegato in nome di un principio — me lo riconoscerà l' onorevole presidente — estremamente vago e generico. tutti questi emendamenti differiscono dal testo della legge in quanto attribuiscono al collegamento tra i partiti un fine diverso da quello che nel testo della legge è indicato. vi è, in primo luogo, in gruppo di emendamenti, non molto numeroso, costituito dagli emendamenti Baldassari, Beltrame, Dugoni, Ciufoli, Lombardi Riccardo, Failla, Gallico Spano , Amendola, i quali, a mio modesto avviso, hanno carattere puramente formale: innovano sul testo del comma cui si riferiscono, ma con modificazioni che non incidono politicamente, né giuridicamente, sulla sostanza del testo stesso. per un principio di carattere generale , essendo la nostra parte contraria nel suo complesso a questa legge, è contraria anche, nel loro complesso, a questi emendamenti, rimettendosi alla Presidenza per la eventuale utilizzazione degli emendamenti stessi in sede di definitivo coordinamento del testo di legge. vi sono, invece, alcuni gruppi di emendamenti di carattere sostanziale, che intanto cercherò di classificare. vi è un primo gruppo costituito, in sostanza, da un solo emendamento e da alcuni sub-emendamenti: emendamento Viola e subemendamenti relativi, che assegna al collegamento la formazione di una comune politica di Governo. affine a questo gruppo, è un gruppo costituito dagli emendamenti Scappini, Pessi e Viviani, che assegna al collegamento il fine di un comune programma di Governo . vi sono, poi, altri due gruppi affini: il primo costituito dagli emendamenti Marcellino Colombi, Roasio, Addisio e Serbandini, che affida al collegamento il fine di un comune programma elettorale, o, per meglio dire, prestabilisce al collegamento un comune programma elettorale; un altro emendamento, simile ai precedenti, ma che necessariamente debbo distinguere nel dare il mio parere, è quello dell' onorevole Di Mauro , di cui già stasera si è parlato, che riguarda non solo un comune programma elettorale, ma anche le affinità ideologiche, filosofiche e religiose. vi sono, poi, altri tre gruppi di emendamenti, che mi sembra appartengono ad una categoria affatto diversa da quelle che finora ho elencato; e che avrei pensato dovessero essere illustrati e discussi a parte, perché proprio non hanno nulla a vedere con i precedenti, e sono gli emendamenti con i quali si vorrebbe che il collegamento tra le liste servisse a sommare i resti per concorrere, con lista unica , al collegio unico nazionale. sono gli emendamenti Barontini, Turchi e Gallico Spano . vi è un altro gruppo, con il quale si vorrebbe che il collegamento servisse a costituire una comune rappresentanza tra i partiti collegati presso le sezioni e gli uffici centrali circoscrizionali, e infine un altro gruppo di emendamenti relativi alla proposta di panachage tra candidati di liste collegate. in primo luogo, debbo esprimere il nostro avviso sull' emendamento Viola e sui subemendamenti all' emendamento Viola. di fronte all' emendamento Viola, noi non possiamo non esprimere una certa perplessità, che si tradurrà in una nostra dichiarazione di astensione dal voto. questa perplessità è motivata dalle seguenti considerazioni. non possiamo votare contro un emendamento di questo genere, perché politicamente e moralmente esso si inquadra nelle nostre tesi e nelle nostre posizioni. già precedentemente, durante la polemica che in questa Aula ebbe luogo a proposito delle leggi elettorali amministrative e adesso, in questa occasione, più accanitamente e più vastamente, abbiamo combattuto il sistema dei collegamenti per vari motivi. ma lo abbiamo combattuto principalmente per un motivo fondamentale, che nasce non da considerazioni di carattere tecnico e giuridico, ma da considerazioni di carattere politico e di attualità politica. abbiamo combattuto il sistema dei collegamenti e degli apparentamenti proprio perché esso si traduce — non userò parole grosse, né la parola « truffa » ormai rituale a proposito di questa legge — , perché esso si traduce, dicevo, indubbiamente in un inganno o in un possibile inganno, anche se involontario, nei confronti del corpo elettorale . il quale corpo elettorale viene messo di fronte ad un gruppo di liste collegate e apparentate, le quali gli chiedono il voto e in compenso come vien detto nella relazione ministeriale ed in quella di maggioranza — gli offrono una garanzia di stabilità e di funzionalità di Governo. potrebbero benissimo, però — uso il condizionale perché voglio ammettere le buone intenzioni — , a seguito di ciò che l' esperienza del 18 aprile ha dimostrato (perché il 18 aprile costituì, in sostanza, un patto di collegamento, anche se non ritualizzato in una legge), potrebbero, dicevo, deludere il corpo elettorale , se all' indomani della consultazione elettorale non fossero più d' accordo e l' accordo stipulato non fosse stato precedentemente sancito in termini tali e con impegni tali da rendere impossibile successivi scollegamenti. queste nostre obiezioni sono tanto più giustificate in quanto questa eventualità potrei dire anche queste male intenzioni, perché lo avete detto voi, o alcuni di voi nei confronti degli impegni che alcuni partiti andranno a prendere col corpo elettorale , è risultata durante questa discussione e durante le polemiche di stampa che l' hanno preceduta ed accompagnata. è risultato, almeno secondo il parere di alcuni uomini politici rappresentativi dei gruppi che dovrebbero apparentarsi, che l' apparentamento sarebbe fatto dagli uni e dagli altri per poter fare a meno di apparentarsi dopo le elezioni e per non essere — uso una parola volgare che però riproduce la situazione o per lo meno talune mentalità — ricattati dai parenti dopo le elezioni. non è un mistero che esponenti autorevoli, illustri del Partito di maggioranza , pensino che questa legge, attraverso il sistema del collegamento e del premio di maggioranza , possa servire alla Democrazia Cristiana per governare da sola dopo le elezioni. non è un mistero, perché lo abbiamo sentito dire in questa Aula, l' abbiamo letto su tutti i giornali. non è poi un mistero che esponenti autorevoli dei cosiddetti partiti minori contino sul sistema del collegamento e il relativo premio di maggioranza dopo le elezioni per condizionare, ricattare la Democrazia Cristiana onde far parte del Governo oppure non farne parte, comunque per diventare un elemento determinante, mentre ritengono di non esserlo stato nel passato e tanto meno nel momento attuale. pertanto, l' onorevole Viola vuole che attraverso il sistema dell' apparentamento vi sia la garanzia che dagli apparentamenti risulti la formazione di un Governo comune. è evidente che politicamente e anche moralmente non potremmo dargli torto, senza venir meno alle tesi che abbiamo fin qui sostenute a torto o a ragione in questa Aula. quindi, siamo d' accordo con lui, che il fine politico del collegamento debba essere la formazione di un comune governo, anzi aggiungerei che dovremmo essere tutti d' accordo su questo, anche la maggioranza. penso che la maggioranza stessa durante la campagna elettorale giustificherà anche con questo motivo il suo appello al corpo elettorale e dirà che chiede il 50 per cento più uno dei voti e il relativo premio di maggioranza in quanto questo risultato potrà garantire un futuro stabile governo. anzi, un risultato del genere garantisce, come è stato scritto, un futuro stabile governo per tutto un quinquennio e non esporrebbe ulteriormente il popolo italiano a crisi governative , come è accaduto ad altri paesi che sono stati e sono tutt' ora sottoposti a crisi di Governo . ma, dal punto di vista tecnico, dal punto di vista giuridico, direi dal punto di vista della tecnica legislativa, nascono, onorevole Viola, le nostre perplessità, e nascono proprio per i motivi che l' onorevole Luzzatto indicava questa sera a sostegno di emendamenti di questo genere. l' onorevole Luzzatto, mi sono segnato la frase, ha detto: bisogna rendere obbligatoria la costituzione del Governo, perché bisogna stabilire ciò che è obbligatorio e ciò che avverrebbe se non ci si attenesse agli impegni. esattamente. quando in una legge si stabilisce un impegno che viene a costituire dei rapporti giuridici non dei rapporti politici, nella stessa legge si deve poter stabilire la sanzione che si deve prendere contro l' inadempiente l' impegno. ora, quale sanzione si può prendere contro un gruppo di partiti collegati i quali si colleghino per formare eventualmente, come dice l' onorevole Viola, un futuro Governo e lo dichiarano, magari, in perfetta buona fede , ma che poi successivamente alle elezioni non vogliano o non riescano a formarlo? evidentemente, le elezioni potranno stabilire il numero dei deputati, ma non certamente le persone fisiche dei deputati stessi. voglio credere, a meno che non si approvi il famoso emendamento Turati, ripreso da qualche deputato socialdemocratico di sinistra, voglio credere, ripeto, che le persone fisiche dei deputati non debbano essere indicate dal Governo. quindi, si potrà conoscere in futuro la formazione di questa Camera e quindi di un futuro Governo. ora, fino a che s' invocasse dall' onorevole Viola e da noi un impegno politico, che si concretizzasse in questa sede con la votazione di un ordine del giorno e che potesse rappresentare il pensiero e l' intendimento politico della maggioranza in questo momento, si sarebbe, credo, perfettamente nel lecito e nel giusto. ma, quando si volesse inserire in questa legge una norma vincolante, un rapporto giuridico, un impegno, quindi, il quale obblighi, vincoli i futuri parlamentari delle liste collegate di maggioranza a comportarsi in un modo piuttosto che in un altro, mi troverei in vera difficoltà nel dover aderire ad un sistema di questo genere, perché non vedrei la sistemazione giuridica di una proposta di tal fatta in una legge come questa. ecco perché di fronte all' emendamento Viola il nostro sarà un atteggiamento di astensione, di piena adesione ai motivi politici e morali che hanno inspirato questo emendamento, ma di cauta sospensione di giudizio di fronte alla impossibilità di inserire una norma di tal genere in un testo di legge. questa stessa posizione noi non possiamo non assumere, ed a maggior ragione — perché, fra tutti gli emendamenti di questa specie, l' emendamento Viola ci sembra giuridicamente il più compatibile o il meno incompatibile con la possibilità di essere inserito in un testo legislativo — nei riguardi del gruppo di emendamenti Scappini, Pessi e Viviani, i quali chiedono che nella legge venga inserito l' impegno, non già di una comune formazione di Governo, ma di un comune programma di Governo . anche qui abbiamo deplorato, dal nostro punto di vista politico — e continuiamo e continueremo a deplorare — che le famose trattative a quattro non abbiano condotto, almeno finora, ad un impegno politico, alla formulazione di un comune programma politico, di un comune manifesto politico, di un comune programma. di partito, se è vero, come è vero, che quei quattro partiti mirano a costituire il futuro Governo. lo abbiamo deplorato noi, dal punto di vista politico, in quest' Aula; è stato, questo, ed è uno dei motivi più seri e più validi della nostra opposizione alla volontà dei gruppi che vogliono la maggioranza per formare un Governo stabile, e non dicono al Parlamento come intenderebbero governare il paese; cosa che avrebbero potuto benissimo fare, che non hanno fatto e che non può essere compresa in quelle generiche dichiarazioni di fede e di difesa della democrazia che hanno perduto molto del loro valore da quando ammettete, come ha fatto l' onorevole Russo, che la democrazia ormai ha tanti significati, qui e fuori di qui, che ognuno le attribuisce un significato diverso per cui non ci s' intende più. ripeto, deploriamo noi qui, politicamente, che questo impegno di programma comune di Governo sia mancato. domani sarà l' opinione pubblica o il corpo elettorale che deplorerà o no, qualora un comune programma di Governo non venisse dai vostri partiti presentato al corpo elettorale : sarà, cioè, domani un problema politico ed elettorale, come è oggi un problema politico e parlamentare; ma non mi sembra sia un problema giuridico, un problema tecnico o un problema legislativo. non vedo come gli emendamenti Scappini, Pessi e Viviani, i quali chiedono che venga stabilito nel testo della legge un comune programma di Governo , possano essere introdotti in un testo legislativo senza che il testo legislativo cessi di essere tale o diventi un ordine del giorno di pura raccomandazione. perché in questo campo non vedo come si possano prendere impegni, qualora si sia in buona fede , di cui, credo, sarebbe il caso di dubitare. è un campo nel quale si può esprimere una volontà, una tendenza, un orientamento, che in tanto hanno valore in quanto affidati a degli uomini politici i quali sono liberissimi di mutare orientamento, anche perché oggi facciamo la legge per una situazione che domani si profilerà; che, tanto dal punto di vista interno quanto dal punto di vista internazionale, non sappiamo assolutamente quale sarà la situazione di domani. quindi, riassumendo, anche nei confronti degli emendamenti Scappini, Pessi e Viviani il nostro atteggiamento sarà — come dicevo — di astensione dal voto, perché votare contro le proposte di colleghi i quali chiedono ciò che politicamente abbiamo chiesto anche noi e deplorano quello che moralmente e politicamente abbiamo deplorato anche noi sarebbe contrario al nostro intendimento ed al nostro punto di vista . però votare a favore, dell' inserimento in un testo legislativo di norme di tal genere ci sembra non sia concepibile in quanto esorbita dalla nostra funzione di legislatori. in sede di approvazione degli ordini dal giorno si poteva benissimo formulare un concetto di tal genere, e noi lo avremmo volentieri votato; ma ciò non è ammissibile in sede di articolazione delle norme di legge. la stessa posizione dobbiamo assumere nei confronti del gruppo di emendamenti Marcellino Colombi, Roasio e Serbandini, i quali propongono che nel testo legislativo sia inserito l' impegno per un comune programma elettorale. dovrei ripetere quanto ho già detto, ma non ho intenzione di farlo. il comune programma elettorale, a nostro giudizio, dovrebbe esservi in gruppi politici che si presentano al corpo elettorale collegati e chiedono un premio di maggioranza . questo comune programma elettorale vi sarà o non vi sarà? è affar vostro e di tutti i partiti che si presenteranno alle elezioni. debbo ritenere che presenterete un comune programma elettorale, perché se ciò non farete vi squalificherete di fronte al corpo elettorale , il quale non vedrebbe per quali ragioni dovrebbe votare per voi collegati piuttosto che per altri divisi. il collegamento può avere una funzione politica ed una certa presa sul corpo elettorale solo se è accompagnato da garanzie di condotta comune almeno durante la campagna elettorale . debbo dire che, se teniamo presenti le situazioni determinatesi in passato, da questo punto di vista dobbiamo essere pessimisti, perché vi siete già presentati alle elezioni collegati e scollegati al tempo stesso : non potete negarlo. avete già dato l' esempio di come ci si possa dimostrare uniti e divisi di fronte al corpo elettorale . ma, anche a proposito di questi emendamenti, non si tratta di norme di legge o di norme giuridiche. è nostro interesse politico che voi in questa occasione ripetiate gli errori che vi sono costati piuttosto cari durante le recenti elezioni amministrative . pertanto, come dicevo, ci asterremo anche nei confronti di questo gruppo di emendamenti. manifesteremo invece la nostra opposizione all' emendamento Di Mauro ; che è un emendamento a se stante: esso, oltre a richiedere un comune programma elettorale (cosa che politicamente ci sembra opportuna), chiede che siano sancite per legge affinità ideologiche, filosofiche e perfino religiose fra i partiti che dovrebbero collegarsi. onorevole Di Mauro , sarebbe veramente l' ideale da ogni punto di vista , soprattutto dal punto di vista filosofico, perché sarebbe veramente la filosofia del convivere politico, se si potesse arrivare non dico attraverso un testo di legge ma, nella realtà a costituire queste affinità elettorali. io, però, conosco nella storia letteraria soltanto le affinità elettive, che sono ben altra cosa; non conosco le affinità ideologiche, filosofiche e religiose in sede elettorale. non le conosco e non credo debbano mai mescolarsi cose così dissimili quali sono le battaglie elettorali e cose sacre che tutti dovremmo cercar di tenere al di sopra di questo ambiente di discussioni e di risse politiche — come la filosofia e la religione. anzi, se un' aspirazione debbo esprimere in questa sede è che i valori filosofici, per coloro che sono di tendenza laica, ed i valori religiosi, per coloro che sono di tendenza confessionale — e, se si tratta di uomini in buona fede , sono alti nelle loro coscienze tanto i valori filosofici quanto i valori religiosi, perché esprimono le due facce di una stessa verità — questi valori, dico, restino fuori non solo di queste contese parlamentari, ma anche e soprattutto delle future intese elettorali. e questo sarà nell' interesse di tutti, e soprattutto nell' interesse del nostro paese, che troppo spesso ha veduto — anche di recente, e credo per una particolare responsabilità o per lo meno per una particolare imprudenza della maggioranza — mescolare in intese elettorali il sacro con il profano. ci auguriamo che questo non si ripeta, ed anche per questo siamo risolutamente contrari anche al concetto informatore dell' emendamento Di Mauro , anche se non fosse, a nostro parere, manifestamente non introducibile in una legge perché non esprime alcun criterio accostabile ad una qualsiasi tecnica giuridica e legislativa. vi sono gruppi di emendamenti di carattere assai diverso da quelli che finora ho illustrato. prima di tutto un gruppo di emendamenti (Barontini, Turchi, Gallico Spano ) con i quali si chiede che il collegamento, anziché servire allo scopo a cui dovrebbe servire secondo i presentatori della legge, serva a sommare i resti per concorrere con unica lista al collegio unico nazionale. ho notato anche se non è stato espressamente detto né dal presentatore che lo ha illustrato né dal relatore dell' opposizione di sinistra — che giustamente l' emendamento Barontini è collegato con la richiesta di soppressione del punto 11 della legge, in quanto, se esso dovesse essere approvato, innoverebbe su tutto il sistema della legge stabilendo una diversa sistematica per l' attribuzione dei seggi. proprio per questo noi ci pronunciamo favorevolmente a questo gruppo di emendamenti: perché l' innovazione che essi vorrebbero apportare ci pare, prima di tutto, degna di essere presa in seria considerazione e tecnicamente degna, poi, di studio e di approfondimento. non mi sembra però impossibile che la si studi e la si approfondisca; non mi sembra soprattutto impossibile da quando abbiamo appreso, attraverso la sommaria illustrazione fattaci in Commissione degli emendamenti Rossi, che le modalità di attuazione di una legge elettorale sono faccende, in fin dei conti , di secondaria importanza e di facile impostazione. non vorrei che ci si dicesse che tali modalità sono di secondaria importanza e di facile impostazione quando il criterio è quello che appare utile al Governo e alla maggioranza, e che invece innovare qualcosa nelle modalità è impossibile quando si tratti di innovazioni che risalgano a criteri che possono essere graditi, o non sgraditi, all' opposizione. pertanto questo gruppo di emendamenti mi pare proponibile e degno di seria considerazione da parte di qualsiasi settore della Camera. secondariamente, è logico che noi siamo favorevoli, in sede politica e in sede tecnica, a questo gruppo di emendamenti, in quanto essi, non già dando al collegamento la funzione di attribuire al gruppo di liste collegate che superi quel determinato quorum il premio di maggioranza , ma al collegamento stesso attribuendo la funzione di poter sommare i resti delle liste collegate per concorrere con unica lista al collegio unico nazionale, rappresentano una proposta che indubbiamente giova alle liste minori, o non massime. non ho alcuna intenzione di riprendere il tema tanto dibattuto alla Costituente del collegio unico nazionale, della lista nazionale, della sua moralità o immoralità, perché non di questo si tratta nel caso in esame. nel nostro caso si tratta di escogitare un sistema per l' utilizzazione dei resti che sia diverso dal sistema escogitato nella legge, che a noi sembra ingiusto, e che sia, fra i tanti sistemi che si possono adottare (in questo caso è impossibile trovare il giusto assoluto), il meno ingiusto e il meno sfavorevole possibile alle parti politiche interessate. in questo senso, con le riserve del caso circa la necessità di adattare tutto il sistema della legge al criterio qui proposto e introdotto, noi ci dichiariamo — ripeto — favorevoli al gruppo di emendamenti degli onorevoli Barontini, Turchi e Gallico Spano , relativi alla lista unica nazionale. vi è un altro gruppo di emendamenti (Sannicolò, Beltrame e subemendamento Cessi), i quali attribuiscono al collegamento il fine di stabilire una comune rappresentanza presso le sezioni e gli uffici centrali circoscrizionali da parte delle liste collegate. l' onorevole Luzzatto, relatore della minoranza di sinistra, ha attribuito a questo gruppo di emendamenti una straordinaria importanza: ha dichiarato che questi emendamenti non solo dovrebbero essere approvati da tutte le parti della Camera, ma dovrebbero incontrare il favore generale, perché essi introducono una modifica molto importante nel precedente sistema. lo non sono d' accordo nell' attribuire una importanza così grande a questo gruppo di emendamenti, pur consentendo con l' onorevole Luzzatto nella sua affermazione che, siccome si sono modificate in peggio tante parti del testo unico delle leggi elettorali , non sarebbe male se si vedesse di modificare in meglio qualche norma dello stesso testo unico : fra l' altro una norma di questo genere, la quale consentirebbe a tutti i partiti di risolvere il problema, piuttosto grave per tutti, dei rappresentanti di lista. in tal senso noi siamo favorevoli a questo gruppo di emendamenti, pur permettendoci di rilevare che semmai essi potrebbero essere introdotti nella legge non in questa sede; cioè noi non li vedremmo come soluzione del fine da attribuirsi ai collegamenti ed agli apparentamenti: noi li vedremmo come integrazione delle modalità della legge contenute nei capi e commi successivi. non è questo un rilievo che io muova, per la sistematica, alla Presidenza; la Presidenza non poteva inserire che qui questi emendamenti, dato che sono stati i presentatori a collegare la comune rappresentanza presso le sezioni e gli uffici circoscrizionali con il fine del collegamento. ma è proprio questa intenzione, questo allacciamento, come è stato detto ieri più volte dai presentatori, che io discuto nella sua opportunità. mi pare che essi stessi potrebbero, se volessero che questi emendamenti fossero approvati, forse anche da tutta la Camera, sganciarli da questa sede, intendendo cioè di istituire una comune rappresentanza politica presso le sezioni e gli uffici centrali circoscrizionali non in quanto fine del collegamento ma in quanto miglioramento, come ha detto il relatore Luzzatto, di una norma del testo unico che in verità può meritare di essere riguardata con maggior considerazione. un ultimo gruppo di emendamenti riguarda quello che è stato chiamato e viene definito il panachage, cioè la possibilità che il voto di preferenza venga dato nell' ambito delle liste collegate, anziché ad un candidato o a più candidati di una stessa lista, a candidati di liste diverse purché collegate. a questo gruppo di emendamenti siamo nettamente contrari, perché questa legge costituisce già un ibrido, a nostro parere, mostruoso fra i diversi sistemi. è già questa legge un ibrido fra il sistema proporzionale ed il maggioritario, e questo ibridismo risulta chiaro dalle stesse relazioni di maggioranza e governativa, che difendono la legge pur essendo costrette ad ammettere che un ibridismo esiste. ma che in un sistema già ibrido, e, comunque, in qualunque sistema, si introduca questa specie di mostro del panachage i, abnorme, in una situazione profondamente diversa dal punto di vista costituzionale e politico da quella nella quale il panachage fu ammesso in Italia alla fine del 1919, se non erro; e dico « politico » riferendomi non al contingente, non all' atteggiamento attuale dei diversi partiti o all' atteggiamento che i diversi partiti potranno avere durante e dopo la battaglia elettorale, ma alla funzione che i partiti, hanno nel paese oggi nei rispetti di quella molto più modesta, meno organizzata, meno imperiosa che i partiti avevano ai tempi in cui il panachage poteva essere un bene. oggi si discute addirittura se sia lecito e possibile eliminare i voti di preferenza , ritenendosi da qualcuno anche della maggioranza, e dallo stesso onorevole Gonella, che i partiti esauriscano già tutte le aspirazioni democratiche del corpo elettorale . naturalmente noi non siamo d' accordo con questa tesi estrema — e il nostro concetto sulla funzione e i limiti dei partiti è noto — ma tuttavia non possiamo neppure aderire, per motivi di praticità, al ripristino di quel panachage che, nella situazione attuale, apparirebbe veramente un assurdo storico e politico. esso, oltre tutto, complicherebbe in maniera enorme il meccanismo della legge, già tanto tortuoso. noi ci siamo battuti fin da principio per la semplificazione del sistema elettorale : figuriamoci se possiamo ora pensare di introdurre un nuovo elemento di confusione, oltre che di immoralità! siamo invece favorevoli al subemendamento Martuscelli, che propone di aggiungere all' emendamento Gallico Spano , laddove questo parla di partiti o gruppi politici , la dizione « costituiti come associazioni di fatto da almeno 90 giorni » . riteniamo che la proposta sia esatta dal punto di vista giuridico, in quanto la Costituzione non parla di partiti se non all' articolo 49, per dire che devono concorrere alla formazione della vita politica del paese con metodo democratico, senza peraltro aggiungere una parola sul loro stato giuridico ; e mi sembra esatta anche dal punto di vista politico, non potendosi negare da nessuno, nemmeno dalla maggioranza, l' opportunità che i partiti che intendono collegarsi siano costituiti da almeno 90 giorni. esiste una situazione politica che nessuno di voi ignora: vi è oggi (o vi sarà fra qualche settimana, quando si entrerà ancor più nel vivo della campagna preelettorale e poi elettorale), vi è oggi — come vi è stato alla vigilia di ogni altra campagna elettorale in Italia e, credo, altrove — un pullulare di partiti, di gruppi, di associazioni, di movimenti fantasma, che sorgono o in sede nazionale (e questa legge li favorisce enormemente per le ragioni che sapete e che è inutile ripetere) o in sede locale, esattamente allo scopo di portare oltre il traguardo delle elezioni quel tale uomo od ometto, quel tale gruppo o gruppetto, quel tale piccolo complesso di interessi o di ambizioni che si desterà allo squillare della diana elettorale e che si riaddormenterà dopo le trombe del giudizio (che indubbiamente gli sarà sfavorevole). se questa eventualità poteva essere considerata con molta tranquillità dal punto di vista politico e con un certo umorismo dal punto di vista giornalistico in altre occasioni, questa volta una eventualità simile, oltre che essere profondamente immorale, è preoccupante dal punto di vista politico e tecnico, perché voi sapete che, con la introduzione del quorum nazionale, sarà sufficiente che il gruppo di partiti di maggioranza si colleghi in tutte le circoscrizioni — o in quelle cinque circoscrizioni prescritte dalla legge — con gruppettini, partitelli od omuncoli che riescano a mettere su con un po' di quattrini una listarella perché i 10 o 50 o 500 o 1.000 o 2.000 voti che ai partitini od omuncoli andrebbero a confluire, e che nei confronti dei partitelli non avrebbero alcuna importanza o influenza, possano addirittura determinare, sommandosi a quelli dei partiti maggiori, l' esito delle votazioni, cioè il raggiungimento del quorum necessario per il conseguimento del premio di maggioranza . qui è stato fatto un caso limite: sarà cioè sufficiente un voto per ribaltare la maggioranza e determinare il premio. ed è stato fatto anche un altro caso limite: questo voto potrebbe essere un voto dato ad una listarella, incapace di raggiungere per conto suo (anche sommando tutti i suoi voti) un quoziente. ripeto, se si trattasse di una eventualità analoga a quella determinatasi in altre elezioni, la preoccupazione non sorgerebbe. ma in questo caso la preoccupazione sorge, ed esiste, nell' opposizione; esiste nel nostro settore, ed evidentemente esiste anche nel settore dell' onorevole Martuscelli: vi è una preoccupazione politica effettiva che non avrei alcuna ragione di nascondere. siamo contrari al sistema che vi attribuirà il premio di maggioranza qualora raggiungiate il 50 per cento più 1 dei voti, ma potremmo limitarci ad essere contrari se questo 50 per cento più 1 lo guadagnaste voi partiti che avete condotto questa lotta in Parlamento e nel paese per questo fine; ma, se addirittura il 50 per cento più 1 e il premio di maggioranza dovesse essere da voi conseguito con i suffragi captati e rubati (anche questi, ma molto più degli altri, indubbiamente) attraverso il collettame che potrebbe venir fuori da listarelle organizzate di questo genere, evidentemente l' immoralità di tutto il sistema e anche la fragilità della vostra posizione politica di maggioranza eletta in quel modo risulterebbero assai più evidenti. pensiamo quindi che neppur voi dovreste rifuggire dall' approvare questa norma. e su questo gruppo di emendamenti, rinnovando le mie riserve iniziali circa la difficoltà in cui ci si trova dovendo riferire su argomenti tanto diversi e in così breve lasso di tempo , non ho altro da aggiungere.