Palmiro TOGLIATTI - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 1060 - seduta del 02-01-1953
Sull'insegnamento della religione
1953 - Governo Goria - Legislatura n. 10 - Seduta n. 29
  • Attività legislativa

sono alquanto stupefatto del modo, come qui si è posta la questione. infatti l' onorevole Bettiol, partendo da ragioni che ha definito logiche e ontologiche — e spero non sia arrivato alle mitologiche — ha risolto la questione di principio se debbono o non debbono, se possono o non possono, aver luogo le dichiarazioni di voto quando si vota per scrutinio segreto . la mia opinione è che le dichiarazioni di voto in sede di scrutinio segreto , nell' attuale condizione della nostra pratica parlamentare da lei stesso instaurata, signor presidente , e condotta in quel modo particolare che ha avuto persino una sanzione nelle ultime modifiche apportate al nostro regolamento, consente ed esige che queste dichiarazioni vengano fatte. l' onorevole Bettiol, dopo avere risolto in senso negativo la questione di principio, per ragioni logiche ed ontologiche, ci dice però che, se noi facessimo una sola dichiarazione per gruppo nel caso di appello nominale , egli ci concederebbe di farla. dove è la logica, onorevole Bettiol? ci troviamo di fronte a una questione di applicazione del regolamento, oppure siamo costretti a subire il volere e il piacere del presidente del gruppo di maggioranza? capirei se l' onorevole Bettiol, o un qualsiasi altro deputato o meglio ancora ella stesso, signor presidente , avesse detto che, poiché il diritto alle dichiarazioni di voto può essere applicato in modo sconveniente, il presidente stesso può riservarsi la facoltà di controllarne l' applicazione concreta. simile posizione noi l' avremmo accettata, aderendo a una proposta, conforme. così si sarebbe, infatti, salvato il principio e in pari tempo si sarebbero riconosciuti alla Presidenza quelle funzioni che essa deve avere per guidare i nostri dibattiti. non è possibile invece accettare la, impostazione arbitraria (voglio dire, cioè, di puro arbitrio) data alla questione dall' onorevole Bettiol. ad ogni modo, signor presidente chiedo che venga posta chiaramente la questione di fondo e cioè se possono o non possono aversi dichiarazioni di voto in tutte le votazioni che abbiano luogo. mi appello a lei, signor presidente , perché la questione sia risolta in base alla pratica che ella stesso ha instaurato e condotto fino ad oggi. signor presidente , io vorrei ch' ella si pronunciasse sulla posizione della questione. il fatto e che noi tutti ci dovremmo trovare d' accordo per quanto riguarda la questione di principio, anche se possiamo accettare determinate soluzioni per quanto si riferisce alla sua applicazione concreta... qualora noi prendessimo una decisione che conferisse al presidente determinati poteri circa l' applicazione, la questione di principio rimarrebbe salva, non intaccata. la decisione sull' applicabilità del principio, e sulla sua concreta applicazione. verrebbe ad essere applicato in modo concreto, in quanto la decisione del presidente sarebbe determinata di volta in volta dalla situazione concreta e il fondo della questione giuridica non sarebbe toccato. a me sembra che la mia proposta sia giustificata, perché in questo modo noi eviteremmo di risolvere una questione giuridica di regolamento molto importante in una situazione particolarmente ardente come questa. teniamo presente che vi è, d' altra parte, il Senato, nel cui regolamento è sancito il principio della possibilità di dichiarazioni di volo in qualsiasi votazione. in queste condizioni, mi sembra ragionevole che non decidiamo negativamente il principio, ma ne rimettiamo a lei l' applicazione concreta nei casi che via via potranno presentarsi. è in questa forma che gradirei la questione venisse risolta.