Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 1028 - seduta del 08-12-1952
Modifiche al testo unico delle leggi per l’elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto presidenziale 5 febbraio 1945, n. 26 (2971
1952 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 1028
  • Attività legislativa

sono molto grato all' onorevole Moro, per aver ricordato, a proposito della procedura che si sta seguendo per la discussione di queste pregiudiziali, la procedura che si seguì quando si discussero le nostre pregiudiziali in merito alla legge Scelba, all' altra legge Scelba. infatti le leggi Scelba sono come le ciliegie: una tira l' altra. si assomigliano tutte, almeno dal nostro punto di vista : è un segno, signor ministro, della sua particolare benevolenza e attenzione per questo settore della Camera. già Scelba propone e il Parlamento dispone. dicevo che sono grato all' onorevole Moro per aver citato il precedente delle pregiudiziali discusse quando si parlò della legge Scelba, perché il collega Moro mi dà modo di introdurre una mia osservazione in merito alla procedura. quando si esaminò la legge Scelba, la Presidenza della Camera, e prima di essa la Presidenza del Senato, furono concordi nel ritenere che una discussione pregiudiziale di carattere costituzionale, su argomenti costituzionali tanto gravi che quali che siano i nostri ideali politici debbono renderci tutti pensosi, non si potesse ridurre negli stretti limiti degli interventi regolamentari (cioè due oratori a favore, compreso il proponente, e due contro), ma dovesse dar luogo ad una più ampia, se pur misurata discussione. stavolta è accaduto il contrario, trattandosi di un argomento non certo meno importante dell' altro. son solo è accaduto il contrario, ma è accaduto anche che colui che essendo arrivato primo ad iscriversi ed essendo relatore di minoranza , è in grado come me di parlare a favore delle pregiudiziali, si trova anche nella necessità di chiarire che non intende associarsi a tutte e quattro le pregiudiziali come sono state esposte, né a tutti i motivi con i quali le pregiudiziali stesse sono state illustrate. Atti parlamentari poiché la procedura non mi ha consentito di parlare nel momento in cui avrei ritenuto giusto, opportuno ed anche sensato dal punto di vista della chiarezza, essa mi obbliga a precisare la posizione politica e costituzionale sulla quale mi pongo ed in merito alla quale intendo svolgere le mie argomentazioni. lo intendo sostenere che l' abbandono del sistema proporzionale sancito, a mio giudizio, in questo disegno di legge è contrario alla Costituzione. la procedura seguita mi costringe ad un altro chiarimento, che questa volta è un chiarimento gradito: dichiaro di esporre queste argomentazioni non solo a nome dei colleghi del Movimento Sociale Italiano , ma anche, qualora non sia data loro facoltà di parlare per dichiarazione di voto (mi auguro che la Presidenza possa farlo), a nome dei colleghi del partito nazionale monarchico , i quali si associano alla nostra posizione in merito alla pregiudiziale. debbo poi fare una osservazione di carattere politico, la quale si riallaccia a preoccupazioni di ordine più vasto e profondo, e non soltanto procedurale. è chiaro che per qualsiasi legge possono essere sollevate eccezioni di incostituzionalità, e tutti i colleghi mi insegnano che molte volte ci siamo trovati di fronte ad eccezioni di incostituzionalità sollevate anche per leggi di importanza scarsa, o minima addirittura. in questo caso, però, mi sembra evidente che ci troviamo di fronte a quella che potrebbe essere detta e che fu già definita la legge delle leggi, perché siamo di fronte alla legge da cui dovrà derivare la composizione della futura assemblea legislativa, e quindi la sostanza di tutta la futura legislazione. quindi, se si trattasse in questo caso di eccezioni di incostituzionalità semplicemente parziali, contingenti, momentanee, relative a questo o quell' articolo, a questo o a quel congegno, a questo o a quel meccanismo della legge che abbiamo di fronte, noi ci limiteremo a sollevare tali eccezioni e tali osservazioni discutendosi del merito della legge, discutendosi non dico degli articoli (perché questa legge, fra le altre caratteristiche, ha anche quella di avere un articolo unico) ma nel merito dei singoli commi della legge stessa. il fatto è che qui e rispondo così ad una osservazione dell' onorevole Moro non si tratta di sollevare eccezioni di incostituzionalità su questo o quel congegno, su questo o quel meccanismo, ma si tratta, molto più vastamente e fermamente, di sostenere che tutta questa legge è contraria a tutta la Costituzione. è una tesi, onorevole Moro, che non può essere sollevata che in via pregiudiziale; è una tesi che può essere approvata o respinta, ma che non può essere discussa che pregiudizialmente, perché antecede il merito delle singole disposizioni della legge e investe la legge stessa, in quanto ritiene illegittima questa particolare riforma del sistema elettorale in Italia sulla base della nostra Carta Costituzionale . dal punto di vista politico (e l' onorevole Moro qui ha predicato bene ma ha razzolato male, perché ha osservato che non bisognava entrare nel merito politico della legge, e in sostanza si è occupato per tre quarti del suo intervento del merito politico della legge e per un quarto solo della parte costituzionale), io intendo rispondere all' onorevole Moro che talune delle sue affermazioni circa la situazione politica italiana potrebbero anche trovarci concordi. la denuncia di taluni pericoli e di talune minacce noi non abbiamo bisogno di sentirla pronunciare dall' attuale maggioranza sono anni che noi denunciamo, dal nostro punto di vista naturalmente, gli stessi pericoli e le stesse minacce, o addirittura sottolineiamo tali pericoli e tale minacce con accenti più gravi, più duri, più decisi di quelli che abbiamo sentito ancora oggi risuonare dai banchi della maggioranza. onorevole Clerici, ella ha già dato lezioni di storia quando si parlò dell' altra legge Scelba. fece già allora delle memorabili cattive figure! non credo che le convenga tornare sui mali passi. non le ho detto di vergognarsi, perché ella, non ne è capace: ho detto di non ritornare su quei passi. non la ritengo capace di vergognarsi dopo averle sentito dire in quest' Aula che era ridicolo l' esercito italiano. se non si vergognò allora, non si vergognerà più. dicevo che dal punto di vista politico talune delle preoccupazioni che ha sollevato a nome della maggioranza l' onorevole Moro ci possono benissimo trovare concordi. ma qui non siamo nel merito politico, ancora. sono io, onorevole Moro, che mi permetto richiamarla a questo, mentre ella voleva richiamarvi l' opposizione. qui siamo in tema di Costituzione. e, allora noi diciamo: siamo d' accordo con l' onorevole Gonella quando dice che la Costituzione non è il corano; anche se non siamo d' accordo con l' onorevole Scelba quando dice o gli fanno dire che la Costituzione è una trappola. la Costituzione non è il corano, è rivedibile, e correggibile. se voi ritenete oggi che la Carta Costituzionale da voi stessi voluta e sancita, in quei determinati termini e formule e rigide clausole, perché avete voluto la Costituzione rigida, cinque anni fa, non sia più attuale, non risponda più alle necessità dei tempi (come or ora ci spiegava l' onorevole Moro, che potrebbe anche aver ragione), voi avete la strada, e l' avete avuta a disposizione durante tutto il quinquennio: potevate imboccare non la porticina di servizio delle violazioni costituzionali ma la grande porta delle revisioni costituzionali. e al riguardo nessuno come noi in questa Camera, anche se la nostra voce è molto modesta, ha la coscienza tranquilla, perché vi abbiamo invitati ad imboccare quella porta, perché vi abbiamo richiesto, per punti che a noi sembravano degni di essere riveduti e corretti, con una proposta di legge , che non avete neppur voluto cominciare a discutere, di rivedere, per esempio il Titolo V della Carta Costituzionale ; ma non abbiamo mai pensato, noi che siamo ritenuti come anticostituzionalisti ed antidemocratici, che si potessero abolire quelle regioni che a noi non piacciono affatto senza rivedere nel merito la Costituzione con leggi di revisione costituzionale. e non riusciamo a capire perché voi, che siete i democratici, i paladini per eccellenza della Costituzione, i difensori per eccellenza del sistema che voi avete voluto e creato, quando si tratta di rivedere, quando si tratta di correggere, quando si tratta di riconoscere gli errori che avete anche potuto compiere (nulla di male), quando si tratta di adeguare gli istituti ed i sistemi alla nuova realtà politica (niente di male, anzi benissimo); non riusciamo a capire perché non vi decidiate, non vi siate già decisi ad imboccare la via maestra della revisione costituzionale. sono sorti nuovi pericoli? lo potrei contestare, perché a mio parere il pericolo che voi denunciate era vivo, presente, in Italia cinque anni fa come adesso; c' era una sola differenza, per voi molto importante, per il paese molto meno: che eravate amici o quasi amici; vi eravate distaccati da poco o consideravate non rigida la situazione nei confronti di quella parte o ritenevate possibile una alternativa nei confronti di quella parte. adesso ritenete che ciò non sia più possibile e ritenete che la Carta Costituzionale redatta d' accordo con loro non sia più valida ed attuale, non risponda alle necessità dei tempi, cioè... alle vostre necessità politiche? siete maggioranza, avete la facoltà, come maggioranza, di chiedere ed ottenere una revisione della Costituzione che era stata impostata in quella tale situazione politica. fatelo. ma, non potete, non può ella, onorevole Moro, venirci a sostenere qui oggi in tema costituzionale gli argomenti politici coi quali ella ha pensato di giustificare questa che è una autentica come tenterò di dimostrare brevemente revisione della Costituzione. qui l' opportunità politica non c' entra. il fatto stesso che la maggioranza, nel momento in cui deve dimostrare la costituzionalità della legge, sia costretta a rifugiarsi nei temi politici e ad abbondare nei suoi interventi i temi costituzionali, dimostra che dal punto di vista costituzionale sono fragili le vostre basi, che avete bisogno di ricorrere a giustificazioni politiche. ma, se voi consentite, le vostre giustificazioni politiche sono... le vostre giustificazioni politiche sono legittime da parte vostra ma costituzionalmente non legittime, perché, siete la maggioranza, ma non siete ancora la totalità. non potete far coincidere la vostra impostazione politica, le vostre esigenze politiche, il vostro punto di vista politico con le necessità costituzionali del paese. la Costituzione è di tutti, maggioranza e minoranza. voi vedete la situazione in un modo, noi in un altro. la Costituzione dice, a tutti noi entro quali limiti possiamo agire senza, essere dei fuorilegge. e voi non potete uscire da quei limiti solo perché siete maggioranza. anzi, i primi a dover dare l' esempio di stare nei limiti siete voi. l' onorevole Moro diceva poc' anzi che bisogna rispettare le regole del giuoco: ma siamo noi che lo diciamo a voi. voi ci avete invitati ad entrare in questo giuoco e siete stati così gentili da lasciarci giuocare per un po' di tempo: adesso non vi piace più e volete cambiare le regole? cambiatele pure, ma seguite le strade costituzionali con cui si cambiano le regole del giuoco, e vedremo se avrete la possibilità di farlo, ma, di grazia , a questo punto, quasi allo spirare della legislatura, non si possono mutare improvvisamente le carte in tavola perché, a vostro giudizio, la situazione lo imporrebbe. e vengo alla parte strettamente costituzionale della questione, non senza chiedere scusa per questa divagazione suggeritami e quasi impostami dagli argomenti cui si è abbandonato l' onorevole Moro. io riconosco anzitutto che la maggioranza ha una facile obiezione alle argomentazioni presentate dalla estrema sinistra : la parola « proporzionale » non esiste nella Carta Costituzionale , che non vincola le elezioni dei deputati a nessun sistema particolare. io vi potrei anche regalare un argomento di più, dal momento che, stranamente, l' onorevole Moro non se ne è avvalso: in sede di Sottocommissione della Costituente, alcuni membri proposero una esplicita citazione del sistema proporzionale , ma successivamente abbandonarono la proposta o, comunque, prevalse il parere opposto. ne prendo atto. comunque, prima di rispondere a questa argomentazione della maggioranza, io devo chiarire un problema. con questa legge si intende abbandonare la proporzionale o no? a questo proposito non vi è dubbio che l' atteggiamento della maggioranza, quale si appalesa nella relazione scritta dall' onorevole Tesauro e nell' intervento odierno dell' onorevole Moro, presenta aspetti strani e addirittura contradittori. l' onorevole Moro ha detto or ora che non si tratta di abbandonare la proporzionale, ma di correggerla ed integrarla, e l' onorevole Tesauro, a sua volta, nella famosa relazione orale di sette minuti, dichiarò che si trattava di talune modifiche al sistema proporzionale e alla legge elettorale vigente. se fosse vera questa idilliaca tesi, davvero noi non riusciremmo a capire perché la maggioranza si scaldi tanto e parli di una situazione tragica che incombe su tutti noi e che obbliga a rivedere il sistema elettorale , così come non riusciremmo a capire la polemica che la Democrazia Cristiana sta facendo condurre su tutti i suoi, giornali contro la proporzionale: si dice, fra l' altro, che la proporzionale non garantisce la stabilità o la funzionalità del potere esecutivo , non permette addirittura di governare e di legiferare. se tutto questo è vero, scegliete: o impostate la vostra polemica contro la proporzionale, e allora, se questa legge è proporzionale con talune modifiche soltanto, con dei piccoli emendamenti, delle piccole varianti, crolla tutta la vostra polemica, o rinunciate a polemizzare contro la proporzionale, e allora dovete spiegarci per quali altri motivi volete modificare la legge elettorale . orbene, è forse, questa, la vera legge? la state forse « partorendo » sotto sotto e ce la vedremo presentare in Aula dai tre Re Magi , come quando improvvisamente nel 1951 la legge elettorale amministrativa mutò? cosa state meditando? è forse per questo che parlate ora così modestamente di alcune varianti e modifiche; ma se parlate sul serio, dovete ammettere che vi contraddite. questa legge viola la proporzionale, riforma tutto il sistema; e allora, se dite che si tratta di modifiche, siete nel falso. la verità obiettiva è del resto facilmente rilevabile dal testo di legge; il testo di legge dichiara senza ombra di dubbio che qui siamo fuori del sistema proporzionale , che qui si abbandona la proporzionale per entrare in un altro sistema. ed è perfettamente inutile che si disquisisca sottilmente su proporzionale pura, proporzionale meno pura, proporzionale ancora meno pura, proporzionale spuria, corretta, zoppa, come dicono alcuni testi. la proporzionale pura non esiste, ed i colleghi che si interessano di questo problema lo sanno bene: se ne è parlato anche in Commissione. si tratta di trovare degli espedienti per risolvere il problema dell' assegnazione dei resti, e quando si arriva al problema arduo dell' assegnazione dei resti, qualunque sistema proporzionale perde una parte della sua proporzionalità. la proporzionale in che cosa si distingue dagli altri sistemi? si distingue non per l' assegnazione dei resti, ma per la quotazione degli interi. è lì che vige il proporzionalismo, è lì che ogni partito, sia esso al termine della prova in maggioranza o in minoranza, ha diritto alla stessa quota parte, alla stessa ripartizione potenziale. quando si passi alla ripartizione dei resti, evidentemente un sistema di assoluta, di pura proporzionale non può esistere e nascono differenziazioni, discriminazioni e possono nascere anche degli abusi, come avvenne nel 1948, quando la maggioranza, allora democomunista, si trovò d' accordo nel ridurre la rappresentanza dei partiti piccoli e nell' accrescere artificiosamente la rappresentanza dei partiti maggiori, con il quoziente più tre. ma se allora il nostro partito, che fu danneggiato da quel sistema, si fosse trovato per combinazione poteva avvenire, anche con la quotazione bassa di voti che avemmo nella circostanza di conseguire in ogni o in parecchie circoscrizioni un quoziente intero con piccolo resto; la stessa legge non ci avrebbe danneggiati, perché ci ha danneggiati solo per la quota parte che si è riferita all' assegnazione dei seggi con resti. quindi, togliendo di mezzo, ripeto, le sottili disquisizioni, le artificiose disquisizioni che mi è dispiaciuto di dover leggere anche nella relazione di maggioranza e che ho ascoltato da colleghi che pure tanto più di me si intendono di queste cose e non dovrebbero quindi cadere in errori così banali è chiaro che questa legge sancisce l' abbandono del sistema proporzionale non per talune modifiche, non per taluni correttivi parziali, ma per entrare in un altro sistema che è il sistema maggioritario . che, poi, quest' altro sistema voi, a vostra volta, l' abbiate abbracciato con particolari congegni, con particolari meccanismi, con particolari attenuazioni, se volete, sarà un dato di fatto ; ma è un altro sistema: siamo in tema di riforma e non di modifica; abbiamo mutato strada. io spero che almeno di questo ci darete onestamente atto, perché non mi sembra corretta una discussione che da un lato, sul piano politico, è tutta una polemica da parte vostra contro la proporzionale, che voi dichiarate non essere più rispondente alle necessità politiche del paese o, comunque, alle necessità politiche della maggioranza e dell' attuale Governo, o che dall' altro, invece, sul piano tecnico e costituzionale, dove vi sentite particolarmente deboli perché le giustificazioni vi vengono a mancare, è una specie di difesa indiretta della proporzionale, la quale voi dichiarate di non volere abbandonare, alla quale voi dichiarate di voler rimanere ancorati e di volere, piuttosto, correggere in qualche punto, tutto al più. no, onorevoli colleghi della maggioranza, non è assolutamente così! qui ripeto si sta abbandonando un sistema e si sta abbracciando un altro sistema! lo dico perché l' opinione pubblica di questo si renda conto. può darsi, come ha detto l' onorevole Moro, che la maggioranza del popolo italiano sia domani d' accordo con voi nel valutare la necessità di abbandonare la proporzionale per entrare in un altro sistema; però quello che non vi può e che non vi deve essere consentito, e che onestamente voi stessi dovreste non consentirvi, se è vero che avete a cuore l' orientamento esatto del popolo italiano , è di cambiare le carte in tavola anche dal punto di vista propagandistico. voi avete il dovere, come proponenti di questa legge, di chiarire a voi stessi, al Parlamento e all' opinione pubblica , che avete deciso, per motivi politici, che possono essere rispettabilissimi ma che; comunque, sono motivi vostri, di mutare sistema e indirizzo sul piano delle leggi elettorali . stabilito, dunque, dal mio punto di vista (ma non ho sentito né letto finora argomenti solidi in contrario) che questa legge comporta l' abbandono del sistema proporzionale , dobbiamo chiederci (e questa è la pregiudiziale costituzionale): la Costituzione lo consente? la Costituzione permette questo mutamento di sistema, questo mutamento di indirizzo, questa via nuova? la mia risposta è negativa, ed io la traggo non già dal riferirmi in particolare (lo farò anche, brevemente, a titolo soltanto esemplificativo) a questo o a quell' articolo della Costituzione, ma dal riferirmi a tutto intero il testo e al sistema della nostra Costituzione. io sostengo, per chiarezza: anzitutto; che la proporzionale è parte integrante , inscindibile, di tutto il nostro sistema costituzionale: in secondo luogo, che non può, comunque, essere abbandonata o alterata e neppure corretta per quanto riguarda le elezioni della prossima Camera dei Deputati . per l' illustrazione del mio primo e più importante asserto mi soccorre una molto autorevole testimonianza: quella di uno degli uomini più importanti ed ascoltati della Democrazia Cristiana . l' onorevole Piccioni ebbe a pronunciare in materia un giudizio che credo debba essere da voi meditato. parlando nella II Sottocommissione dell' Assemblea costituente , quando si trattava di inserire o no nella Carta Costituzionale il sistema elettorale , l' onorevole Piccioni disse testualmente (cito il verbale): « dato che la Sottocommissione, per procedere nei suoi lavori, dovrà aver presente un sistema elettorale , l' onorevole Piccioni ritiene che, come criterio di orientamento dei lavori stessi e come indicazione per la Commissione per la legge elettorale , si debba porre in rilievo il sistema della rappresentanza proporzionale . questo finirà per essere incluso di fatto nella Costituzione, anche senza esplicita menzione ove tutta la struttura dello Stato risulti ispirata a quel principio. per tali considerazioni, ritiene che l' ordine del giorno Cappi (che si pronunciava in tal senso) possa essere approvato » . io vi prego di meditare su questo, perché vi ho meditato anch' io, perché sono argomenti che oggi potete politicamente decidere con una ventata di maggioranza in un senso o nell' altro, ma che di larga e profonda meditazione sono degni. vi prego di meditare su questa frase, su questo principio asserito dall' onorevole Piccioni: « il sistema proporzionale finirà per essere incluso di fatto nella Costituzione, anche senza esplicita menzione, ove tutta la struttura dello Stato risulti ad esso ispirata » . e allora dobbiamo porci una domanda: siccome l' onorevole Piccioni parlava quando ancora il sistema costituzionale non era stato che abbozzato egli parlava in sede di Sottocommissione, non parlava in sede di Assemblea costituente , non parlava a votazione della Costituzione avvenuta avrebbe potuto anche darsi, e qualcuno di voi mi potrebbe obiettare che, dopo questo intervento dell' onorevole Piccioni, l' Assemblea costituente prima in Sottocommissione, poi in Assemblea avesse approvato un testo costituzionale in cui la struttura dello Stato fosse talmente modificata da non giustificare più l' asserzione di principio dell' onorevole Piccioni. quindi, preso come punto di partenza il principio stabilito allora dall' onorevole Piccioni, in base a tale principio noi dobbiamo domandarci: la struttura dello Stato, quale l' Assemblea costituente l' ha voluta, è risultata ispirata ad un principio proporzionalista? ove la nostra risposta fosse affermativa, risulterebbe evidente, tenendo come pulito di partenza e di arrivo, in questo caso, il principio dell' onorevole Piccioni, che l' Assemblea costituente ha voluto la proporzionale, che non è concepibile l' attuale Costituzione senza che alla base vi sia il sistema proporzionale per l' elezione della Camera dei Deputati , che uscire dal sistema proporzionale per l' elezione della Camera dei Deputati significa altresì uscire dallo spirito, dalla lettera e dal testo, da tutto il complesso integrale e sistematico della Costituzione italiana. e qui vengono acconci alcuni esempi; ve ne potrei citare molti altri, ma non voglio farvi perdere del tempo, non perché anche a me abbiano messo il tassametro, come pare sia accaduto ai deputati della maggioranza da quanto ci sembrava capire dalle parole dell' onorevole Moro, ma perché non desidero effettivamente prolungare il mio intervento oltre i limiti. l' articolo 1 della Costituzione dichiara: « la sovranità appartiene al popolo » ; l' articolo 3 della Costituzione dichiara: « tutti i cittadini hanno pari dignità » quali che siano le loro opinioni politiche, eccetera; l' articolo 6 della Costituzione è di tutela delle « minoranze linguistiche » ; l' articolo 8 della Costituzione è di tutela di tutte le confessioni religiose senza differenze possibili; l' articolo 39 della Costituzione è particolarmente interessante anche per la polemica sorta prima fra l' onorevole Moro e l' onorevole Togliatti a proposito dei lavoratori e dei loro diritti. infatti, l' articolo 39 della Costituzione parla di proporzionale e credo sia l' unico articolo in cui se ne parli, sebbene qui non si tratti di elezioni politiche , ma di elezioni sindacali. l' articolo 39 della Costituzione dice che i lavoratori devono essere rappresentati in proporzione dei loro iscritti. si potrebbe anche sostenere è una tesi sottile, ma non voglio portarla agli estremi: parlo per analogia che se la proporzionale è stata sancita nella nostra Costituzione per quanto riguarda i diritti elettorali dei lavoratori nelle loro organizzazioni, non si vede come la proporzionale non sia stata analogamente sancita nella nostra Carta Costituzionale per quanto concerne i diritti dei cittadini lavoratori che costituiscono poi la Repubblica, nei riguardi della loro organizzazione e rappresentanza, che è il Parlamento. ripeto, non insisto da un punto di vista rigido di forma su questa argomentazione, ma l' argomentazione sul piano costituzionale ed anche politico mi pare conservi tutto il suo peso. l' articolo 49 della Costituzione dichiara che « tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti. » ; non distingue fra partiti belli e brutti, come si usa fare, di maggioranza e minoranza. l' articolo 50 dichiara, che tutti i cittadini possono rivolgere petizioni, che possono addirittura, quando siano firmate da 50 mila cittadini, trasformarsi in leggi. persino la facoltà legislativa è lasciata al popolo italiano e come sapete attraverso il referendum il popolo ha persino la facoltà di distruggere in parte l' attività legislativa del Parlamento. in questi casi, non vi sono maggioranza e minoranza rigide; vi è l' appello al popolo italiano . non vi sono distinzioni di parte, non vi sono questioni di stabilità o funzionalità: si consente, in questo paese, in questa Costituzione, che i cittadini siano consultati liberamente per pronunciarsi sull' attività del Parlamento e senza doppi pesi, senza ineguaglianza di voto; con parità assoluta di voto fortunatamente sancita con termini abbastanza chiari, nell' articolo 75 della Costituzione, che forse per questo è uno degli articoli che, come ieri abbiamo detto, si esita a mettere in moto nel suo meccanismo legislativo. l' articolo 51 dice: « tutti i cittadini dell' uno o dell' altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza » . l' articolo 56 precisa che sono eleggibili a deputato tutti gli elettori. l' articolo 58 dice la stessa cosa per i senatori. l' articolo 76 dice che l' esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo. e l' articolo 77 dice che il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria . a proposito di questi due articoli della Costituzione, onorevoli colleghi della maggioranza, io voglio servirmi dei vostri argomenti e mettermi sulla vostra piattaforma politica. la situazione attuale in politica è indiscutibilmente dominata dai partiti politici e per essi dagli esecutivi dei partiti stessi. sarà un bene o un male, ciò si potrà criticare, comunque è così, ed è pensabile che sarà così anche durante il prossimo quinquennio. quando dunque con questa situazione politica il paese avesse un Parlamento maggioritario, un Parlamento nel quale vi sia fin dall' inizio e indiscutibilmente e tassativamente una maggioranza prestabilita e rigida, ditemi se una tale maggioranza darebbe in sostanza validità di leggi ai propri atti, o non si avrebbero che dei decreti legge del Governo. vi prego di fare questa considerazione astraendo dal fatto che voi credete o sperate di diventar voi quella maggioranza. oggi il rapporto Governo Partito di maggioranza è un rapporto di necessità. sarà doloroso dirlo, ma sono verità che dobbiamo pur dire. non e l' abbiamo visto in moltissimi casi, maggioranza parlamentare la quale possa resistere alla volontà del Governo che essa stessa ha costituito. l' abbiamo, veduto in moltissimi casi. abbiamo letto l' altro giorno sul giornale ufficiale della Democrazia Cristiana l' elenco dei deputati che erano deplorati per essere mancati ad una votazione. voi dite che fate bene. ed io non vi critico affatto. posso anche ammettere che nella vostra situazione il mio partito sarebbe costretto, per lo meno indotto, a fare lo stesso; ma non potete negarmi che con questo sistema la volontà del deputato, la sua indipendenza, si riduce a nulla o quasi di fronte a quella che è la determinazione del Governo. e allora cosa accadrebbe domani in Parlamento in cui una maggioranza assoluta potesse dominare? avverrebbe che non dominerebbe quella maggioranza assoluta ma l' Esecutivo, espressione, se volete, di quella maggioranza ma espressione dominante e determinante. son vi sarebbe dunque più una vera e propria attività legislativa, che è sempre un' attività nascente dal contrasto, dalla critica, dalla possibilità di modificare, emendare; approvare o non approvare. vi sarebbe una maggioranza che darebbe vita formalmente, lo riconosco, a delle leggi, ma sostanzialmente a dei decreti legge . sarebbe tutta una attività delegata. voi volete oggi già essere delegati ad essere maggioranza, per poter domani delegare al Governo la funzione di fare le leggi; e non potreste fare diversamente. io non voglio dire affatto che voi siete tutti d' accordo nel condurre il paese ad una situazione di tal genere. io posso anche pensare e credere che molti di voi si ribellerebbero, anzi vorrebbero oggi stesso ribellarsi, ad una situazione simile se l' avessero chiara davanti. ma voi ci state arrivando. voi date i mezzi per arrivarci a chi ci vuole arrivare. voi finirete per annichilire voi stessi, dando a questa vostra maggioranza, alla quale tanto tenete, una funzione puramente strumentale di fronte alla funzione direttiva e determinante del paese che sarà la funzione dell' Esecutivo, la funzione del direttivo del partito e del gruppo parlamentare . i quali oggi sono diventati non soltanto presso di voi ma presso tutti o quasi tutti i partiti, veramente onnipotenti, decisivi, dominanti: tanto da influire non solo sulle parole dei deputati, ma perfino sui loro silenzi, perfino sulla loro vita personale e familiare. si impedisce loro di uscire perfino da Montecitorio per andare a cena, perché il direttivo del gruppo ha deciso che non ci si vada. è una realtà, mortificante forse. posso dire io queste cose con animo più lieto e più leggero di quanto potrebbero dirle e sopportarle taluni di voi, ma non potete negare che questa sia la realtà. articolo 78 della Costituzione, argomento più grave: « le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari » . articolo 80 della Costituzione: « le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali » . articolo 83 della Costituzione: « il presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento » . altro argomento gravissimo. volete voi il presidente della Repubblica della maggioranza parlamentare o volete il presidente della Repubblica del Parlamento? ritenete voi sia utile per il paese avere domani il presidente della Repubblica della maggioranza o ritenete molto più utile avere il presidente della Repubblica del Parlamento italiano? io so la vostra risposta formale: sempre dalla maggioranza deve essere eletto. ma quando il paese sappia che quella maggioranza è predeterminata, è precostituita, quando il paese sappia che quella maggioranza è rigida, quando il paese sappia che quella maggioranza non può essere spostata, chi negherà ad una parte del paese di ritenere che la stessa suprema personalità dello Stato sia espressione e funzione di parte e non, come è e come si ritiene debba essere e come anche voi dovete ritenere che debba essere, se veramente amate la saldezza dell' istituzione repubblicana, l' espressione della totalità o, per lo meno, l' espressione di una maggioranza che non sia rigida, precostituita e fatalmente ancorata ai suoi punti di vista preconcetti e alle sue simpatie o antipatie personali? l' articolo 90 è ancora più grave: « il presidente della Repubblica è messo in stato di accusa dal Parlamento » . è una facoltà che un Parlamento, che rappresenta nella sua elasticità la nazione intera, si può assumere, che al Parlamento e stata conferita dalla Costituzione, proprio perché nel Parlamento Assemblea costituente e Costituzione hanno visto il giuoco di tutte le parti, l' equilibrio di tutte le parti, la rappresentanza di tutte le parti. ma se l' Assemblea costituente e la Costituzione avessero visto nel Parlamento la espressione e la rappresentanza di una maggioranza, certo queste clausole nella Costituzione non sarebbero state inserite, certo non sarebbe stata conferita al Parlamento la facoltà di dichiarare la guerra e di ratificare i trattati internazionali. sarebbe stata edificata un' altra Repubblica, sarebbe stato edificato un altro sistema. e qui vengo a quello che è l' argomento principe di molti dei sostenitori della vostra tesi, argomento che ho visto sostenere anche nella relazione ministeriale dell' onorevole Scelba. si dice; voi pretendete di stabilire un nesso di necessità, quasi, tra democrazia e proporzionale; ebbene, vi sono molti grandi paesi i quali sono indubbiamente democratici, o sono ritenuti tali dalla maggioranza degli uomini e che non hanno affatto il sistema proporzionale elettorale a base della loro costituzione. siamo d' accordo, ma questo è il maggior argomento a nostro favore, perché rovescio l' argomento e vi pongo talune domande. immaginate voi che negli USA, alla vigilia della recente consultazione elettorale, il partito democratico, trovandosi in una situazione di forza maggiore di quella in cui in verità si trovava, avesse decretato, stabilito, legiferato in modo che il sistema elettorale venisse mutato e il presidente della Repubblica fosse eletto in maniera diversa da quella tradizionalmente seguita. potevano farlo? certamente. ma le conseguenze, quali, sarebbero state? si sarebbe mutato soltanto il sistema elettorale ? la modifica si sarebbe fermata lì? no, sarebbe crollato (e dovete darmene atto) tutto intero il sistema costituzionale americano. questo, non per il passaggio da una democrazia ad una dittatura, ma per il passaggio da una forma di democrazia ad un' altra forma di democrazia. io non dico affatto che la repubblica presidenziale americana non sia una forma di democrazia; è una forma di democrazia. ma sta di fatto che cinque anni fa non avete voluto costituire in Italia una repubblica presidenziale , avete voluto costituire una Repubblica di altro tipo. anche l' esempio inglese torna ugualmente a nostro favore. anche i conservatori potrebbero modificare il sistema elettorale con un voto di maggioranza, ma se ciò facessero (e per farlo dovrebbero passare, con un processo inverso al nostro, ad un sistema proporzionale ), dovete darmi atto che muterebbe tutta la vita politica inglese, che in Inghilterra nascerebbero necessariamente i partiti nella loro pluralità, che gli inglesi dovrebbero uscire dal loro sistema bilanciato di governo e opposizione, che sarebbero costretti a scrivere, a codificare, a fissare, a rendere rigida la loro costituzione che non so se per loro fortuna per loro disgrazia, comunque per tradizione è la meno scritta, la più elastica tra tutte. e muterebbe la vita politica inglese, muterebbe il sistema inglese, muterebbe l' assetto costituzionale del popolo inglese , perché il sistema elettorale non è scindibile dalla Costituzione. tutti gli articoli della Costituzione che ho citato (mi sono limitato, ma potrei citare tutta intera la Costituzione) fanno riferimento a una determinata concezione della, vita politica, dei rapporti politici, che fu la concezione della Costituente, concezione che io non so se giusta o sbagliata, concezione che, potrei anche criticare, ma che fu quella che determinò l' approvazione di quella determinata Carta Costituzionale ; nella quale Carta Costituzionale non si mirò all' efficienza come dite oggi del Parlamento, alla stabilità del Governo, ma si mirò a garantire altri valori, i quali si chiamano rappresentatività sovranità popolare , eguaglianza di tutte le forze politiche . io non so perché non si può stabilire un peso tra i valori, un paragone di relatività se sia preferibile l' efficienza alla rappresentatività, se sia preferibile la stabilità alla sovranità, se l' eguaglianza sia migliore o peggiore dell' efficienza e della stabilità. non posso scegliere, tra queste formule, perché la scelta l' avete già fatta voi, l' ha già fatta la Costituente. sappiamo tutti che ogni sistema ha i suoi inconvenienti: un sistema rappresentativo , quale la Costituzione ha sancito, è un sistema che offre inconvenienti, che possono essere proprio quelli di una certa instabilità, di un certo gioco che, se portato agli estremi, può degenerare e può far passare dal Parlamento al parlamentarismo. sappiamo che ogni principio ha le sue luci e le sue ombre, ma voi non potete prendere le ombre di un sistema e le ombre dell' altro; perché questo voi state facendo. ci avete dato un sistema: datecelo tutto intero e manteniamo tutto intero quel sistema, che non si può mutare in parte senza che tutto il sistema crolli e senza che si arrivi a un altro sistema, in cui la Costituzione verrebbe violata. la Costituzione vi fa obbligo di attuare un sistema elettorale in cui la rappresentatività sia garantita, e non vi è rappresentatività che non sia proporzionale. il sistema, il principio che allora accettaste, vi fa obbligo di rendere omaggio alla sovranità del popolo, non alla sovranità maggiore di una certa maggioranza; il sistema che accettaste vi fa obbligo di rendere atto ad una eguaglianza politica, spirituale, civile, tra tutti i cittadini italiani: eguaglianza nei loro poteri. non potete, ora, mettere in discussione tutto questo; non potete, per ragioni politiche, ritenere che alcuni cittadini italiani siano eguali ed altri ineguali, o per lo meno (insisto su questo punto, perché costituisce il punto fondamentale del nostro pensiero) non potete farlo in questa sede, in sede cioè di legge elettorale . in altri termini, e per essere molto chiari: non potete rimediare, con una legge elettorale , ai difetti di un quinquennio di vostra politica interna . se la vostra politica interna di un quinquennio ha portato all' ingigantimento dei pericoli; se in un quinquennio la politica generale ha portato non già all' annichilimento delle forze che volevano sormontare la diga, ma all' indebolimento della diga stessa, i mattoni alla diga non potete portarli modificando il sistema: i mattoni o li porta il popolo italiano , o non potete voi modificare l' importanza e il peso di ciascun voto e di ciascun mattone. il popolo italiano è invitato a difendere la diga anticomunista, ma voi sapete benissimo che la diga anticomunista, in quanto tale, in Italia, è solida; la diga non solida è la diga della Democrazia Cristiana , la diga dei quattro partiti anticomunisti. voi non potete pretendere di sostituire un sistema all' altro, perché il vostro sistema politico ha fatto fallimento o mezzo fallimento, o comunque non ne siete più sicuri. voi non potete adesso tentare di rimediare ai vostri errori facendone pagare il prezzo al popolo italiano , agli elettori, facendo espiare agli altri il frutto dei vostri errori. io voglio pensare che, se ritenete che vi siano i pericoli da voi denunciati, non ve ne siate accorti in questo momento. non se ne sarà accorto il ministro dell'Interno nel momento in cui ha concepito e presentato la legge elettorale . è una situazione politica, e se è una situazione politica di fatto dovevate provvedere con la vostra maggioranza, con le vostre leggi. se le cose vi andranno bene, come mostrava di credere l' onorevole Moro, io non posso fare a meno di rilevare che il risultato che ne verrà fuori sarà che in questo Parlamento voi avrete forse meno deputati di adesso. potrete portarne 296, 300, 305, perché probabilmente i partiti vostri alleati vi porteranno via 75 seggi. ora, l' opinione pubblica si può chiedere: se con 306 deputati non siete riusciti in cinque anni a risolvere questi problemi, come vi riuscirete in altri cinque anni con 206 deputati? dunque il problema non è rappresentalo dal numero dei deputati; ma da quello che i deputati fanno, il problema non è del sistema elettorale ! non si può pretendere con un sistema elettorale nuovo di superare quelle che sono state le deficienze della vostra politica. ho già detto inoltre, ed è un motivo accessorio, che io ritengo che comunque non si possa uscire dal sistema proporzionale per queste elezioni. perché lo dico? lo dico richiamandomi all' ordine del giorno Giolitti che l' Assemblea costituente votò il 23 dicembre 1947 e che è già stato molte volte ricordato. l' ordine del giorno Giolitti diceva: « l' Assemblea costituente ritiene che l' elezione dei membri della Camera dei Deputati debba avvenire secondo il sistema proporzionale » . è stato osservato giustamente dalla maggioranza che quell' ordine del giorno si riferiva alle prime elezioni politiche , cioè all' attuale Parlamento, non già alla Camera dei Deputati in genere. esatto. e allora, io mi chiedo: perché la Costituente non volle sancire esplicitamente il sistema proporzionale per le elezioni in genere della Camera dei Deputati , ma volle prendere un impegno tassativo per le elezioni del primo Parlamento? il perché, onorevoli colleghi , e molti di voi che hanno partecipato ai lavori della Costituente lo sanno, può essere trovato negli atti della Costituente. la Costituente ritenne giustamente che per la prima Camera repubblicana si dovesse sancire l' applicazione della proporzionale, perché la prima Camera dei Deputati aveva dei compiti da realizzare, doveva tradurre in leggi i postulati della Carta Costituzionale . l' Assemblea costituente ritenne che non potesse legittimamente trasformare in leggi la Carta Costituzionale , un' Assemblea che non fosse proporzionalmente eletta, una Assemblea nella quale non fossero rappresentati secondo la loro entità effettiva tutti i partiti, un' Assemblea in cui tutti i partiti non potessero dire chiaramente e con adeguata rappresentanza la loro parola. senonché questo era il preventivo 9471948. siamo arrivati, come rilevavamo ieri sera, al consuntivo 195258, che per quanto riguarda l' attuazione in leggi della Carta Costituzionale è un consuntivo fallimentare, onorevoli colleghi . io non voglio riaccendere polemiche, non voglio attribuire la responsabilità all' una o all' altra parte di questa Camera, ma c' è un dato di fatto indiscutibile: la Carta Costituzionale italiana, per lo meno nei suoi fondamentali istituti, che vanno dalla Corte costituzionale al referendum, dal Consiglio superiore della magistratura al Consiglio superiore dell' economia, dalla legge sindacale alla legge sulla stampa, attende ancora di essere realizzata in leggi. ciò significa che il primo Parlamento non ha lavorato? non potrei dirlo. significa che il Parlamento ha lavorato, ma si è occupato di altre faccende. ha fatto bene o ha fatto male? lo giudicheranno gli elettori nei confronti dei partiti e degli uomini; le responsabilità emergeranno allora. ma vi è un dato di fatto : la Carta Costituzionale , per ciò che riguarda la sua realizzazione in leggi, è un libro quasi intonso a conclusione di questo quinquennio. ed allora? allora, il mandato che l' Assemblea costituente , sul finire del 1947, affidò alla prima Camera, ed in omaggio al quale l' Assemblea costituente ritenne che tassativamente la prima Camera, dovendo realizzare la Costituzione in leggi dovesse essere proporzionalmente eletta, questo mandato noi lo stiamo trasmettendo come pesante eredità alla nuova Camera e non possiamo non ereditare dall' Assemblea costituente lo stesso logico, corretto, rigido ragionamento che l' Assemblea costituente ebbe a fare in quella occasione. infatti vi fu l' unanimità, con una dichiarazione particolarmente fervida da parte dell' onorevole Uberti per il gruppo democristiano, quando, il 23 settembre 1947, la Costituente approvò l' ordine del giorno Giolitti. non è pensabile che si possa trasmettere il nostro mandato, che sta per estinguersi, ad una nuova Assemblea alla quale noi con il mandato trasmettiamo il lavoro arretrato (che dal punto di vista costituzionale è ingentissimo), senza che noi ci preoccupiamo, prima di ogni altra questione, non già di precostituire maggioranze o minoranze, non già di garantire interessi politici di gruppo o addirittura interessi di rappresentanza personale come in molti casi abbiamo ragione di ritenere ma di far sì che la Camera dei Deputati possa degnamente assolvere, nella rappresentanza e nell' equilibrio di tutte le parti, al compito fondamentale che noi dovevamo assolvere, ma che non abbiamo assolto: quello di realizzare la Costituzione in leggi giuste, uguali per tutti, ritenute politicamente idonee per tutti o almeno per una maggioranza che si qualifichi di volta in volta a seconda dei problemi di cui si discute e della situazione in cui si discute. noi non possiamo trasmettere questo mandato ad una maggioranza; noi dobbiamo, trasmetterlo alla Camera dei Deputati , rappresentante del popolo italiano in tutte le sue parti, nella sua interezza. questa è la prima preoccupazione che ci deve animare. mi meraviglio che non animi voi, che dovrebbe animare quanto e più di noi. questa preoccupazione è una specie di consegna spirituale che noi trasmettiamo a coloro che dovranno succederci. non vedo come questa preoccupazione non debba unirci tutti, al disopra delle parti. la legge, quindi, è contraria a tutta la Costituzione nel suo insieme. l' onorevole Moro ha fatto due osservazioni di carattere politico, alle quali concludendo voglio rapidamente rispondere. riferendosi a quella parte dell' Assemblea, egli ha, con molto garbo, osservato che quella parte dell' Assemblea sosterrebbe con maggiore vigore le sue argomentazioni in tema di Costituzione italiana e di rispetto alla Costituzione, se in altri paesi, che quel settore va esaltando come modelli di democrazia, si rivelasse da parte delle maggioranze che li reggono lo stesso rispetto costituzionale. onorevole Moro, possiamo essere d' accordo sostanzialmente su un' osservazione di questo genere, ma poiché ella ha detto: « la colpa non è nostra! » , dico a voi, signori del Governo, colleghi della maggioranza: di chi è la colpa se siamo arrivati ad una situazione nella quale i socialcomunisti possono, in base ad argomenti costituzionali che ritengo corretti, tanto è vero che li sostengo, sia pure con diverse ragioni e da differenti punti di vista , invocare il rispetto della Costituzione? di chi la colpa se nel nostro paese, dopo un quinquennio di vostra maggioranza e di vostro Governo, i socialcomunisti sono diventati i paladini della Costituzione? chi offre in questo momento all' onorevole Togliatti il piedistallo di costituzionalista? siete voi, ed è un grave errore politico: un grave errore politico per l' oggi, un grave e preoccupante errore politico per il domani. se per caso, vorrei dire quasi certamente, data la situazione in cui ci troviamo, se questa legge arriverà in porto , se le elezioni si faranno con questa legge, e se conseguirete il vostro premio di maggioranza e diverrete maggioranza assoluta , il risultato poi quale sarà? sarà che quella parte una sua rappresentanza, sia pure ridotta, l' avrà qui dentro; ma assai più preoccupante di oggi sarà la propaganda di sovversione che quella parte potrà fare nel paese, accusando ogni giorno il Parlamento di essere, nei suoi atti, illegittimi, nelle sue responsabilità scusatemi il bisticcio irresponsabile, nelle sue decisioni ogni volta fazioso. voi sapete che quella parte ha tentato di invalidare (e non lo poteva fare), di fronte all' opinione pubblica italiana, anche il 18 aprile, che pure fu, a parte il sistema elettorale svoltasi sulla base della proporzionale, se non pura, corrotta. ma quale diversa efficacia avrà ogni propaganda sovversiva quando voi avrete imposto una rappresentanza parlamentare che a priori , per definizione, sarà stata non la rappresentanza di una parte del popolo italiano ? voi dite oggi: la colpa di chi è? ed io oggi dico che è vostra, di fronte a questa responsabilità, di fronte al fatto che al termine di un quinquennio le parti si sono capovolte e i paladini della Costituzione, anziché sedere in quei banchi, li vediamo in quegli altri banchi. ma la responsabilità ben più presente sarà ancora vostra quando domani, attraverso questa legge, voi avrete reso impossibile, o avrete tentato di rendere impossibile, qualsiasi alternativa nazionale alla vita politica italiana , e avrete non abbattuto il sovversivismo, ma l' avrete rinfocolato e quasi giustificato. queste sono le vostre responsabilità sul piano costituzionale mentre violate la Costituzione, sul piano politico mentre andate contro gli interessi del popolo italiano . e, siccome io parlo di maggioranza autentica del popolo italiano , onorevole Moro, noi accettiamo volentieri la sfida che ella ha lanciato. ella ha detto: « le elezioni ci daranno ragione » io dico: le elezioni vi daranno torto, il popolo italiano vi darà torto!