Giorgio ALMIRANTE - Deputato Opposizione
I Legislatura - Assemblea n. 1026 - seduta del 07-12-1952
Modifiche al testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei dpputati, approvato con decreto presidenziale 5 febbraio 1948, n. 26.
1952 - Governo VII De Gasperi - Legislatura n. 1 - Seduta n. 1026
  • Attività legislativa

onorevoli colleghi , io non intendo seguire né l' onorevole Nenni nella sua drammatizzazione del problema, né l' onorevole Bettiol nella sua impostazione esclusivamente polemica. mi limiterò ad un rilievo obiettivo: il problema della realizzazione in legge di due fondamentali istituti, la Corte costituzionale e il referendum, si porrebbe oggi con la stessa gravità e con la stessa urgenza, anche se non fosse dinanzi a noi il problema della legge elettorale . ed è veramente con uno stato d'animo di singolare disagio che noi ci induciamo a ricordare a voi tutto ciò; perché la Carta Costituzionale l' hanno realizzata i partiti che voi rappresentate; perché la Carta Costituzionale è stata da voi dipinta, mentre la realizzavate e dopo la sua realizzazione, come il sancta sanctorum della rinata democrazia italiana; perché siete voi che costantemente, nelle vostre affermazioni parlamentari ed extra parlamentari, vi siete autodefiniti come i paladini di un sistema, il quale può essere considerato tale soltanto se se ne siano realizzate le fondamenta; e noi, a nostra volta, siamo stati spesso da voi indicati come gli intrusi, come gli ospiti indesiderati, o, per lo meno, come i sospetti di non valutare fino in fondo l' importanza e addirittura la santità del sistema da voi edificato. ed invece è capitato, fin dal primo giorno nel quale ci siamo presentati in quest' Aula, l' assurdo, direi il paradosso: fu il primo intervento di un deputato del Movimento Sociale Italiano , dell' onorevole Roberti, del 1948, all' inizio della legislatura, quello con il quale si chiese che l' istituto della Corte costituzionale avesse la precedenza assoluta su ogni altro istituto, su ogni altra legge; in quanto era un assurdo — e si è rivelato un assurdo giorno per giorno ed anno per anno — quello di edificare tutto un sistema senza pensare alle fondamenta e di lavorare legislativamente senza dar luogo a quelle garanzie, a quei controlli, che dovevano essere il presupposto e che non possono essere assolutamente concepiti come la conseguenza del nostro lavoro. siamo arrivati all' altro estremo della legislatura ed è ancora — se volete, paradossalmente, ma significativamente — dalla nostra parte che si chiedono queste garanzie e questi controlli; ed è ancora dalla vostra parte — l' ho udito dalla voce dell' onorevole Bettiol, vostro presidente parlamentare — che ci si dice quello che ci si disse cinque anni fa: « dateci tempo » . non siamo più nella fase del preventivo, ma del consuntivo; quindi dobbiamo prendere atto che l' onorevole Bettiol, a nome del gruppo di maggioranza, testé non è stato in grado — non certamente per sua incapacità o per cattiva volontà, ma per una situazione di fatto, nella quale la maggioranza si trova — di contrapporre — l' avete udito e constatato voi, come noi — neppure un argomento, neppure una ragione a quanto gli veniva opposto dall' altra parte. egli ha semplicemente detto che la maggioranza ha la coscienza tranquilla. e chi ne dubita? ognuno è giudice della propria coscienza. sono certo che voi avete, dal vostro punto di vista , la coscienza tranquilla. ma non è questo il problema. il problema sta nel considerare se l' opinione pubblica giudichi positivamente o negativamente l' attività di questa Camera in questo quinquennio. il problema sta nel considerare come l' opinione pubblica potrà reagire di fronte al comportamento di questa maggioranza. qualcuno di voi mi suggerisce in questo momento, con una notevole dose di imprudenza: « lo vedremo alle elezioni » . vi dico: « è proprio di fronte a questo problema delle elezioni che state dimostrando di non avere la coscienza. tranquilla, perché la legge elettorale , della quale si parla, attesta della poca tranquillità della vostra coscienza e denunzia la vostra sfiducia non in altri, ma in voi stessi. essa dimostra che voi ritenete di non aver lavorato a sufficienza; perché, se riteneste, in buona fede , di aver lavorato quanto era necessario; se voi riteneste, con tranquilla coscienza, di potervi rimettere al giudizio della pubblica opinione , non avreste difficoltà, al termine di un quinquennio operoso, come voi dite, di rimettervi al giudizio della stessa opinione attraverso gli stessi sistemi elettorali, con i quali ad esso vi rivolgeste cinque anni fa e che vi hanno portato qui con una maggioranza tale che vi avrebbe potuto consentire — come ha detto poco fa l' onorevole Bettiol; ed avrei preferito, proprio io, di non udire da lui una dichiarazione così tracotante — di trasformare la nostra vita politica in un regime autoritario. altri, per aver pronunciato parole di simile tono, sono stati indicati per decenni come coloro che hanno mancato di rispetto al Parlamento. non intendo affatto darvi lezioni di democrazia: non ne ho l' autorità. e non mi sento in grado di darvene. però, entrando qui, non credevo mai di avere proprio da voi lezioni di antidemocrazia. siete voi che diseducate il paese alla democrazia! siete voi che siete maggioranza, siete voi che avete la responsabilità della maggioranza, siete voi che dovevate comportarvi come una maggioranza responsabile in questi cinque anni, siete voi che in questi cinque anni dovevate realizzare quella Costituzione nella quale avete detto di credere, siete voi che dovevate realizzarne gli istituti. non potete presentarvi al termine del quinquennio dicendo che non solo non sono stati realizzati questi due istituti (bella giustificazione che ha portato l' onorevole Bettiol!), perché di istituti costituzionali, oltre a questi due, non ne sono stati realizzati molti altri... allora io dico: una responsabilità ancora maggiore ha la maggioranza se, oltre a questi due istituti costituzionali, tanti altri non ne sono stati realizzati. è una situazione obiettiva di cui bisogna prendere atto, di cui voi dovete prender atto. per tornare al tema da cui ci siamo mossi, dirò che abbiamo ascoltato con notevole interesse la dichiarazione fatta dall' onorevole Nenni e l' impegno da lui preso, in base al quale se le leggi per la Corte costituzionale ed il referendum verranno portate rapidamente in quest' Aula, come dovrebbe essere, nessuna opposizione verrà fatta da quella parte, nessun emendamento verrà sollevato da quella parte, la quale farà sì che quelle leggi possano essere rapidamente attuate. sono autorizzato, a nome dei deputati del Movimento Sociale e del partito nazionale monarchico e a nome dei deputati indipendenti che sono vicini alle nostre correnti, a fare la medesima dichiarazione, a prendere il medesimo impegno. si vedrà finalmente chi decide che questi istituti costituzionali siano rapidamente attuati e chi si oppone alla loro sollecita attuazione. onorevole Bettiol, colleghi della maggioranza, siamo di fronte all' opinione pubblica con tutte le nostre responsabilità. fra qualche mese dovremo portare queste nostre responsabilità ancora a maggior contatto dell' opinione pubblica . voi dite di avere la coscienza tranquilla: non ne dubitiamo. voi dite di essere decisi a realizzare la Costituzione: non ne vogliamo neppure dubitare. vi è molto facile dimostrare che questo veramente volete: portate all' esame della Camera queste leggi! sapete benissimo che non si tratta di un lungo esame, sapete che ambedue le leggi sono state condotte pressoché a termine attraverso un lavoro faticosissimo che avrebbe potuto essere molto inferiore, ma che comunque ha portato a maturazione entrambi i problemi. sapete che, se non in un giorno, almeno in pochissime sedute, io ritengo addirittura in due soltanto, quelle due leggi potrebbero essere approvate. dimostrate la vostra lealtà costituzionale, dimostrate soprattutto la vostra fiducia nel popolo italiano e specialmente in voi stessi, dimostrate soprattutto di avere la coscienza tranquilla! non date adito al sospetto che il controllo di legittimità della Corte costituzionale e che il controllo ancor più severo e pressante, della pubblica opinione attraverso l' istituto del referendum e soprattutto attraverso l' istituto del referendum abrogativo di leggi che l' opinione pubblica può aver considerato nocive, non date adito al sospetto che questi istituti facciano tremare la vostra coscienza, non date adito al sospetto di sentirvi in condizione di inferiorità. non date adito a tali sospetti, perché non conviene a voi e alla vostra politica, perché diminuisce la vostra posizione e il vostro prestigio. voi vi presentate in questo momento al Parlamento dicendo di avere il diritto di continuare a essere maggioranza, dicendo di essere certi di poter superare il 50 per cento dei voti. e allora di che vi preoccupate? anche il referendum consacrerà queste vostre posizioni; neppure la Corte costituzionale potrà mettere in dubbio minimamente la legittimità dei vostri atti, delle vostre leggi e delle vostre deliberazioni. se, invece, questi istituti non volete, questi controlli non volete, siete voi — ripeto ed insisto — che denunciate la fragilità della vostra situazione politica, che confermate le ragioni vere che stanno alla base della vostra politica attuale, che si concretano nell' attuale legge elettorale : ragioni di sfiducia, di debolezza, di bilancio passivo, e non certamente di bilancio attivo, come ancora poco fa tentava di prospettarci il capo del vostro gruppo parlamentare . in una sola cosa do ragione all' onorevole Bettiol o do torto all' onorevole Nenni. il nostro popolo non è rassegnato, e, non essendo rassegnato, non è nemmeno avviato verso la strada della ribellione: il nostro popolo è invece bene avviato verso la strada della riflessione, verso la strada della maturazione e della chiarificazione dei problemi. il nostro popolo ha avuto largo agio in questi anni — e recenti prove elettorali hanno precostituito un bilancio, quello che veramente vi preoccupa di largamente riflettere e meditare. non è avviato, onorevole Nenni, verso la strada della ribellione, e nessuno potrà avviarcelo; non è avviato, onorevole Bettiol, verso la rassegnazione, ma è avviato verso la strada del ritrovamento delle sue finalità sociali e nazionali, è avviato a ritrovare l' Italia degli italiani.