Pier Luigi BERSANI - Deputato Opposizione
XVI Legislatura - Assemblea n. 64 - seduta del 09-10-2008
Informativa urgente sugli sviluppi della crisi finanziaria in atto
2008 - Governo IV Berlusconi - Legislatura n. 16 - Seduta n. 64
  • Comunicazioni del governo

signor presidente , ciascuno di noi, in cinque minuti, deve dire quel che pensa della più grave crisi dal 1929 ad oggi: questo è quello che si concede al Parlamento. faccio notare che ieri in Francia all' assemblea nazionale c' è stato un ampio dibattito , così come è avvenuto in Germania la settimana scorsa: in tutti i parlamenti europei si discute e in paesi che non decidono meno di noi, ma che forse sanno decidere più di noi. mi rivolgo anche al Governo per dirgli di riflettere su questo aspetto, perché credo che governare una società complessa e governare una società europea significhi anche riconoscere al Parlamento un suo proprio ruolo. in secondo luogo, non c' è tempo in cinque minuti per delle analisi, però un punto bisogna fissarlo e ne discuteremo. qui non casca solo il castello di carta della finanza, non casca per terra solo il rito anglosassone (altro che Cina, meno male che c' è la Cina!). non è solo un fallimento del mercato, non è solo un fallimento della regolazione: qui c' è un fallimento di una politica economica e di una politica di regolazione sociale che negli anni ha pensato di attribuire alla finanza un ruolo sostitutivo dell' incremento dei redditi da lavoro, delle politiche redistributive e delle politiche di welfare; come se garantire i consumi, garantire il reddito, garantire la sanità, garantire l' abitare, garantire le pensioni potesse venire da quel meccanismo. usciti da questa crisi dovremo riflettere su quale società costruire; e si vedrà anche, retrospettivamente, documenti alla mano, chi ha ragione e chi ha torto, perché non si può sempre stare con la ragione e mai con i torti! le misure che ci proponete nel decreto le giudichiamo così: ragionevoli ad alcune condizioni, ma insufficienti. sono ragionevoli, come ricordava il ministro Tremonti, pienamente nel quadro di quello che si è riusciti a coordinare a livello europeo, a condizione innanzitutto che vengano gestite in una logica di piena trasparenza e il luogo della trasparenza è questo. quindi, l' insieme dell' azione di contrasto alla crisi e i singoli atti che dovessero rendersi necessari per contrastare la crisi devono avere visibilità e devono ricevere il vaglio parlamentare nelle forme opportune. la seconda condizione è che queste misure si inseriscano — e le parole del ministro Tremonti, a questo proposito, sono rassicuranti — all' interno di uno sforzo di rilancio ulteriore di un coordinamento europeo e di politiche europee comuni. lasciatemelo dire: vedevo ieri le cronache, ad esempio, e le posizioni del governo inglese ; se non fosse drammatico ci sarebbe da sorridere su come adesso tutti gli euroscettici corrono verso l' Europa: tutti arrivano lì e quegli stessi che l' hanno azzoppata, adesso vogliono che corra! perbacco! lasciate dire a noi che non è sufficiente quel che sta facendo l' Europa! noi possiamo dirlo, perché due anni fa Padoa Schioppa era là a proporre che vi fosse, per esempio, un' Autorità di vigilanza unica a livello europeo e perché rivendichiamo da sempre politiche di bilancio, eccetera, eccetera. però, adesso cerchiamo di sospingere le cose, rafforziamo questo coordinamento per le eventuali ricapitalizzazioni laddove è possibile (la proposta olandese convinceva anche noi) e cerchiamo di approfittare di questa occasione per istituire una vigilanza europea! si dice: ma a cosa serve ormai? no! o adesso o mai più! una cosa di questo genere o si fa in questa crisi, subito, o mai più! cerchiamo di introdurre norme di moralità per quel che riguarda, ad esempio, gli incentivi ai manager che conducono gli affari della finanza; cerchiamo di invocare adesso politiche attive di bilancio da parte dell' Unione Europea , la quale ci dà flessibilità nella gestione del patto. in quelle ragionevoli flessibilità dobbiamo introdurre delle politiche europee, a cominciare dalle detrazioni fiscali per i redditi medio bassi e da piani di investimento europei nello spirito di Delors. poi uno se lo ribattezza in un modo o nell' altro, ma siamo a quel punto, dobbiamo pur partire da lì, da un' intuizione che fu bocciata dalle destre europee! dobbiamo ripartire da lì e approfittare anche del fatto che oggi raccogliere il risparmio a fini di sviluppo e di crescita dell' Europa potrebbe anche essere una sponda per il risparmio in una situazione di incertezza. ma noi — eccola qua l' insufficienza, ministro, di ciò che avete detto oggi — abbiamo un turbamento profondo nell' economia reale di questo paese. non dobbiamo aspettare di vedere se capita qualcosa che incida sull' economia reale: incide già, perché già eravamo dentro un avvitamento tra crisi economica e crisi sociale (con le questioni dei redditi e dell' attività economica)! ho sentito improvvisamente — e concludo — la palinodia del rigore, signor ministro: va bene ! figuriamoci! abbiamo preso manifestazioni contro il regime quando volevamo difendere i conti pubblici, figuriamoci se ci sottraiamo a questo! però, sosteniamo in primo luogo che, nell' ambito di una gestione oculata e flessibile del patto e della forza del risanamento che è stata avviata in questi due anni, vi sono margini per un' operazione significativa di detrazione su salari, pensioni e stipendi. in secondo luogo, vi è l' esigenza immediata di rafforzare e costruire (e a mio giudizio in « Industria 2015 » c' è già lo strumento) un fondo di garanzia rafforzato e semplificato per l' accesso della piccola impresa al credito. noi chiederemo che questi due elementi vengano inseriti nel decreto!