Emma BONINO - Deputato Opposizione
VII Legislatura - Assemblea n. 264 - seduta del 11-04-1978
Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza
1978 - Governo IV Andreotti - Legislatura n. 7 - Seduta n. 264
  • Attività legislativa

signor presidente , lo emendamento che noi presentiamo è soppressivo dell' intero articolo. devo dire che, stanti i pochi consultori costituiti secondo la legge numero 404, anche la loro soppressione non costituisce in realtà una grande perdita. condivido alcuni apprezzamenti, fatti proprio sui consultori, espressi al Senato da colleghi della sinistra indipendente; per esempio, sulla funzione del consultorio, una riflessione della senatrice Tullia Carettoni mi sembra estremamente pertinente. essa ebbe a dire, nella seduta del 25 maggio: « non si passa di un balzo da un costume che privatizza al massimo il problema ad un costume che lo socializza del tutto » . per questa ragione, la soluzione del consultorio — che, a detta della senatrice, era pur bella sulla carta e che la trovava d' accordo sul principio — era astratta in sé prima ancora che per il fatto che i consultori non esistono. credo che questo sia tanto più vero quanto più questi semplici consultori, che già dovevano nascere con funzioni molto semplici di informazione contraccettiva, in realtà sono stati caricati da tutta una serie di compiti istituzionali tali da farli diventare effettivamente una specie di istituto elefantiaco, che si deve interessare di tutto e per tutto e che, invece, finisce per non interessarsi di niente. a questi compiti istituzionali già enormi, previsti dalla legge numero 405, vengono aggiunti con l' articolo 2 di questo provvedimento tutta una altra serie di compiti che, anche se non dichiaratamente dissuasivi per legge, in realtà finiranno per diventare dissuasivi nella pratica. la senatrice Carettoni continuava dicendo: « io lo vedo poco questo colloquio nel consultorio, con una donna in preda quasi sempre, se non alla disperazione, ad una grossa eccitazione nervosa, che ha deciso attraverso un dibattito interno non facile » . in pratica, tutto questo è vero. chi conosce abbastanza da vicino questa realtà delle donne che debbono abortire sente benissimo che gli adempimenti previsti dalla legge finiscono per diventare più un ostacolo che altro. e ciò non solo per tutta una serie di tabù che ci riguardano e che abbiamo assorbito fino in fondo, e per liberarci dei quali combattiamo una lotta quotidiana; ma anche perché, se è già difficile, normalmente, andare al consultorio o dal ginecologo per problemi di contraccezione, altrettanto, se non più difficile, è un colloquio obbligatorio, con le modalità previste dagli altri articoli della legge (articolo 4 ed altri), con un medico del consultorio. « allora il pragmatico esorta — continuava la senatrice Carettoni — a non tener conto del fatto che, se vogliamo sconfiggere l' aborto clandestino , bisogna garantire segretezza, rapidità di procedure, eliminazione di intralci burocratici. altrimenti, le donne non utilizzeranno la legge » . io sono estremamente d' accordo su queste tesi, perché ritengo che, in primo luogo, sia già traumatizzante l' incontro con l' organismo — o struttura, o come lo volete chiamare — del consultorio, che ha dei compiti istituzionali, oltre a quelli che aveva, e che sono previsti all' articolo 2 del presente provvedimento, la cui lettera c), per esempio, recita: « attuando direttamente o proponendo all' ente locale competente » — non meglio specificato — « o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi richiamati alla lettera a) » . in realtà, ci troviamo di fronte ad organismi che non esistono e non funzionano non già per mancanza di fondi, ma per una mancanza di volontà politica, in quanto sono stati istituiti da una legge che non solo è compromissoria, non solo è ambigua, ma è anche stata varata apposta quando nel paese si è cominciato a discutere del problema dell' aborto e si è detto: « di aborto non si discute; finora non ve la abbiamo data, ma d' ora in poi eccovi la contraccezione » . ma questa legge non chiariva quale fosse il senso dell' istituzione delle strutture medesime. e sì che questa legge è stata votata dall' intera Camera! e qui mi richiamo al discorso di chi afferma che la legge sull' aborto sarà maggiormente applicata quando più sarà votata da una larga maggioranza della Camera. devo dire che questa teoria politica non mi trova assolutamente d' accordo, ma non in linea di principio , bensì sui dati pratici. ci sono state alcune leggi che sono state votate dal 90 per cento dei componenti di questa Assemblea. una di queste — dicevo — è quella sui consultori, nella quale, appunto perché era estremamente rarefatta, tutti si sono riconosciuti. in realtà, non è stato poi possibile applicarla, e di fatto la legge numero 405 non è applicata. c' è stata poi la legge sull' occupazione giovanile: pressocché l' unanimità di questa Camera l' ha votata, proprio perché non faceva male a nessuno; ma non a caso essa non ha trovato nessun aggancio di applicazione reale. c' è stata, inoltre, la legge, famosa per quanto riguarda le donne, sulla parità dei sessi: anch' essa è stata votata all' unanimità; proprio perché era una ripetizione interpretativa, tra l' altro banalizzata, della Costituzione, essa è stata votata da tutti, perché non faceva male a nessuno e, in realtà, è risultata quindi assolutamente inapplicabile, perché non stabiliva nessun tipo di procedura in termini di diritto positivo , ma era semplicemente la ripetizione interpretativa di alcuni articoli della Costituzione. voglio a questo punto ricordare che, se c' è stata una legge che è stata approvata di strettissima maggioranza, che pure, nei suoi limiti, ma forse perché era un po' più chiara, è stata applicata, è stata la legge sul divorzio, contro la quale fu chiesto il referendum, che poi la confermò. si trattava di una legge traumatica, in quanto divideva la Camera nonché il paese, eccetera, ma si trattava di una legge che, pur nei suoi limiti, era più chiara, stabiliva alcuni dati di principio e una procedura, se non semplice, almeno chiara, da seguire. è stata una legge che ha avuto nel nostro paese una reale applicazione, e questo non già perché abbia favorito la disgregazione della famiglia, come ho sentito dire oggi, perché non si è disgregato nessuno, ma perché con essa si è trovata una soluzione per regolarizzare — verbo che piace tanto — la posizione di coloro che erano separati da molti anni. non mi pare, quindi, che il colloquio nel consultorio — i consultori, per altro, non solo sono inesistenti, ma anche caricati di tutti questi compiti istituzionali, tra l' altro ricevendo l' aiuto « di idonee formazioni sociali di base » , non meglio definite e non meglio strutturate — abbia una impostazione di tipo dissuasivo. la donna che andrà nel consultorio e si sentirà fare le prime prediche contrarie non verrà dissuasa dall' aborto — questo non è assolutamente vero — ma verrà dissuasa dall' aborto legale, e le sarà lasciata aperta l' unica strada dell' aborto clandestino . non sembri irriguardoso un esempio che ho avuto occasione di fare nel corso della discussione sulle linee generali. ricordavo che quando in Italia c' era il governo del Papa, si obbligarono gli ebrei ad ascoltare, in una cappella destinata a tale scopo, una predica ogni quindici giorni. in questa cappella un prete cattolico, tra le minacce della vita. eterna, con le minacce di perdizione eterna invitava questi ebrei a convertirsi. bene, gli ebrei per quieto vivere andavano a sentire la predica, ma vi andavano con i tappi di cera, per non sentire né gli insulti né le minacce di perdizione eterna. ora, io ho l' impressione che le donne che andranno in questi consultori andranno a sentire un tipo di discussione che non le confonderà di più — perché le donne che hanno deciso di seguire questa legge hanno già deciso; o comunque, se non hanno ancora deciso, non sarà un colloquio privato con un medico a farle cambiare parere — e non le distoglierà dall' aborto in sé, ma le spingerà all' aborto clandestino . questa legge, insomma, non tenta neanche minimamente di sconfiggere lo aborto clandestino . c' è, infatti, una cosa estremamente importante, per nostro condizionamento: il fatto che tutte le questioni relative alla maternità sono state scaricate sulle donne in maniera e in forma assolutamente privata. questo nonostante la proclamazione costituzionale, per la quale lo Stato garantisce a tutti la procreazione responsabile e riconosce la maternità come valore sociale. a riprova di quello che ho detto su questo « scaricamento » basti pensare alla questione dei servizi sociali , al numero di quelli che esistono, agli asili nido . ora, io penso che passare di un balzo da una situazione che ci ha privatizzato del tutto rispetto ai nostri problemi, ad una situazione che ci obbliga alla socializzazione di uno dei momenti che sono più « tabuistici » della nostra esistenza, costituisca non solo una forzatura, ma una pratica che distoglierà le donne dal seguire questa legge e le indurrà a fare quello che hanno sempre fatto. ritengo che questa sia una riflessione importante, in quanto si cala in una situazione sociale in cui di certi argomenti ancora non si parla liberamente, se non in alcuni strati sociali. probabilmente è vero: questa legge pone una discriminazione tra le donne che riusciranno a seguire le trafile e le donne che non vi riusciranno. a maggior ragione ritengo che non si possa stabilire un obbligo di colloquio. da quello che ho visto in questi anni rispetto a questo problema, credo che, quando la donna va al consultorio e trova delle persone disponibili ad ascoltarla, parla anche per tre ore. ella ha l' esigenza, infatti, di uscire dal proprio dramma personale. tuttavia, se non trova nessuno disponibile, il colloquio si trasforma in una barriera, il consultorio diventa un posto dove non si deve andare più. rendere obbligatorio il colloquio è, semmai, una strada per impedire alle donne meno preparate di avvicinarsi a questo tipo di organismo, per altro ancora tutto da costruire. non solo, ma devo dire anche che io non credo che i problemi possano essere risolti da cose enormi — , se i consultori devono avere una funzione preventiva, è quella di propagandare correttamente e seriamente la contraccezione. se già rispondessero a questo unico compito istituzionale, ma lo facessero seriamente, con azione divulgativa e capillare, farebbero l' impossibile, o quanto meno, tutto quello che si può fare realmente per prevenire l' aborto, clandestino o meno. quando, però, il problema della contraccezione non viene affrontato, e si dice che i consultori in sostanza devono fare una serie di premesse relative alle condizioni economiche, sociali, psicologiche — poi vedremo alcuni emendamenti di parte democristiani su tali consultori — , mi sembra che non sia questo il modo di affrontare il tema dell' aborto. questi consultori non esistono, perché non solo manca la volontà politica di farli, né è stato chiarito a cosa devono servire, ma, in ogni caso, se si occupassero di un' unica cosa che sembra piccola e meschina, restrittiva rispetto a questo contesto più ampio di cui vi occupate (parlo della contraccezione), già svolgerebbero un compito che potrebbe dare frutti rispetto all' aborto e senza imbarcarsi in un' attività non reale e volta non alla rimozione degli ostacoli, ma a semplici promesse verbali di futura o prossima rimozione degli ostacoli. in realtà qui non si dice chi li debba rimuovere; inoltre, non si dice cosa diavolo succeda se i consultori non riescono a rimuovere quegli ostacoli. non esiste, infatti, una pena per il consultorio che promette un aiuto e poi non lo dà, né lo può dare, rispetto alle strutture in cui si trova ad operare. la donna, quindi, riceve tutta una serie di promesse; dopo di che, se esse non vengono mantenute, non è chiaro cosa succeda. allora, questo è estremamente pericoloso, perché noi sappiamo che alcune donne abortiscono per motivi di lavoro proprio per la discriminazione sociale che esiste nella nostra società nei confronti della donna che lavora. cosa potrà fare il consultorio? promettere un posto di lavoro ? non ho capito questo tipo di aggancio, quando, se solo il consultorio si attenesse ad un compito di seria divulgazione della contraccezione, già credo che avrebbe dato un serio contributo alla lotta contro l' aborto clandestino .